dall’Antartide al Quirinale

Ho avuto la grande opportunità di viaggiare due volte in Antartide. La prima nel 2001, con la diciassettesima spedizione del Pnra, il Programma nazonale di ricerche in Antartide. La seconda nel 2005, con la ventesima spedizione del Pnra. Due lunghe ed appassionanti avventure, umane prima di tutto, in compagnia di ricercatori e “logistici” che credono in quello che fanno e che, grazie all’opera di uomini come l’indimenticato Mario Zucchelli, hanno ritagliato per il nostro paese una presenza nel continente bianco e uno spazio di credibilità nel mondo scientifico che in Antartide opera. Non era per nulla facile.
In occasione del mio ultimo viaggio in Antartide, oltre a scrivere articoli per i nostri quotidiani, ho avuto il piacere di affidare a Quotidiano.net un diario quotidiano della mia avventura. Quei reportage, ben valorizzati dalla redazione che vi costruì attorno un sito che potete vedere ancora oggi nel link di questo blog, mi hanno consentito di risultare tra i vincitori della 41a edizione del premio di giornalismo Saint Vincent. Oggi al Quirinale siamo stati accolti dal Presidente della Repubblica che nel premiarci ha colto l’occasione per parlare di giornalismo. Sia per richiamare la necessità che si trovi una soluzione alla vertenza contrattuale, irrisolta da 578 giorni, sia per avvertire che “nessuno che conosca le tradizione più alte delle democrazie occidentali, nessuno che conosca la discriminante tra sistemi democratici e sistemi autoritari può sottovalutare il ruolo dell’informazione libera, indipendente, critica, per garantire la saldezza delle istituizoione repubblicane e il consenso su cui si poggiano”. “La libertà di chi fa informazione _ ha ammonito Napolitano _ può trovare un limite solo nel comune impegno contro l’illegalità in tutte le sue espressioni, compresa quella della violazione del diritto alla privacy e alla difesa. E’ un impegno che spetta innanzitutto ai giornalisti stessi, come spetta loro mondarsi di quei peccati dei quali il vicepresidente dell’ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca (”i giornalisti a volte si fanno del male da soli, ad esempio quando accettano rapporti incestuosi con le fonti”), ha voluto compilare una lista così puntuale e pungente”.
Parole sulle quali meditare. Non tanto per i servizi dall’Antartide, facili pur se scomodi, quanto per quelli da casa nostra o dai mille angoli problematici del pianeta, nei quali il percorso di ogni giornalista che voglia fare davvero il suo lavoro è costellato di ostacoli, irto di trabocchetti. Per farcela serve la massima determinazione, la più grande umiltà, e la consapevolezza del proprio ruolo. E serve tenere sempre presente quella che dovrebbe essere la nostra stella polare: la pervicace ricerca della verità, per scomoda che sia.
Alessandro Farruggia

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1 Commento a “dall’Antartide al Quirinale”

  1. Francesco scrive:

    Complimenti Alessandro. E non solo per il premio, ma per quel che hai scritto sul ruolo del giornalista, sull’importanza di essere veramente indipendenti e di avere un solo padrone: la ricerca della verità. Questo, come dimostra il riconoscimento del Saint Vincent e il tuo incontro con Napolitano, nel lungo periodo premia.
    Francesco

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