Ancora sui senatori a vita

Gent. sig. DE CARLO dott. Cesare.

Solo all’ora di cena ho letto sul ‘’CARLINO'’ la Sua proposta al riguardo dei senatori a vita, mi permetto di segnalarLe la mia quasi totale condivisione.

Quasi totale, in quanto la parte finale, quella relativa all’abolizione di quella carica, mi trova completamente dissenziente, perché anzi, troverei giusto che quel limitato gruppetto fosse numericamente maggiore, per premiare più rappresentanti di categorie della società civile che tanto danno e/o hanno dato al paese.

Questi “nuovi” senatori a vita, arrivati al laticlavio, dopo aver illustrato il Paese in vari campi, sono sicuramente personalità di vaglia, di cui sarebbe giusto poter ancora utilizzare esperienza e carisma.

Qui finisce il mio dissenso, in quanto quella qualificata partecipazione dovrebbe poter essere totale (votazioni comprese), solo ed esclusivamente fino al livello di commissione, per tutti quegli atti che successivamente passano all’approvazione del Senato.

Il voto in aula e (sempre che ci siano) per le decisioni che approvate nelle commissioni non transitano per l’aula; proprio per le motivazioni da Lei con tanta chiarezza addotte, dovrebbe essere completamente interdetto e quindi abolito.

In tale maniera si avrebbe il triplice risultato: di premiare un maggior numero di personalità, di avvalersi della loro ‘’saggezza'’ e di non interferire sull’esercizio del potere, che i padri Costituenti avevano riservato esclusivamente al ‘’popolo sovrano'’.

Sul come, quanti e da chi proposti, ci sarebbe eventualmente un ampio margine di discussione.

Ringraziando per la cortese attenzione, distintamente La saluto, rinnovandole gli auguri di buone feste.
Romolo Rubini

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Gent.mo dott. DE CARLO, rileggendo il testo dopo l’invio, mi sono reso conto di aver omesso la “coda” del mio pensiero, infatti, il mio argomentare, derivava dalla decisione presa a suo tempo dal papa (Paolo VI?), che non metteva limite di età per l’appartenenza al novero dei cardinali, ma lo ha posto in maniera decisa, per l’entrata in Concistoro e per l’elezione del nuovo papa.

Come ci sono cardinali che partecipano alla vita della Chiesa con la loro esperienza, ma impossibilitati a scegliere un nuovo papa, ci sarebbero senatori a vita, egualmente dispensatori di esperienza, ma impossibilitati a partecipare a decisioni di pertinenza del “popolo sovrano”.

Ritenendo che senza questa coda, il mio pensiero potesse risultare monco, ho ritenuto opportuno effettuare questa integrazione.

Rinnovo saluti ed auguri. Romolo Rubini

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Grazie per il suo intelligente e sostanzioso contributo, sig Rubini. E Auguri di un felice 2007.

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