Quando Grillo era il paladino delle contraddizioni

SCRIVEVA André Gide: «Ogni gesto nel quale non riconosca tutte le contraddizioni che mi abitano, mi tradisce». Potrebbe essere il motto di Beppe Grillo. Nato come comico, ora prestato a una politica di assalto e di denuncia giocata prima di tutto su internet e poi trasferita sulle piazze. Marco Grasso è un suo amico di infanzia. Abitava in via Filippo Casoni, vicino a piazza Martinez, al numero 5, quartiere San Fruttuoso di Genova, piccola borghesia. «Per la precisione — rammenta puntiglioso — io ero alla scala C. I Grillo stavano nella D, la stessa del serial killer Donato Bilancia». Grasso racconta con un sorriso divertito un’alzata di testa dell’amico: «La compagnia era andata in campeggio ad Alassio. ‘Giuse’, noi lo chiamiamo così, aveva finito i soldi e chiese un prestito a uno dei villeggianti. Quello si fece pregare. Beppe convinse i genitori a mandargli un po’ di quattrini, comprò alcune bottiglie di Coca Cola, le versò in una bacinella e si lavò i piedi con la bevanda davanti agli occhi strabuzzati del creditore… Il padre aveva una piccola officina che sfornava cannelli per la saldatura a fiamma ossidrica. Lui era l’unico del nostro gruppo che aveva una paghetta di 500 lire».

MARCO Grasso non rinnega l’antico sodale. E’ un po’ dispiaciuto perché non gli ha scritto la prefazione del suo libro sui ragazzi di quartiere che si trovavano in piazza Martinez, intitolato «Lo zippe». Ma cita il politologo Giovanni Sartori: «E’ l’unico che ha sfondato il muro di gomma». L’ex ‘Giuse’ ha capito per primo le intime magagne della Parmalat. Subito dopo ha indossato i panni del paladino dei piccoli azionisti Telecom. L’aura sacra di tribuno internettiano tende ora ad offuscare le predilezioni meno coerenti del personaggio. Primi fra tutti gli amatissimi motori che furono al centro di un terribile incidente sulla strada militare del Colle di Tenda. Era il 7 dicembre del 1981. Il pesante fuoristrada Chevrolet guidato da Beppe Grillo scivolò su un lastrone di ghiaccio. Il comico e il manager dello spettacolo Alberto Mambretti riuscirono a lanciarsi fuori dalla vettura. Per gli altri tre a bordo, Renzo Giberti, la moglie Rossana Quartopelle e il figlio della coppia Francesco, 9 anni, non ci fu scampo. La figlia superstite dei Giberti fu indennizzata con trecento milioni, una cifra record, per l’epoca.
«E’ singolare — commenta un assiduo frequentatore di casa Grillo — che dopo non gli sia svanita di colpo la passione per le auto sportive» . Almeno fino a quando non è esplosa la stagione ecologista. Grillo ora si fa vedere in giro solo a bordo di una Toyota Prius rigorosamente ibrida (motore a benzina e elettrico) e tollera per la moglie Parvin, figlia di un commerciante di tappeti iraniano, una monovolume color grigio argentato puntualmente ripresa dalle telecamere di Sky.

L’UOMO è fatto così. Pronto, ricorda ancora Marco Grasso, a versare all’ amico Dino Passeri il ‘sommozzatore’, un altro del ‘giro’ di piazza Martinez, venticinque milioni perché potesse comprare un rimorchiatore. Generoso nell’appoggiare la raccolta di fondi per lo speciale microscopio a scansione ambientale necessario alla esperta di nanoparticelle Morena Gatti per continuare i suoi studi. Altrettanto pronto a sfruttare assieme al fratello Andrea per ben due volte i vantaggi garantiti dal condono tombale inventato da Giulio Tremonti. La società immobiliare Gestimar srl., (il comico detiene il 99 per cento delle azioni, Andrea l’1), capitale dichiarato 258 mila euro, ne ha usufruito nel 2002 e nel 2003. «Fermo restando il convincimento circa la correttezza e la liceità dell’operato finora eseguito» ha scritto Andrea. L’anno dopo Gestimar ha pagato il sessanta per cento di tasse sull’ utile realizzato.

«SI VANTA spesso di essere uno dei maggiori contribuenti di Genova», racconta l’anonimo frequentatore di casa Grillo. La grande villa rosa, una vista invidiabile sul mare, domina la collina di Sant’ Ilario. Una estesa terrazza è stata coperta. Le piscine sono due. Nel giardino sono schierati, in file ordinate, i pannelli termici e fotovoltaici che alimentano, fra l’altro, quella interna, teatro invernale di sedute di acquagym. Sul pianoforte sono allineate le foto di una eterogenea galleria. Grillo e consorte con Bill Clinton, molte istantanee di De André, di Renzo Piano e di Gino Paoli. Tutte orientate verso un ideale pubblico e non in direzione del suonatore. Descrivono la parabola di un comico che viene da lontano. Per la precisione dal cabaret milanese ‘Il bullone’ nel quale lo scoprirono Cencio Marangoni e Pippo Baudo nell’ormai remoto 1977.

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3 Commenti a “Quando Grillo era il paladino delle contraddizioni”

  1. Giuseppe scrive:

    Gentilissimo Sig. Bianchi,

    leggo palesemente tra le righe del suo articolo un’ennesimo tentativo di offuscare l’immagine di una persona evidentemente fastidiosa…
    Senza entrare nel merito dell’argomento stampa-Beppe Grillo in persona ed evitando a piè pari la faccenda stampa-V-Day, che già è riluttante, mi limito ad leggere e commentare gli argomenti e i fatti che lei ha utilizzato per raggiungere lo scopo del suddeto articolo.
    Leggo di riferimenti ad un incidente stradale, di tre morti sulle spalle di Beppe Grillo che lei molto abilmente resuscitato sulle pagine del resto del Carlino per additarlo di incoerenza (esistenzale, forse?).
    Sono disgustato.
    Ma se io l’accusassi di essere un cattivo giornalista perchè 20 anni fa era alla guida di una macchina, e per colpa sua 3 persone sono morte, reputerebbe l’accusa sensata? Come essere umano, le sembrerebbe accettabile, una critica come questa? Rispettosa?
    con la presente non discuto delle sue opinioni relative a Beppe Grillo, V-Day, Grillini eccetera, ma critico fortemente la maniera prepotente e di basso livello con la quale lei e tanti altri giornalisti stanno mettendo in cattiva luce una persona che parla di partecipazione politica dei cittadini, a suon di gossip e di foto che, inevitabilmente, lo immortalano con espressioni al limite della mostruosità. Ha presente il libro 1984?
    Non esiste un’etica di giornalista che ponga dei limiti alle carte da giocare per la battaglia mediatica sui quotidiani?
    E’ il caso che rinasca…

    Grazie della considerazione, spero in una risposta…
    Giuseppe Vetti

    E’ coerente una persona che prima tuona contro la scarsa statura morale della classe politica nel suo complesso e poi, con un’immobiliare che possiede al 99 per cento, si avvale per due volte del condono tombale di Giulio Tremonti? Lorenzo Bianchi

  2. Mangino Giovanni scrive:

    … ho letto il suo articolo di oggi sulla Nazione … sempre contro Grillo …. ma la pagano per fare questo vero ? … perche’ altrimenti non la capisco … addirittura c’e’ la foto di Grillo con la stampella a mo’ di mitra … complimenti siete scientifici … ma lo sapete vero che chi “Crede” in Grillo e’ abbastanza intelligente … da capire i giochetti che fate …. i veri terroristi siete voi … continuate pure. Infine …. non si fermi leggere i pochi commenti negativi sul Blog di Grillo … almeno lui non li filtra … come invece fa qualcuno. Interessante lei non riceva molti commenti …. Buon V8 anche per lei !

    La mia risposta è molto semplice. Al di là della foto, della quale non rispondo perché non l’ho scelta e neppure impaginata, c’era qualche fatto non vero nel mio ritratto? Questo è il punto. Quanto alla parola “terroristi” inviterei a un uso più cauto. Io sono stato davvero nel mirino di Prima Linea e forse ho del fenomeno una conoscenza che lei per sua fortuna non ha. Per questo forse lei usa il termine a sproposito. Lorenzo Bianchi

  3. Romano Tosaioni scrive:

    Leggo qualcosa di profondamente diverso in questo pezzo.
    Sono un estimatore sfegatato di Grillo. E continuero ad esserlo.
    Sono stato al V-day di Bologna e mi sono commosso per la bellezza di quella piazza e per le parole di Grillo.
    In altri momenti mi sono incazzato per qualche cazzata di troppo sparata proprio dal palco. Gli invitati di Grillo spesso non hanno il senso della parzialità di quel che dicono. Si prendono troppo sul serio. Non affiora quel sorriso. Quel senso del tragico o del disgusto o del comico che ha Grillo e che a volte serve più di tante parole.
    In questo senso i commenti precedenti mi sembrano sfocati.
    Forse Lorenzo Bianchi voleva mostrare gli aspetti contraddittori del personaggio Grillo. Senza togliergli niente. E di cosa sia il mondo pubblico in cui viviamo.
    Non a caso inizia l’articolo con il senso del contraddirsi di Gide.
    Credo che nell’insieme Grillo ne guadagni.
    E ne guadagniamo soprattutto noi cittadini.
    Emerge dalla contraddittorietà del personaggio quell’umanità che molte volte da uno spettacolo, dalla redazione di un blog, da una manifestazione incredibile come il V-Day diventano artificio, plastica, appunto spettacolo. Come poi devono essere.
    Credo invece che il nostro problema si chiami normalità Italia. Il magma in cui siamo costretti a vivere. Un lacerto di contraddizioni in cui legalità e illegalità si mischiano e si sovrappongono. Dove manipolatori dei media e delinquenti comuni diventano strateghi politici senza macchia e senza paura. Dove le logge massoniche governano e si fanno la guerra tra loro.
    Dove spesso la criminalità organizzata muove direttamente i vertici dello Stato.
    Grillo paragonato alla normalità italiana è un santo.
    Un santo che mi piace. Ma io preferico parlare di uomini e di vedere i loro limiti come i loro pregi.

    Complimenti per l’articolo, Bianchi

    un saluto
    Romano Tosaioni

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