Archivio di Ottobre 2006

Evadere per non morire

Martedì 31 Ottobre 2006

Gent.mo signor DE CARLO dott. Cesare.
Sono sinceramente terrorizzato dall’adempimento di quanto previsto dalla finanziaria attualmente in discussione e più precisamente dalla prevista lotta all’evasione fiscale, con tolleranza zero.

Ho pensato a lungo su come evitare quell’aggravio sui miei costi e sono arrivato alla conclusione che io e quanti altri nelle mie condizioni siamo all’angolo, praticamente con le spalle al muro! Dovremo pagare senza alcuna possibilità di difesa, quella parte di evasione che verrà stanata, con in più quella quota di maggiorazione scaricata sui prezzi, in conto possibile futura caduta nella rete.

Mi spiego meglio, i pensionati (come me) od i prestatori d’opera più in generale, hanno un introito pressoché fisso, e pertanto ogni qualsiasi variazione dei prezzi, viene sopportata senza alcuna possibilità di recupero. Ad esempio, la trasformazione della pensione e/o dello stipendio da lire in euro è stata fatta, sul valore concordato, al centesimo di euro. I prezzi invece hanno seguito un cambio variabile, da quello canonico fino ad uno a mille, a seconda della tipologia del prodotto o del servizio e del rispettivo mercato. Le due differenti azioni hanno determinato, per le nostre categorie (a reddito fisso) una notevole flessione del potere di acquisto, in parole povere un vero e proprio impoverimento.

Un qualcosa del genere, mi aspetto dalla lotta all’evasione fiscale perchè è impensabile che chi è abituato ad un certo reddito faccia, senza alcuna contropartita dei passi indietro, quando la differenza la può scaricare sul costo del prodotto o della prestazione.

Mi si obietterà che c’è il deterrente della concorrenza, deterrente che può funzionare solo su una fascia limitata di casi, quella nella quale il prezzo è stato determinato dal fabbricante, negli altri casi è solo un fattore virtuale, l’aumento dei prezzi, nelle varie tipologie di prodotti e servizi, sarà generalizzato, rimarranno le stesse differenziazioni precedenti, ed ognuno si terrà i propri clienti.

Questo però non sarà il solo effetto negativo per il ‘’reddito fisso'’, perché c’è l’effetto indotto: se l’operatore economico (lavoratore autonomo o commerciante), ha un rincaro sui beni o sulle prestazioni che acquista, a sua volta lo scaricherà sui prezzi di vendita del bene e/o della prestazione che vende ecc. ecc.. Il ciclo continua, con effetti perversi fino ad arrivare ad una stabilizzazione che riposizionerà su livelli più elevati (magari di frazioni di punto) il mercato nella sua globalità. Però il reddito fisso (soprattutto i pensionati che recuperano, da molti anni, solo parzialmente l’inflazione), avrà un’ulteriore flessione del suo potere di acquisto e quindi del reale livello dei propri introiti.

E’ una considerazione che nessuno fa, però il consumatore od utente che compra una merce e/o un servzio, paga oltre all’IVA di legge, la quota parte della tassazione globale che si è riversata su quel prezzo (le tasse pagate da: fabbricante, grossista, dettagliante e quant’altri hanno trattato quel prodotto). Nel caso del produttore di beni e servizi, abbiamo già visto prima, tale tassazione indiretta, diventa, giustamente, una componente che concorre alla determinazione del prezzo e di fatto diventa una partita di giro, mentre per il popolo del reddito fisso è una uscita senza ritorno.

Alla fine di questo ragionamento, non si può altro che dire che la stragrande maggioranza (se non la totalità) delle tasse dirette ed indirette, viene pagata da chi chiude il giro. Proprio quel popolo di tapini del reddito fisso!

Sarei felice che qualcuno mi dimostrasse che che quanto più sopra affermato, trattasi solo di paralogismo dovuto a fallace percezione di un comune uomo della strada.

Ringraziando per la cortese attenzione, distintamente saluto. R.R.

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Caro R.R. (ho messo la sigla per evitarle grane),
giro la sua domanda a coloro che ci governano e sono autori della piu’ sgangherata e nefasta finanziaria della storia recente. Dubito che le loro risposte saranno soddisfacenti. Anche perche’ provengono da chi - a dispetto delle esperienze maturate in tutte le economie di mercato - sembrano non avere digerito un semplice concetto. Questo: maggiore e’ l’imposizione fiscale e maggiore sara’ l’evasione.
Il che non vuol dire che nei Paesi a bassa incidenza fiscale non ci siano evasori. Ci sono, eccome, ma di meno. Tanto di meno quanto piu’ leggera e’ la mano pubblica che fruga nelle tasche dei contribuenti.
La spinta a evadere diventa necessita’ di sopravvivenza se si rischia il soffocamento economico. Questo e’ il senso della sua lettera.

Prodi e la Cina

Lunedì 30 Ottobre 2006

Carissimo Dr. De Carlo,
sono rientrato stanotte (ho trovato anche l’ora legale che mi ha aggiunto jetlag) dal solito pianeta Cina , e ho dato una letta al suo articolo. Mi è venuto il magone : LA GRANDE BUGIA DI PRODI è anche il suo viaggio in Cina.
In quel paese ( pianeta ) in 4 anni sono cambiate molte cose. I miei della Corporate di cui fanno parte anche 120 Industriali italiani che erano al seguito di Prodi, mio ex capo dell’IRI/STET, mi hanno riferito dei risultati ottenuti dai “mille” e passa .
Sono arrivato in Cina dopo la visita ufficiale. Le posso garantire che , escluso per FIAT nel Nanchino , Prodi ha percorso il vecchio itinerario dell’IRI con il mio amico Sircanà , ma di MoU non ne ha firmate nemmeno uno ! Ricordo che il ministro degli Esteri tedesco è in Cina una volta al mese. La Merkel firma gli MoU bilaterali con la partecipazione dei suoi parlamentari Europei. Ma i nostri cosa fanno ?
Vecchia storia. La Cina è lontana , ma se non l’agganciamo prima del 2008 ( anno delle Olimpiadi), siamo fritti. La Cina ha fame di infrastrutture. Pensi: nell’86 la strada che collegava l’aereoporto di Pechino al primo ring della città , era a sterro ; oggi è una autostrada a 4 corsie per ogni senso di marcia ed è già satura. Oggi bisogna tenere conto di una coda media di 4 minuti per entrare all’aereoporto di Pechino. Il parco macchine nelle grandi città è come quello di Los Angeles o NY, ci sono Buick ,WW, Mercedes , Ferrari e Maserati, non cito le giapponesi che la fanno da padroni . La Buick USA ha la più grossa J/V e una equivalente delle sue auto costruita in Cina costa 7000 EU contro le 40.000 EU dell’Europa. A quando la prossima invasione ? Pensiamo di rimettere i blocchi doganali .
Comunque dopo il 10 di Novembre mi farò vivo e vedremo di scambiarci quattro chiacchiere su quel Continente in cui sto portando 2 aziende del Bresciano per il Transfer Technology (Delocalizzazione Comprare per Vendere, questo dovrebbe stimolare le aziende italiane verso quell’immenso Paese e mercato ! ) . Con una stiamo progettando una Joint con IVECO in quel di Chongqing, dove la stessa IVECO ha iniziato un processo di Delocalizzazione autocarri .
A noi più di tasse e tartassate non sono capaci di fare i nostri governanti !
Oh serva Italia e doloroso Ostello , non megera , ma serva e schiava di bordello !!!
A quando una prossima bastiglia e un bagliore dei nuovi Lumi ??
Le invio in allegato delle fotografie dove sono con i miei Direttori della Corporate Sichuan Dixian Co. io sono quello piccolo con gli occhiali e vestito da “pescatore di perle cinese ” come mi ha detto mio figlio Rolando Prof Universitario dell’EPFL di Lousanne (MSPhD ) Emigrato !
Cordialmente
Romeo Ferrini

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Caro Ferrini,
la sua testimonianza vale piu’ di un’inchiesta giornalistica, perche’ viene da uno che suda le proverbiali quattro camice per aiutare il nostro export. Quanto mi dice sui magri risultati del viaggio di Prodi e’ disarmante. Non ci si aspettava molto, ma nemmeno tanto poco. Complimenti per la sua attivita’ imprenditoriale.

Pacificazione e ritardi storici

Lunedì 30 Ottobre 2006

Caro De Carlo,
il libro di Pansa è inutile se non seguito da concrete iniziative… Mi riferisco in particolare alla mai avvenuta pacificazione tra chi militò nell’ Esercito del Sud (creato con grande fatica dal Re Vittorio Eman.3° di Savoia) e nelle Formazioni Partigiane, e chi militò nella Repubblica Sociale Italiana….
Prof. Fabio Uccelli

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Caro Professore,
come vede, pubblico quasi integralmente le sue riflessioni. Quanto alla pacificazione, ho l’impressione che i suoi auspici siano un wishful thinking come si dice nella grande nazione in cui vivo. Le animosita’ antiche s’intrecciano con le rivalita’ contingenti e tutte e due trovano nutrimento in ritardi culturali altrove superati.
Basta pensare alle accoglienze turbolenti che il libro di Pansa ha avuto negli ambienti di sinistra, non necessariamente radicali.
Eppure sono passati sessant’anni da quegli avvenimenti. L’ideologia che ispirava i ‘’partigiani della pace'’ targati Pci e’ finita nella spazzatura della storia (dappertutto ad eccezione dell’Italia che conta ancora ben due partiti comunisti e un correntone DS che a tutti gli effetti e’ ancora comunista).
Mi permetto di ripetere cio’ che ho gia’ scritto in risposta ad altre lettere sull’argomento. Pansa scopre l’acqua calda quando accusa i comunisti di aver cercato di instaurare anche in Italia una ‘’democrazia popolare'’ alla cecoslovacca o alla polacca o all’ungherese.
Le sue rivelazioni in buona parte sono la riedizione di quanto il succitato Pisano’ e mio padre scrissero negli anni Cinquanta in una lunga inchiesta giornalistica pubblicata dal settimanale Oggi. Furono accusati di provocazione fascista e di infangare la lotta di liberazione.
Ma loro erano di destra e dunque per definizione in mala fede.
Ora che Pansa senza rischiare nulla e anzi approfittando del trambusto per farsi pubblicita’ scrive piu’ o meno le stesse cose, l’intellighentia ne esalta la ricostruzione storica e il coraggio. Bah! (more…)

L’Onu, fabbrica di chiacchiere

Lunedì 9 Ottobre 2006

Caro Dott. De Carlo,
La leggio e L’apprezzo. Voglio farglielo sapere senza giri di parole.
Leggo anche la Sua rubrica e mi fa piacere vedere che ha ripreso a rispondere a noi poveri lettori.
Ma entriamo in tema. E il tema anzi la domanda che Le propongo e’ la seguente. Ritiene davvero che l’Onu possa riportare alla ragione due irragionevoli dittatori come Ahmadinejiad (mi sembra che l’iraniano si chiami cosi’) e Kim Jong Il, il giovane paranoico norcoreano che dal padre ha ereditato il piu’ fallimentare e aggressivo fra i regimi tuttora stalinisti? O ritiene che invece come sempre siano gli Usa a dover cacciarci la castagne dal fuoco?
Cordialmente e mi risponda per favore,
Maurizio De Giorgis
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Certo che le rispondo. Se nel recente passato ho trascurato lei e qualcun altro me ne dispiace. E’ dipeso dal fatto che sono cambiate la grafica, la meccanica, la collocazione della rubrica.
La mia risposta e’ no per quanto riguarda l’Onu. Si’ per quanto riguarda gli Usa.
L’Onu e’ paralizzata dal multilateralismo che di fatto impedisce di prendere misure energiche e tempestive contro coloro che ci vogliono fare la festa. Il multilateralismo, dietro al quale la sinistra nasconde la sua pavidita’ e il suo antiamericanismo, e’ solo una fabbrica di chiacchiere.
Ragion per cui, una volta di piu’, se dalle chiacchiere si vuol passare ai fatti non rimane che sperare nei soliti, svillaneggiatissimi Stati Uniti. Senza dei quali in Bosnia e Kosovo, tanto per fare qualche esempio, continuerebbero a massacrarsi.
Purtroppo - questo e’ il guaio - nell’affrontare le responsabilita’ globali di superpotenza, qualche volta fanno male i calcoli o sbagliano le tattiche. E si cacciano nei pasticci, come in Iraq.
Speriamo in bene. Perche’ se gli americani dovessero ritirarsi dall’Iraq, sarebbe un disastro per tutti. Per la sicurezza loro e nostra (di europei). Le bombe che ora insanguinano Bagdad potrebbero scoppiare nelle nostre citta’. Nel nome di Allah il misericordioso, s’intende.

C’e’ ancora l’inferno?

Lunedì 9 Ottobre 2006

Caro De Carlo,
eccole alcune mie riflessioni.
Quando in America o in paesi sottosviluppati si consuma la pena di morte per gravi crimini, il mondo dei moralisti insorge, si ribella e si attiva con tutte le proprie forze contro queste barbara sentenza. Nei paesi, diciamo, più civili, la pena di morte non c’è più e la massima punizione che può essere decisa e applicata è l’ergastolo.

Direi che, in moltissimi casi, anche l’ergastolo non è proprio definitivo in quanto la buona condotta del detenuto e la sua redenzione, più o meno apparente, può trasformare questa pena a vita in una a tempo…

Le istituzioni preposte devono cercare di recuperare l’uomo che ha sbagliato; quando sono sicure di averlo fatto perché non riammetterlo nella società degli uomini?

La società civile e di grande moralità non cerca la vendetta verso colui che ha commesso il grave reato, cerca solo di correggerlo e di rieducarlo.

Bene, ora mi chiedo, ma se esiste un Dio che ci ama così tanto, come può non credere che con il suo immenso amore non possa redimere il più incallito peccatore?

Come può essere così pessimista da pensare che dove, in qualche caso, arrivano i semplici uomini Lui non possa… e mi domando: mentre la Chiesa se ne sta a filosofare sull’esistenza del Limbo, non è che il Padreterno ha già eliminato l’Inferno?
Moreno Ceccanti
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No. Siamo noi ad averlo eliminato. O meglio: coloro fra noi per i quali la contrapposizione fra bene e male, fra giusto e ingiusto, fra valori e controvalori e’ impallidita al punto da non poter piu’ fare distinzioni. E senza distinzioni siamo condannati a perdere per strada principi e identita’.
Troppo pessimista? Magari!