Sciopero dei giornali e sillogismi

Gent.mo signor DE CARLO dott. Cesare.

In questi giorni ‘’caldi'’ per i lavoratori dei mass media in generale e dei giornalisti in particolare, ho sentito ripetutamente parlare di editori sprezzanti, che si rifiutano di sedersi ad un tavolo per risolvere il problema del rinnovo del contratto collettivo di lavoro, che è scaduto da circa due anni. Recentemente poi nei comunicati stampa e radiotelevisivi, si è parlato ripetutamente di una grave situazione per la libertà di stampa, che si è venuta a creare a seguito di tale comportamento padronale.

Questa mattina ascoltando, come al solito, una rassegna stampa ho sentito l’elenco delle poche testate, che a livello nazionale sono presenti nelle edicole. Nel seguirla, sono stato meravigliato, come del resto lo stesso conduttore, che ha sentito la necessità di sottolineare che trattavasi, praticamente di una quasi totalità di testate che si riconoscono nel centro destra.

Mi sono tornati subito alla mente, i preoccupati comunicati che più sopra ho ricordato, e mi è venuto spontaneo il pensiero che evidentemente secondo gli scioperanti sono gli editori che si riconoscono nel cetrosinistra che mettono in pericolo la libertà di stampa, con quel che segue .. .

A Suo parere, ho creato, involontariamente, un falso sillogismo io, o hanno sollevato, volontariamente, un falso allarmismo gli esponenti sindacali della categoria dei lavoratori dei mass media, o c’è un qualcosa di differente che è sfuggito a me ed ai predetti rappresentanti? O peggio, il sillogismo invece è proprio vero?
R.R.

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Il suo sillogismo merita ogni considerazione

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