Finanziaria di risparmi? Come al solito i sogni muoiono all’alba

IL NOSTRO sistema politico intende solo gestire il declino, autoconservando se stesso per il maggiore tempo possibile. Il segnale lanciato ai cittadini con questa finanziaria è verbo inequivocabile: potete gridare quanto volete, tanto qui comandiamo sempre noi. Non riescono a ridurre neanche il numero delle comunità montane, figuriamoci il resto. Eppure gli annunci erano stati roboanti: taglieremo di 1,3 miliardi di euro i costi della politica. Alla fine della fiera non si riuscirà ad arrivare neanche ad un terzo della somma prevista, incidendo ovviamente solo sulle inezie.

HA PROPRIO ragione Francesco Cossiga, che ha titolato il suo ultimo libro: «Italiani sono sempre gli altri». Restano intatti i consigli circoscrizionali, comunali e provinciali per non dire dei membri del governo. Così come gli stipendi dei parlamentari, bloccati solo per cinque anni e sempre agganciati a quelli degli alti magistrati: che ci vuole per modificare questa norma, la bomba di Hiroscima? Neanche una parola sui portaborse, le cui somme continueranno in gran parte a essere allegramente intascate dagli «onorevoli»: uno scandalo nello scandalo.

DELLA LIMITAZIONE al finanziamento pubblico all’inutile editoria di partito neanche a parlarne e inesistenti i tagli ai congrui bilanci di Camera, Senato e degli altri organi, perché, udite udite, «si lede l’autonomia costituzionale». Quando si tratta di soldi, si dice sempre così. La percezione è chiara a tutti, ma non abbiamo neanche un solo strumento per fare rinsavire questa «casta» che si è impossessata dei meccanismi elettorali e che ciancia sulla centralità della politica, quando le sezioni di partito sono i luoghi della non partecipazione per eccellenza.

PROFETICO Oscar Wilde: «Adoro i partiti, sono l’unico luogo dove non si parla di politica». Le mobilitazioni popolari, le inchieste giornalistiche, i successi editoriali non li smuovono neanche di una virgola. Cosa ci resta da fare? Restituire ai sindaci i certificati elettorali? Così il prossimo parlamento se lo voteranno da soli. Almeno non saranno eletti in nostro nome.

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9 Commenti a “Finanziaria di risparmi? Come al solito i sogni muoiono all’alba”

  1. Paul Kersey scrive:

    Cosa ci resta da fare ?
    Una sola cosa, scendere in piazza con un unico obbiettivo:
    MANDARLI VIA PER SEMPRE !
    Con le buone all’inizio, ma se non basta essere disposti a farlo anche con le cattive.
    Oramai è chiaro che questi criminali non molleranno mai, salvo essere noi a cacciarli.

    E comunque non basta.
    Poi ci dovrà essere una Norimberga (magari democratica) in Italia,
    allo scopo di stabilire le responsabilità di 60 anni di sfascio materiale, ma sprattutto morale. Chi ha sbagliato dovrà (magari democraticamente) pagare. Essere processato ed assumersi le proprie colpe.
    Solo così si può ripartire.
    Se anche tutto cambiasse e chi ha portato il Paese a questa situazione penosa non si assumesse il peso delle proprie scellerate azioni non sarebbe fatta GIUSTIZIA.

    CHI HA SBAGLIATO DEVE PAGARE
    magari democraticamente, ma non necessariamente!

    CHI HA LA POSSIBILITA’ DI AVERE GIUSTIZIA
    E NON FA NIENTE PER OTTENERLA
    VUOL DIRE CHE NON LA MERITA

  2. viviana squarcia scrive:

    Gentile Mario,

    ho letto il suo articolo con molto piacere.

    In poche righe mi ha fatto attraversare diversi stati d’animo: tristezza per il “declino” cui assistiamo ormai quasi senza reagire; ilarità per l’aforisma di Wilde (lungimirante!); rassegnazione, per una casta attaccata ai propri privilegi più di quanto quella sacerdotale indiana lo sia ai suoi (e lì si tratta di una struttura societaria millenaria!).

    Condivido il suo pessimismo al quale però aggiungo una forte rabbia, per un mondo che non cambia, nonostante i buoni propositi di molti (generalmente lontani dai centri di potere!).

    “Come al solito i sogni si sono spenti all’alba”…purtroppo in pochi sono rimasti a sognare. La situazione in cui ci troviamo a vivere giorno dopo giorno rasenta l’assurdo. Il surrealismo di Magritte o di Marquez sembra più vicino alla realtà di quanto non lo siano tutte le “buffonate” cui dobbiamo assistere quotidianamente grazie al “lavoro” dei parlamentari!

    Per quel che mi riguarda faccio parte dei “bamboccioni”, costretti a vivere sulle spalle della famiglia a due anni dalla laurea, per non aver ancora trovato un lavoro che permetta la mera sussistenza! E mentre io invento nuove strategie per vivere con 10 euro di spesa alla settimana, non sapendo cosa farò tra due mesi, perchè il precariato ormai è il mio mestiere, i parlamentari guadagnano in un mese quello che io per il momento non guadagno in un anno, passano le serate in televisione a parlare di una realtà che non conoscono e in parlamento vanno solo nelle occasioni speciali!

    Nonostante tutto questo, vivo con entusiasmo ed ottimismo!

    Cosa si può fare? Provare provare e ancora provare, che magari prima o poi le cose cambiano davvero!

    Grazie ancora per lo spunto di riflessione che mi ha dato, spero di leggere presto altri suoi articoli!

    Le auguro una buona settimana, un caro saluto.

    Viviana Squarcia

  3. franco garritano scrive:

    Giovanni Falcone amava riferire una citazione di J. F. Kennedy: “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”.
    Non sono un grande estimatore di j. F. Kennedy (lo ritengo responsabile della guerra “santa” nel Vietnam e della conseguente distruzione morale e fisica di una generazione di giovani, ma credeva nella necessità che una comunità si dia delle regole che ritiene giuste o meglio adatte alla società presente ed una “moralità umana”).
    Il problema a mio avviso non sono i politici ma gli elettori.
    Quando tu scrivi, ti rivolgi ad una minoranza, che ormai non ha più voce in capitolo. La minoranza degli uomini liberi, che non necessariamente sono liberi dal bisogno, ma sono liberi di pensare.
    La massa decide e la massa è quella che vede i reality, le telenovele, che “gode” sentire raccontare cose intricate, abnormi, immorali.
    Diceva Bertrand Russell che democrazia non significa che i più decidono chi deve insegnare filosofia all’università.
    Oggi i più decidono tutto e si sentono rappresentati se chi diventa “Ministro della giustizia” è simile a loro e non con più capacità di loro.
    Leggo sempre con attenzione quanto scrivi. Fanno parte dei pochi momenti in cui mi sento orgoglioso di essere calabrese.
    un abbraccio.

    franco garritano

  4. Filippo Guastini scrive:

    Caro Mario,
    nulla da eccepire. Come al solito. Ormai ho commentato il “modus operandi” della casta in tutte le salse e, francamente, aggiungere qualcosa mi pare inopportuno: “loro” non meritano più nè il tempo, nè la carta, nè l’inchiostro….
    Voglio, però, porre ai lettori una domanda che è, in realtà, una mia intima, e sempre più montante, preoccupazione: quanti di Voi condividono con me la sensazione che ci ritroveremo 939 (se ben ricordo il numero) Musharraf, con “dignitari” di regime annessi, quando sarà il momento del “capottamento della barca”?
    Esagero? Spero proprio di sì.
    Un cordiale saluto e un “in bocca al lupo” (sperando che crepi) a tutti.
    Filippo
    f.guastini@tin.it

  5. franco giacomazzi scrive:

    Caro Caligiuri,
    sono molto preoccupato. Il treno della politica-non politica, bensì….., va avanti imperterrito. I punti “forti” sono diatribe di schieramento che si danno reciprocamente colpe e rinfacci come nei dispetti degli scolaretti. Ma con danni diversi. Il paese si sta sgonfiando.

    Un caro saluto.

    Franco Giacomazzi

  6. Paul Kersey scrive:

    La vera follia è continuare a rivolgersi ad una classe politica di delinquenti come questa nell’illusione che risolvano problemi che loro stessi hanno creato o contribuito a creare.

    Una su tutti: il latte ed i pannolini per i neonati.
    Come si può avere fiducia e non avere disprezzo per degli pseudo-dirigenti che hanno permesso che si speculasse anche su delle creature innocenti come i bambini appena nati; permettono di “mangiare” anche su questo.
    Solo esseri abbietti non si fermano nemmeno di fronte, addirittura, a dei neonati.

    Pensare che gentaglia del genere rinsavisca da sola è peggio che pazzia, è assurdità allo stato puro!
    Il vero problema, in Italia è l’insensato buonismo che pervade i suoi suddti (non cittadini). Non è così che possono cambiare le cose. Le situazioni non mutano da sole, sperando che ciò avvenga, bisogna dargli una spinta.

    Fino a quando non ci sarà una presa di coscienza generale e non si arriverà a capire che siamo alla presenza di un sistema compromesso ed irrecuperabile, da cancellare, non si approderà a nessun risultato.
    In una situazione senza capo nè coda siffatta, giova ricordare un aneddoto, quello del Nodo di Gordio.
    Il metodo da adottare è quello che usò Alessandro (Magno) il Macedone in detta circostanza, non c’è alternativa!
    Il tempo delle mezze misure è finito.

    CHI HA LA POSSIBILITA’ DI AVERE GIUSTIZIA
    E NON FA NIENTE PER OTTENERLA
    VUOL DIRE CHE NON LA MERITA

  7. marcello d'orta scrive:

    Caro Mario
    ho letto il tuo articolo, le cui tesi mi trovano perfettamente d’accordo. I tuoi pezzi si contraddistinguono per la “difesa” della gente comune, e per la grande libertà ed onestà intellettuale. Tu non sei un prezzolato, quando devi colpire la classe politica che sbaglia, ti importa poco, anzi nulla, se è di destra o di sinistra. Così deve essere un vero opinionista, uno scrittore, un artista.
    Ti abbraccia il tuo amico
    Marcello D’Orta

  8. anna scrive:

    Carissimo Mario
    il Tuo articolo pubblicato dal Resto del Carlino che, come di consueto, “fotografa” con argomentazioni inoppugnabili il pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini italiani.
    Devo, tuttavia, sottolineare che qualsiasi critica venga mossa ai signori della “casta” dagli organi di stampa, televisione compresa, sortisce l’effetto di una pallina da squash. Per usare un termine in volgare, gli “RIMBALZA”!
    Accecati come sono dal delirio da onnipotenza, io credo, non abbiano ancora capito quale sia la reale portata del dissenso popolare. Serpeggia, infatti, tanto tra l’elettorato di sinistra, quanto tra quello di destra, un “aria forcaiola” e, pur non potendo paragonare il popolo italiano a quello francese, è possibile ipotizzare che, tra non molto, nel nostro Paese, spireranno venti di rivoluzione.
    Sono perplessa solo sulle modalità di un eventuale rivoluzione, ma non ho dubbi sull’epilogo. Per avere un idea più precisa, è sufficiente entrare nel BLOG di Grillo, “frequentato” prevalentemente da “gente di sinistra” o, solo ascoltare i commenti dell’uomo della strada.
    Grillo o chi sta dietro di lui, consapevoli del fortissimo malcontento popolare, hanno intuito che solo un “UOMO NUOVO” senza trascorsi tra gli scranni di Montecitorio, avrebbe avuto la credibilità necessaria a convogliare su di se il consenso dei cittadini. E non hanno sbagliato! A mio parere, la sortita a tempo di Beppe Grillo, è da considerarsi una sorta di “sondaggio reale”, in attesa dell’avvento delle elezioni.
    Occorrono, in sintesi, “UOMINI NUOVI”, soprattutto credibili, che scongiurino la possibilità assolutamente concreta, di una nuova “stagione violenta”.

    Con grande stima ed affetto
    Anna

  9. Pierluigi Poggi scrive:

    Ormai non c’è speranza; l’unica cosa di cui hanno paura i nostri politici è LA PIAZZA.
    Quando Grillo ha mobilitato 300.000 persone per sottoscrivere la sua richiesta, i partiti sono entrati in fibrillazione, hanno incominciato ad agitarsi, ad urlare il loro disappunto, ecc. ecc.
    Bisognerebbe fare azioni analoghe, non una, ma tutta una serie, altrimenti quelli pensano che non facciamo sul serio.
    Esempio:bloccare le auto blu, indire manifestazioni in città alterne con scritte inneggianti alla riduzione dei costi della politica e mettendo alla gogna i privilegi.

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