Tutti bravi nella maggioranza a tagliare i costi (degli altri)

LO ZAR ALESSANDRO II fuori dalla Russia professava idee liberali. Questo nell’Ottocento. Ma la storia ha la testa dura: qualche volta si ripete. E’ il caso della polemica che si è scatenata tra Governo e Parlamento sul contenimento dei costi della politica. Infatti, sono in tanti a parlare della riduzione dei costi degli altri, ma per quanto riguarda i propri non muovono un dito. Infatti, Prodi ha chiesto al Parlamento di ridurre le spese della politica mentre Bertinotti risponde accusando l’Esecutivo addirittura di populismo, argomento che dovrebbe conoscere bene visti i suoi trascorsi. E’ un gioco delle parti? Probabilmente si, perché si profilano sacrifici per tutti tranne che in modo significativo per i nostri onorevoli “rappresentanti”.

IN UN COMUNICATO congiunto, i Presidenti dei due rami del Parlamento hanno solennemente dichiarato che si erano già mossi. In quale direzione è facilmente intuibile: riduzioni solo formali alle pingui pensioni (che continueranno a costare l’ira di Dio agli italiani), nessun provvedimento serio sui portaborse (le cui somme continuano ad essere regolarmente ed allegramente erogate), produttività messicana e taglio del numero dei deputati a cui è stato detto solo il primo sì. Il Governo, invece, resiste sul numero dei propri componenti che potrebbe ridurre anche domani: ma chi glielo va a dire ai magnifici 103 che alcuni di loro devono tornare a casa? Santagata ha annunciato che il taglio avverrà. Restiamo in fervida attesa. Si sta parlando da più di un anno dei costi della politica (per la verità sul nostro giornale da molto prima) ma nella sostanza non si è mossa una virgola. Per cercare di resistere alla bufera montante, si cerca di allargare lo spettro: e si parla di regioni, province, comuni, consigli di amministrazione, ma coloro che devono muovere il primo passo, dando l’esempio, restano immobili come dei bonzi.

CREDONO DI PROCEDERE con questa melina e con gli annunci. Per adesso sono troppo impegnati con la costituzione del Partito Democratico. Poi si vedrà. Ma non ci vuole lo zingaro per prevedere il futuro.

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11 Commenti a “Tutti bravi nella maggioranza a tagliare i costi (degli altri)”

  1. Silvano scrive:

    Oltre ai costi di “eccellenza” (stipendi, pensioni e …collegati vari) che ci tocca pagare ai nostri “carissimi” politici, ritengo corretto aggiungere i costi NON visibili che sono “STRATOSFERICI”.
    Mi riferisco a personaggi, senza ALCUNA competenza messi ad occupare posti “inventati” al fine di avere fonti REDDITUALI aggiuntive, in genere di tipo ricattatorio: ti ho messo lì e quindi fai quello che ti dico! cui poter attingere per gonfiare le spese.
    E cosa dire dei costi di tutte quelle strutture megalattiche: ospedali, scuole, carceri, aeroporti, strade etc..etc…che poi per un motivo o l’altro non sono state ultimate e/o MAI utilizzate?!
    Ma di queste nefandezze, possibile che nessuno sia chiamato a risponderne? possibile che non ci siano dei responsabili?
    Fior di miliardi buttati al vento e nessun POLITICO moralizzatore, nè di destra nè di sinistra, che denunci apertamente questo stato di cose vergognoso?
    Qualcosa, ma non tutto si impara dalla stampa che però deve impegnarsi di più e NON mollare l’osso fino a quando non si giunge alla scoperta del colpevole ed alla sua CONDANNA e al risarcimento dei danni!
    La stampa di alcuni paesi: USA, GB, Germania, Francia è molto più tenace ed aggressiva al riguardo di certi argomenti.

  2. Paolo scrive:

    Che dire poi dello spauracchio del rischio eversione? Quando i cittadini si ribellano democraticamente con ogni mezzo possibile a questo sfascio allora i politici parlano di eversione.Purtroppo abbiamo una classe politica di somari, gente che ha ripetuto la prima elementare dieci volte, senza arte nè parte, somari che poi troviamo anche nelle pubbliche amministrazioni in posti chiave, messi da qualche politico compiacente.Sono servi dei servi!!

  3. Paul Kersey scrive:

    Hai detto bene Vassalli , Valvassori, Valvassini…..e noi siamo i Servi della Gleba (per loro).
    E’ ora di svegliarsi, anzi l’ora e da tempo immemore passata !

  4. Filippo Guastini scrive:

    Ma vogliamo renderci conto della colossale presa in giro che “loro” stanno perpetrando nei nostri confronti?
    E’ vero. Sono troppo impegnati nella costituzione del Partito Democratico. Ma quale democratico! Non merita neppure la maiuscola per non offendere la Democrazia anche se sarà sempre più “pseudo” se le cose non cambieranno.
    Queste, come le definisco io, “nuove” sì, ma cariatidi della politica che fanno politica “da millenni” e hanno la faccia tosta di (ri)proporsi come nuovi leader (vedi Walter), sono la tangibile dimostrazione che tutto vogliono fare tranne che togliersi di mezzo e cambiare!
    Per l’amor di Dio. Alcune cose proposte da Walter sono anche condivisibili, ma dovrebbe spiegare perchè le esterna solo ora che soffia il vento dell’antipolitica invece d’averlo fatto prima. Tantissimo tempo prima.
    Mai che li sentissi parlare una sola volta dei tanti capacissimi, volenterosi e preparati giovani che sono stati costretti ad emigrare all’estero per veder riconosciuti i loro Diritti e le loro capacità. E già questo è uno dei tangibili fallimenti politici, amministrativi e umani della “casta”.
    Giovani che saprebbero certamente guidare il Paese molto meglio di quanto non abbiano finora fatto “loro” e cortigiani vari (sto riferendomi soprattutto a sindacalisti).
    Giovani che per riscattarsi dall’umiliazione di dover elemosinare alla Corte dei “potenti” il loro elementare e costituzionale Diritto al lavoro sicuramente rimuoverebbero le cause delle umiliazioni subite eliminando, innanzitutto, le storture dell’attuale welfare con risorse reperibilissime. Ma vogliamo capirlo che i “buchi” previdenziali sono fittizi? Sono sanabilissimi con misure che citerò in seguito e che sono sfacciati strumenti di gestione del potere? Se non esistono i problemi, i politici, a che servono? E loro che fanno? Quando i problemi non ci sono li creano! Ovvio.
    Questi ragazzi penserebbero bene di organizzare un Parlamento “snello” che emanerebbe Leggi con principi fondamentali per poi demandare regolamenti e fasi operative alle Regioni.
    Un Parlamento che la smettesse di perdere tempo a discutere sulla “misura minima della trota da pescare” ma, invece, usasse il solito tempo per indicare, più in generale, e bene, le linee guida, su base tecnico-scientifica, di gestione della “casa Italia”.
    Sarebbero sicuramente capaci di condurre una efficace lotta all’evasione grazie a modelli applicati con successo altrove. Vedi, per esempio, la tassazione dei redditi netti che farebbe recuperare, dati ISTAT, oltre 170 miliardi di euro/anno con la conseguente ed efficace “aggressione” del debito pubblico. Altro che avere bilanci perennemente “con l’acqua alla gola” o pseudotesoretti “sbranati” dagli interessi del debito stesso!
    Per non parlare poi della loro capacità, amplificata dalla sensibilità acquisita all’estero, di valorizzare il patrimonio artistico, storico e culturale che l’Italia detiene (70% delle risorse planetarie. Scusate se è poco…) creando la prima vera industria italiana: il turismo invece di vedere il Paese costretto, come in questi giorni, a fare “collette” per salvare siti archeologici ecc.
    Con loro vedremo un numero di ministri e parlamentari consono alle effettive necessità del Paese. A tal proposito vorrei richiamare l’attenzione su quanto più volte scritto dall’amico Mario su modelli come l’Irlanda ecc. dove, guarda caso, v’è una gestione più pragmatica ed efficace della Giustizia e della sicurezza malgrado le pregresse problematiche dovute ai conflitti religiosi. Pensate che quei problemi sarebbero stati risolti se l’affrontarli non si fosse basato su solide basi di vera equità sociale?
    Loro, come gran parte degli italiani in Patria, hanno sicuramente capito bene che Voi, gentili “signori” appartenenti alla Casta, siete abilissimi a trasformare in vittorie i vostri fallimenti ma, come dice Mario, siete al capolinea! Scendere prego! E largo ai giovani! Ma davvero!
    f.guastini@tin.it

  5. Claudia scrive:

    Caro Filippo, proprio questa mattina, parlando con mio fratello di 45 anni, io ne ho due di più, in una discussione circa la moralità, i valori etc etc sostenevo la stessa teoria! L’unico modo per uscire da questo pantano è consegnare l’Italia ai giovani, che in larga maggioranza hanno: obiettivi, valori e morale molto meno approssimativi di chi ha organizzato il ‘68…!

  6. Francesco Iagher scrive:

    Caro Mario,
    Il tuo post sfonda una porta straperta ! ormai abbiamo sotto gli occhi cosa sia capace questa “casta politica”, avida ed arrogante, con la protervia dei massimalisti, l’incapacità di dare e realizzare progetti per la comunità, governo che s’affida alla gerontocrazia dei senatori. Prendere per credibili le loro “esternazioni”, alla - Promessor da Collodi-, di una qualsiasi riduzione ; è offendere l’intelligenza degli elettori ! ; ma quando mai lascerebbero un ghello delle loro prebende, e figurarsi se lasciano lo scranno. Hanno fatto impallidire la I repubblica, con i loro spacchettamenti ministeriali per accontentare questa accozzaglia arrivata al potere, come l’assalto alla diligenza per avere commissioni e consulenze ; il tutto con la paterna ed untuosa benedizione del curato e lo zampino del parolaio rosso ! Hai ragione adesso è di scena la farsa del nascente PD, già definito a tavolino di chi e come, ma per salvare la faccia un po’ di teatro non guasta ; e come tutte le storie politiche italiche poi si vedrà un nuovo soggetto politico con mille anime. La loro grande certezza è dell’immobilismo e pavidità degli elettori che non hanno un riferimento per dare voce alle loro grandi rimostranze. Un cordiale saluto e sempre con vivissima stima.

  7. onesto cittadino scrive:

    I costi della politica ed i costi per la democrazia

    Dopo il successo e la conseguente indignazione scatenata nell’opinione pubblica dal libro “La Casta”, sono sempre di più i personaggi politici di primo e secondo piano, usi a parlare o a sparlare dei costi della politica e dei metodi più o meno efficaci per ridurli.
    La terapia più in voga, sembra essere quella della riduzione del numero dei parlamentari che con i loro astronomici stipendi, indennità e privilegi più o meno onerosi, assorbirebbero una fetta considerevole delle disponibilità, delle già troppo dissestate finanze pubbliche.
    Secondo una fin troppo semplice regola matematica, si deduce che riducendone il numero, si ridurrebbero automaticamente, le risorse necessarie al loro “sostentamento”. Il ragionamento, da un punto di vista teorico funziona e funziona, anche e soprattutto, come calmante e valvola di sfogo, per il montante astio dell’opinione pubblica verso il sistema.
    Se ci fermassimo ad uno sguardo superficiale e non ci spingessimo e leggere gli “effetti collaterali”, sembrerebbe che questa proposta, abbia anche un senso compiuto. Purtroppo, nel nostro Paese, i teoremi con soluzioni troppo lampanti e le quadrature troppo semplici del cerchio, tendono a nascondere fra le loro pieghe, risvolti occulti e quasi mai positivi che sfuggono ai più.
    Noi neoazionisti, non abbiamo aspettato i successi librari di nessuno, né tanto meno le esternazioni compunte di qualche politico in crisi di coscienza, ma abbiamo proposto fin dall’inizio, nel nostro programma – che risale ormai a circa due anni fa – delle proposte molto concrete e sostenibili per ridurre le spese politiche anche e soprattutto a beneficio del risanamento del debito pubblico.
    Ridurre il numero dei parlamentari, non risolve assolutamente il problema dei costi - che nel migliore dei casi, verrebbe solo scalfito da queste proposte - ma servirebbe solamente a restringere ancora di più l’oligarchia. Se il numero dei parlamentari venisse ridotto, solo i grandi partiti, avrebbero la forza di eleggere deputati e senatori. I piccoli, verrebbero letteralmente cancellati dal panorama politico, lasciando senza rappresentanza alcuna, centinaia di migliaia di elettori. Questo non sarebbe solo un colpo ai partiti nuovi e piccoli, ma soprattutto alla democrazia!
    La nostra proposta, come N.P.A. è quella di ridurre del 70% le indennità dei parlamentari (non solo deputati e senatori, ma anche dei consiglieri regionali e provinciali). Se questa proposta venisse attuata, non solo non sarebbe più necessario, ridurre i parlamentari, con le conseguenze nefaste sul sistema democratico, ma per assurdo, questi ultimi potrebbero essere addirittura raddoppiati, raggiungendo così anche lo scopo di ottenere una maggior rappresentatività territoriale ai vertici delle Istituzioni.
    Perché nessuno dei partiti presenti in Parlamento, che a parole sembrano avere a cuore le sorti del Paese, non fa sua questa nostra ragionevole e risolutiva proposta?
    Noi neoazionisti, non ci siamo fermati certo qui, ma abbiamo aggiunto nel programma, l’abolizione delle province; enti che reputiamo quasi inutili e dispendiosi. Quanto si potrebbe risparmiare se non vi fossero più le migliaia di consiglieri provinciali (altro che due o trecento parlamentari in meno) a cui dover versare mensilmente uno stipendio, simile a quello di un deputato? Perchè nessun’altro,a parte noi del Nuovo Partito d’Azione, avanza proposte in questo senso?
    Qualcuno potrebbe obiettare che siamo contro la diminuzione dei parlamentari, solo per non veder chiuse per noi, tutte le possibilità di portare nostri rappresentanti in parlamento.
    A questo posso rispondere dicendo tranquillamente che avere degli eletti, non è un nostro scopo prioritario e ciò è dimostrato dal fatto che siamo sempre stati molto critici con tutti a differenza di altri che invece hanno offerto i loro numeri (in alcuni casi di molto inferiori ai nostri) per ottenere qualche deputato o senatore ed esaurendo, con il raggiungimento di questo obiettivo, la loro funzione politica. Non ci sarebbe difficile attuare lo stesso stratagemma, in un Paese dove si vincono o perdono le elezioni per 24.000 voti e dove l’ N.P.A risulta essere a tutt’oggi, il primo dei partiti extraparlamentari del centrosinistra.
    Essere moralmente ed eticamente incorruttibili, oggi non paga affatto in termini di rendite politiche. Noi vogliamo tenere alto non solo il nome del nostro Partito, ma anche e soprattutto la nostra dignità di persone oneste eredi di una storia unica nella politica italiana quella dello storico Partito d’Azione.

    Gabriele Oliviero

    Membro della Segreteria Nazionale del Nuovo Partito d’Azione

    www.nuovopartitodazione.it

    www.nuovopartitodazione.forumup.it

    comorgnpa@alice.it

  8. Grilla Beppa scrive:

    La vergogna delle tasse sulla benzina
    Tratto dal sito del Governo italiano
    www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed440/pdfbt31.pdf

    E’ stato calcolato che il 70 per cento del costo di un litro di benzina verde è costituito da accise ed imposte alcune delle quali risultano davvero sconcertanti e vergognose, come ad esempio:

    # 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
    # 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
    # 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
    # 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
    # 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
    # 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
    # 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
    # 205 lire per la missione in Libano del 1983;
    # 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
    # 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004

    Il tutto per un totale di 486 lire, cioè 0,25 euro!
    Il buon senso vorrebbe che al cessare della causa che determina una tassa, dovrebbe cessare la tassa stessa. In Italia invece non è così. Anzi, su queste accise che in sostanza sono tasse, viene applicata anche l’Iva, cioè una tassa sulla tassa!!!
    Non è arrivato il momento di far sentire la nostra voce?
    fonte: http://www.disinformazione.it/accisebenzina.htm

  9. roberto scrive:

    più penso a questo nostro disgraziato paese più mi viene in mente la Francia antecedente la presa della Bastiglia…
    Ora come allora comandava una casta di privilegiati che ignoravano le esistenze della gente comune…
    Ma i cugini d’oltralpe hanno avuto il coraggio e la dignità di farne piazza pulita…
    Chissà se in Italia…
    Prego ogni sera…

  10. Paul Kersey scrive:

    Sta solo a tutti Noi !

    CHI HA LA POSSIBILITA’ DI AVERE GIUSTIZIA
    E NON FA NIENTE PER OTTENERLA
    VUOL DIRE CHE NON LA MERITA

  11. Pierluigi Poggi scrive:

    Due righe alla proposta di Gabriele Oliviero.
    Ridurre il numero di Deputati a 350 ( come in Spagna) ed il numero dei Senatori a 250 in tutto, non lede la Democrazia. ( Spagna docet). Abolire le Provincie è una idea da perseguire, ma chissà quante obiezioni ci saranno!! Per l’eleggibilità di un candidato bisognerebbe che tutti i candidati fossero elencati in un’unica lista NAZIONALE ( e non locale) e che vada al Governo chi ottiene più voti. Sappiamo bene che molti candidati vengono proposti in “collegi sicuri”, ma con questa formula di lista nazionale si aboliscono i “collegi sicuri”.
    Inoltre bisogna ridurre i benefits costosi e inutili, più che gli stipendi.
    L’auto con autista costa 55-60.000 euro/anno, se ci aggiungi l’auto con i guardaspalle sono altri 100.000 euro/anno.
    Tralascio gli altri inghippi ( consulenze, incarichi fasulli, uffici e segretari ad ex Presidenti, appalti inutili e/o gonfiati, sovvenzioni a giornaletti di Partito che non legge nessuno, viaggi internazionali con largo seguito, rimborsi elettorali gonfiati ecc.) cose ormai note a tutti e che costano pure diversi Miliardi di euro/anno.
    Se vuoi fare un pò di pulizia non c’è che l’imbarazzo della scelta, ovviamente in aula ci sarà una fortissima opposizione ma, indicando con Nome e Cognome gli oppositori, magari qualche italiano in più incomincerà a capire che non si riduce il Debito Pubblico italiano se non si riducono anche i costi, soprattutto quelli inutili. Se poi si riuscisse anche a ridurre l’IRPEF ecco che l’impatto sul pubblico sarebbe migliore.

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