NAIROBI: Sul clima si va verso un accordo leggero e inadeguato

NAIROBI 16 NOVEMBRE 2006 - ANNO QUATTORDICESIMO DALLA NASCITA DELLA CONVENZIONE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

dall’inviato ALESSANDRO FARRUGGIA
NAIROBI - Kofi Annan è venuto alla conferenza sul clima di Nairobi per dire che il re è nudo. Che cé’ mancanza di leadership politica nel processo di Kyoto, che la lotta ai cambiamenti climatici deve esse importante come quella al terrorismo e ai conflitti. Che è una cosa seria, cioè. Tutti, a parole, si dicono d’accordo. Ma in tanti prendono le distanze quando si va a tradurre in azioni il principio generale. E infatti, non a caso, le negoziazioni proseguono con esasperante lentezza, alla quale neppure gli ambientalisti si ribellano più di tanto, presi nel ruolo di “difensori di Kyoto”, lo strumento negoziale che vedono come unica luce in fondo al tunnel. Così a Nairobi per ora si è raggiunta a fatica una intesa per avviare entro il 2007 le negoziazioni per il secondo periodo di impegno (che inizierà nel 2012) e che, senza indicare la data, si spera (senza indicare una data ultima, pero'’) di concludere entro il 2009. Ma l’accordo riguarda solo i paesi industrializzati, che oggi producono (dato che gli Usa si sono chiamati fuori) appena il 31% delle emissioni, e lascia fuori quelli in via di sviluppo, che nel 2050 peseranno per il 62% delle emissioni globali. Nel protocollo di Kyoto c’è scritto che le negoziazioni sulla ridefinizione del protocollo - il cosiddetto articolo 9 - inizieranno nella seconda conferenza dopo l’entrata in vigore del protocollo. Cioè in questa. Ma non è affatto successo e se tutto andrà bene si potrà trovare una intesa sull’avvio delle consultazioni sull’articolo 9 nel 2008. Altri due anni per iniziare a discutere. E almeno altri due per trovare un qualche intesa, che ovviamente sarà un “primo passo”.
La buona notizia è che non tutti aspettano il protocollo di Kyoto per agire. La Germania ha annunciato l’intenzione di ridurre le emissioni del 40% entro il 2020, la Gran Bretagna ha inserito nel discorso alla Corona la promessa formale di approvare una legge che tagli del 60% le emissioni entro il 2050. La Francia da parte sua ha già approvato nel 2005 una legge che promette una riduzione del 75% entro il 2050 e il premier De Villepin ha promesso che chiederà all’Unione Europea l’imposizione di una tassa sui prodotti industriali dei paesi che dopo il 2012 non si impegneranno nel processo di Kyoto. Persino tre senatori americani, forti della nuova maggioranza, hanno chiesto a Bush di cambiare politica. Anche l’Italia ha tutta l’intenzione di muoversi in questa direzione, con una attenzione particolare per il Sud del mondo. Ieri il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio è stato l’unico dei 70 ministri presenti a recarsi nello slum di Korogocha (130 mila persone, per il 35% malate di aids, che vivono ai margini di 125 ettari della discarica di Nairobi: se ne ammalano 12 mila all’anno) dove da anni operano i Comboniani che qui gestiscono una scuola e una cooperativa sociale. “Questa - osserva il ministro - è l’altra faccia della medaglia del vertice che si svolge a venti minuti da qui. Non è sostenibile una campagna sul clima che non sia unita alla lotta alla povertà. Per questo abbiamo proposto la creazione di un fondo per fornire energia, pulita o al massimo a basso impatto, per i 2 miliardi di persone che non ce l’hanno: una richiesta moralmente ineludibile e assolutamente realizzabile”. Ma l’Italia non si fermerà a questo: è pronta ad impegnarsi nelle battaglie avviate dai partner europei con i quali condivide, osserva Pecoraro Scanio “l’obiettivo di stabilizzare l’aumento della temperatura a 2 gradi sopra i livelli pre-industriali”. Secondo il quarto rapporto dell’IPCC che sarà pubblicato nel 2007, nel secolo scorso ne abbiamo già bruciati 0,65°, e resta un grado e 35. Ma visti i tempi del protocollo di Kyoto, è una partita che rischia di essere persa prima del 2050. A meno di uno scatto tuttora possibile. In teoria.

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1 Commento a “NAIROBI: Sul clima si va verso un accordo leggero e inadeguato”

  1. eva scrive:

    penso che il vostro articolo sia troppo amalgamato di informazioni e che vengano utilizzate parole troppo difficili per ragazzi di 11 anni. Vi consiglio di abbreviare di più le notizie e scrivere gli articoli con termeni più noti e più semplici.

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