Terzo riassunto - dal post n.122 al n.150

 
7 Agosto 2007 Articolo di Giovanni Di Natale
Author mug

Stefano Grazia scrive:
18 Marzo 2007 alle 23:20
150,credo…E quindi:
PREVIOUSLY ON GENITORI & FIGLI
(Precedenti riassunti ai post 71 e 110)
Il BLOG aperto da un incauto post del condirettore di Match Point Stefano Semeraro sui Bambini Prodigio Con La Racchetta, si è sviluppato su vari temi ed ha avuto fra i partecipanti più assidui Anto, Marcos, Stefano Grazia e le Partecipazioni Straordinarie di Fulvio Fognini, Luca Quinzi, Giuseppe Zito,Raimonda Mastelloni e Francesco tutti genitori di Promesse Italiane più o meno affermate.
Vi sono Genitori che hanno ritenuto non forzare i propri figli e magari si chiedono, di fronte all’entusiasmo attuale se non si siano sbagliati e soprattutto se ora non sia troppo tardi, vi sono genitori che hanno forzato il figlio e si chiedono se non l’hanno invece già bruciato, vi sono Genitori che si chiedono se le richieste dei Coaches di aumentare i carichi non siano esagerate e ci sono Genitori che sono convinti di avere tra le mani un Fenomeno e che quindi valga la pena di assecondarne le potenzialità pur consapevoli che “del doman non v’è certezza”, vi sono Genitori che inorridiscono ai carichi di lavoro a cui sono sottoposti i pargoli degli altri, vi sono Genitori che ritengono che i Ragazzi Italiani non abbiano la Fame, intesa come la voglia di emergere, il Fango Sudore e Polvere da Sparo o il Blood Sweat & Tears, insomma QUELLA VOGLIA DI SOFFRIRE che invece per esempio i Ragazzi Sud Americani o Quelli Venuti dall’Est sembraNO POSSEDERE, e vi è anche chi Genitore non è ma dal di fuori si domanda, correttamente, se a volte il problema non siano i Figli ma appunto i Genitori. Non solo quelli cosiddetti ‘abusivi’, cioè troppo pressanti e sclerotici alla Agassi,Pierce, Graf,Capriati,Dokic ma anche quelli troppo mollaccioni, che la danno sempre vinta ai propri angioletti e non ne forgiano il carattere. Fra le Teorie che si sono imposte per originalità o profondità dobbiamo citare senz’altro:1)la TEORIA DEL PRECOCISMO NATURALE e DEL PRECOCISMO INNATURALE, dottamente nonché brillantemente esposta da QUINZI Padre2)LA TEORIA DELL’OVERACHIEVEMENT riportata da GRAZIA, il noto settimanale femminile3)LA TEORIA DEL CHI VIVE SPERANDO,MUORE CAGANDO rilanciata da GRAZIA, Stefano 4)E soprattutto LA TEORIA DELLA MIELINA, secondo cui la Mappa del Talento altro non sarebbe che la Mappa della Mielina, teoria scientificamente riconosciuta e riportata in questi giorni da un eccellente articolo sul NY TIMES indicatoci dall’ancora più eccellente Angelica, una delle poche presenze femminili del nostro Blog e per questo, ma anche indipendentemente da questo,ancora più preziosa. Cosa dice la Teoria della Mielina? Che stimulando ripetutamente un nervo (facendo per esempio ripetere e ripetere un dritto perfettamente impostato si sviluppa intorno a quel dato nervo una sostanza che lo isola, come un nastro da elettricista, e così facendo migliora la qualità e la velocità dell’impulso. Da cui la Formula secondo cui il TALENTO sarebbe:
Deliberate Practice+Time=Myelin=TALENTdove il Deliberate practice sarebbe l’allenamento impostato sulla tecnica concentrandosi senza posa sul migliorare le proprie debolezze.Lo stesso articolo individua anche un’altra formula, complementare e basata sull’osservazione di quella fucina di campioni russi che è lo Spartak Club di Mosca e cioè:Genitori Motivati + Bambini presi in età precoce + Insegnamento Rigoroso della Tecnica + Disciplina Spartana = Talento
Questa Teoria trova subito d’accordo Anto che scrive: “Si parla di Academy, si parla di rette, si parla di mental trainer, di body trainer, tutti argomenti interessanti, ma l’amara verità è che non abbiamo un campione. Cipro - Baghdatis, perfino Paradorn from terra del sorriso è arrivato top 9, e noi italiani, padroni del calcio, Ferrari mito imperante, Valentino Rossi icona vivente, non Abbiamo un top 10. Signori l’atleta che ci potrebbe dare lustro dovrebbe avere la voglia di soffrire come quelli che asfaltano le autostrade in agosto, la potenza di uno spaccapietre, la tecnica la può anche imparare” e fra un aneddoto e l’altro (illuminante quello di Tipsarevic) sconsolato arriva a sperare nell’arrivo di un immigrato naturalizzato, un Yannick Noah all’italiana. Anche Giovanni Di Natale ritiene che “ che la condizione di vita sia determinante per emergere” E cita Silvia La Barbera, è diventata campionessa europea Juniores dei 5000 metri, che si doveva fare 60 km ogni giorno per andare ad allenarsi e chiude osservando come troppo spesso alcuni genitori non siano in grado di aiutare i figli. “Troppe pressioni, troppe ambizioni. Ed alle volte anzichè insegnare il “sacrificio” si limitano a soddisfare ogni richiesta, trasformando i propri figli in campioni prima ancora di aver vinto una partita.” Troppo spesso insomma ci preoccupiamo dell’Abusive Father ma a volte i danni maggiori li fanno i genitori troppo permissivi e accondiscendenti. Dove é il confine? Il magico equilibrio? Quello che Rita sembra aver identificato nel rapporto che Francesco ha con la figlia Francesca,10 anni, che vede partecipare a volte da sola, quasi più piccola del suo borsone col trolley, ai tornei in trasferta con la squadra.
Nel frattempo il nostro Saggio Guru Marcos ammonisce sul rischio per i bambini di imparare solo a gestire i problemi che ti pone il campo e l’avversario e di crescere nella disperazione di non riuscire ad ottenere quel successo che magari con l’aiuto di genitori imprevidenti si erano posti come unico obiettivo, Gio 92 ci informa che il figlio di 9 anni si è dato alla lettura, lui che non legge mai, di Match Point, Stefano Grazia che son poi io ritiene che il Genitore debba dare l’esempio (faticando lui stesso invece che costringendo il figlio a farlo da solo),Heraimo riesce a far ricomparire Ubaldo chiedendogli il riscontro di un voto (“10”) a un genitore sul suo famigerato Pagellone (beninteso, famigerato solo per chi è permaloso come un Barazzuti qualsiasi), Roberto chiedendosi come mai in un Italia che primeggia in tanti sport fatichi invece così tanto nel tennis, identifica il motivo del “nulla di nulla” nel fatto che “per anni siamo stati una nazione tennisticamente sottosviluppata dal punto di vista tecnico: non avevamo più il “software”, il “know-how” aggiornato. Eravamo una nazione arretrata, quasi come gli stati africani citati nell’articolo del NY Times.” E conclude: “Ergo: bisogna lavorare sulla cultura tennistica. Altri paesi ce l’hanno grazie alla loro tradizione di eccellenza. Noi, ce la dobbiamo costruire, studiando, sprovincializzandoci, imparando dagli altri, prendendo i migliori modelli, copiando in modo intelligente.” Esortando a rimboccarsi le maniche.
Negli ultimi blogs dopo che Marcos disserta sulla validità del vecchio motto “calci in culo e pedalare”, e Stefano Grazia che cita il Gilbert di “nel tennis ci sono 5 gg nell’anno in cui perdi da tutti e 5 gg in cui vinci da tutti MA SONO GLI ALTRI 355 CHE TI DEFINISCONO COME GIOCATORE”, nel lungo blog che segna il suo atteso ritorno a Genitori & Figli, il Miglior Telecronista dopo Clerici/Tommasi, nell’esaminare il particolare caso di Adelchi Virgili si chiede “se sia più giusto fare come le Williams, che saltarono a piè pari l’attività junior per pensare subito in grande (ed è quello, mi pare, che ha in mente di fare Adelchi Virgili detto Bobo, di cui il talento non si discute) o misurarsi anche con i coetanei, cementando il proprio carattere? O è meglio, ancora, affinarsi talmente tecnicamente che poi la propria superiorità tecnica ti consentirà di saltare d’un balzo tanti passi intermedi? Insomma, conta più la tecnica o la testa supportata da un po’ di tecnica?” suggerendo da parte sua che forse deresponsabilizzare completamente possa non aiutare a maturare. Un pizzico di responsabilità in più,insomma, non guasterebbe.
Prendendo spunto dalla lunga coda del post riguardante Splendori e Miserie del nostro tennis italiota, dentro e fuori le quinte, raccontato con melanconico rammarico dal nostro Ubaldo, Heraimo si chiede,novello Roy Il Replicante di Blade Runner: “Qual’è oggi la caratteristica che ti porta ad avere successo nella vita? Essere preparati? Avere delle competenze? Essere istruiti? Essere onesti? ” Insomma:Chi siamo? Da dove Veniamo? E soprattutto: dove stiamo andando?,continua Heraimo sempre più sconsolato:”che senso ha perdere il sonno la notte perchè i nostri figli che fanno sport si perdono l’istruzione scolastica?” visto che il mondo del lavoro premierebbe non chi ha studiato di più ma chi sa destreggiarsi meglio.La scelta di fare sport agonistico allora rimarrebbe “ancora quella più etica e “istruttiva” in quanto sul campo non ci sono raccomandazioni, sotterfugi e furbizie, sei tu contro il tuo avversario in una sfida onesta e corretta come disse, e perdonatemi se ancora lo ripeto, Pancho Segura: La gente non lo capisce ma sul campo non ha importanza se tu sei ricco, pvero, bello, brutto,elegante o sciatto…it’s you and me,baby, just you and me…E su questi inquietanti e ancestrali interrogativi vi lascio a meditare, rinnovando ancora una volta la mia domanda provocatoria andata senza risposta (e farete bene invece a rispondere che altrimenti continuerò a ripeterla ogni 10 posts):”Potendo disporre di 50.000$, e solo di 50.000$ per buttarli su un anno in una importante Academy Americana o con un importante Coach, quando li vorreste spendere? A 10-12 anni o a 13/14 o a 16/18? Insomma, quando é il momento di investire?”
E se non vi sembra poi così tanto importante, vi ricordo quanto scrive Rita: “Trovo costruttivo lo scambio di pareri sul modo di star vicino ai nostri figli nel portare avanti un passo dopo l’ altro le varie fasi dello sport che stanno praticando”
Insomma, …Nessun genitore di minitennista è un isola, come diceva infatti John Donne.

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