Il calcolo sbagliato degli ayatollah

A OGNI difficoltà il regime teocratico di Teheran reagisce seguendo un copione standard. Alza la posta e si infila in una spirale sempre più stretta. Sta accadendo anche in queste ore segnate dal profluvio di lettere e di immagini dei quindici militari britannici sequestrati sullo Shatt El Arab. Gli ostaggi occidentali sembrano ogni giorno di più una risorsa strategica nelle mani dei nemici della nostra civiltà. E’ successo quando il comandante militare talebano Dadullah ha rapito Daniele Mastrogiacomo, esattamente nel primo giorno dell’offesiva afgano - inglese che aveva investito un suo feudo, la provincia di Helmand. La mossa si è ripetuta a ridosso delle sanzioni unanimi del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a carico dell’Iran per la sua ostinazione nel continuare l’arricchimento dell’uranio, attività che, in teoria, potrebbe anche sfociare nella costruzione di ordigni atomici.

TERRORISTI E REGIMI totalitari sono convinti di poter sfruttare a loro vantaggio l’opinione pubblica dei paesi che vogliono ricattare. L’ apertura e la complessità dei nostri sistemi di informazione vengono considerati un elemento di debolezza da sfruttare a fondo. E’ un calcolo che nel caso della Gran Bretagna è destinato a risultare del tutto sbagliato. Ai primi accenti un po’ sopra le righe di Tony Blair è subentrata la flemma olimpica del ministro degli esteri Margaret Beckett. La titolare del Foreign Office dichiara di voler perseguire solo “una via d’uscita”. Chi è davvero in difficoltà ora non è Londra, ma l’ayatollah Khamenei abbandonato perfino dai suoi tradizionali amici russi. La detenzione di otto marinai e di sette fucilieri di marina britannici in un carcere militare può deturpare il lungo commiato di Tony Blair dalla politica attiva, ma non sposterà di un millimetro la politica estera del Regno Unito. Così come il sequestro dei sessantasei americani che nel 1979 furono tenuti in ostaggio per 444 giorni a Teheran non portò alcun vantaggio all’ayatollah Khomeini. L’anno successivo divampò un conflitto con l’Iraq che durò otto anni e sei mesi. Alla fine della guerra Saddam Hussein, sostenuto dai paesi moderati del Golfo, dagli Usa e dall’Europa, occupava 2600 chilometri quadrati di territorio iraniano.

Collegamenti sponsorizzati


2 Commenti a “Il calcolo sbagliato degli ayatollah”

  1. guido scrive:

    cosa dicevano i Romani ( quelli veri ! ) in merito a Cartagine e alla sua politica ? : DELENDA CARTAGO ! lo stesso atteggiamento verso l’islam e i suoi preti terroristi e chi li spalleggia dovrebbe avere tutto l’occidente e non solo.Il vero grande pericolo dell’umanità dopo il nazismo e il comunismo oggi è l’islamismo:ergo delendi parsi.

  2. Federico scrive:

    Forse, per non dire certamente, non sappiamo tutta la verità e i retroscena della situazione.

Scrivi un commento

Per inviare un commento devi fare il loggin.