Archivio di Ottobre 2007

Ancora sulla sinistra e la cultura

Martedì 30 Ottobre 2007

…è possibile che gli attori americani subiscano l’influenza delle majors
ebraiche, però vorrei farle notare un’altra cosa:
anche in Italia e in Francia se non sei di sinistra sembra che tu non possa
fare l’attore, tranne rare eccezioni.
Quando Tornatore fu picchiato e rapinato da rumeni la prima sua
dichiarazione fu: “Non sono tutti così”.
Se questo non è il colmo…
Stefano Ferrari

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Come Lenin insegnava, la prima cosa da fare per l’erezione o il consolidamento di una ‘’democrazia popolare'’ era impossessarsi dell’apparato culturale. L’intellighenzia sarebbe divenuta strumentale perchè egemonizzata dal regime. E’ quello che accadde nell’Urss e nei Paesi dell’est, dove il regime si era già insediato. E’ quello che per molti decenni accadde in Italia, dove lo stesso regime si sarebbe voluto insediare.
Gli Stati Uniti non hanno mai corso un rischio del genere. La sinistra americana non era paragonabile a quella europea. Nondimeno lo schema mentale era analogo: la cultura come leva di potere. E così già alla metà del secolo scorso gli ebrei, che della sinistra americana costituiscono l’elite, avevano scalato il mondo del cinema, gran parte dell’editoria, parte della stampa quotidiana.
Ancora oggi a Hollywood i registi e gli attori di successo non liberal si contano sulle dita di una mano. E il motivo è semplice: la sinistra, quella democratica e ancor più quella totalitaria, è per tradizione e mentalità molto più abile della destra nella conquista della pubblica opinione. E nella propaganda.

Perchè il cinema americano è contro Bush

Lunedì 29 Ottobre 2007

Gentile Sig. De Carlo,
ultimamente mi pongo una domanda su cui vorrei conoscere il suo parere.
Ho notato che gli americani che arrivano in Europa (attori, registi, scienziati) sono tutti fortemente critici nei confronti dell’amministrazione Bush?
Al contrario la popolazione americana sostiene il presidente anche se non più come prima.
Secondo me questo è dovuto a un certo provincialismo del popolo statunitense che non si interessa di politica estera e che quindi è vittima della propaganda dei suoi politici.
Chi ha occasione, grazie al mestiere che fa e all’agiatezza economica di cui gode di conoscere il mondo, non può che criticare una certa arroganza e senso di impunità del governo americano (vedi cosa succede a Guantanamo).
Cosa ne pensa?
Aggiungo che io sono filo-americano ma certe volte esagerano…

Cordiali saluti

Stefano Ferrari

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Sì. L’ho notato e non mi sorprende. Almeno per quanto riguarda il mondo dello spettacolo. Vede, caro Ferrari, Hollywood, vale a dire il cinema e molte produzioni vendute ai networks televisivi, sono saldamente nelle mani di majors controllate da ebrei americani e dunque di tendenza liberal. Negli Stati Uniti il 90 per cento del voto ebreo va infatti ai democratici. Il che spiega le ricorrenti insofferenze nei confronti delle amministrazioni repubblicane.
Le critiche a Bush figlio richiamano quelle a Bush padre, a Reagan, a Nixon. L’unica differenza sta nell’intensità: George W. ha commesso non pochi errori di politica estera, benchè provocato dall’infamia dell’11 Settembre. La conseguente, inevitabile guerra al terrorismo è stata concepita male e condotta peggio.
Purtroppo è stato servito male da alcuni membri chiave del suo gabinetto, il vicepresidente Cheney e il segretario alla Difesa Rumsfeld in testa a tutti. Ma, come si dice negli States, the buck stops here, cioè nello studio ovale della Casa Bianca. Insomma la responsabilità è sua. Non per arroganza, ma per incompetenza.

Non è carità l’aumento salariale alla Fiat

Lunedì 29 Ottobre 2007

Gentile Dottore,
Ha visto cosa ha fatto la Fiat? Senza alcuna richiesta sindacale, senza alcuna trattativa, senza scioperi ha aumentato il salario ai propri dipendenti. Ma ancora più interessante è la motivazione addotta dall’azienda. Le cose vanno bene, ha detto l’amministratore delegato Marchionne, abbiamo avuto profitti più alti del previsto, è giusto che ne goda anche chi col suo lavoro ha reso possibile il miglioramento.
Mi sembra un’iniziativa rivoluzionaria, anzi contro rivoluzionaria. Nel senso che apre prospettive nuove nel mondo del lavoro. Voglio dire che i dipendenti delle aziende private potrebbero anche rendersi conto che dei sindacati di categoria non hanno bisogno se hanno la possibilità di sostituire alla contrattazione nazionale, ormai anacronistica, la contrattazione aziendale. E se hanno la possibilità di istituire all’interno delle aziende organi rappresentativi che partecipino alla loro gestione o almeno che vengano consultati.
In questa maniera la partecipazione dei dipendenti renderebbe trasparente la gestione e consentirebbe di concordare aumenti salariali quando le cose vanno bene e sacrifici quando le cose vanno male (non possono andare sempre bene e mi sembra giusto che in tempi difficili i sacrifici ricadano anche sui lavoratori).
Non le sembra un buon suggerimento?
Angelo Brazzi

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No. O meglio il suo suggerimento mi sembra buono solo a metà. La partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese è un’idea vecchia. Fu tentata in Germania negli anni Settanta. Si chiamava mitbestimmung. Comportava la presenza nei consigli di amministrazione di anche una rappresentanza dei dipendenti con regolare diritto di voto. Non funzionò. Complicava e non snelliva la gestione. Ritardava e non accelerava le decisioni. Con danni per l’azienda, per la cui buona salute tutti ovviamente dicevano di agire.
Sono invece d’accordo con lei sul carattere innovativo dell’iniziativa della Fiat (imitata – nota bene – da qualche altra grande azienda del nord, come la Riello). Se i salari dei dipendenti fossero parametrati ai profitti, ecco che i burocrati del sindacalismo nostrano sarebbero sconfessati. Non ci sarebbe più bisogno di loro e delle loro fallimentari strategie. Prima fra tutte quella che ha condotto alla mortificazione del merito in nome dell’egualitarismo retributivo.
Per decenni i nostri sindacati hanno sostenuto l’appiattimento delle retribuzioni, la parità di trattamento per chi lavorava bene e per chi lavorava male, l’inamovibilità dei dipendenti pubblici, i baby pensionati. In sostanza invece di valorizzare, anche in termini salariali, il lavoro, si sono preoccupati di difendere l’ozio, di proteggere i fannulloni, di favorire chi il posto l’aveva già infischiandosene di chi nel mondo del lavoro cercava di entrare, cioè i giovani. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Di qui la forte opposizione dei sindacati alla decisione della Fiat. La Cgil l’ha definita carità. Stupidaggini. Le quali fortunatamente non sono condivise da tutti i sindacati. Una parte della Cisl per esempio non è d’accordo.Quella che si ribella all’egemonia della Cgil, che del sindacalismo ha fatto una professione politica, un mezzo ideologico e di potere, non di difesa degli interessi dei lavoratori.

Gli armeni e i massacri di cristiani nella storia

Lunedì 29 Ottobre 2007

Se il genocidio degli Armeni risale a 92 anni fa,il genocidio degli ebrei risale a 62 anni fa.
Perchè,allora,non dire di piantarla di parlare della shoah perchè questo potrebbe compromettere i nostri rapporti con la Germania? Ma, Lei potrebbe dire, la Germania ha ammesso le sue colpe, mentre la Turchia le ha sempre negate.
Questo,semmai,dovrebbe spingere a colpevolizzare ancora di più i Turchi, lasciando in pace i tedeschi che le loro colpe se le sono viste rinfacciare da ben 60 anni.
Comunque, che il genocidio armeno non sia roba del passato lo dimostra proprio l’atteggiamento dei Turchi: se fosse roba passata, non dovrebbero avere problemi ad ammettere le loro responsabilità. Forse, il loro rifiuto a riconoscere il genocidio armeno nasce dal fatto che ,in cuor loro, sono ancora pronti, appena se ne presenti l’occasione, a ripetere quanto hanno fatto.
Più in generale, non Le sembra che si stia affermando una logica veramente razzista dei due pesi e due misure per cui i genocidi fatti contro i cristiani pesano meno degli altri?
Le faccio un elenco incompleto:
1) genocidio degli Armeni
2) genocidio dei greci nella parte nord di Cipro
3) sterminio dei cristiani Serbi nel kossovo
4) genocidio dei cristiani di Timor est,da parte dei mussulmani indonesiani
5) genocidio dei cristiani del sud del Sudan
6) sterminio dei cristiani russi ad opera dei comunisti durante la rivoluzione e dopo
7) sterminio dei cristiani in Messico negli anni ‘20
8) sterminio del clero cattolico in Spagna durante la guerra civile
9) genocidio per fame degli irlandesi cattolici nella prima metà dell’ottocento. Più della metà della popolazione irlandese (cattolica) morì di fame o fu costretta ad emigrare in America per una epidemia che colpì le coltivazioni di patate senza che gli Inglesi (protestanti) muovessero un dito .
10) cristiani del Mediooriente massacrati o costretti ad emigrare nella totale indifferenza (o meglio, ignoranza, visto che non se ne parla per niente) dell’opinione pubblica.
Il sangue dei cristiani (specie se cattolici) macchia meno di quello degli altri?
C’è un detto che chi dimentica il passato sarà costretto a riviverlo. Non dimentichiamolo, nè permettiamo ad altri-i Turchi-di farlo.
Giuseppe Cipolla
Senekaos@comune.siena.it

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Caro Signor Cipolla,
nessuno e tanto meno il sottoscritto intende condonare ai turchi il massacro di quasi la metà della popolazione armena. Non mi pare che il mio commento, al quale lei si riferisce, fosse indulgente al riguardo.
Le mie obiezioni si riferivano al momento scelto dal Congresso americano, a maggioranza democratica, per evocare un evento accaduto quasi un secolo fa. Non c’erano contingenti e urgenti agganci di politica estera che spingessero al varo di quella risoluzione. Al contrario tutto consigliava di attendere se non un altro secolo almeno un paio di anni o solo di mesi in un momento in cui la presidenza del repubblicano Bush ha bisogno dei turchi per stabilizzare la situazione in Iraq, ora che Al Qaeda è stata decimata.
Ma no. Gli interessi elettorali della signora Pelosi, la Speaker della Camera, hanno portato alla discussione e al varo di una condanna puramente formale, certo storicamente dovuta, ma diplomaticamente inopportuna.

Difendo i gays

Lunedì 29 Ottobre 2007

COSA? COSA? VOI SIETE SOLO UNA MASSA DI COGLIONI… PRIMA DI TUTTO…NON CHIAMARLI FROCI XK è UN INSULTO…SI CHIAMANO GAY O OMOSESSUALI.
MI FATE SCHIFO FRIGERI E AMICO. SE DUE PERSONE GAY SI AMANO DEVONO LOTTARE PERCHè POSSANO AVERE GLI STESSI DIRITTI CHE ANNO DUE PERSONE NON OMOSESSUALI. SE UNO DEI VOSTRI FIGLI FOSSE GAY…COSA FARESTE? NON GLI PARLERESTE PIU? SOLO PERCHè I SUOI ORMONI REAGISCONO DIVERSAMENTE DAI TUOI? IDIOTA…NON OBBLIGATORIAMENTE UN INDIVIDUO DIVENTA PER SCELTA OMOSESSUALE MA CI NASCE. SE UN UOMO GAY, AMA…AMA…(SAPETE COSA VUOL DIRE AMARE??) …NON PUò SPOSARE UNA DONNA SOLO PERCHè GENTE SUPERFICIALE ED EGOISTA COME VOI NON ACCETTA CHE CI SIANO COPPIE OMOSESSUALI? VI LAMENTATE PERCHè PROTESTANO?? SE ANCHE A VOI FOSSE IMPEDITO DI VIVERE UNA VITA SERENA CON LA PERSONA CHE AMATE NON VI LAMENTERESTE? NON SCENDERESTE AL CENTRO DEL MONDO A PROTESTARE? IO NON SONO GAY MA APPOGGIO QUESTE PERSONE, LE AMMIRO, E INVECE…VOI…VOI.. MI FATE SCHIFO.

Viviana
williamsbella@hotmail.it

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Mi limito a fare il postino.