Incubo giudiziario

di Luciano Portesi,78 anni, Granarol
Nel ‘96 il mio vicino di casa chiudeva dei fossi di scolo, e la mia proprietà a Granarolo si allagava. Dopo alcune promesse non mantenute del mio vicino sono stato costretto ad adire le vie legali. E’ solo l’inizio di una trafila senza fine. La giustizia italiana mi ha danneggiato non poco. Sono rimasto in mezzo ad una situazione che mi ha portato a spendere 120 milioni dele vecchie lire fra periti, lavori di sbancamento e avvocati. I progetti che erano stati approvati sono stati effettuati in modo diverso per colpa del giudice, che ho denunciato per abuso di atti d’ufficio, falsità ideologica in atti giudiziari, frode e dolo. Per fare questa denuncia sono dovuto andare ad Ancona, perché per legge non si può denunciare un giudice nel suo stesso tribunale. La mia casa si allaga ancora e il problema non è risolto. In più un’udienza non si è svolta (ne ho le prove) perché sono state perse le mie pratiche. Io e mia moglie siamo disperati e non sappiamo più cosa fare. Siamo intrappolati nel sistema giudiziario e continuamo a spendere soldi, quando bastava poco per risolvere il problema. I periti, i giudici e gli avvocati ci hanno danneggiato, e alla fine non ho potuto fare altro che denunciarli. Vivo in casa con la pompa e con il timore che quando posso rimanere sott’acqua.

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