CLIMA: ECCO LE NUOVE ANTICIPAZIONI DELL’IPCC

VINCERE LA SFIDA CLIMATICA E’ UN OBIETTIVO ANCORA POSSIBILE

La sfida climatica non solo deve, ma può essere vinta. E’ importante il rapporto del WGIII, il terzo gruppo di lavoro dell’IPCC, quello che si occupa degli impatti. Il documento sarà approvato a Bangkok nei prossimi giorni e verrà presentato al mondo il 4 maggio. Noi, al solito, lo anticipiamo a livello di documento portato all’approvazione finale, fornendo integralmente sia la “Bozza per i decisori politici” che il “Sommario tecnico”. In questo modo il processo di approvazione - che come si è visto in occasione dei lavori del secondo gruppo di lavoro è soggetto a forti pressioni politiche - sarà in una casa di vetro. E a noi la trasparenza piace moltissimo. Quindi, buona lettura.

Il documento del terzo gruppo di lavoro dell’Ipcc è privo di sapori forti ma ricco di prospettive costruttive. “C’è un significativo potenziale economico di riduzione delle emissioni di gas serra in tutti i settori - osserva il sommario per i politici - sufficiente per bilanciare la crescita delle emissioni o addirittura per ridurlo al di sotto dei livelli attuali”. “Nel 2030 - prosegue il rapporto - il potenziale va da dalle 9 alle 18 Gt equivalenti di Co2 a prezzi del carbonio più bassi di 20 dollari alla tonnellata e di 16-30 gt equivalenti a prezzi fino a 100 dollari alla tonnellata”. Attuando quest’ultima ipotesi, “una stabilizzazione tra 450 e 550 ppm (oggi siamo a 380 ppm. Nda) è possibile”.
Secondo il WG III i costi per una stabilizzazione a 550 ppm sono tutto sommato bassi: lo 0,6% del Pil mondiale. Se vogliamo liveli più ambiziosi, tra 445 e 535 ppm, allora il conto sarà molto più salato: è difficile quantificarlo perchè sono pochi gli studi, ma l’Ipcc sostiene che comunque al 2030 sarà “inferiore al 3% del Pil mondiale” e al 2050 al 5,5%.
Si tratterà di scegliere dove indirizzare i 20 trilioni (!) di dollari che verranno investiti nel settore energetico da qui al 2030 scegliendo opzioni a bassa emissione di carbonio (”che richiedono investimenti addizionali inferiori al 5%”) e puntare con decisione sul risparmio energetico. Grandi cose si posso fare nel settore degli edifici dove è possibile risparmiare, sempre da qui al 2020, da 5,7 e 6 GT (da notare che le stime minime e massimo quasi coincidono) di carbonio, mentre nell’agricoltura se ne possono risparmiare da 2,3 a 6,4 e nel settore energetico da 2,4 e 4,7. I trasporti possono invece contribuire tra 1,6 e 2,5 Gtc e le foreste (comprendendo anche la mancata deforestazione) da 1,3 a 3,2. Da notare che l’Ipcc prevede anche il nucleare tra le opzioni possibili contro i cambiamenti climatici e individua nei paesi in via di sviluppo il bacino dove effettuare il 65% dei tagli alle emissioni.

Si tratta di programmare i futuro che vogliamo, quindi. L’Ipcc osserva che una stabilizzazione a 535-590pmm porterebbe ad un aumento della temperatura di 2,8-3,2 gradi, uno a 445-490 ppm determinerebbe un aumento di 2-2,4 gradi. Ed è quest’ultima la strada da sequire, non a caso la strada che l’Unione Europea ha già detto che si pone come obiettivo. Costoso, ma possibile.

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