Addio ‘convention’, il Cavaliere torna all’antico: i comizi in piazza

Caro dolce romantico comizio. Sembrava mandato definitivamente in soffitta dai salotti televisivi e invece è tornato di moda. Avete notato che è scomparsa dal linguaggio berlusconiano la parola “Convention”, che indicava non proprio un comizio ma una cosina un po’ più raffinata. Con le hostess, i palloncini nel palazzetto dello sport e le signore leopardate. Non c’è più. Vietato parlare di convention. E per la prima volta il cavalier Berlusconi s’è messo a fare i comizi, quelli veri, tradizionali, quelli da scamiciati, con i discorsoni senza aria condizionata e il sudore sulla fronte.
C’è una ragione, anzi due, in questa riscoperta. Il cavaliere ha fiutato l’aria e s’è reso conto che siamo tornati alla tolleranza zero verso una classe politica accusata di vivere con privilegi da casta. Vero o falso che sia. Convinzione non solo di destra ma ora anche della sinistra delusa. L’altra ragione di questo ritorno alle piazze, che per Berlusconi è un inedito, è progettuale e parte da un ragionamento semplice. Prima di lasciare la politica, se mai accadrà, ma da qui a cinquant’anni va considerato anche per lui un epilogo possibile, se anche non potrà concedersi la soddisfazione di fondare un altro partito con un o una nuova leaeder, il cavaliere vuole uscire di scena con la tranquillità di chi è riuscito almeno a demolire l’avversario. E con l’aiuto di una sinistra italiana fortemente impegnata a raggiungere questo obiettivo, è probabile che il suo progetto si realizzi.
Ecco perché i comizi, ecco perché i pullman carichi di operai, casalinghe e pensionati, che sono affluiti l’altra sera in piazza Cavalli a Piacenza e ieri sera in piazza Napoleone a Lucca e nelle scorse settimane nelle altre piazze d’Italia da dove è passato Silvio Berlusconi. Il bello è che mentre a sinistra si agitano a dare la caccia all’elettorato di centro, lui va a cercarsi quello di sinistra. Concedendosi perfino il lusso di benedire come candidato sindaco del centrodestra a Piacenza quel Dario Squeri, che è stato per due legislature presidente di sinistra alla provincia, nonché fondatore-inventore del nome e del logo della Margherita. Pentiti di tutto il mondo unitevi. A lui.

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1 Commento a “Addio ‘convention’, il Cavaliere torna all’antico: i comizi in piazza”

  1. roberto scrive:

    Quanto lei scrive è vero, le conventions dopo il 94 erano frequentate da giovani azzimati, belle ragazze e vecchie “carampane “vestite Cavalli, i comizi in piazza recuperano le persone semplici, quelli che non si sognerebbero mai di andare in un palazzetto con il badge al collo, quelli che guardano la tele mentre mangiano in cucina. Sono gli elettori che non si pesano, ma si contano. Ancora una volta Silvio ha fiutato bene.

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