Safin ammette: “Ho avuto paura”
Ora è un eroe, ma se perdeva…
Meritato 3-2 per la Russia

 
3 Dicembre 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

MOSCA _ Aveva tutto da perdere Marat Safin, quando è sceso in campo, contro Josè “Chucho” Acasuso per il match decisivo della finale Russia-Argentina sul 2 pari, dopo che David Nalbandian aveva battuto in 4 set Nikolay Davydenko rimontandogli un pericoloso break all’inizio del quarto e facendosi perdonare l’orribile prestazione fornita nel doppio sabato.

Se Marat avesse perso con Acasuso, rovinando la festa russa per la prima Davis da conquistare in casa (dopo la “prima” in terra francese nel 2002) qui non gliela avrebbero perdonata tanto facilmente. Il talento diventa un difetto quando non lo si esprime con la continuità che i tifosi pretendono da un campione, e lui è stato sì capace di diventare n.1 del mondo a 20 anni (novembre 2000, più giovane di McEnroe), ma anche di uscire giovanissimo dai primi 100. Un tipo senza mezze misure Marat, uno che non gioca mai da sette. O da dieci oppure da quattro.

Nella battaglia fra i due giganti al servizio _ 1,93 cm Safin, 1,91 cm Acasuso, 3 punti soltanto ceduti fra tutti e due nei propri games di battuta nel quarto set _ il russo che piace tanto alle donne (ben ricambiate…) ha dovuto soffrire per 2 ore e 50 minuti in un’atmosfera resa incandescente dal tifo dei 500 aficionados giunti dall’Argentina _ con Diego Maradona direttore dei cori _ oltre che dall’entusiasmo di 10.000 russi scatenati nel gridare “Ru-ssi-a! Ru-ssi-a!” come “Ma-rat! Ma-rat!” e ancor più nello sbattere fragorosamente i megabastoni di plastica forniti dallo sponsor della Davis.

Nell’unico match davvero combattuto ed incerto dei cinque visti a Mosca ha dovuto penare, cioè, fino all’ultima palla del quarto set, fino all’ultimo dritto _ peraltro abbastanza facile _ sbagliato sul 5-6 dal sorprendente Acasuso che gli aveva appena annullato il primo matchpoint sul 4-6, quando a Safin non era entrata la “prima” dopo cinque servizi vincenti nel tiebreak.

“Avevo un po’ di paura, non mi piaceva dover affrontare Acasuso che ha un gran servizio su questa superficie che non mi piace _ avrebbe confessato il simpatico Marat ancora sul campo mentre Boris Yeltsin si congratulava con lui e Tursunov e Andreev si rotolavano sul tappeto rosso _ ma avevo insistito con Tarpishev (il capitano) perché mi facesse giocare…e sentivo tanta pressione addosso! E’ stato tutt’altro che facile, ma alla fine però è stata proprio la mia maggior esperienza la chiave della vittoria. Per Acasuso questa era la prima grande finale, per me no…” aggiungeva lui, vittorioso in due Slam e sconfitto in altre due finali di un Major. “Come festeggerò? Non so, il resto della mia squadra è molto professionale…” Insomma, lui meno..

Se per i russi questo secondo trionfo nel “mondiale” maschile va associato alle soddisfazioni che arrivano dal tennis femminile (4 nelle prime 8 del mondo, 7 nelle prime 16!) per gli argentini, sconfitti con Vilas e Clerc anche nella finale del 1981 (a Cincinnati dagli USA di McEnroe e Fleming), non resta che la speranza di disputare prima o poi una finale in casa. Il tennis è il secondo sport del Paese, dietro al calcio e alla pari con il basket dell’idolo Ginobili, e se non incapperanno ancora nelle trappole del doping come è accaduto troppe volte in passato (a Chela, Coria, Puerta e Canas), prima o poi conquisteranno quella Coppa che finora hanno vinto soltanto 12 nazioni (inclusa l’Italia grazie al successo del ’76 nel Cile del morente Pinochet).

Nalbandian b.Davydenko 6-2,6-2,4-6,6-4, Safin b.Acasuso 6-3,3-6,6-3,7-6(7-5).

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4 Commenti a “Safin ammette: “Ho avuto paura”
Ora è un eroe, ma se perdeva…
Meritato 3-2 per la Russia”

  1. giandomenico cagnone scrive:

    domenica sera ho sentito il suo commento al giornale radiorai delle 19. bello, emozionante. ha ben descritto il caratterino del russacchiotto vincitore. ma a chi me lo paragona, tra i grandi degli ultimi venti, trent’anni?
    grazie

    giandomenico cagnone

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Come carattere, per la sua discontinuità ed imprevedibilità, a John McEnroe, oltre che al connazioanle Kefelnikov. Anche come talento _ sebbene le carattteristiche tecniche fossero completamente diverse, attaccante puro con le volee più fantastiche John, attaccante da fondocampo (e di modeste volee) Marat _ Safin non deve invidiare quasi nessuno dei grandi del passato. Ma con il suo metro e 93, con i suoi 88 kg, gli basta essere un minimo fuori condizione atletica per combinare veri disastri. E fuori condizione lui ci finisce spesso. McEnroe, fisico leggero e superscattante, era un atleta naturale, Safin è un atleta naturalmente possente ma bisognoso di continue rifiniture.

  3. angelica scrive:

    Ho letto questa frase su un forum
    - Nalbandian, lamentandosi per essere stato piazzato come primo match in mattinata: “Mi fanno giocare all’ora in cui Safin va a dormire”

    Non so se questa frase sia autentica, ma se cosi’ fosse e’ la sintesi perfetta del ‘mistero tenninistico’ Safin :D

  4. Nicola scrive:

    Marat resta comunque uno dei più grandi!..E’ in rado di fare quello che vuole in campo e con lui lo spettalo non manca mai!..Sono contento che sia riuscito a vincere un match importantissimo dopo tanto tempo!..Sono sicuro che l anno prossimo avrà un ottima stragione!..

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