Reati ambientali, via libera del Cdm

Entro quest’anno avremo i reati ambientali nel codice penale. Ed era ora.

Il ddl varato ieri dal governo prevede l’ introduzione nel Libro II del Codice Penale del Titolo VI-bis, rubricato ‘’Dei delitti contro l’ambiente'’. Ecco alcune delle nuova fattispecie criminose: Inquinamento ambientale; danno ambientale; disastro; alterazione del patrimonio naturale, della flora e della fauna; traffico illecito di rifiuti; traffico di materiale radioattivo o nucleare e l’abbandono di esso; delitti ambientali in forma organizzata, le cosiddette Ecomafie; frode in materia ambientale; delitti colposi contro
l’ambiente; impedimento al controllo; bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.

Il provvedimento prevede anche il ‘’ravvedimento operoso'’ con pene diminuite dalla meta’ a due terzi per gli eco-pentiti. Introdotta anche la ‘’causa di non punibilita”’ per chi ripara al proprio danno prima
dell’azione penale. Tra le novita’ anche la sanzione per ‘’danno economico'’ che prevede la reclusione da
uno a quattro anni e multe da ventimila a cinquantamila euro per chi offende le risorse ambientali in modo
tale da pregiudicarne l’utilizzo da parte della collettivita’, gli enti pubblici o imprese di rilevante interesse.
Positive le reazioni delle forze politiche, anche di opposizione. E molto soddisfatti, e c’è da capirli, gli ambientalisti. “L’approvazione del disegno di legge recante disposizioni concernenti i delitti ambientali da parte del Consiglio dei ministri _ osserva Patrizia Santilli, responsabile dell’ufficio legale del Wwf _ e’ un atto di grande importanza che aiutera’ certamente a contrastare i gravi reati che arrecano danno alla salute dei cittadini e al patrimonio naturale. Adesso ci attendiamo che con spirito bipartisan il Parlamento approvi una legge che il Paese attende da 15 anni”. Altrettanto soddisfatta Legambiente, per bocca del suo presidente, Roberto Della Seta: ‘’E’ un passo fondamentale verso la tutela dell’ambiente. Finalmente arriva la svolta che consente di punire gli ecocriminali anche con l’arresto. Una richiesta che avanziamo dal 1994′’.

LA BOZZA APPROVATA IN CDM:-
- Inquinamento ambientale: reclusione da uno a cinque anni e/o con una multa da 5mila a 30mila euro.
-Danno ambientale: la reclusione da due a sei anni e/o multa da 20mila a 60 mila euro se la compromissione dell’ambiente e’ rilevante.
-Disastro ambientale: la reclusione va dai tre ai dieci anni mentre le multe vanno da 30 mila a 250 mila euro. Si parla di disastro ambientale se il fatto “offende la pubblica incolumita’” o provoca una “alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema”.
-Alterazione del patrimonio naturale, della flora e della fauna: reclusione da uno a tre anni e/o multa che puo’ oscillare da 2mila a 20mila euro.
-Tutte le fattispecie prevedono un’aggravante di un terzo della pena se “la compromissione o il pericolo dell’ambiente ha per getto aree naturali protette o beni sottoposti a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, architettonico o archeologico” o se deriva “dall’immissione di radiazioni ionizzanti”.
-Traffico illecito di rifiuti: la reclusione va uno a cinque anni e la multa da 10 a 30mila euro.
- Traffico illecito di rifiuti pericolosi: la reclusione va da due a sei anni e la multa da 20mila a 50mila euro. Se i rifiuti oggetto del traffico sono radioattivi la reclusione prevista va da 2 anni e sei mesi a otto anni e la multa da 50mila a 250mila euro. Anche questa fattispecie di reato prevede delle aggravanti: l’aumento della pena puo’ arrivare fino alla meta’ “se dal fatto deriva il pericolo concreto per la vita o l’incolumita’ delle persone”.
-Traffico di materiale radioattivo o nucleare: da due a sei anni di carcere e/o multa tra i 50mila ai 250mila euro.
-Delitti ambientali in forma organizzata: il testo prevede l’aumento di un terzo delle pene previste dal 416 (associazione semplice) e della meta’ per il 416 bis (l’associazione mafiosa).
-Frode in materia ambientale: la reclusione puo’ andare da sei mesi a quattro anni e la multa e’ fino a 10mila euro. “Se la falsificazione concerne la natura o la classificazione dei rifiuti si applica la pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da 5mila a 20mila euro”.
-Impedimento al controllo: reclusione dai sei mesi ai tre anni.
-Delitti colposi contro l’ambiente: le pene sono ridotte della meta’.
-Il ddl prevede anche alcune pene accessorie che possono arrivare anche alla confisca dei beni e degli strumenti utilizzati per compiere il reato. Il giudice, secondo il ddl, puo’ decidere la condanna alla bonifica, al recupero o al ripristino dei luoghi danneggiati.
- ‘Pentiti’. Il ddl varato dal governo prevede anche il ‘ravvedimento operoso’: le pene hanno una diminuzione dalla meta’ ai due terzi “nei confronti di chi si adopera per evitare
che l’attivita’ delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, anche aiutando concretamente l’autorita’ di polizia o l’autorita’ giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la raccolta dei fatti”.
-Causa di non punibilita’: non viene punito chi rimuove il pericolo o il danno prima dell’esercizio dell’azione penale.
-Danneggiamento delle risorse economiche ambientali: reclusione da uno a quattro anni e la multa da 20mila a 50mila euro.

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