Archivio di Agosto 2007

L’Alitalia agli amici

Mercoledì 15 Agosto 2007

Caro Cesare,
un amico prevedeva svariati mesi fa che il governo avrebbe manovrato in modo tale da far salvare l’Alitalia dai soliti amici, come Della Valle, De Benedetti……..
Staremo a vedere. Intanto però si conferma la tattica di chi vuole seppellire le nostre libertà facendoci invocare da soli le nostre catene: crea il problema, fallo esacerbare ( i sindacati continuano a scioperare!! e Cimoli intanto se ne va con buonuscite stratosferiche!!) e poi saranno tutti sollevati quando finalmente arriverà la Provvidenza (quello che si voleva fin dall’inizio) a risolvere il “problema”..
La stessa tattica la stanno utilizzando con la questione dei rifiuti. Evitando di risolvere il problema e quindi esacerbando i cittadini alla fine sarà un giochetto convincerci tutti a fare qualunque cosa rispetto alla situazione attuale, ad esempio a legarci ai nostri rifiuti in maniera sempre più personalizzata (Credo sia già operante da qualche parte la normativa per cui un’industria è tenuta ad avere una specie di carta magnetica su cui vengono registrati i quantitativi di rifiuti che manda in discarica… un modo molto utile per tenerci tutti sotto controllo minuzioso, seppellirci ancora di più sotto la burocrazia mentre ci fanno sentire dei vermi. Intanto ci hanno già cominciato a suggerire la soluzione finale, quella dello studio “A World Without Us”….)
Alex
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Sì. Stiamo a vedere quali sorprese la dissociata immginazione dei nostri governanti ci riserverà alla ripresa autunnale.

Bentivegna e Salvo D’Acquisto: chi è l’eroe?

Mercoledì 15 Agosto 2007

Egregio Sig. Direttore,

in merito a quanto scritto da Cesare De Carlo riguardo alle Fosse
Ardeatine, credo sia doveroso precisare alcuni punti.
Il Sig. De Carlo afferma che l’azione partigiana che portò alla morte di 32 (poi 33)
soldati tedeschi era tesa a provocare una rappresaglia da parte delle
forze occupanti nazi-fasciste. Ciò è risultato falso, sia dall’esame
delle fonti sia per stessa ammissione degli ufficiali nazisti
responsabili della rappresaglia.
Nelle dichiarazione rilasciate durante
il processo a loro dedicato, gli ufficiali nazisti che se ne occuparono
dichiararono che l’idea di chiedere ai partigiani di consegnarsi e di
risparmiare la popolazione non gli era nemmeno venuta in mente.
L’azione di Via Rasella si verificò intorno alle 4 del pomeriggio del 23 Marzo
1944, il rastrellamento e l’uccisione dei 335 uomini vennero eseguiti il
24, e il 25 venne affisso un comunicato che informava che in seguito
alla morte dei 32 soldati tedeschi, “comunisti badogliani” in rapporto
di 1 a 10 sarebbero stato giustiziati.
Il comunicato terminava “L’ordine è già stato eseguito”.
Non ci fu nessuna intenzione di colpire i partigiani responsabili dell’azione, non ci fu nessun tentativo di identificarli e arrestarli. Per loro stessa ammissione (confermata dalla
lettura di documenti di pubblico dominio) gli occupanti nazi-fascisti
intesero solamente colpire persone che con la morte dei soldati non
c’entrava niente.
Molto ci sarebbe da dire, ma non è questo il luogo.
Trovo vergognoso che dopo 63 anni, numerose sentenze e un numero
infinito di pagine pubblicate al riguardo, interpretazioni storicamente
inaccettabili e puerilmente faziose possano trovare posto su un
quotidiano a diffusione nazionale.
Non si tratta di esprimere opinioni giustamente discutibili. Il punto è rispettare una memoria storica, al
di là delle posizioni di parte

RingraziadoLa per lo spazio eventualmente concessomi.
DistintI saluti,

Marco V. Crivellaro
mvc@email.com

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Caro Direttore,

in merito alla sentenza della Cassazione relativa alla condanna de “ Il Giornale”, vorrei far notare quanto segue:
1) i “legittimi atti di guerra” sono quelli tra eserciti indossanti la divisa di Stati in guerra tra loro;
2) malgrado che il “Regno del Sud” avesse di fatto trasformato, con la dichiarazione di guerra alla Germania, l’esercito tedesco da ”alleato” a “occupante”, non risulta che i partigiani facessero parte dell’Esercito di Liberazione Nazionale faticosamente organizzato dal Re Vittorio Emanuele, da cui, anzi, avevano preso – per motivi politici – le distanze.

Sorge quindi qualche dubbio sulla “legittimità” di atti compiuti da persone “non indossanti una divisa”.
Mentre, d’altronde, non va messa in dubbio la buona fede di Bentivegna, che voleva simbolicamente colpire un esercito ormai forse definibile “occupante” anche se alleato del nuovo governo della R.S.I..
Ma attenzione: anche le “Brigate Rosse” sono in buona fede se attaccano le basi di Verona occupate da esercito straniero, oppure se organizzano attentati contro reparti armati italiani, dal momento che non riconoscono all’attuale Stato e Governo Italiano alcuna legittimità rappresentativa del popolo.

Nel caso di Via Rasella, legittima, anche se atroce, fu la rappresaglia (Kappler fu condannato non per la strage delle Ardeatine, ma per i cinque giustiziati in più dei trecentotrenta).

Fa inoltre sorridere il terribile armamento (sei bombe ed alcune pistole) del gruppo tedesco-altoatesino di “sicura (?) cittadinanza germanica”.

Sembra poi accertato che l’invito a consegnarsi rivolto agli attentatori fu fatto a mezzo altoparlante e non con affissione di manifesti.

Ma i partigiani gappisti avevano già scelto di colpire alle spalle e di non consegnarsi ai Tedeschi, e così avrebbero fatto durante tutta la Resistenza, disconoscendo e biasimando di fatto l’azione di Salvo D’Acquisto che, con l’evitare la necessaria rappresaglia tedesca, impediva che montasse l’auspicato odio contro l’ ”invasore”.

Cordiali saluti,

Fabio Uccelli
f.uccelli@ing.unipi.it

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Le due lettere sono speculari. L’una è il rovescio dell’altra. Voglio solo aggiungere che il sacrificio di Salvo D’Acquisto, poi giustamente beatificato, fa risaltare per contrasto il comportamento ‘’tattico’’ dei gappisti autori dell’attentato di via Rasella.

Una nuova moschea ogni quattro giorni

Lunedì 6 Agosto 2007

Caro Dott. De Carlo,
ho letto domenica sul Corriere, giornale che spesso mi delude ma che ha fior di firme, un articolo del solito, lucidissimo e coraggiosissimo Magdi Allam. E ho così appreso che in Italia ci sono 735 moschee. Erano 351 sette anni fa. Il che vuol dire che da allora ne è stata costruita una ogni quattro giorni. Ho anche appreso con sorpresa e con rabbia che le amministrazioni comunali di sinistra sono le più generose nel fornire alle comunità islamiche terreni, stabili e finanziamenti. E allora mi chiedo: come è possibile essere così ciechi? Come è possibile non capire che quelle moschee diventeranno altrettanti centri di pianificazione delle ‘’guerre sante’’ contro noi ‘’infedeli’’?
Qui non è questione di rispetto per la religione e il culto di coloro che ci siamo tirati in casa. Nessuno di noi si sogna di proibire a un islamico di pregare il suo Allah. Qui è questione di rispetto delle nostre leggi che vietano di propagandare la violenza e tanto meno di praticarla.
Non vorrei passare per xenofobo. Ma quando vengo a conoscenza del contenuto delle prediche dei vari imam, dei sequestri di materiale esplosivo in alcune moschee, dei reclutamenti di kamikaze ansiosi di farsi saltare in aria in Iraq, mi vengono i brividi. Ci stiamo allevando in casa il nemico che ci farà fare la stessa fine.
Non le pare?
Giorgio Ansaloni, Carpi
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Sì. Mi pare. Alcune di quelle moschee – ho detto alcune, non tutte – non sono semplici luoghi di culto. Sono luoghi di indottrinamento contro la religione, le tradizioni, le abitudini del Paese che ospita gli immigrati musulmani. Sono luoghi in cui vengono predicati il primato della sharia, vale a dire della legge religiosa sulla legge civile. E per affermare questo primato bisogna passare attraverso il sistematico rigetto della way of life occidentale e, se necessario, attraverso la Jihad, la guerra santa.
Ma – sostengono i buonisti – la guerra santa è una metafora pacifica. Indica il proselitismo, la conversione dell’infedele o la moltiplicazione demografica dei musulmani (un imam una volta disse: non abbiamo bisogno della forza per imporre il primato dell’Islam, lo otterremo con i ventri delle nostre donne).
Può darsi. Ma la Jihad va vista anche nella sua accezione di lotta fisica. Coloro che si fanno saltare in aria nei mercati e nelle strade di Bagdad inneggiano alla Jihad. Che è appunto l’altra maniera di imporre il fondamentalismo a coloro che non vorrebbero tornare al Medioevo.
Noi il Medioevo lo abbiamo abbandonato da un pezzo. Dall’illuminismo in poi la nostra società civile vive separata dalla pregiudiziale religiosa. Non comprende e anzi respinge la sharia che invece sottopone la prima alla seconda.
Dovrebbe dunque essere nostro dovere, oltre che nostro diritto, impedire ogni predicazione contraria: Stato e chiesa debbono rimanere entità separate. La religione deve poter essere esercitata liberamente, ma a patto che le sue pratiche siano compatibili con le leggi di un laicismo al quale nessuno di noi intende rinunciare.
I musulmani sono disposti ad accettare questo principio? Se sì, benissimo, restino fra di noi. Se no, che tornino a casa loro. E quanto ai sindaci rossi così generosi nei loro confronti, in alcuni casi si tratta solo di ignoranza. Nella maggior parte dei casi di calcolo politico: sperano che quegli immigrati un giorno, ottenuta la cittadinanza, votino per loro. Illusi. Gli imam non vogliono l’integrazione. Vogliono l’autosegregazione come piattaforma di lotta per l’affermazione finale dell’Islam.

Terroristi di sinistra e di destra

Lunedì 6 Agosto 2007

Ho apprezzato la pacatezza e la logica della risposta del Sig.Calzetti.
Ammiro l’audacia di quel salto logico che vorrebbe unire i morti ammazzati di sessanta anni fa alle disavventure sessuali di un onorevole di oggi; con il consiglio, però, di non insistere troppo a fare la morale sulle disavventure sessuali degli avversari, viste le compagnie che vi siete scelte per poter restare al governo. Non posso che ammirare la sottile allusione, quasi razzista, alla bassa statura di berlusconi.
Visto che c’era,poteva dire che ha i -pochi-capelli crespi ed il naso adunco.
Cercate, però, di non esagerare con la statura di Berlusconi, o rischiate di giocarvi gli elettori di bassa statura, che sono più numerosi dei gay.
Comunque colgo l’occasione della lettera del Sig,Calzetti per chiedere che fine abbia fatto un altro povero comunista “oppresso”, quel Cesare Battisti che, se non mi sbaglio, sta ancora aspettando di essere estradato dal Brasile in Italia per aver ucciso o, meglio, come si dice , ”giustiziato” quattro persone.
senekaos@comune.siena.it

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Vorrei saperlo anch’io. I terroristi di sinistra sono compagni che hanno sbagliato (e che, forse, chissà, si sono già redenti e dunque possono essere lasciati alla riflessione e alla redenzione salvifica delle loro coscienze, tanto meglio se in terre lontane). Quelli di destra sono mostri irrecuperabili. I primi possono finire in parlamento. I secondi rimangano dentro.

Gli italiani, l’Istria e i reazionari

Sabato 4 Agosto 2007

L’unica differenza sta nel fatto che l’Istria è stata semplicemente cancellata dal ricordo degli italiani e quegli italiani sono stati degradati a” non persone “ il cui destino non interessa a nessuno: non agli Italiani perchè l’Istria, appunto, non è più italiana e meno ancora agli iugoslavi(oggi croati e sloveni…………….
AI “NAZIONALISTI”
QUANTO VI PIACE DIRE CHE I “COMUNISTI” SONO STRONZI COME GLI ALTRI (INNOMINABILI). COMUNQUE, SENZA CHE ME NE VENGA NIENTE A DIRLO E SENZA CHE QUESTO CAMBI LA STORIA, SONO UN “COMUNISTA”, DI QUELLI CHE COSI’ DEFINISCE IL CAMPIONE NANO E BUGIARDO DI DEMOCRAZIA E “LIBERTA’”, AL QUALE E’ SEMPRE INTERESSATO IL DESTINO DEGLI OPPRESSI VERI (E PER ME CROATI E SLOVENI O ITALIANI COME ME, SONO SEMPRE OPPRESSI O SOPPRESSI LETTERALMENTE LORO MALGRADO).
UN PO’ MENO SONO INTERESSATO AGLI OPPRESSI DROGATI E PUTTANIERI CHE L’ALTRO CAMPIONE DIFENSORE DI DIRITTI CESA, VORREBBE TUTELARE NEI MOMENTI DI LONTANANZA DALLA FAMIGLIA.
E VOI DELLA NAZIONE, QUOTIDIANO CHE LEGGO DA 46 ANNI, SCIAQUATEVI LA BOCCA (IN PARTICOLARE MAZZUCCA E FORBICE-IL SUPER DEMOCRATICO CHE LA POLTRONISSIMA DI ZAPPING NON LA VORREBBE LASCIARE AI “FAZIOSI COMUNISTI”, COME SAREBBE GIUSTO IN ALTERNANZA DEMOCRATICA, NEANCHE IN REGIME DI DITTATURA LENINISTA) PRIMA DI DARE O FAR INTENDERE GIUDIZI MORALI SUI “COMUNISTI” FRA I QUALI CI SONO ANCH’IO CHE NON MI SENTO CERTO MENO DEMOCRATICO E ILLUMINATO DI REAZIONARI COME VOI.
R.CALZETTI@CALZETTI-MARIUCCI.IT

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Ecco una persona coerente con le sue idee, impermeabile alle revisioni storiche e refrattaria alla scala di valori che molti di noi, cadute le dittature ideologiche dell’Europa del ventesimo secolo, hanno abbracciato. Anche la perseveranza nell’errore per convinzione o per nostalgia o per pregiudiziale avversione all’autocritica va considerata come prova di carattere.