L’odissea di un’insegnante

di Chiara, 34 anni, Bologna
Mi chiamo Chiara Bussolari, e sono un’insegnante in servizio dal 1998, assunta a tempo indeterminato presso una scuola elementare paritaria di Bologna. Vorrei segnalare il mio caso e avere delle risposte. Il giorno 10 Luglio 1997 mi sono Laureata in Pedagogia presso l’Università di Bologna, e dopo un anno, nel giugno 1998, mi sono presentata come privatista all’Istituto Laura Bassi di Bologna per poter conseguire il diploma magistrale, dal momento che il suddetto, a differenza della laurea, era abilitante per insegnare nelle scuole paritarie elementari ma non in quelle statali. Possibile che in Italia un titolo superiore possa essere invalidato da uno inferiore?
Successivamente, nell’anno 2000 - 2001, tramite un concorso ho conseguito l’idoneità per lo Stato, ma con riserva solo perché in quell’anno insegnavo religione. Superato l’esame sono stata inserita nell’elenco insegnanti idonei alla sessione riservata O.M. 1/2001 ed iscritta alla graduatoria permanente di Bologna ma, per l’ appunto, con riserva. Avverso l’elenco sopra indicato ho immediatamente fatto ricorso tramite sindacato, ma visto che non è mai stata sciolta questa riserva mi sono dovuta iscrivere a un nuovo Corso Speciale Universitario di 800 ore, con 18 esami, pagando 2100 euro‚ solo ed esclusivamente per cancellare la R di riserva.
Possibile che, in Italia, per insegnare in una scuola primaria non bastino due diplomi, una laurea in Pedagogia e0 un’abilitazione?
Chiedo pertanto che mi venga data la possibilità di parlare con un funzionario di Bologna per avere dei chiarimenti e per risolvere una situazione che reputo assurda.

Cordiali saluti

Chiara Bussolari

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1 Commento a “L’odissea di un’insegnante”

  1. filippo bussolari scrive:

    Il funzionario ti dirà che le disposizioni in Italia sono queste e che pertanto pur condividendo la tua protesta non ci può far nulla! Comunque la tua odissea, a mio parere, è dovuto a un groviglio di interessi contraddittori nella scuola, con l’aggiunta di un’ormai atavica punizione della cultura ‘laica’ verso chi osa insegnare ‘religione’.

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