C’e’ ancora l’inferno?

Caro De Carlo,
eccole alcune mie riflessioni.
Quando in America o in paesi sottosviluppati si consuma la pena di morte per gravi crimini, il mondo dei moralisti insorge, si ribella e si attiva con tutte le proprie forze contro queste barbara sentenza. Nei paesi, diciamo, più civili, la pena di morte non c’è più e la massima punizione che può essere decisa e applicata è l’ergastolo.

Direi che, in moltissimi casi, anche l’ergastolo non è proprio definitivo in quanto la buona condotta del detenuto e la sua redenzione, più o meno apparente, può trasformare questa pena a vita in una a tempo…

Le istituzioni preposte devono cercare di recuperare l’uomo che ha sbagliato; quando sono sicure di averlo fatto perché non riammetterlo nella società degli uomini?

La società civile e di grande moralità non cerca la vendetta verso colui che ha commesso il grave reato, cerca solo di correggerlo e di rieducarlo.

Bene, ora mi chiedo, ma se esiste un Dio che ci ama così tanto, come può non credere che con il suo immenso amore non possa redimere il più incallito peccatore?

Come può essere così pessimista da pensare che dove, in qualche caso, arrivano i semplici uomini Lui non possa… e mi domando: mentre la Chiesa se ne sta a filosofare sull’esistenza del Limbo, non è che il Padreterno ha già eliminato l’Inferno?
Moreno Ceccanti
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No. Siamo noi ad averlo eliminato. O meglio: coloro fra noi per i quali la contrapposizione fra bene e male, fra giusto e ingiusto, fra valori e controvalori e’ impallidita al punto da non poter piu’ fare distinzioni. E senza distinzioni siamo condannati a perdere per strada principi e identita’.
Troppo pessimista? Magari!

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