BetFair, via ad una storia geniale.
Un capitale moltiplicato 1500 volte (con vari sistemi…)
Hanno “fregato” i bookmakers.
Ma se non stai attento rischi di puntare su un tennista già sconfitto

 
15 Ottobre 2007 Articolo di Carlo Zuccoli
Author mug

Il concetto vincente di scavalcare i bookmakers mettendo in contatto chi crede che un evento si verifichi con chi crede che invece non si verificherà. I rischi per i “polli”: scommettere su un cavallo già in pensione, su un match di tennis già finito da ore, su un cavallo che non esiste ma che ha una quota superaccattivante.

Non pensava certo che la bomba gli sarebbe scoppiata in mano. Alla fine degli anni 90 Andrew Black, un signore di 42 anni e trader che si occupava dello stock market oltre che programmatore di software (nonché giocatore professionista di bridge e scommettitore professionista sulle corse dei cavalli), riuscì a convincere Edward Wray, un altro signore di 37 anni, che da otto anni lavorava anche lui come trader presso la JPMorgan Chase & Co, a fondare BetFair. Investirono 1 milione di sterline raccogliendoli anche tra gli amici. Oggi BetFair ha oltre un milione di clienti registrati e nell’aprile del 2006 quando Softbank ha acquistato il 23 per cento della società, il valore globale della società era diventato di un miliardo e 500 milioni di sterline. Si era cioè moltiplicato per 1.500 volte!
Il concetto fondamentale di Black e Wray era che per battere i bookmakers bisognava essere più bravi di loro di circa il 20%, in quanto quella era la percentuale che si tenevano (e si tengono) per sé, mediamente sulle corse dei cavalli, a fronte del rischio che si assumevano (e che si assumono): in gergo si chiama MOLT, Margine Operativo Lordo Teorico.
Lanciando la piattaforma Betfair (che si può tradurre “scommetti al meglio o scommetti giusto”) i due hanno creato una struttura d’intermediazione in modo da mettere in contatto chi vuole offrire delle quote su un avvenimento (sia sportivo sia non sportivo) pensando che si verifichi con chi ritiene che quello stesso avvenimento invece non si verifichi (la vittoria di Tizio vs Caio ad esempio).
Di fatto sulla piattaforma si trovano layers (bookmakers, allibratori) pro tempore, e backers o punters (scommettitori) anch’essi pro tempore, che però, alternativamente, possono scambiarsi le posizioni, lucrando, se sono accorti, tante volte addirittura prima che l’evento si verifichi, sulle differenze, proprio come in Borsa, qualunque sia il risultato.
D’altra parte i contratti di Borsa e i contratti assicurativi sono la base per capire i contratti di scommessa.
I due soci fondatori di BetFair avevano capito che si potevano battere i bookmakers sulle quote proprio con la loro piattaforma che permette al layer e al punter di scontrarsi con un MOLT praticamente uguale a zero.E’ senz’altro più remunerativo operare sugli exchanges (così si chiamano le piattaforme del tipo Betfair), dove le quote sono più alte, che non presso i bookmakers dove le posizioni di layer e di punter, tra l’altro, sono fisse.
Lo scontro micidiale che in Inghilterra è in corso tra i bookmakers tradizionali e gli exchanges si è scatenato causa la diversa imposizione fiscale prevista dallo stato Britannico.
I bookmakers tradizionali corrispondono il cosiddetto GPT (Gross Profit Tax) che, tradotto in soldoni, è costituito dal 15% sui proventi settimanali lordi (oltre alle normali imposte sul reddito delle società), mentre chi opera, anche in maniera continuativa sugli exchanges, muovendo anche cifre molto considerevoli, dalla parte del banco (layer), non paga nemmeno una Sterlina d’imposta.
In caso di successo, sia il layer sia il backer, corrispondono a Betfair una commissione che varia, in discesa, dal 5% al 2%, a seconda dei volumi mossi sulla piattaforma.
L’idea, dal punto di vista tecnico è straordinaria, tanto che Betfair ha vinto uno speciale Award (premio) offerto a questo tipo d’imprese tecnologiche dal Department of Trade & Industry in nome di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, nonché quello offerto da Ernst & Young per l’Emerging Entrepreneur of the Year.
Ora sulla piattaforma si può fare di tutto e la Poker Room macina somme da capogiro per ognuno dei 365 giorni del calendario.
Lo Stato Italiano, nel Gennaio del 2007, con apposito decreto dell’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato, ha oscurato migliaia di siti che sul web danno la possibilità di scommettere on – line e che molte volte sono dei veri e propri Casinos, come Betfair.
Ormai le somme scambiate su Betfair e i profitti di Betfair sono colossali, tanto che i due co-fondatori sono sbarcati personalmente nel mercato del purosangue acquistando puledri di grande pregio e di grande prezzo.
Quest’anno un loro cavallo, Winker Watson, che ha 2 anni, prima di farsi male, ha vinto in Inghilterra corse molto importanti.
Tutto perfetto sulla piattaforma Betfair?
Direi proprio di no.
Qualche anno fa, surfing the site, trovai una quota interessante del tennista Shrichapan a battere uno sconosciuto: l’evento era aperto (si può scommettere anche in – playing, nel pieno corso di una partita di tennis, di pallone, etc.) e buttai, come backer, £ 10 sterline sul tennista thailandese.
Dopo poco scoprii che avevo perso e che l’incontro, in programma a Hong Kong, si era disputato 9 ore prima, senza che i responsabili della società avessero chiuso quel mercato.
Bel pollo lo Zuccoli (io cioè…)!. Ebbene sì, ma non vi era nessun controllo sulla piattaforma, che è piena di cheaters (bari) che, ad esempio sulle corse dei cavalli, in – playing (mentre sono in svolgimento), richiedono per un solo istante quote grossissime, che fanno pensare a chi non segue le corse dal vivo, che quel cavallo sia fuori corsa o sia caduto, quando magari è in testa di 10 lunghezze.
Qualche pirla abbocca all’amo e qualche Sterlina o qualche Euro (la valuta è a scelta di chi si registra sulla piattaforma) se ne va.
La scorsa Domenica, a Parigi, si è corso l’Arc de Triomphe, vinto da un cavallo montato dal fantino Francis Kieren Fallon, che proprio in questi giorni, all’Old Bailey, a Londra, sta subendo un processo penale per frode (lo accusano di aver “arrangiato” 27 corse!).
Il Signor Fallon, sostiene l’accusa, passava, informazioni, direttamente o indirettamente tramite intermediari, a tale Signor Rodgers, che assumendo la posizione di layer su Betfair, aveva la certezza che avrebbero perso quei cavalli che il sei volte Champion Jockey in Inghilterra montava.
Betfair ha fornito ampia collaborazione alla Polizia Londinese e alla Magistratura, ma la verità vera è che con l’introduzione degli exchanges l’integrità degli avvenimenti sportivi oggetto di questo mercato in molti casi se ne è andata a farsi benedire.
Troppo forte è la tentazione per un addetto ai lavori di falsare il risultato di un evento per poi lay grosse cifre sulle piattaforme degli exchanges attirando il parco buoi al massacro (vedasi il caso Davyidenko v. Arguello dove sono stati scambiati su Betfair oltre £ 3.500.000).
Ho domandato ad un funzionario di Betfair Italia (la società ha acquistato la concessione per gli exchanges – Betfair.it – in seguito al Decreto Bersani):”Come è possibile che a due giorni dalla disputa dell’Arc de Triomphe 2007 il mercato fosse ancora aperto su due cavalli (Sir Percy e Manduro), notoriamente infortunati e notoriamente già impegnati nell’attività di warm – up, cioè di riscaldamento, per la loro carriera stalloniera? Insomma, si fa scommettere anche su cavalli ormai …in pensione! Allora se io chiedo di aprire il mercato su un cavallo (inesistente) di nome …Luigi Figoni, posso offrire delle quote?”. Questa la mia domanda.
La risposta, che mi ha sconvolto, è stata:”Se più di un cliente fa quella richiesta, noi consentiamo il mercato su Luigi Figoni!”.
Insomma, registratevi pure sulla piattaforma, che nonostante il Decreto di oscuramento, è visibile in 10.000 modi diversi, tutti incontrollabili nell’era della globalizzazione d’Internet, ma… “attenti al lupo”. Qualche Cappuccetto Rosso (o pollo) ci casca sempre.

Carlo Zuccoli
Editor-in-chief www.rossonelluovo.com

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15 Commenti a “BetFair, via ad una storia geniale.
Un capitale moltiplicato 1500 volte (con vari sistemi…)
Hanno “fregato” i bookmakers.
Ma se non stai attento rischi di puntare su un tennista già sconfitto”

  1. Antonino Sollena scrive:

    E’ ovviamente responsabiiltà del singolo giocatore prestare attenzione su ciò che si gioca e questo è ben scritto nelle note delle varie giocate.

    Io stesso ammetto di essermi fatto un piccolo utile (150 euro circa, nulla di che) al torneo di Palermo femminile, grazie al fatto che seguivo il torneo dal vivo e non c’era alcun “live” del torneo. Così quando ad esempio la Krajicek perdeva al primo turno sotto ai miei occhi, c’era ancora chi la voleva giocare come vincente il torneo: allora, qualunque cose volesse, io la prendevo (tanto ormai ero certo che non avrebbe più vinto il torneo). Chiaramente chi vuol giocare una giocatrice e si trova all’oscuro (cioé senza risultati live in rete), deve fare la massima attenzione a togliere la puntata quando è previsto l’incontro della giocatrice in questione; se non lo fa, è normale che qualcuno se ne approfitti.

    Per il resto, betfair è una grande invenzione, molto divertente. Certo c’è chi crea e distrugge ingenti capitali; per chi, come me, è un supporto per seguire con più divertimento la mia passione tennistica (giocando cifre modeste, giusto per divertirsi con scommessine che non superano quasi mai i 10 euro), è invece davvero un bel giocattolino.

  2. Colin scrive:

    Come detto da Antonino,chi gioca deve sapere cosa sta giocando!Gli Utenti di Betfair sono per la maggiorparte Professionisti del Betting e del Trading,quindi è normale che ci sia gente che a volte approffitti delle ingenuità dello scommettitore saltuario!Per avvicinarsi a Betfair bisognerebbe provare,fare degli esperimenti per capire a pieno i vantaggi del Lay e del Back(che se usati con saggezza,possono dare dei buoni risultati),e sopratutto giocare poco denaro!Io vedo Betfair come un Mare Pieno di Squali,se vai preparato puoi sopravvivere…Se vai senza i mezzi ti Azzannano in un baleno!!

  3. Stefano Grazia scrive:

    Certo che solo pensare di chiamare un cavallo Luigi Figoni dovrebbe di per se rendere sospetto chiunque…
    Scherzi a parte, interessante articolo…resto comunque dell’idea che ho avuto un bel c… ad essere completamente immune dal virus scommesse…Parafrasando il celeberrimo Nicola Arigliano io non scommetto…discuto!

  4. Backdoor scrive:

    Una volta, mi pare o sbaglio?, si diceva che esisteva il fenomeno delle partite truccate o vendute, e la ‘colpa’ era delle scommesse clandestine. Adesso va di moda sostenere che l’esistenza delle combine è colpa degli exchanges o delle scommesse ‘in-play’.

    Cambia l’aspetto di quello che potremmo chiamare “l’uomo nero” ma non cambierà mai l’abitudine di rifiutarsi di vedere che la colpa è di chi si vende la partita. E solo sua. E lui va che merita ‘gogna’ e punizione.

    Oppure, poverino, è diventato peccatore perchè qualcuno l’ha tentato?

  5. thomas yancey scrive:

    Le informazioni del sig. Zuccoli sono preziose e illuminanti. E’ del tutto evidente che si sta combattendo un’autentica guerra fra gli allibratori tradizionali e le “borse delle scommesse, con “Betfair” in testa di gran lunga. Ciò diventa anche la chiave di lettura per comprendere le voci e le dichiarazioni che stanno interessando il mondo del tennis. A questo punto diventa molto probabile l’ipotesi che le affermazioni di alcuni giocatori siano cavalli di Frisia a difesa degli interessi dei bookmakers tradizionali.
    Fatte le debite considerazioni, penso si possa comunque prevedere un trionfo a mani basse dei “Betting Exchange”. Non credo peraltro che tale stato di cose possa mutare significativamente il comportamento dei giocatori. Le motivazioni di qualunque genere sono una spiegazione molto insufficiente dei comportamenti degli individui. Gli uomini si comportano come si comportano semplicemente perché sono fatti in quel modo. Jack lo squartatore nel Convento di San Damiano non sarebbe diventato San Francesco.

  6. roberto scrive:

    Ragazzi, eccellente articolo quello del sig. Zuccoli, molto chiaro e intelligente, ma non ne posso più di sentir parlare di scommesse…

    OFF TOPIC STRETTAMENTE TECNICO:

    Karin Knapp ha superato le qualificazioni del torneo di Zurigo, ultimo tier one della stagione Wta, battendo 64 63 nel turno decisivo la giovane promessa polacca Agneska Radwanska.
    Sottolineo che Karin ha superato un torneo di qualificazione di notevolissimo livello, avendo battuto al primo turno la Estone Kaia Kanepi, n. 55 del ranking, al secondo turno la cino-americana Meilen Tu, n. 47, (quest’anno vera e propria ammazzaitaliane) e infine la forte ragazzina polacca, una ‘89 già n. 31 Wta e prima testa di serie delle quali.
    Praticamente, dal punto di vista tecnico è come aver vinto un torneo tier 4.
    Ora speriamo di poterla vedere su Eurosport, e presumo che tra poco Riccado Bisti ci spiegherà tutto.
    Molto bene, speriamo in un’altra buona setimana per le nostre donne, ché dai maschietti, non mi pare sia il caso di aspettarci nulla, visto che Seppi non è a Madrid.

  7. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ricevo dalla FIT riguardo ai biglietti per gli Internazionali BNL d’Italia 2008
    INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA
    Aperta la biglietteria

    Si è aperta oggi, lunedì 15 ottobre, la vendita degli abbonamenti per gli Internazionali BNL d’Italia 2008. L’apertura delle vendite avviene quest’anno con largo anticipo rispetto al passato per consentire a tutti gli appassionati di scegliere per tempo il proprio posto sul Campo Centrale.Tra le novità, il pacchetto, denominato “Super Weekend”, che permetterà di assistere a tutte e sei le giornate-clou dei due tornei: i venerdì, i sabato e le domeniche.
    “Super Weekend” sarà posto in vendita a partire dal 1. novembre fino al 7 gennaio 2008, data in cui comincerà la commercializzazione dei biglietti giornalieri. Fino al 29 febbraio i vecchi abbonati avranno diritto di prelazione sul posto che occupavano l’anno scorso. Dal 1 marzo verrà abolito ogni vincolo.
    Dal 15 ottobre al 6 gennaio sarà possibile acquistare gli abbonamenti soltanto presso la Biglietteria Centrale del Foro Italico (Via del Gladiatori, 10 – 00194 ROMA) con le consuete modalità. Negli orari d’ufficio sarà possibile chiedere informazioni al numero verde

    800-62.26.62

    Dal 7 gennaio, invece, verranno attivati gli altri canali di vendita: il sito Internet della FIT http://www.federtennis.it e le ricevitorie autorizzate della catena LOTTOMATICA.

    Roma, 15 ottobre 2007 Ufficio Stampa F.I.T.

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    ——————————————————————————–

  8. Massimiliano Bancora scrive:

    Buongiorno - leggo tante inesattezze nell’articolo di Zuccoli. Mi dispiace che dopo Clerici anche Scanagatta si sia lasciato influenzare senza andare a fondo alla materia. Sarei lieto di approfondire attorno ad un tavolo tutti gli argomenti trattati, magari sarebbe il momento di fare luce sui temi di cui tanto si discute: l’integrità del tennis in generale e del tennis italiano in particolare. Tema che immediatamente pone Betfair su un piano completamente diverso rispetto agli altri bookmaker.

    L’innovazione, è chiaro, dà fastidio a molti e soprattutto alle aziende già affermate, ma quando l’innovazione è positiva verso il cliente non può essere fermata dai concorrenti, il mercato ha le proprie regole. E’ quanto è successo a Betfair in Inghilterra: ormai non c’è più discussione circa la validità del modello. La discussione si è spostata altrove, laddove si pensa di limitare l’innovazione per impedire che possa di nuovo cambiare l’ordine stabilito.

    Mi fa piacere leggere i commenti dei nostri clienti che spiegano gli eventi illustrati da Zuccoli, eventi che estrappolati dal contesto non chiariscono alcun aspetto del nostro modello e mettono in cattiva luce quanto in realtà i nostri clienti apprezzano.

    M. Bancora
    Amm. Del. Betfair Italia

  9. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Nel ringraziare l’amministratore delegato di BetFair per il suo intervento _ quale onore! _mi sento di dovergli dire anche che pur non escludendo affatto di potersi sedere al più presto attorno a un tavolo (suggerisca lei quando, perchè no?) io ho ospitato qui un intervento di Carlo Zuccoli a beneficio delle migliaia di internauti che leggono questo blog. Più che lasciarmi influenzare direi, quindi, che gli ho dato quello spazio che francamente non nego a nessuno purchè si esprima in termini civili. Così come lo darei a lei, tutto quello che vuole, se lei anzichè liquidare il commento di Zuccoli dicendo che ha scritto tante inesattezze, volesse cortesemente spiegare quali siano (a suo avviso e responsabilità naturalmente). Sono certo che alla fine ne sapremmo di più. Sempre meglio udire più campane che una o poche, no?
    Se lei intende far luce su quei temi cui allude, l’integrità del tennis in generale e del tennis italiano in particolare, le rispondo subito magari!, ben venga, ne sarò onorato.
    Ma perchè non cominciare a farlo su questo blog così frequentato? Sono certo che troverebbe lettori (e magari interlocutori) interessati.
    Se invece, per qualsiasi motivo, invece lei volesse far luce…restando al…buio, beh, io sarò un po’ meno contento eppur tuttavia più che disponibile ad ascoltare le sue idee, le sue eventuali precisazioni (ma se poi a trascriverle fossi io, potrei sembrare influenzato…invece se le scrive lei, come per Zuccoli, il problema non si porrebbe, no? In questo secondo caso, comunque, per contattarmi mi scriva per favore al mio indirizzo e.mail ubaldoscanagatta@yahoo.it dandomi le sue coordinate e vedremo di far quella luce di cui tutti sentiamo il bisogno sia sul tennis internazionale, sia _ più ancora forse _ sul tennis italiano.

  10. Massimiliano Bancora scrive:

    Quale onore ricevere una risposta da Ubaldo Scanagatta!

    La mia esperienza con i blog è che quando si condivide lo spazio con un altri autori in qualche modo si avalla anche quello che gli altri scrivono, soprattutto in un blog come questo, cui si giunge attraverso il tuo nome (mi permetto di darti del tu e ti chiedo gentilmente di fare lo stesso). Ma molto probabilmente è solo una mia opinione personale.

    Invierò al più presto una risposta articolata per spiegare come Betfair opera e chiarire alcuni particolari di quanto scritto da Zuccoli. Ti ringrazio fin da ora per lo spazio che vorrai darle.

    Mentre per quanto riguarda il tavolo attorno al quale discutere, non credo sia Betfair l’organizzazione più indicata ad aprirlo, mentre saremmo più che lieti di parteciparvi.

    MB

  11. thomas yancey scrive:

    Le spiegazioni del sig. Bancora sul modo in cui opera “Betfair” saranno sicuramente molto interessanti. Mi piacerebbe però anche comprendere perché, secondo la sua opinione, partecipare a un blog implicherebbe in qualche modo anche l’avallo delle opinioni altrui.

  12. marcos scrive:

    l’ultimo scambio epistolare produrrà un ulteriore approfondimento sul funzionamento del betting exchange. quando iniziammo a scrivere di queste cose, speravamo anche in questo!

    complimenti a zuccoli, che ha stimolato l’intervento di bancora (che anchio ringrazio) e ad ubaldo, che ha còlto immediatamente l’occasione.

  13. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ha scritto a me Massimiliano Bancora amministratore delegato di BETFAIR in Italia
    e pubblico qui pari pari

    Caro Ubaldo,

    Mi chiedi di parlarti delle mie impressioni sull’articolo pubblicato nel
    tuo blog e accetto volentieri l’invito. Le prime perplessità mi sono
    venute leggendo il titolo dell’articolo si parla di un “capitale
    moltiplicato 1500 volte (con vari sistemi)” e di Betfair che ha “fregato
    i bookmakers”. Linguaggio colorito? Insinuazioni?

    Entriamo nel merito. Il Sig. Zuccoli parla di mercati di scommesse
    aperti oltre la conclusione dell’evento sportivo: è vero che una piccola
    percentuale delle migliaia di eventi offerti quotidianamente su Betfair
    non è gestita attivamente dal nostro staff e i mercati possono essere
    chiusi con un ritardo variabile rispetto alla conclusione delle gare,
    ciò non toglie che i movimenti di scommesse che vi si svolgono sono
    controllati dal nostro nutrito team Integrity. Questo, naturalmente, è
    specificato a chiare lettere all’utente che è reso ben conscio di dover,
    in questi casi, tutelare la propria posizione di rischio. E’ anche vero
    che su Betfair tutte le possibilità di scommessa inizialmente proposte
    in un mercato ante-post rimangono disponibili sul sito (i “cavalli
    pensionati” del signor Zuccoli) anche quando le chance che siano
    vincenti si assottigliano o si annullano. Ad esempio, in un mercato
    sulle future presidenziali americane tutti i candidati continueranno a
    essere presenti sul sito fino a quando non sarà proclamato il nuovo
    presidente.

    Bisogna ammettere che quella del “cavallo inesistente” è una trovata
    simpatica del Sig.Zuccoli: Betfair, come molti bookmaker britannici
    (che, ricordiamolo, non devono attenersi a un palinsesto stabilito
    centralmente e uguale per tutti come succede in Italia) offre la
    possibilità di puntare anche su eventi apparentemente bizzarri ove ci
    sia interesse da parte degli utenti. Si pensi, ad esempio, gli
    improbabili matrimoni tra popstar e futuri reali d’Inghilterra o altre
    proposte fantasiose dei bookies d’oltremanica. Nell’occasione
    menzionata, il Sig.Zuccoli aveva chiesto al funzionario di Betfair
    Italia (suvvia Carlo, potevi fare il mio nome) della possibilità di
    aprire un nuovo mercato Betfair legato all’ippica e io gli avevo
    risposto che si, era possibile a fronte di un considerevole interesse di
    pubblico. Certamente il Sig. Zuccoli sa che possibilità del genere sono
    all’ordine del giorno presso tanti bookmaker internazionali e non dubito
    che sappia cosa s’intende quando in una conversazione si parla di Pinco
    Pallino o, come preferisce lui, di Luigi Figoni.

    In questi punti il Sig. Zuccoli si è limitato a dipingere a tinte fosche
    degli episodi piuttosto rari o delle semplici peculiarità del sito che i
    moltissimi utenti Betfair comprendono durante le prime sessioni di gioco
    - forse anche perché non assomigliano affatto ai personaggi descritti
    nell’articolo, giocatori pronti a scommettere su selezioni che non
    conoscono, su eventi forse ancora in corso o forse no e che si lasciano
    trasportare unicamente dalle “quote interessanti”, concetto che ci
    riesce difficile da comprendere senza un contesto - ma a un certo punto
    dell’articolo si prende una direzione netta:
    “la verità vera è che con l’introduzione degli exchanges l’integrità
    degli avvenimenti sportivi oggetto di questo mercato in molti casi se ne
    è andata a farsi benedire”

    Betfair ha fatto e continua a fare enormi investimenti sull’Integrity:
    un team specializzato costantemente aggiornato, tecnologie
    all’avanguardia, programmi Know Your Customer e continui rapporti con i
    regolatori dei diversi sport ci danno la possibilità di offrire mercati
    di scommesse trasparenti e un’esperienza di gioco serena ai nostri
    clienti. Ogni giocata su Betfair conserva delle impronte digitali
    elettroniche: siamo in grado di analizzare i dati relativi ad ogni singola
    transazione che ha luogo sul nostro sito in maniera estremamente
    dettagliata e approfondita e, dove ce ne siano gli estremi, condividere
    queste informazioni con federazioni e associazioni dei vari sport. Ad
    oggi, abbiamo stretto accordi per la condivisone di informazione nel
    caso di scommesse sospette con ATP e WTA, giusto per limitarsi al
    tennis. E’ parte della nostra strategia di crescita prendere contatto e
    promuovere tali accordi con il maggior numero di governing bodies nelle
    nazioni in cui acquisiamo licenza ad operare. Dall’altra parte - ma
    nell’articolo il Sig. Zuccoli dimentica di menzionarlo - oggi è
    perfettamente possibile entrare in qualsiasi agenzia di scommesse
    italiana o straniera e scommettere in forma completamente anonima sulla
    vittoria di un tennista (che è come scommettere sulla sconfitta
    dell’altro, vero Zuccoli?).

    Purtroppo la corruzione è un rischio che da sempre mette in pericolo il
    mondo dello sport e ritengo che i bookmaker - al di là dei singoli
    modelli di business - possano svolgere un ruolo centrale per supportare
    le attività delle autorità competenti nel combattere il problema,
    armandosi della mentalità giusta e degli strumenti operativi necessari.
    Un settore delle scommesse ricco e invitante, inoltre, contribuirebbe a
    erodere quelle porzioni delle domanda di gioco tuttora soddisfatta da
    allibratori collegati alla criminalità organizzata, in quel sottobosco
    in cui si generano le peggiori distorsioni per lo sport.

    Credo che Betfair abbia fatto qualche passo nel senso giusto e l’allarme
    che abbiamo dato al mondo del tennis ne è la prova.

    Tornando al titolo dell’articolo: Betfair vale tante volte di più
    rispetto a quando è stata fondata perché è il primo sito di scommesse
    che non si limita a tradurre per il web un modello di bookmaker
    convenzionale, ma ne inventa uno nuovo, basato sulla comunità e la
    comunicazione di appassionati lontani. In poche parole è il primo
    bookmaker “nativo” di Internet. Innovazione e management oculato ci sono
    valse tante soddisfazioni e premi, ma forse l’ingrediente fondamentale
    per il successo di Betfair è stata la nostra attenzione per la
    trasparenza e correttezza.

    Il Sig. Zuccoli ha opinioni forti - Betfair si basa sulle opinioni, non
    può che essere un complimento - ed è proprio perché gli riconosco una
    certa familiarità con il mondo delle scommesse che le posizioni così
    irruente e parziali che rivolge a Betfair in questo e in altri articoli
    precedenti mi lasciano contemporaneamente perplesso e incuriosito.

    Mi auguro che il mio intervento abbia arricchito la conversazione
    sull’argomento.

    Un cordiale saluto anche a tutti i lettori del tuo blog.

    Massimiliano Bancora

  14. D'ONOFRIO GIAMMICHELE scrive:

    SONO UNO SCOMMETTITORE ONESTO (purtroppo e a ragione un imbecille).SULTROTTO ITALIANO,ORMAI UN EX,DATI I PRELIEVI DEL 25-50%,E OVVIAMENTE ASPETTO L’ARRIVO DEI BETTING-EXCHANGE IN ITALIA COME IL MESSIA.PENSO CHE SIA MEGLIO CHE LE SCOMMESSE SIANO NOMINATIVE ANZICHE’ ANONIME COME ORA,MA IL RISCHIO VERRA’ DALL’AUMENTO ESPONENZIALE DEI VOLUMI CHE RENDERANNO I TRUFFATORI E I DOPATORI MOLTO PIU’ ATTIVI.CI SONO PERSONE CHE SCOMMETTONO ESCLUSIVAMENTE SU CORSE TRUCCATE O CAVALLI DOPATI(da decine di anni) ED ESSENDO IN NUMERO NOTEVOLE SONO DIFFICILMENTE NEUTRALIZZABILI.eE’ PERO’ FACILE COLPIRE I GUIDATORI,I FANTINI,GLI ALLENATORI,GLI ARTIERI,I PROPRIETARI, CHE SONO IN CONTATTO CON QUESTE PERSONE SOSPENDENDO O TOGLIENDO LORO LE LICENZE. SE IN FUTURO SI CONTROLLASSERO LE MIE SCOMMESSE SI NOTEREBBE CHE SONO FATTE SU VARI IPPODROMI,VARI GUIDATORI,A QUOTE ALTE O BASSE,SU CORSE CON VOLUMI BASSI,SU GRAN PREMI QUASI AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO,SU ALLENATORI DISPARATI,ECC…E NON E’ COSì SEMPLICE PER I TRUFFATORI-DOPATORI APRIRE CONTI IN CONTINUAZIONE E POI CAMBIARLI.SE SI VUOLE I RISCHI POSSONO ESSERE NON AZZERATI MA RESI MINIMI E SENZA L’INTERVENTO DEI SERVIZI SEGRETI POICHE’ TUTTI NELL’AMBIENTE SANNO CHI SONO I COLPEVOLI.

  15. vincenzo cioffi scrive:

    Sebbene io segua con interesse ed attenzione gli interventi dell dott. Zuccoli qui e nel suo sito “nelrossodell’uovo”, non posso fare a meno di notare ,con rammarico, una significativa “facilità” nel catalogare a forza determinate nascenti iniziative, idee, o stati di fatto in metodo binario , ovvero una cosa o è 0 o 1 ; altre possibiltà non vengono contemplate .
    Nei suoi , invero sempre interessanti, articoli non vi è possibilità di scorgere un terzo segno . Finanche in “asia” c’è l’ under ” 1 ” che prevede una voided bet in caso la scommessa sia nè vincente , nè perdente.
    Nelllo specifico nella discussione riguardante l’entrata in campo , che sembra prossima anche se non se ne conoscono le modalità , di Betfair nel mercato italiano mi sembra che le conseguenze possibili siano liquidate un po’ troppo sommariamente.
    Mi riferisco all’entrata in campo dell’ exchange sulle scommesse ippiche italiane, in quanto per le altre tipologie sportive (calcio, tennis , basket ) , di fatto betfair è già presente sugli eventi ITALIANI.
    Parlo con cognizione di causa in quanto allibratore ( l’ultimo su piazza ) presso l’ippodromo di agnano in Napoli.
    E’ certamente vero che la possibilità di andare in “lay” su se stessi è una possibilità che è quasi una certezza , mi riferisco ai protagonisti dello sport in oggetto, tuttavia è parimenti vero , e se possibilie di più , che l’ippica italiana, al momento, è con più di un piede nella fossa.
    Aldilà di tutte le possibili considerazioni sulle cause dello stato catastrofico della nostra ippica , a me è evidente che l’ippica così com’è oggi è bella che finita.
    Basti notare infatti l’età media dei frequentatori , sparuti nell’ippodromo e sparpagliati nelle “mila” agenzie.
    L’aggettivo che si potrebbe usare senza tema di grosso errore riguardo il cliente medio è , ahimè, ” canuto “.
    Ovvero non c’è più stato un ricambio generazionale di appassionati che a turno ha ,nell’archivio della propria memoria, conservato gli ordini d’arrivo delle batterie di vecchi “lotteria” tipo lobster as, indignato , lugano red per fare un esempio.
    Commetterei comunque lo stesso tipo di errore del dott. Zuccoli se volessi catalogare come “panacea” di tutti i mali l’entrata in gioco di Betfair nell’ippica italiana.
    Sono certo, tuttavia che a fronte della “contemplazione” della situazione dei nostri enti preposti, saprà certamente far meglio chi dell’ippica ha una vera e propria cultura , piuttosto che una profonda ignoranza su ciò che si fa finta di governare.
    Saluti
    Vincenzo Cioffi

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