L’harakiri e il dramma di Gasquet.
Saprà riprendersi stavolta dopo lo choc?

 
1 Luglio 2008 Articolo di Andrea Scanzi
Author mug

 Ha perso una partita già vinta con Murray, il “pronipote hooligan di Jimbo Connors che ha frainteso Braveheart e fa passare Nadal per un oxfordiano”. Andrea Scanzi  definisce Gasquet “un genio sfolgorante dal fiato corto, un coitus interruptus”. Esagera?

Il tennis toglie e il tennis dà. Pensavo a tutto questo mentre, in contemporanea con un improvvidamente ottimista Robertino Lombardi che su Sky ne garantiva “la definitiva maturazione, ormai sembra Federer”, vedevo Richard Gasquet consegnarsi al peggiore dei martiri: perdere una partita già vinta, avanti di due set e servendo per il match, nel proscenio più ambito.
Un anno fa, giusto qui, giusto a Wimbledon, Gasquet recuperò due set e un break a Andy Roddick. Stavolta se li è fatti recuperare lui, da Andy Murray, la versione postmoderna di Wilander o se preferite il pronipote hooligan di Jimbo Connors: ogni epoca ha i miti - e gli epigoni - che si merita. Evidentemente il francese doveva “pagare” quella (brutta) partita vinta nell’ottobre scorso proprio con Murray, a Bercy, che gli era valsa un immeritato e già dimenticato Masters.
La trama del disastro di ieri non stupisce chi segue Gasquet da anni. Due set (quasi tre) giocati come lui solo sa, come una benedizione, come una pentecoste. La vittoria a un passo. Colpi da cineteca, traiettorie impensabili, voli impenetrabili. Poi, sul più bello, con il pubblico sgomento e l’avversario che sguainava inutilmente quei suoi canini da troppo tempo orfani di attenzioni ortodontiche, il crollo. L’harakiri. Travolto dalle urla belluine di un pubblico che sembra voler somigliare sempre più alla versione peggiore del Foro Italico, irriso dalle esultanze esagitate di uno scozzese che ha frainteso Braveheart e fa passare Rafael Nadal per un oxfordiano di lungo corso.
Chiunque, credo anche Gasquet, avrebbe alla vigilia firmato per un suo ottavo di finale a Wimbledon, ancor più dopo averne visto i recenti e un po’ pietosi disastri scellerati. Gasquet, nella sua versione più deprecabile, quella di “Re Riccardo Cuor di Telone” (la definizione non è mia, ma di Massimo Garlando), era ormai capace di perdere con chiunque. Con Horna, con Seppi, con Gicquel. Su terra, su erba, su terba. Ovunque. Si era parlato di ritiro, si era (tardivamente) cambiato allenatore, ci si era cancellati dal Roland Garros per un infortunio sulla cui entità (nonché esistenza) gli osservatori continuano a dividersi.
La vittoria su Ancic al Queen’s, prima del solito atto di vassallismo con Nalbandian, era stato l’unico acuto di un annus horribilis fermatosi anzitempo, agli ottavi di Melbourne con Tsonga.
Un Fish al primo turno sembrava bastare per eliminarlo. Al contrario, come non di rado gli accade, a un passo dal baratro, Gasquet si è ritrovato. L’americano è stato così travolto, sontuosamente. Grosjean non esiste più, un tempo era pure lui Nemesi ma oggi è ex giocatore o quasi: nessun problema, dunque. Restava, prima degli ottavi, Gilles Simon, lo Sbirulino del circuito, forse l’unico a soffrire di una bizzarra sindrome di inferiorità psicologica nei confronti di Gasquet. Simon è stato così dimesso da indurre tutti – avversario, pubblico londinese, spettatori televisivi – alla catatonia, che gli è valsa un set ma non il match (non esageriamo).
Con Murray, Gasquet partiva sfavorito. L’altro giocava in casa, il Regno Unito lo esigeva in quarti con Nadal, e poi c’erano da vendicare i due precedenti.
E invece no, non all’inizio. Per tre set, (quasi) tre set, si è visto il miglior Gasquet di sempre. Fino al bivio. Il decimo game del terzo set. Se Richard avesse vinto, si sarebbe forse (forse) definitivamente liberato dai demoni, alleggerito dagli incubi. Bastava poco, bastava un game. Aveva sprecato di tutto, nel terzo set il gap si era assottigliato, ma il break al nono game sembrava definitivo. Sembrava. Zero-40, due miracoli, poi il doppio fallo. Sul ponte sventola bandiera bianca. Tutti a casa. Addio alle armi. In quel preciso istante, Gasquet è uscito dal campo. Nel quarto e quinto set c’era un cucciolo bagnato, un bimbo indifeso: carne da macello, sguardo rassegnato. Trama già scritta. Si rialzerà, Richard? Mi permetto di dubitarne (sperando di essere smentito).
Per un ragazzo fragile - dalla psiche delicatissima - come Richard Gasquet, la dinamica di questa sconfitta è stata la peggiore. Non fa tanto male la sconfitta, quanto il modo (e il momento). Una sliding door tremenda, inesorabile: se ne poteva uscire da eroi, o anche solo da ragazzi felici: “leggeri, nel vestito migliore” (come cantava qualcuno). Si è invece andati incontro al peggiore dei Golgota agonistici. Una mazzata, un uppercut come neanche Larry Holmes al già tramontante Muhammad Ali, quando già si sapeva che non ci sarebbe stato più tempo, anzi che quel tempo era già finito.
Per Gasquet, il tempo, ci sarebbe ancora. E’ giovane, ha 22 anni e talento infinito. Ma la batosta non sarà facile da metabolizzare. Re Riccardo Cuor di Telone è il vero Poeta del tennis contemporaneo. Verosimilmente costretto – per troppa bellezza e poco agonismo – a non vincere uno Slam. Mai una gioia definitiva, totale, totalizzante. Più che un tennista, sembra un coito interrotto.
Sarà al suo massimo un Leconte in diesis minore, al suo minimo un Recoba della racchetta. Da gasquettiano osservante, nonché masochisticamente adorante, non vorrei che fosse ricordato come il Syd Barrett del tennis. Un genio sfolgorante, ma dal fiato corto. Troppo corto. Un dissipatore di talento. Un dispensatore effimero di genialità cristallina, quasi inaudita.
Shine on you, crazy diamond. Torna a splendere, Diamantino. Noi restiamo qui, discreti e in disparte, con gli occhi un po’ lucidi, ad aspettare altri incanti.

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70 Commenti a “L’harakiri e il dramma di Gasquet.
Saprà riprendersi stavolta dopo lo choc?”

  1. grazia scrive:

    Non so se si riprenderà, comunque per me il tennis che lui ci propone mi basta e mi avanza. Preferisco di gran lunga la sua grazia, il suo stile, la sua eleganza, alla corse, ai recuperi, ai gemiti, ai “pallettoni” di chi sarà sicuramente un grande atleta, un grande agonista, ma di tennis nel senso stretto della parola non ha nulla se non una racchetta in mano. Grazie Gasquet del bel tennis che ci hai offerto le prime due ore della partita di ieri!!!

  2. pibla scrive:

    Non sono d’accordo con l’idea che se Gasquet ieri avesse vinto si sarebbe liberato per sempre dai suoi demoni, perché Gasquet è così e con ogni probabilità sarà sempre così, come ha ben descritto Scanzi, genio e sregolatezza, e quindi se anche ieri avesse vinto sarebbe durato fino al prossimo, incredibile scivolone, che prima o poi sarebbe comunque arrivato.
    Del resto per liberarsi dai suoi demoni sarebbe già douvuta bastare l’incredibile e fantastica partita dell’anno passato con Roddick, rimontata da due set sotto e che gli valse la semi a Wimbledon ed anche lì tutti a dire che quella sarebbe stata la sua definitiva consacrazione e invece così non è stato, come non lo sarebbe stato nemmeno se ieri sera avesse vinto contro Murray.
    Ma proprio perché è così, oltre agli scivoloni arriveranno anche altre incredibili prodezze…

  3. chloe de lissier scrive:

    si riprenderà, altroché. gasquet è un genio del tennis. è intelligente, è buono, generoso, ha tante qualità. ci sono alcuni rari fuoriclasse che hanno bisogno di molte disavventure per conoscere il loro valore. ma quando hanno imparato non dimenticano più. gasquet sarà un campione indimenticabile. tempo al tempo.
    trovo davvero stonato l’insensato paragone con un’atleta insignificante come recoba. e offensivo l’uso del soprannome “cuor di telone”. a maggior ragione se provengono da chi si dichiara grande ammiratore di gasquet.

  4. AndreaBac scrive:

    io non lo chiamerei proprio un harakiri da parte di Gasquet, ma un Murray che in quel momento non aveva ancora espresso il suo vero potenziale. Comunque ieri ho assistito a un bellissimo match, era da un po’ di tempo che non vedevo una qualità e delle emozioni cosi alte, mi sono proprio divertito.
    Penso, invece, che Gasquet possa solo migliorare da questo momento in poi… la mia è non solo una speranza.
    Spero di leggere al più presto le interviste dell’incontro non le avete ancora pubblicate, ci saranno?

    Buon lavoro, Andrea.

  5. jan scrive:

    Roberto Lombardi in telecronaca diceva che Gasquet stava giocando ormai alcune fasi meglio di Federer. Aveva ragione. Ma Vvncere e’ un un po’ piu’ che una serie di bei colpi e trovate geniali che si susseguono. Bisogna saper chiudere, bisogna voler vincere, bisogna volerlo pure quando dall’altra parte della rete c’e’ un isterico con il quale non ti va proprio di scontrarti e sporcarti. E poi quando c’e’ un supervisore dall’aria arcigna tipo ufficiale giudiziario che inflessibile nega il buio della notte e anche quando c’e’ un pubblico avverso sfrenato, cieco e feroce. Ma forse Richard, poeta del tennis e’ un poeta tout court. I suoi fans vivono questo suo momento come un suo dramma, ma in quella sua testa cosa passa? In fondo lui di talento ne ha tanto e non si rende ben conto di cosa sta buttando via.

  6. Elisa Piva scrive:

    Anche io Andrea, prima del match ero poco fiduciosa, anche io durante i (quasi) primi tre set ho ammirato, incantata davanti al teleschermo, Dimantino e il suo tennis sublime, anche io, sul 5-4 del terzo set ho creduto, ho sperato fosse fatta, poi il doppio fallo sull’ultima palla break, e li ho capito che era finita.
    Ho detestato Murray, le sue urla selvaggie, i denti digrignati, l’aizzamento del pubblico (più propriamente incivili hooligans della peggior specie), ma sapevo che tutto questo circo avrebbero scoraggiato sempre di più il già fragile Richard, la tenerezza che mi suscitava, li solo in mezzo a tanti pazzi, tifosi scatenati, che poco si addicevano al centrale di Wimbledon.
    E’ stato sconfortante, deprimente, incredibilmente triste, ancor più perchè concordo con te, Gasquet difficilmente si riprenderà, o meglio, difficilmente diventerà un giocatore stabile tra i primi, sarà sempre l’eterno bambino, capace di inffiammarti con il suo incantevole tennis per una partita, forse due, ma se il match si mette in lotta, lui dice no grazie, non si sporca le mani, lascia cortesemente passare avanti l’avversario.
    Ma nonostante questo io adoro sempre più questo tenero, inconsapevole, Peter Pan.

  7. Andrea Scanzi scrive:

    @Chloe: Per me Gasquet è un Lecontino, il Leconte di oggi, “Recoba del tennis” è una delle immagini usate dai suoi detrattori (e ne ha), a confermarne l’eterna incompiutezza. C’è il piccolo particolare che Recoba non aveva minimamente un talento paragonabile a quello di Gasquet, lo credeva un fenomeno solo Moratti. Casomai Melzer è il Recoba del tennis, o il Malisse attuale, o comunque un pesce (relativamente) piccolo.
    Quanto a “Re Riccardo Cuor di Telone”, è un soprannome di Massimo Garlando, peraltro gasquettiano quanto me (e credimi, io sono MOLTO gasquettiano), nato nel periodo terricolo (e non solo, ahinoi) quando Gasquet soleva rispondere dai teloni tipo Di Mauro. Spero non riaccada.
    (Ah: da fine letterata quale sei - non sono ironico -, “un’atleta” è senza apostrofo, trattandosi di Recoba, quindi maschile, non femminile; se lo avessi sbagliato io, come minimo mi avresti mandato 8 virus :) ).

    Mi auguro comunque che tu, come Elisa, Jan, Grazia, Andrea e Pibla abbiate ragione con il vostro ottimismo, che personalmente scarseggia di per sé, ancor più se l’argomento è Gasquet.
    In effetti lui è così “poeta tout court”, per citarvi, da rendere impossibile ogni previsione. Chissà. Ammetto però che la ferita di ieri, da gasquettiano, non è facilmente rimarginabile. Spero che per lui non sia lo stesso.
    Grazie per i commenti.

  8. nuto1970 scrive:

    ciao andrea
    eheheh…ti confesso che quando il francese si è apprestato a servire in quello scellerato game nel quale ha gettato alle ortiche quanto mirabilmente costruito in due set (quasi tre…) ti ho pensato. Mi sono ricordato di quell’articolo che scrivesti qualche mese fa nel quale descrivevi questi due giocatori a tratti simili (fino ad ora) per la capacità di coniugare classe e scarsa propensione alla vittoria. Ricordo che ti scrissi, in risposta, sostanzialmente in accordo alle tue considerazioni ma con un piccolo distinguo riguardo la situazione di Murray, a mio avviso non ancora conclamata, e che tu eri sostanzialmente d’accordo. Ebbene, mentre pensavo che avrei quanto meno dovuto scriverti una mail riparatrice, la sorte (o la conclamata incapacità di chiudere i match di Gasquet, o forse la grande voglia di rimanere vivo di Murray…chissà) mi è venuta in aiuto ;-)
    Colpi da cineteca, traiettorie impensabili, voli impenetrabili, poesia pura. Questo è Gasquet. Però non vince. Accontentiamoci di ammirarlo come abbiamo fatto in passato con altri “incompiuti” dal braccio magico, penso che ormai non ci sia più speranza. Domani, invece, Murray potrebbe in un sol colpo diventare il campione che tutti aspettavano. Troverà, a mio avviso, l’osso più duro che poteva trovare. Ma chissà… La mia impressione è che stia iniziando ad incanalare in maniera costruttiva quella carica che spesso diventava pura follia ma che ieri gli ha permesso di rimanere in partita e di credere nella vittoria, anche quando sembrava non ce ne fosse più motivo. Ha giocato colpi davvero mirabili (non come il francese, ma meglio di quel che si vede mediamente in giro), doti atletiche invidiabili, una gran difesa. Uno Hewitt dei bei tempi (carico, reattivo) ma con molta più mano, insomma. Staremo a vedere… Nel frattempo ti saluto, ciao!

  9. Voortrekker Boer scrive:

    Io di coitale in Gasquet non ci vedo un bel niente, forse più che a Federer le elucubrazioni di Freud gioverebbero di più a Scanzi.

    Ormai il postmodernismo è una realtà, Murray è un post-modernista a tutti gli effetti, Federer l’emblema del modernismo, Gasquet un fantoccio classicista senza arte nè parte.

  10. Donato scrive:

    Per quanto riguarda GRAZIA quando ti riferisci alla corse, ai recuperi, ai gemiti, ai “pallettoni” , aun grande atleta, un grande agonista, ma di tennis nel senso stretto della parola non ha nulla se non una racchetta in mano, ti riferisci per caso a Nadal…..ah ah ah ah ah….si si….veramente una bella battuta!!!!
    State calmi con dichiarazioni che non sussistono e che non fanno parte del tennis…non per fare un paragone fra Gasquet e Nadal…mi sembra che Rafa ha vinto 4 RG di seguito (solo Borg come lui!!!) e 2 finali di Wimbledon di cui una (cioèl’ultimadefinita dagli addetti ai laori fra le prime 10 finali di tutti i tempi)….mi dici Gasquet cosa ha fatto da quando è entrato nel circuito atp?????????????????????????????????????

  11. Safinator scrive:

    Scusatemi…ma sono l unico che pensa che Gasquet gioca da fenomeno giusto quelle 3 volte l’ anno se va bene!?
    Io da un tennista qualitativamente eccelso come lui ( e come…seppur con caratteristiche diverse Tipsarevic),mi aspetto un livello “decente” ma costante…
    Far vedere un tennis incredibile a momenti…serve a poco se poi si perde la partita successiva…

    Grande talento…ma mi ripeto:tennista sopravvalutato.E purtroppo Chloe i paragoni di scanzi…calzano in pieno.

    Un goal da antologia sul 4-0 non qualifica un campione..
    Il gol piu semplice del mondo in una finale mondiale si

  12. Ros scrive:

    Vabbè,dai,ha già fatto più di Recoba,non che ci volesse molto.
    Giocava da Dio,ieri,Richard. Murray è insopportabile,il bicipite mostrato a fine gare lo qualifica,che roba indegna. Però Richard quella partita non poteva perderla,sa solo lui come diavolo ha fatto,nemmeno gli inglesi e i loro amici australiani fanatics che prima avevano vanamente incoraggiato Hewitt ci credevano più.

  13. stefano grazia scrive:

    d’accordissimo su tutto con Scanzi su Gasquet…sto ancora male,troppo male,io che da una decina di anni lo aspetto come the chosen one……possibile che gli abbia portato sfiga io guardandolo giocare? Non lo faro’ piu’, non mi guardero’ nemmeno la finale federer-nadal…Scherzi a parte, va bene avercela con Scanzi quando scrive qualcosa su cui non si e’ d’accordo,ma non comprendo e non condivido l’astio a prescindere del Boero (che peraltro ho spesso apprezzato in altri commenti). A me questo articolo di Scanzi, come altri del resto, e’ piaciuto. Da Gasquettiano della prima ora e convinto che c’e’ chi nasce destinato a tifare per chi vince sempre e chi invece nasce per soffrire…

  14. Safinator scrive:

    A tratti…gasquet mostra il tennis piu bello.
    Non ci sono dubbi…

  15. del potro scrive:

    sono d’accordo con grazia, nel senso che nadal è uno splendido atleta naturale “prestato” al tennis ma che avrebbe potuto eccellere anche in altre discipline, come il calcio o qualche specialità dell’atletica leggera. gasquet invece è un tennista naturale, sembra nato per fare quello e non lo vedrei a cimentarsi in nessun altro sport: è proprio una questione di gesto, di naturalezza, fluidità. l’efficacia è tutta un’altra cosa, e di certo nadal in questo ha pochi rivali.

  16. marcos scrive:

    io assegno alle vittorie di gasquet solo il valore di poterlo veder giocare nel turno successivo. un valore inestimabile.

    tra qualche anno…di questi anni di tennis, molti mi ricorderanno le vittorie di roger e quelle di rafa: io ricorderò il rovescio e la volée rovescia di gasquet.

    sono fatto così: di un altro periodo, io ricordo la naturalezza dei colpi di arazi.

    o sono particolarmente portato ad apprezzare i magnifici perdenti, oppure il cuore mio non si pasce d’albi d’oro.

    uno solo ha saputo vincere e stamparsi nella mia memoria: john mcenroe.

  17. rafarulez scrive:

    Molto bello l’articolo, complimenti. Un po’ forzato pero’ l’accostamento con Barret, il genio francese ancora non lo merita. Qui il problema è solo uno, Gasquet deve crescere tanto ancora. Non si puo’ perdere dopo aver giocato da DIO per due ore e mezza, non si puo’, mi dispiace, non ci sono scusanti.Ieri sembrava di vedere il nuovo John McEnroe sul centrale di Wimbledon per quanto incredibile e meraviglioso fosse il livello del tennis espresso dal francese.Traiettorie impossibili, rovesci di una bellezza inaudita ,diritti in accelerazione continua,colpi fuori dal comune, chapeau ad ogni 15 e alla fine perde, anche malamente, frignando a piu’ non posso.Datti una svegliata Richard, altrimenti non apparterrai mai alla storia di questo sport, e sarebbe veramente un peccato visto l’immenso talento che madrenatura ti ha donato.

  18. lo psicologo scrive:

    il paragone di gasquet con roger dal punto di vista psicologico è più profondo di quel che si possa pensare. La vera differenza tra i due è quasi esclusivamente vettoriale. mi spiego.
    Roger, se è possibile, teme lo scontro, il braccio di ferro, come il francese se non di più, solo che le poche volte che si fa dura, scappa in avanti tira tre, quattro saette e si rifugia nella vittoria. Sembra strano ma è un modo di rifiutare lo scontro, se ci pensate raraente è entrato in bagarre, e le poche volte che lo ha fatto ha perso. Richard invece quando annusa l’arena fa esattamente come lo svizzero solo che scappa indietro, sparacchia le saette fuori e si rifugia nella sconfitta.
    il risultato è opposto ma la dinamica è uguale. Tecnicamente si chiama il complesso del profilo, non si accetta per nessun motivo di essere affiancati.

  19. Chiara scrive:

    Bello l’articolo. Penso che esprima le sensazioni di molti amanti del bel tennis. Io purtroppo sono pessimista, riguardo all’effetto che questa partita avrà sulla psiche di Richard. Forse proprio perchè, dopo i primi tre turni e i primi set contro Murray, avevo sperato troppo: che Gasquet vincesse facile con lo scozzese (mio Dio, quei canini! Che proibiscano ai cameramen di inquadrarlo in primo piano!), che se la giocasse alla grande contro Rafa (qui forse i miei sogni si facevano troppo arditi), che arrivasse in finale e svoltasse così la sua carriera. E invece…
    Speriamo in bene, davvero. Di questi tempi c’è un gran bisogno dei Gasquet.

  20. Ros scrive:

    L’ultimo intervento è interessante. In poche parole l’uno ha fiducia nella vittoria l’altro nella sconfitta. Per quanto possa esserci un filo che lega queste due cose,ed è sicuramente vero,c’è una grossa differenza.
    Ad ogni modo esistono anche delle eccezioni di bagarre vinte,dall’uno e dall’altro. Ma fondamentalmente,sono daccordo,è così.

  21. chloe de lissier scrive:

    ho sovente pensato che gasquet sia così gentile e spesso così vittima perché la parte femminile che vive in lui tende a prevalere. di qui il lapsus dell’apostrofo.
    quando ho letto il mio post pubblicato e mi sono accorta dell’errore, ho capito immediatamente che il sig. scanzi lo avrebbe sottolineato. la sua natura di provocatore gli impedisce di concepire la signorilità indispensabile a evitare di sottolineare un errore altrui quando ribadirlo è solo una inutile cafonata. oppure lei crede davvero, sig. scanzi, che non mi abbiano mai parlato di apostrofi, elisioni e troncamenti?
    ma il sig. scanzi è un discendente in linea diretta di fabrizio maramaldo. peccato che non sia nato in tempo utile per rivaleggiare con alessandro pavolini.

  22. Malcom Geremia scrive:

    Scusate, ma Gasquet per me non ha nulla che vedere con un “coitus interruptus”, Gasquet ultimamente è il classico tennista da eiaculazione precoce, ma non sempre perchè ultimamente il suo tennis fatcia anche a raggiungere l”erezione”, il tutto tennisticamente parlando.

  23. Stefano Bolotta scrive:

    Gasquet combatte i fantasmi nella propria mente, prima degli avversari in campo… e credo che quelli, i fantasmi, non possa prenderli a pallate sul rovescio…
    Il tennis è l’espressione della vita: Gasquet fatica a diventare uomo, così come fatica a chiudere “pratiche” già svolte come quella di eliminare Antipatia Murray, rispetto al quale, tennisticamente parlando, ci sono 3 gradini di differenza…

    Fra l’altro che strani gli inglesi: fanno gli hooligan con uno scozzese che, appena può, ricorda quanto non gli piacciano gli inglesi. Mah.

  24. Massimo Garlando scrive:

    ringrazio anche qui Andrea per la citazione
    a Chloe rispondo - pacatamente, serenamente, come piace a noi :) - che “Riccardino cuor di telone” non è affatto un’offesa, nasce dal troppo amore ed è, effettivamente, come (quasi) sempre accade in questi casi, definizione un po’ dura che si presta a fraintendimenti.
    credimi, vedere tanto talento giocare a briscola con i giudici di linea appiccicato ai teloni come un Monfils gracile fa male, veramente male.
    quanto al resto, nulla da dire, se non sottoscrivere anche le virgole del post di Marcos

  25. stefan scrive:

    chloe de lissier scrive:
    2 Luglio 2008 alle 07:47

    “ho sovente pensato che gasquet sia così gentile e spesso così vittima perché la parte femminile che vive in lui tende a prevalere.”

    —————————————————————————-

    premesso che se fosse corrispondente a realtà sarebbero fatti suoi la voce sulla sua presunta omosessualità gira da tempo e potrebbe aver inciso non poco sulla sua psiche e di conseguenza sul rendimento…..xò di fatto gioca bene è bello da vedere ma alla fine….

  26. chloe de lissier scrive:

    qualsiasi attività agonistica individuale non può ammettere per definizione l’affiancamento, se non forzato da eventi esterni. due pugili, per esempio, accetteranno un verdetto di parità perché stabilito dai giudici perché non possono fare altrimenti.
    ma qualunque lotta presuppone la ricerca della vittoria (o anche della sconfitta) perchè dal sentimento di uguaglianza, ammesso che sia mentalmente accettabile, non può nascere competizione.
    non comprendo dunque perchè solo federer o gasquet cercherebbe di evitare l’affiancamento. anche nadal o djokovic o ciccio formaggio non accettano l’affiancamento. la differenza consiste solo nelle strategie che si adottano per trovare soluzioni alla bagarre più o meno coerenti con la propria personalità.

  27. chloe de lissier scrive:

    errata corrige, prima del solone di turno: due pugili, per esempio, accetteranno un verdetto di parità perché stabilito dai giudici e perché dunque non possono fare più altrimenti.

  28. p1pp0z scrive:

    Ma qui nessuno sottolinea i meriti di Murray? Nei due set e mezzo in cui Gasquet ha giocato da “DIO” (un pò forte… gli Dei del tennis sono altri), mi sembra che l’antipatico scozzese sia comunque riuscito a restargli sempre abbastanza in scia, tanto che se anche avesse perso 3-0, non sarebbe stata una sconfitta nettissima… e inoltre è stato bravo a fiutare la preda e ad azzannarla alla giugulare. Comunque nei primi 3 set lo stesso Andy aveva giocato dei colpi di rara bellezza. Onore anche al vincitore, no?

  29. Roberto Commentucci scrive:

    Non prendetemi per matto, ma io credo che dietro la fragilità psicologica e mentale del talento francese ci siano anche delle ragioni tecniche.
    Gasquet è un giocatore fortemente atipico, nel tennis moderno. E la sua naturale atipicità è la principale ragione della sua incompiutezza, forse più ancora della sua vulnerabilità nervosa. Mi spiego.

    Sotto il profilo fisico, Gasquet non è certo un superman: è meno muscoloso e potente della media degli altri giocatori di vertice. Non è nemmeno particolarmente resistente alla lunga distanza. Di notevole, ha la rapidità dei piedi e la sicurezza sugli appoggi bassi che gli deriva dal suo baricentro. Le gambe corte e tozze lo aiutano paarecchio, quasi quanto il suo braccio fatato, nell’eseguire le incredibili mezze volate di rovescio con cui ci incanta. E tuttavia, fisicamente Gasquet si discosta parecchio dal modello ideale di tennista moderno, alto e grosso, esplosivo, potente e ipervitaminico.

    Dal punto di vista tecnico, abbiamo un’altra anomalia, fondamentale. Il francese è un giocatore naturale di rovescio e di voleè, capitato ahilui in un’epoca in cui il gioco si basa sull’uno-due servizio-diritto, i due colpi che meglio si prestano, sotto il profilo biomeccanico, a sfruttare il potenziale dei nuovi attrezzi, vere macchine lanciarazzi. Data la diversa forza dei muscoli coinvolti (gli intrarotatori, che si adoperano per il diritto, sono il doppio più forti di quelli extrarotatori, che si adoperano per il rovescio) è stato dimostrato che, a parità di potenza, giocare un’accelerazione a 150 km/h con il diritto fa prendere meno rischi che non giocare la stessa accelerazione con il rovescio a una mano, per quanto bello e sublime esso possa essere.
    E’ per questo che fra due giocatori di pari livello, dotati uno di un gran diritto, l’altro di un gran rovescio a una mano, normalmente è il primo a prevalere. In sostanza, Gasquet, che cerca per lo più il vincente con il rovescio, è costretto a prendere costantemente più rischi rispetto agli altri giocatori con diritto dominante.
    D’altra parte, ad altissimi livelli il servizio e il diritto del francese sono colpi meno affidabili e costanti rispetto a quelli degli altri giocatori di vertice: non parlo solo dei primi 3, ma anche dei vari Gonzales, Blake, Roddick e via esemplificando.
    Un notevole punto di forza del francese è la qualità del suo repertorio al volo, che è eccezionale. Ma anche qui, rispetto ad altri grandissimi volleatori, a Gasquet manca qualcosa dal lato fisico: le qualità atletiche e acrobatiche, non eccelse, lo rendono meno affidabile di uno Tsonga o di un Mahut, tanto per restare il Francia, in termini di capacità di copertura della rete. Questo limite, oltre alla oggettiva difficoltà, nel tennis moderno, di legare il gioco al volo con quello da fondo (i colpi di approccio oggi sono diventati pressoché impossibili) fanno si che il potenziale di Gasquet nel gioco al volo resti spesso del tutto inespresso, tranne che sull’erba, dove però si gioca solo un mese all’anno.

    Tutto ciò se arricchisce notevolmente il fascino del giocatore transalpino, rende oggettivamente molto difficile il suo inquadramento tattico e complica tantissimo la vita ai suoi allenatori. Facciamo un esempio: se voi foste l’allenatore di Richard, come gli direste di giocare?
    Spingere da fondo? Ok, ma ad altissimo livello di diritto non è abbastanza incisivo…
    Servire e scendere a rete, fare chip and charge? Ok forse sull’erba, ma sulle altre superfici?
    Variare in continuazione il gioco, alternando ritmo, effetti e angoli, effettuando attacchi in controtempo? Potrebbe essere una strada vincente, ma è un gioco difficile e dal grande impegno mentale e fisico. Un impegno spesso eccessivo per un giocatore come Richard, non particolarmente dotato di fondo atletico né di grandi energie nervose. Sotto questo ultimo profilo, il match con Murray, al di là delle intemperanze legate al fattore campo, è stato esemplare: lo scozzese è meno dotato tecnicamente di Gasquet, ma ha una maggiore forza nervosa, che gli consente di meglio sopportare lo stress mentale richiesto per adottare una tattica di continue variazioni.

    Insomma, a mio avviso Gasquet è un bellissimo giocatore da vedere, ma sotto il profilo squisitamente tennistico, per i canoni tecnici, fisici e tattici del power tennis attuale, non è purtroppo un campionissimo assoluto.
    Può stare nei primi 10, forse anche nei primi 5, ma sarei vivamente sorpreso se arrivasse nei primi 3.

  30. chloe de lissier scrive:

    ringrazio massimo garlando per la citazione.
    prendere in giro l’amato/a è un modo singolare e contraddittorio, ma purtroppo assai diffuso, di mostrare il dichiarato amore. pacatamente, serenamente, penso che gasquet (come chiunque) farebbe volentieri a meno di ammiratori che lo prendono per i fondelli, seppure amorevolmente.

  31. chloe de lissier scrive:

    pippoz scrive: “… e inoltre è stato bravo a fiutare la preda e ad azzannarla alla giugulare”.
    raymond derek affermò: “anche se non abbiamo mai commesso un omicidio, ho paura che ne dobbiamo essere considerati ugualmente responsabili, nel momento in cui proviamo un piacere riflesso per qualsiasi morte, così come ci godiamo un giallo in televisione. dopo tutto, perché mai la gente comprerebbe i giornali se dentro non ci fosse almeno un bel delitto? ovviamente, a noi non deve capitare mai”.
    chloe de lissier pensa: “bella, la razza umana”.

  32. chloe de lissier scrive:

    roberto commentucci, uno che sa di cosa parla, in quest’epoca di ciarlatani.
    spero però che gasquet sappia acquisire quella forza mentale che potrebbe consentirgli di diventare un grande campione.

  33. karl scrive:

    In effetti molti sono innamorati del gioco di Gasquet per la sua atipicità. Domina di rovescio, è particolare,l’uscire tecnicamente dal gregge per molti è già sintomo di grandezza. In realtà la grandezza vera e consolidata è, nell’ambito di una buona completezza tecnica, fare alla grande le cose più efficaci e naturali che il tennis mette a disposizione come il servizio e il dritto. Non è un problema di dover rimanere nel gregge è un problema di efficacia statistica dei diversi colpi. E in un 3 su 5 l’efficacia statistica è importante perchè i colpi si ripetotno spesso. Ci può essere come caso limite anche chi schiaccia meglio di chiunque ma non vince una partita perchè le schiacciate sono rare.

  34. Thomas Yancey scrive:

    Caro Roberto, condivido pienamente il pensiero di Chloe sui tuoi scritti. Continuo a leggere il blog soprattutto per i tuoi articoli. Che sono immancabilmente intessuti di una rara sapienza tennistica. Si impara sempre qualcosa dalle tue considerazioni.
    Un saluto molto cordiale.

  35. enzo cherici scrive:

    Nella geniale definizione di “Riccardino cuor di telone” c’è tutto il mondo (tennistico, di altro non mi curo) di Gasquet. Non ci trovo proprio nulla di offensivo. Anzi, trovo sia come un esortamento, un’incitazione, verso un tipo di giocatore in via di estinzione che vorremmo preservare. Tra l’altro andrebbe fatto un distinguo. Il nomignolo è più che mai appropriato quando gioca sul rosso, dove lo vediamo remare in modo indegno, manco fosse Bruguera! Sui prati è diverso. Nei primi tre set contro Murray lo abbiamo visto giocare di mezzo volo dalla linea di fondo. Risultato: Murray non ha visto palla. Negli ultimi due è tornato “cuor di telone”, salvo particolari situazioni di punteggio (40-0 o 0-40). Quando smetterà di amoreggiare con raccattapalle e giudici di linea a 4-5 metri dalla baseline Wimbledon non potrà sfuggirgli.

  36. jan scrive:

    Se proprio vogliamo impossessarci dei sentimenti di Gasquet e sentenziare di quali “ammiratori” farebbe volentieri a meno, io direi che Gasquet è un tipo intelligente e sveglio e e non un permaloso attagabrighe pignolo ottuso. Quindi di un “Riccardo cuor di telone” può solo sorridere, divertito lui stesso.

    Quanto all’analisi tecnica di Commentucci, potrebbe essere anche perfetta (non entro nei particolari), ma non spiega perché Richard arrivi a giocare nel terzo set, servizio a disposizione, l’ultimo game per entrare nei quarti di finale di Wimbledon ed esca sconfitto al quinto set. Perché Gasquet non riesce a chiudere un incontro vinto già al 99 %?

  37. Angelica scrive:

    Jan, forse Gasquet dovrebbe prendere lezioni dalla Dementieva ;)

    (lei dopo la scoppola rimediata a RG contro la Safina, sembra abbia almeno imparato a non crollare nel set decisivo, chissà se anche il francese possa ricavarne una lezione positiva)

  38. p1pp0z scrive:

    Da un punto di vista squisitamente sportivo, ma soprattutto agonistico e competitivo, “uccidere” l’avversario, “annientarlo” ed “annichilirlo” (usando armi lecite, ovviamente), è totalmente lecito nonchè auspicabile.

  39. enrico scrive:

    Grazie Richard, il tuo Tennis effimero mi fa sognare, anche quando non vinci partite già vinte.

    Murray invece mi fa ridere.
    “fa passare Nadal per un oxfordiano”

  40. john john scrive:

    innanzitutto un bravo a scanzi per la qualità del suo intervento
    credo che gasquet abbia solo bisogno di una buona guida
    autorevole, tecnica, forte dal punto di vista temperamentale
    noi critichiamo tanto la fit, ma che dire dei francesi: hanno uno dei talenti più puri visti sulla faccia della terra (non esagero, con un pizzico di arroganza sono certo che chi conosce la tecnica del tennis condividerà) e non gli destinano il meglio del meglio?
    il nostro sport ha un bisogno disperato di giocatori come lui, perchè no? come bolelli, eleganti, risolutivi nei colpi, completi, vari e fantasiosi
    salviamo i panda: salviamo i gasquet……

  41. Roberto Commentucci scrive:

    Ringrazio di cuore Chloe e Thomas per i complimenti e rispondo a jan. Perché ha perso un match vinto al 99%?
    Perché Gasquet sa fare molte cose molto bene, ma tutte molto diverse tra loro e tutte complicate.
    Invece, quando i punti sono importantissimi e la racchetta scotta, come quando si va a servire per il match contro Murray, i giocatori forti e solidi sanno che bisogna fare cose semplici: un convenzionale giocatore di servizio e diritto cerca di mettere la prima e di comandare lo scambio, obbligando l’altro a prendere i rischi alti. A Gasquet invece, la mente sovreccitata dall’emozione, vengono in mente 10 cose diverse, tutte difficili: “faccio serve & volley?”, “tento una palla corta?”… “palleggio alto e poi accelero all’improvviso?”… E così succede che se non fa punto con il servizio commette 3 errori e si ritrova 0-40.
    E’ una cosa che può capitare a tutti, intendiamoci. Ma capita più facilmente a chi non ha a disposizione l’arma più sicura, affidabile e di uso semplice del tennis contemporaneo: un naturale uno-due servizio-diritto.

  42. jan scrive:

    Sì, Angelica. Gasquet potrebbe prendere lezioni dalla Dementieva e impartirle a Verdasco. E tutti insieme potrebbero andare in pellegrinaggio dalla “micropsichiatra” Marcella Marconi, così finalmente avrebbe soddisfazione Gianni Clerici, il quale di suo aggiungerebbe anche Roger Federer alla spedizione. E vissero tutti felici e contenti.

  43. Angelica scrive:

    Non so sul vissero tutti felici e contenti, però sarebbe un gran bel gruppo di talentuosi, non credi :D
    O forse chissà magari chi ha più “talento” pensa troppo quando è in campo

  44. Massimo Garlando scrive:

    A pensarci bene, e soprattutto a volerlo vedere, lo psicodramma era già stato perfettamente anticipato - come la processione delle formiche prima di un temporale - un paio di giorni prima nel match con Simon (Sbirulino :) )
    un Gasquet centrato, capace di leggere splendidamente il match per due set abbondanti, impedendo all’avversario l’utilizzo della migliore (probabilmente l’unica) arma, la ribattuta, totalmente in controllo del match pur senza la necessità di miracol mostrare e di bellezza accecante, riesce a complicarsi la vita mollando il terzo set al tie ed andando sotto di un break nel quarto.
    solo l’inesistenza totale dell’ectoplasma Simon ha permesso a quel punto il recupero e la vittoria in quattro set, Murray ovviamente ha invece azzannato la preda al primo scricchiolio e non l’ha mollata più

  45. lo psicologo scrive:

    plauso per roberto
    io però interessato alla psiche dei giocatori, che per intenderci sono costretti a mettersi a nudo davanti ad un’arena, e farlo nel loro massimo sforzo, adotto un’analisi particolare. Guardo il loro sguardo dopo la vittoria, il loro sguardo nei primi 5 secondi dopo la vittoria (ovviamente se la partita è combattuta). Bene roger e richard appartengono alla stessa categoria, quella del sollievo.
    Da un certo punto di vista è come se il loro sguardo fosse posto esclusivamente su di loro, diversa è la logica psicologica dei fighter, il cui sguardo è rivolto sempre e solo alla “preda”. E’ questo un campo che genera un paradosso interessante, i più dotati di variabili tattiche sono quelli che, prescindendo dall’”altro”, sono più stolti tatticamente, i più poveri di variabili invece sono quelli che disegnano le partite sui punti deboli dell’avversario (che è sempre la giugulare).
    In sintesi quando le due R vincono si sentono salvi, e provano sollievo (secondo me anche quando perdono, infatti roger nelle ultime due partite con “pari” ha perso in tre set, rifiutando la lotta), quando lo fanno i Murray, i Nadal, i Connors, è lo scalpo del nemico quello che brandiscono, se vogliamo dirla differentemente il fine di una è succhiare il sangue altri, quello dell’altra è portarlo a casa. Guarda caso l’oggetto prezioso è sempre il sangue, quello blu ovviamente, l’essenza del tennis?

  46. enzo cherici scrive:

    Straquoto Massimo Garlando. Un qualcosa di più consistente al posto dell’impalpabile Simon e non ci sarebbe stato alcun Gasquet-Murray. “Cuor di telone” aveva già inviato sinistri messaggi in quell’occasione. Chiaro che metti Murray al posto di Simon e oplà: Gasquet non c’è più ;-)

  47. chloe de lissier scrive:

    quante menti eccelse… perché non ribattezzare questo luogo “la città del sole”?

  48. jan scrive:

    Roberto, anche tu scrivi “quando i punti sono importantissimi e la racchetta scotta, come quando si va a servire per il match contro Murray, i giocatori forti e solidi sanno che bisogna fare cose semplici”. Quindi il problema principale di Gasquet, è di non essere “solido” e “forte” mentalmente (dato che tecnicamente e atleticamente fino a quel punto lo è stato). Richard sa in teoria perfettamente come si fa per chiudere positivamente l’incontro, ma in pratica se ne tiene lontano. E lì nasce il suo personaggio. Gasquet o il fascino dell’incompiuto. Un’eterna attesa.

    Angelica con questo gruppetto di talentuosi non ci sono spiegazioni tecniche a spiegare l’irrazionale, sebbene sarebbe confortevole riportare tutto nell’ambito della logica.

  49. anto scrive:

    @ Andrea, ma perchè non scrivi più spesso? Articolo sfolgorante!

  50. Angelica scrive:

    Chloe ma sai che a volte mi ricordi Yhancey.

  51. Anakyn scrive:

    Da parte mia, per quanto Gasquet sia uno di quei giocatori le cui partite trovano costante e generoso spazio nel mio archivio sportivo digitale, secondo solo a Federer (e lo stesso Nadal, che a mio parere sul rosso è uno strepitoso spettacolo atletico-agonistico), non scommetterei sul fatto che la sua carriera incrocerà mai una finale di Slam.
    Troppo fragile fisicamente e mentalmente, in uno sport dove raramente ci si può permettere lacune anche solo in uno di questi due aspetti… figuriamoci un giocatore manchevole in entrambi!
    Solo la tecnica cristallina e l’atipicità stessa del suo gioco, che a tratti confonde i suoi avversari, gli permettono di issarsi nelle vicinanze delle semifinali, peraltro raggiungendole assai di rado (non è che la semi contro Federer dello scorso anno qui a Wimbledon, oltretutto persa nettamente e senza lottare, sia l’unica del suo palmares?).
    C’è poco da fare, e gli stessi, comunque apprezzabilissimi, esteti del tennis che fu dovrebbero rendersene conto: con un fisico come quello di Gasquet non si fa strada. Non nel tennis del terzo millennio. Forse è triste: ma va accettato, metabolizzato per non coltivare false illusioni.
    Qualcuno si ricorda per caso chi sia stato l’ultimo vincitore di Slam a non proporre doti atletiche di notevole rilievo? Non è che bisogna risalire agli anni ‘80? Lo chiedo a chi di tennis ne capisce, e ne ha visto, molto più del sottoscritto.
    E’ assolutamente adatto paragonare il francesino ad un Panda: va preservato dall’estinzione, ma non si può pretendere che prevalga sul resto della “fauna”, per così dire; al massimo che delizi lo sguardo per un pugno di set, e poi vada a concedere la vittoria all’avversario.
    A suscitarmi profonda rabbia non è la sua, ennesima, sconfitta; quanto piuttosto assistere al trattamento maleducato, provocatorio ed ai limiti dell’inciviltà con cui è stato trattato, tanto da Murray che dal pubblico pseudo-british. Non credo lo si sia sottolineato a sufficienza da parte dei media, impegnati ad esaltare le doti “gladiatorie” di Murray.
    Peccato non si fosse in un’arena, ma a Wimbledon.

  52. remo scrive:

    Gli interventi di Commentucci sarebbero da ritagliare e farne una dispensa. La sua competenza e la sua sobrietà ne fanno un raro esempio di giornalismo. Bravissimo. E un bravo anche a Scanzi, che coniuga la cronaca con la poesia e riesce a dipingere ritratti gustosi e approfonditi dei protagonisti. Sarei felice di leggerlo più spesso su queste pagine.

  53. enzo cherici scrive:

    Ma tra le menti eccelse ce ne sono almeno un paio (o forse una) più eccelsa delle altre ;-)

  54. chloe de lissier scrive:

    non ne dubito, angelica. thomas è stato “il maestro” per me. ma lui è essenzialmente un essere che pensa e cerca soprattutto di ragionare. io sono più immediatamente concreta. quando lui gioca a tennis è portato a non insistere troppo su un punto contestato. io non cedo punti, discutessero quanto vogliono. lui ha sempre qualche fiducia negli esseri umani. io ho smesso da tempo. per il resto, ho molti aspetti che mi accomunano a thomas. e dunque, è inevitabile che io sembri molto simile a lui, soprattutto per le persone che non ci conoscono personalmente.

  55. chloe de lissier scrive:

    signor cherici, confesso che non avevo pensato a lei quando ho parlato di menti eccelse. ma, se desidera, la includo immediatamente.
    (non uso emoticon, ma faccia conto che si tratti della stessa usata da lei).

  56. p1pp0z scrive:

    # chloe de lissier scrive:
    2 Luglio 2008 alle 14:50

    quante menti eccelse… perché non ribattezzare questo luogo “la città del sole”?

    # enzo cherici scrive:
    2 Luglio 2008 alle 15:48

    Ma tra le menti eccelse ce ne sono almeno un paio (o forse una) più eccelsa delle altre ;-)

    Touchèe… si può sempre istituire un’elezione a sindaco di tale utopica città..

    …c’è una cosa che meno di altre mi è chiara: se si disquisisce di tennis o di semantica.

    Come ha detto giustamente Anaykin, il tennis di oggi purtroppo ha poco posto per “atleti” à la Gasquet… d’altronde è anche vero che nel ‘60 qualcuno vinse la maratona olimpica a piedi nudi… lo sport -proprio come il mondo- per fortuna (o purtroppo) evolve!

  57. Angelica scrive:

    cara chloe come essere due facce della stessa medaglia.
    Sei stata fortunata a trovare un ‘maestro’ ed un amico cosi.

  58. chloe de lissier scrive:

    hai ragione, cara angelica. sono stata molto fortunata. anche lui, però.
    pippoz, accetto di candidarmi.

  59. enzo cherici scrive:

    signora chloe, se lei desidera inserirmi nella sua lista delle menti eccelse faccia pure. una domanda: ma possiamo darci del tu? visto che va di moda, risparmio anch’io sulle emoticons…

  60. p1pp0z scrive:

    chloe, io ti voterei (anche xchè significherebbe essere un cittadino, il che equivale ad una bella onoreficenza) =)

  61. chloe de lissier scrive:

    enzo, mi ero permessa di darti del lei perché mi ero intimorita: quanto eccezionale poteva essere chi mi attribuiva il primato fra le menti eccelse? ecco, una questione di umiltà da parte mia.
    (fra poco ci richiameranno all’ordine: troppi fuori tema).

  62. enzo cherici scrive:

    si si, meglio rientrare in tema altrimenti rischio un nodo al cervello…altro che mente eccelsa ;-)

  63. Gilo scrive:

    Per favore lasciamo stare Jimmy Connors!
    Cosa centra Murray con Connors?
    Cosa centra???

  64. fabrizio brascugli scrive:

    Sono d’accordo con l’ottima analisi di Roberto Commentucci, senza nulla togliere agli aspetti psicologici che hanno indubbiamente il loro valore che poi s’interseca con gli aspetti tecnici. Aggiungerei una cosa: la struttura fisica del francese, meno potente e meno esplosiva, gli crea il problema del “braccino”.
    Mi spiego meglio: per essere efficace considerata la sua struttura è quasi costretto ad andare a tutta velocità con il braccio per sopperire alla sua leggerezza fisica, ma quando si fa sentire un po’ di paura ecco che rallenta un po’ la velocità per cercare di giocare un po’ più in sicurezza ma i suoi colpi diventano subito aggredibili, perchè più leggeri e meno profondi. Murray non ha questo problema, infatti anche quando il suo movimento è meno veloce il colpo rimane sempre abbastanza efficace. Se velocizza allora può trovare il vincente, ma il francese è quasi costretto a non rallentare. E’ lo stesso problema che si ritrova nei circoli con l’unica differenze che un giocatore non professionista se rallenta rischia proprio di non passare la rete. La causa principale del problema è l’assenza di massa all’impatto.

  65. +PSTN+ scrive:

    Non visitavo più il blog da 2o3 giorni in quanto convinto che stesse ormai morendo definitivamente e assisterlo solo durante il suo breve periodo di coma irreversibile m’avrebbe arrecato solamente dolore e nostalgia di quello che un tempo Fu.

    Premetto che non ho letto tutto ma riscontro solamente che un articolo del noto Andrea Scanzi ha suscitato finora già 64 in neanche 2 giorni alla faccia della sinteticità della piattaforma.

    Casomai leggerò forse dirò la mia sebbene abbia poco senso e nei 64 messaggi d coloro che mi han preceduto probabilmente c’è quanto avrei voluto dire, ma non ho detto prima.

    In ogni caso colgo l’occasione per salutare il ritorno di Stefano Grazia oltre a Voortrekker Boer oltre agli altri vecchi utenti (Jan, Anakyn, The True Safinator del quale avevo cercato notizie invano pochi giorni fa) e gli altri) i quali avevano trovato ospitalità nel Fu “Avviso ai naviganti….” il quale, tuttavia, non è ancora spirato nonostante versi in condizioni abbastanza allarmanti.

  66. Safinator scrive:

    Sono ancora vivo!e mi sto godendo la cavalcata di marat…
    Tipsarevic mi ha deluso…credevo nella semifinale…..piccoli cavalli pazzi crescono…

    leggere i commenti di voi,per me,menti Superiori (eccelse è un valore assoluto…mi limito a paragonarvi alla mia minima conoscenza e competenza tennistica)…è sempre un piacere…

  67. flexible scrive:

    mi unisco al raduno dei vecchetti e sorrido a piene gengive come solo tra vecchi amici si può fare

  68. daniela scrive:

    Non sono d’accordo con lo psicologo che accomuna Nadal a Murray come giocatore che si alimenta del sangue del nemico, mentre Federer e Gasquet alla fine proverebbero solo sollievo. Questo può valere sicuramente per Murray, ma non per Nadal che vedo sempre come ogni incontro sia una sfida a se stesso per migliorare. Una persona del genere non potrebbe, con un pubblico sempre per Federer, dichiarare subito il suo dispiacere per l’altro o elogiarne il come sappia perdere.

  69. Fede scrive:

    Noto con piacere che Scanzi si ricorda ancora di noi e non è ancora stato inghiottito da Michele Santoro, Mentana e Costanzo. Si vede che del tennis ha bisogno, secondo me è la cosa che lo diverte di più.
    Molto bello questo ritratto del suo tennista preferito: spiacenti, io son della parrocchia di Federer, che l’aretino notoriamente non ama assai.
    Secondo me Scanzi ha capito tutto della vita. Scrive di quello che gli piace, va in tv a litigare con Gasparri (un sogno che abbiamo tutti), fa il telecronista, vive in una parte d’Italia bellissima, fa il giornalista ma ci tiene a rimarcare che la pensa come Travaglio, è intellettuale ma proletario (ama il vino, Gianni Mura, le osterie…), è educato ma polemista, è amico di Fossati e Luttazzi, non sopporta Berlusconi ma neanche Veltroni, ha gli occhi azzurri e i piercing, è caruccio, ha un bel cane e una bellissima moglie (a giudicare dal sito).
    Se non mi piacesse leggerlo, mi starebbe quasi antipatico.

    Un saluto a Scanagatta da un vecchietto over quarantenne, che le sue telecronache se le ricorda con piacere.

  70. +PSTN+ scrive:

    Ho avuto tempo e voglia di leggere tutto e già da tempo manifesto la stessa perplessità nei confronti di Voortrekker Boer fatta notare anche da Stefano Grazia.
    Incollo:
    “va bene avercela con Scanzi quando scrive qualcosa su cui non si e’ d’accordo,ma non comprendo e non condivido l’astio a prescindere del Boero (che peraltro ho spesso apprezzato in altri commenti)”
    Naturale come queste 3 righe avrei potuto scriverle io in quanto condivido tutto.

    Gradito, in caso volesse, un chiarimento…altrimenti niente.

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