Archivio di Dicembre 2006

Sciopero dei giornali e sillogismi

Mercoledì 27 Dicembre 2006

Gent.mo signor DE CARLO dott. Cesare.

In questi giorni ‘’caldi'’ per i lavoratori dei mass media in generale e dei giornalisti in particolare, ho sentito ripetutamente parlare di editori sprezzanti, che si rifiutano di sedersi ad un tavolo per risolvere il problema del rinnovo del contratto collettivo di lavoro, che è scaduto da circa due anni. Recentemente poi nei comunicati stampa e radiotelevisivi, si è parlato ripetutamente di una grave situazione per la libertà di stampa, che si è venuta a creare a seguito di tale comportamento padronale.

Questa mattina ascoltando, come al solito, una rassegna stampa ho sentito l’elenco delle poche testate, che a livello nazionale sono presenti nelle edicole. Nel seguirla, sono stato meravigliato, come del resto lo stesso conduttore, che ha sentito la necessità di sottolineare che trattavasi, praticamente di una quasi totalità di testate che si riconoscono nel centro destra.

Mi sono tornati subito alla mente, i preoccupati comunicati che più sopra ho ricordato, e mi è venuto spontaneo il pensiero che evidentemente secondo gli scioperanti sono gli editori che si riconoscono nel cetrosinistra che mettono in pericolo la libertà di stampa, con quel che segue .. .

A Suo parere, ho creato, involontariamente, un falso sillogismo io, o hanno sollevato, volontariamente, un falso allarmismo gli esponenti sindacali della categoria dei lavoratori dei mass media, o c’è un qualcosa di differente che è sfuggito a me ed ai predetti rappresentanti? O peggio, il sillogismo invece è proprio vero?
R.R.

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Il suo sillogismo merita ogni considerazione

Ancora sui senatori a vita

Mercoledì 27 Dicembre 2006

Gent. sig. DE CARLO dott. Cesare.

Solo all’ora di cena ho letto sul ‘’CARLINO'’ la Sua proposta al riguardo dei senatori a vita, mi permetto di segnalarLe la mia quasi totale condivisione.

Quasi totale, in quanto la parte finale, quella relativa all’abolizione di quella carica, mi trova completamente dissenziente, perché anzi, troverei giusto che quel limitato gruppetto fosse numericamente maggiore, per premiare più rappresentanti di categorie della società civile che tanto danno e/o hanno dato al paese.

Questi “nuovi” senatori a vita, arrivati al laticlavio, dopo aver illustrato il Paese in vari campi, sono sicuramente personalità di vaglia, di cui sarebbe giusto poter ancora utilizzare esperienza e carisma.

Qui finisce il mio dissenso, in quanto quella qualificata partecipazione dovrebbe poter essere totale (votazioni comprese), solo ed esclusivamente fino al livello di commissione, per tutti quegli atti che successivamente passano all’approvazione del Senato.

Il voto in aula e (sempre che ci siano) per le decisioni che approvate nelle commissioni non transitano per l’aula; proprio per le motivazioni da Lei con tanta chiarezza addotte, dovrebbe essere completamente interdetto e quindi abolito.

In tale maniera si avrebbe il triplice risultato: di premiare un maggior numero di personalità, di avvalersi della loro ‘’saggezza'’ e di non interferire sull’esercizio del potere, che i padri Costituenti avevano riservato esclusivamente al ‘’popolo sovrano'’.

Sul come, quanti e da chi proposti, ci sarebbe eventualmente un ampio margine di discussione.

Ringraziando per la cortese attenzione, distintamente La saluto, rinnovandole gli auguri di buone feste.
Romolo Rubini

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Gent.mo dott. DE CARLO, rileggendo il testo dopo l’invio, mi sono reso conto di aver omesso la “coda” del mio pensiero, infatti, il mio argomentare, derivava dalla decisione presa a suo tempo dal papa (Paolo VI?), che non metteva limite di età per l’appartenenza al novero dei cardinali, ma lo ha posto in maniera decisa, per l’entrata in Concistoro e per l’elezione del nuovo papa.

Come ci sono cardinali che partecipano alla vita della Chiesa con la loro esperienza, ma impossibilitati a scegliere un nuovo papa, ci sarebbero senatori a vita, egualmente dispensatori di esperienza, ma impossibilitati a partecipare a decisioni di pertinenza del “popolo sovrano”.

Ritenendo che senza questa coda, il mio pensiero potesse risultare monco, ho ritenuto opportuno effettuare questa integrazione.

Rinnovo saluti ed auguri. Romolo Rubini

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Grazie per il suo intelligente e sostanzioso contributo, sig Rubini. E Auguri di un felice 2007.

I senatori a vita hanno sempre giovato al Paese?

Mercoledì 27 Dicembre 2006

Gentile giornalista Cesare De Carlo
A proposito del suo trafiletto sul Carlino di oggi, Le citerò le parole della Littizzetto: “Maroni dice che i senatori a vita non devono votare; ma si, poveretti, sono solo ex Presidenti della Repubblica, Premi Nobel, …..”
E chi dice che non sono stati eletti? I Presidenti della Repubblica, Andreotti, Colombo, Scalfaro, ecc, sono stati eletti varie volte, prima dal popolo, e poi dalle camere riunite.
Anacronismo tutto italiano, dice Lei. Ma è sicuro che se si estendesse questa usanza a tutti i paesi sarebbe un male. Non sono forse persone che hanno o una grandissima esperienza o del grandissimo merito? Almeno quelle che ho nominato più la Rita Levi Montalcini?
Si vede proprio che la passione politica impedisce di ragionare correttamente, mi scusi. Cordialmente
Guido Fano
Professore ordinario
Università di Bologna

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Caro Professore,
le sarei grato se avendo del tempo mi spiegasse perche’ gli ex capi dello Stato e gli ex capi di governo che in questa loro veste hanno servito la cosa pubblica e dunque hanno fatto solo il loro dovere debbono necessariamente godere di un supplementare vitalizio pubblico, sedendo in Senato e condizionando, come e’ avvenuto prima con Berlusconi e ora per Prodi, la politica nazionale per la quale non hanno alcun mandato popolare.
Se le altre democrazie, fra le quali la piu’ vecchia e sperimentata (quella americana), non conoscono questo istituto ottocentesco o se ne sono sbarazzati, un motivo ci deve pur essere stato. Non trova?
E poi e’ sicuro che i succitati Andreotti, Colombo, Scalfaro abbiano sempre fatto il bene del Paese? Mi lasci aggiungere anche Agnelli, uomo sicuramente affascinante e di grande classe ma disastroso imprenditore.

I senatori a vita non dovrebbero votare

Mercoledì 27 Dicembre 2006

EGREGIO DOTTOR DE CARLO:
IN RIFERIMENTO AL SUO ARTICOLO INDICATO IN OGGETTO (SENATORI A VITA) TROVO LE SUE OSSERVAZIONI FRANCAMENTE DEBOLUCCE, ” stiracchiate ”
MA DAVVERO LEI CREDE NELLA ILLEGITTIMITA’ DEL VOTO DI PERSONALITA’ ILLUSTRI, RICONOSCIUTE PERALTRO A LIVELLO INTERNAZIONALE SOLO PERCHE’ NON E’ INTERVENUTO IL POPOLO A SUFFRAGARNE LA NOMINA AL SENATO ? SUVVIA, VUOLE SCHERZARE ? PER LEI IL VOTO DELLA CICCIOLINA E’ PIU IMPORTANTE DI QUELLO DI RITA LEVI MONTALCINI ? PER NON PARLARE DI VLADIMIR LUXURIA. LA SUA PRESA DI POSIZIONE E’ SPIA DI UNA MALATTIA DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA, FRA L’ALTRO PUZZA MOLTO DI STRUMENTALE ATTESO CHE NEL 94 IL GOVERNO BERLUSCONI FU SALVATO PROPRIO DAL VOTO DEI SENATORI A VITA E NESUNO OBIETTO’ ALCUNCHE
ANDREA FILIPPO

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No, egregio Filippo, non intendo scherzare. Quelle personalita’ che lei generosamente definisce illustri (Scalfaro rientra nella categoria?)
non dovrebbero poter votare, in quanto ne’ io ne’ lei ne’ chiunque altro li ha mai eletti. E non capisco come lei faccia a definire superfluo l’intervento del popolo sovrano che dovrebbe suffragarne la presenza in Senato.
Quelle nomine non sono illegittime (lo diventerebbero con un emendamento costituzionale). Sono assurde.
A quanto mi risulta i senatori a vita esistono, ma quasi simbolicamente, solo in Francia e in Cile.
Ha mai sentito parlare della sovranita’ popolare, che e’ il principio fondamentale della nostra Costituzione e di ogni altra Costituzione democratica?
Quanto a Berlusconi, se rileggera’ il mio pezzo con attenzione trovera’ che io per primo avevo citato il precedente.

Moana e il presepe di Cofferati

Venerdì 22 Dicembre 2006

Esimio dott. Cesare De Carlo

nel suo commento sul “presepe di Moana” Ella ha finto l’incomprensione del valore “vero” di quell’aggettivo “autentica”, messo accanto a gioia, mentre ha caricato la mano, e qui, mi dispiace, senza alcuna originalità, sull’aspetto fisico e prezzolato del sesso offerto da Moana.

Mi sento in dovere, dunque, di aggiungere, senza scendere in uguali volgarità, che le strade del sesso di Moana potranno anche essere state le meno ortodosse ma forse, attraverso quelle, qualcuno è riuscito a raggiungere quella “gioia autentica” che ci mette in contatto con la nostra parte migliore … e questo basta!

Le sue osservazioni, che rispetto, non mi hanno di certo irritato: solo intristito un po’ per l’intransigenza che trasmettono, non solo, ma anche al riguardo della visita assai significativa del nostro Arcivescovo in Comune!

Cordialità ed auguri di Buon Natale

Paolo Nanni
Bologna 20 dicembre 2006

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Grazie per l’Esimio, signor Nanni.
Possiamo discutere ad abundantiam sul fatto che scopando (scusi l’ardire, ma in una corrispondenza lei mi perdonera’ l’uso di questo termine) si provi piacere o come lei dice gioia autentica. E possiamo anche discutere se questo piacere o questa gioia ci rendano spiritualmente piu’ vicini al divino o invece soddisfino solo i nostri stimoli sessuali, fisici e animaleschi.

Ma che la Moana, pornostar acclamata, orgogliosa, onesta e sincera nel suo rifiuto di pentimenti tardivi, meriti di figurare in un presepe, no, non si puo’ discutere. Si puo’ solo protestare o riderne, come ho fatto io quando in una scappata a Bologna ho visto l”’opera d’arte'’.

La povera Moana, che non ha mai preteso di essere una santa, inserita nella Nativita’ non e’ una provocazione originale. E’ un’idiozia. E una volgarita’. Quella si’ una volgarita’ e non il mio commento, al quale al massimo lei puo’ rimproverare un eccesso di colore. Dunque non si intristisca. Ci rifletta, anzi. Chissa’ che alla fine non mi dia ragione. E’ Natale. I miracoli accadono.

In ogni caso accolgo gli Auguri di Natale (o debbo dire di Buone Feste per rimanere nel politically correct?) e glieli contraccambio.
Cesare De Carlo