‘Gli imam predichino in italiano’
‘Stimo Frattini da parecchi anni e le iniziative annunciate a questo giornale mi paiono ottime. A patto che alle parole seguano i fatti. Molti imam schierati su posizioni fondamentaliste dicono una cosa quando parlano in Europa, salvo poi sostenere il contrario quando tornano nei loro paesi…’.
Mario Scialoja, responsabile della sezione italiana della Lega Musulmana Mondiale, convertito all’Islam nel 1987, ex ambasciatore in Arabia Saudita, apprezza i progetti del vicepresidente della Commissione Europea, un disegno lucido per non cadere nel baratro dello scontro fra civiltà.
Un sì senza riserve?
‘Una grande conferenza a Vienna alla quale partecipino gli imam del Vecchio Continente? Mi pare davvero una splendida idea. Con alcuni accorgimenti’.
Quali?
‘Primo. Gli imam preparati e formati adeguatamente per la loro funzione sono purtroppo una minoranza esigua nel nostro continente e in Italia. Secondo. Non fanno parte di una gerarchia ecclesiastica, in pratica ognuno parla a suo nome. Terzo. Deve essere evitata l’ambiguità che denunciavo prima. Le loro parole vanno prese con un grano di sale. I risultati debbono essere vagliati con cautela’.
Lei pensa ai Fratelli Musulmani e alle loro ‘parentele’ europee?
‘Anche loro sono una galassia. Alcuni sono persone per bene perfettamente compatibili con la società europea, altri no’.
Frattini osserva giustamente che debbono essere i capi della religione islamica a mettere paletti invalicabili al radicalismo e alle minacce.
‘Ha ragione. Ma insisto. Debbono discenderne fatti concreti’.
C’è una seconda iniziativa, un forum europeo che si terrà a Rotterdam, città nella quale gli extracomunitari sono il venti per cento della popolazione, per studiare gli strumenti più idonei per favorire l’integrazione.
‘Il governo olandese ha sicuramente molte esperienze da condividere. E’ l’esecutivo che ha affrontato con maggior impegno il tema della formazione degli imam. Si dovrebbe definire il principio che quelli che operano nelle comunità europee debbono essere istruiti in Occidente. Già sette o otto anni fa i religiosi musulmani olandesi si erano detti d’accordo sul punto, ossia su un curriculum che comprenda l’apprendimento non solo della lingua locale, ma anche della storia della cultura e delle religioni del Vecchio Continente’.
Trasparenza vuole che i leader della preghiera predichino nella lingua del paese che li ospita.
‘Il sermone deve essere chiaro e comprensibile per tutti, come avviene nella nostra moschea di Roma. L’ imam non è solo un religioso. Dovrebbe aiutare gli immigrati a integrarsi, a vivere l’ islam nella società europea. Per queste ragioni il dialogo con i capi delle moschee è certamente utile’.
Lei propone sostanzialmente un patto di trasparenza.
‘Oltretutto in Italia (e anche in altri paesi) solo una minoranza di immigrati comprende l’arabo. Moltissimi vengono dall’Africa a sud del Sahara o dall’Asia e appartengono a popoli che non conoscono quella lingua’.
Lo scontro fra Islam e Occidente è evitabile?
«Se parliamo di religioni, non ci sono dubbi. Il cristianesimo, l’ebraismo e l’Islam hanno un oceano di posizioni comuni’.
20 Agosto 2006 alle 23:01
Lo scrittore Lorenzo Bianchi presenta delle ottime proposte per la formazione degli imam musulman in in Italia. Questa preparazione e’ quanto mai necessaria in quanto nell’islam non c’e’ una vera e propria gerarchia di controlli per nominare qualcuno imam. Quasi ogni persona si puo’ dichiarare imam, come capita spesso nel medioriente e specialmente in Francia e in Inghilterra con risultati disastrosi. In quanto molti imam abusivi predicano che e’ dovere sacrosanto di ogni musulmano uccidere un cristiano o un ebreo, dicono che cosi’ e’ scritto nel Corano, in quanto nei loro occhi i crisitani e gli ebrei sono considerati degli “infideli”, percio devono essere uccisi e chi si suicida per uccidere i cristiani o ebrei va in paradiso e come premio da Allah riceve 72 vergini!!!
Ora e’ questo che predicano. Predicano “Morte a Israele”, “Morte all’America.” e nient’altro. Non predicano una riforma personale e sociale delle loro nazioni che sono ricche di petrolio. Non predicano una giustizia sociale per le loro nazioni di origini, dove ci sono governi tirannici e quindi non osano parlare apertamente contro la corruzione e il malgoverno delle loro nazioni. Il che e’ proprio quello che dovrebbero fare per liberare le popolazioni dalle catenea della miseria e dell’ignoranza. I loro governi dovrebbero rinvestire le entare del petrolio nel costruire scuole, ospedali, laboratori, strade… e cosi’ dare lavoro e pane ai loro abitanti e non c’e’ bisogno di emigrare in Europa.
Se l’Europa da’ loro possibilita’ di lavoro, di vita civile, dovrebbero essere grati e non fare attentati di ogni genere contro la societa’ che li ospita. Ora basta con i furti, basta con gli stupri, basta con la droga, basta con il terrorismo. Viviamo in pace e in armonia per il bene di tutti. L’Europa tolleva l’islam, il mondo musulmano deve pure tollerare l’Europa, che ospita civilmente i musulmani e cosi si raggiunge la tanto agognata Pace. Salaam, Shalom.