Volandri tradisce l’attesa
e i romani lo tradiscono.
Simone, un ciclone.
Ma Patience era poca cosa.

 
6 Maggio 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Virtual Tour: day 3 in Rome e Berlin!

Regala il primo set all’”ammazzaitaliani” Lapentti e da n.42 precipita a n.65. Il pubblico lo abbandona e si riversa a vedere il più avvincente Gonzalez-Tipsarevic. Su Sky Sport 3 alle 23,30 il servizio sulla presentazione del libro di Ubaldo.

Clicca qui per leggere la cronaca del match di Bolelli a cura di R. Commentucci. Clicca qui per ascoltare le dichiarazioni di Simone (prime due domande di Michele Fimiani)

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Clicca qui per sapere come Seppi preparerà il match contro Blake, secondo il suo coach Massimo Sartori al microfono di Roberto Commentucci

Clicca qui per leggere le interviste di Federer e Roddick.

ROMA _ Quasi un eroe un anno fa. Prime pagine sui “politici”, passerelle tv, interviste e copertine su magazine extra tennis. Normale, per il primo tennista italiano in semifinale al Foro Italico, 29 anni dopo la leggenda Panatta. Non c’era arrivato in modo anonimo, come può capitare. Aveva sgambettato addirittura il n.1 del mondo Roger Federer e, già che c’era, un paio di freschi campioncini, il francese Gasquet e il ceco Berdych approdati tra i top-ten.

Caducità delle umane cose. Ieri l’eroe d’un anno fa, Filippo Volandri, invece, ha perso al primo turno _ e malamente _ dall’ecuadoriano Nicolas Lapentti, n. 74 del mondo con un passato piuttosto…passato di n.6 (novembre 1999).

E ha ceduto così malamente, 7-6,2-6,6-2, che il pubblico romano, delusissimo, l’ha persino abbandonato al suo triste destino per spostarsi a seguire un match più combattuto, quello vinto 7-6 al terzo sul serbo Tipsarevic dal cileno Mano de Piedra Gonzalez (finalista 2007 dopo un k.o. inflitto proprio a Volandri).

Guai ad abusare dell’espressione “dall’altare alla polvere”, ma poche attività come quella sportiva un momento ti portano in trionfo e un altro ti precipitano nell’abisso di una depressione che neppure l’alibi di un ginocchio dolorante può mitigare.

Se lo stesso Volandri ha detto “a metà del secondo set il mio ginocchio ha ceduto”, è verò però che il suo match aveva cominciato a perderlo scelleratamente già nel primo inutilmente condotto per 5-1 e 30-0 sul proprio servizio prima di cedere quattro punti a fila. Sul 5-2, 30-40 Filippo si è visto annullare un setpoint da un ace dell’ecuadoriano dai bisnonni siciliani _ si chiamavano Lapenta, all’anagrafe dell’Ecuador gli storpiarono il cognome, non solo il plurale ma anche una T di troppo _ poi ha perso di nuovo il servizio a 30. Non sarebbe stato l’ultimo patrimonio dilapidato dal “nostro”: 5 punti a 3 nel tiebreak. Primo set proprio regalato. Poi il ginocchio incriccato che però non gli impediva di vincere proprio il secondo set né di conquistare un break d’abbrivio nel terzo, 2-1 e servizio ma lì due doppi falli harakiri. Cinque games di fila mollati di brutto e da n.42 Atp ora precipita a n.65, preceduto anche da tre azzurri ora guidati da Starace (anche lui vittima a Montecarlo come già Cipolla, di Lapentti).

“Alti e bassi ne ho vissuti tanti nella mia carriera, ma ora sono veramente a terra. A Roma ci tengo sempre a far bene”. Stessa cosa dice anche Roger Federer, abituato a far bene quasi dappertutto. A Roger due sole finali al Foro (perdute da Mantilla e Nadal) procurano lo stesso fastidio avvertito ieri da Volandri. Tutto è relativo. Fed-Express ha vendicato antiche sconfitte con Canas con un doppio 6-3,6-3. Se Starace oggi batterà il gigante Karlovic, sarà il suo prossimo avversario. Potito sogna di imitare Volandri. Quello di un anno fa.

Queste le dichiarazioni di Massimo Sartori, al microfono di Roberto Commentucci:

di Roberto Commentucci

Simone parte alla grande anche a Roma. 60 63 in 1 ora e un minuto. “Devo migliorare ancora fisicamente e nel gioco al volo. Sto lavorando per ampliare il mio bagaglio tecnico. Nel tennis, più cose sai fare, e più diventi forte.”

Pronti, via, 60! Dopo poco più di 20 minuti Bolelli aveva già fatto suo il primo set, mettendo impietosamente a nudo i limiti del qualificato Olivier Patience, onesto 28enne transalpino, frequentatore del circuito challenger, qualche anno fa giustiziere di Volandri al primo turno del Roland Garros, dal quale anche Simone aveva perso nell’unico precedente, due anni fa. Ma questo Bolelli è giocatore di un’altra categoria, dal tennis classico e completo, che si avvia, a 22 anni, alla piena maturazione fisica, tecnica e agonistica.

Simone ha vinto i primi 9 punti della partita, alternando grandi bordate di diritto a improvvise palle corte. Il francese, che per tenere lo scambio era costretto a perdere tantissimo campo, nel tentativo disperato di tenere lontano l’azzurro ha finito per andare fuori giri, commettendo un gran numero di errori e naufragando completamente.

Nel secondo set Bolelli è lievemente calato di intensità e Patience, cercando di limitare gli errori e di muovere il bolognese, è riuscito a rimanere in partita fino al tre pari. Simone, più per distrazione che per i meriti dell’avversario, ha concesso una palla break nel 7o game, ma la ha prontamente annullata con il servizio, per poi ottenere il break decisivo nel gioco successivo, e chiudere l’incontro con grande sicurezza.

Simone ha confermato i recenti progressi negli spostamenti laterali: ora riesce a colpire di diritto dall’angolo sinistro senza scoprire troppo il campo, riesce a restare nello scambio anche se è costretto sulla difensiva, e la sua palla è molto pesante. Data la scarsa qualità dell’avversario, sempre a disagio nel palleggio, Bolelli non ha avuto neppure bisogno di verticalizzare troppo il gioco, e il pubblico non ha avuto modo di apprezzarne i recenti progressi nei pressi della rete.

Bolelli è stato sicuramente aiutato dalla poca consistenza di Patience, ma ha dimostrato concentrazione e maturità, adattandosi molto rapidamente al cambio delle condizioni di gioco (campi lenti e palle pesanti), qui a Roma molto diverse da quelle che il bolognese aveva affrontato la scorsa settimana a Monaco di Baviera.

Nel prossimo match, Simone se la vedrà con il vincente del derby francese fra Gilles Simon, e Jo Wilfred Tsonga.

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11 Commenti a “Volandri tradisce l’attesa
e i romani lo tradiscono.
Simone, un ciclone.
Ma Patience era poca cosa.”

  1. Nikolik scrive:

    Bellissimo e profondo articolo, uno dei più belli letti finora qui.
    Del resto, è proprio vero che le sconfitte, più delle vittorie, mostrano il lato migliore di ognuno di noi. E’ così, evidentemente, anche per gli articoli, sono più belli quelli che narrano di sconfitte, non di vittorie.
    Bravo.

    In effetti, vorrei rileggere gli entusiastici commenti di un anno fa, giusto, ben scritto.

    Forza Filo, non ti abbattere, oggi abbiamo sofferto e siamo delusi, ma nulla può cancellare i bellissimi anni di partite fin qui giocate e, soprattutto, quelle che si giocheranno ancora, tantissime, nonostante le ingiuste ed ingenerose critiche ora subite.

    Viva la Sconfitta.

  2. Matteo B scrive:

    E’ brutto vedere come oggi Filippo sia attaccato da tutti, sia definito finito, si dica che non ha mai ottenuto un risultato, che non vale molto e tante cose del genere, mentre un anno fa era osannato e la stessa gente probabilmente diceva che sulla terra era un top 5…
    La verità, come spesso avviene, credo sia nel mezzo…
    Filippo per molti anni è sicuramente stato in nostro numero 1, è un bravo ragazzo, ed è stato capace di fare il colpaccio in carriera proprio nel torneo maggiore del suo paese. Inoltre con costanza è uno dei pochi che, dei nostri tennisti è stato su buoni livelli. Per queste ragioni merita il rispetto di tutti, e non è giusto venga attaccato in questo modo (non mi riferisco ovviamente all’articolo qui sopra, ma ad altri blog tennistici e a brutti commenti che ho sentito al Foro).

    Non sono mai stato un ammiratore di Volandri e un suo particolare estimatore, però proprio nel momento suo più difficile mi sembra giusto riconoscergli i suoi meriti e difenderlo per quello che ha fatto.

  3. riccardo scrive:

    @matteo B

    matteo, credo che nessuno voglia attaccare realmente volandri, perchè nessuno in italia credo abbia mai pensato che potesse fare chissà quali grandi cose, e quindi al massimo c’è solo un poco di disappunto per come ha sciupato il primo set.
    Per quanto riguarda la sua carriera non credo sia un grande merito suo essere stato il primo giocatore di Italia avendo sempre sguazzato intorno alla quarantesima posizione, semmai il demerito è del nostro movimento incapace di creare atleti di ottimo livello, ma non è certo colpa di volandri se nessuno ha fatto meglio di lui in questi anni.

  4. marcos scrive:

    secondo me, l’ammazzacaffè domani si porta a casa pure una paella.

    filippo sarà pure stato fuori forma e mentalmente provato, ma lapentti ha giocato come sa: da qualche settimana è particolarmente in fiducia.

  5. Pietro scrive:

    E dire che Volandri aveva cominciato alla grande, sembrava davvero in forma… Quanto al suo servizio, mi pare ulteriormente peggiorato rispetto a prima. Ora fa un movimento alla Jay Berger che non lo ha reso né più efficace, né meno falloso.

  6. Agatone scrive:

    Ho ascoltato su radio Capital, radio ufficiale degli intarnazionali d’Italia, almeno così dicono loro, il commento sulla giornata di ieri. La giornalista (Silvia Scotti, mi pare il nome) ha demolito Volandri dicendo che ha giocato male (e questo va bene) che sembrava svogliato (mi pare troppo) e altre frasi del genere. Sembrava che non avesse tirato un colpo dall’altra parte del campo. L’ha demolito senza nessuna giustificazione. Sinceramente, pur non amando troppo il gioco di Volandri, mi è parso esagerato e detto con poca cognizione, senza spiegare le motivazioni possibili. Anche eventualmente che l’altro ha giocato meglio ed è un discreto giocatore. Invece Lapentti è stato descritto come un play boy che ogni tanto gioca a tennis… Poi, nel resto dell’intervento, circa due minuti, ha parlato di Totti che era presente al Foro e ha fatto parecchi autografi ai bambini.
    Sono senza parole.
    Siamo proprio un paese calciocentrico e gossipparo.
    O almeno così pensano questi di radio capital.
    Un intervento irritante. Per favore, basta improvvisati!

  7. Roberto Commentucci scrive:

    E tuttavia, ragazzi, resta in bocca molta amarezza. Ieri quando Filo ha perso il primo set il centrale si è drammaticamente svuotato. C’erano 8000 persone a guardare Federer, ce n’erano forse 700 a guardare il terzo set di Volandri.

    La gente di Roma, sempre così passionale, non ama Filo, nonostante il quarto di finale centrato nel 2003 e l’incredibile torneo dello scorso anno.

    E il motivo è uno solo: non ci si crede più. Tutti si sono resi conto che Filippo è sempre lo stesso: non è progredito, quasi in nulla, nel suo tennis, non si è migliorato, come invece fanno quasi tutti i giocatori. Si è accontentato di una sicura carriera di solido terraiolo, facendo soprattutto leva sul suo notevole fisico.

    Il suo gioco continua a dare un senso di perenne incompiutezza, che se era accettabile nel 2003, e anzi faceva presagire un luminoso futuro, (beh, è giovane, se impara a battere…) ora genera un tedioso fastidio.

    Purtroppo, senza servizio, senza mai un punto gratis, dovendo sempre macinare chilometri nello scambio, lui ha sempre fatto il doppio della fatica che facevano gli altri. E ora, a soli 26 anni, il fisico inizia a chiedere il conto, con la cartilagine del ginocchio.

    La carriera di Volandri non è certo conclusa, il livornese tornerà a vincere partite e forse anche tornei. Ma comunque vada, il suo percorso deve essere un solenne monito per tutti coloro che si accingeranno a guidare nostri giovani talenti.

    In bocca al lupo, Filo.

  8. Safinator scrive:

    A volandri manca una sola cosa…
    la voglia di faticare.

    E senza quella…

  9. Alessandro Nizegorodcew scrive:

    Io non ho ascoltato la collega di Radio Capital; non so quanto abbia descritto il match in maniera errata; trovo comunque importante che un network nazionale radiofonico parli del torneo. Bisogna rendersi conto di quanto il tennis sia seguito poco dai media. Parlarne male è meglio che non parlarne.. poi i giudizi negativi sullle cronache devono essere sempre accettati, positive e negative..

    Su Bolelli: io nn ho visto l’incontro con patience, se non alcuni sporadici punti, visto che mi trovavo a vedere il doppio Cipolla/Starace, ma sono d’accordo con Roberto su quanto visto nelle ultime settimane e mesi. Simone è salito di livello tantissimo in maniera evidente. A rete in particolare mi convince sempre di più. Speriamo non risenta con il proseguio del torneo la stanchezza di Monaco. Forza Bole!

  10. portobadino scrive:

    Concordo in pieno con quanto detto da Robero Commentucci. Aggiungerei soltanto che il primo e vero limite di Filippo è nel carattere….non ha quella tenacia e combattività (non dico come quella di nadal ma come quella di ferrer, si) necessaria a fargli vincere i match; che io ricordi, non l’ho mai visto vincere partite in recupero (l’unca forse quella di parigi dello scorso anno con ljubicic). Secondo me la partita di ieri l’ha persa già prima di entrare, sapendo di dover difendere i punti dello scorso anno, troppa pressione….

  11. Stefano Bolotta scrive:

    E’ vero, Ubaldo, Volandri è stato scaricato un po’ troppo in fretta, e ha fatto grande tristezza vedere le tribune svuotarsi per andare a vedere Gonzalez, che, ironia della sorte, lo scorso anno infranse il sogno di Filippo in semifinale.
    Filippo ora deve aprire gli occhi, perché si contraddice da solo: nel primo set, ben priam che finisse l’autonomia del ginocchio (come lui stesso ha ammesso), si è suicidato in modo assurdo.
    Capisca cosa deve fare, anche fermarsi per un po’. E poi riparta. Può ancora tornare ai livelli di prima, ma si smetta ora di dire che “sulla terra può battere quasi tutti”. Perché non è vero, non lo è mai stato. Con il servizio che si ritrova (nonostante abbia cercato in mille modi di migliorarlo, e forse in parte l’ha fatto), parte con un handicap mostruoso di dover far eil break anche nei propri turni di servizio. Così vincere, anche contro chi è indietro in classifica, diventa un’impresa. E infatti Filippo, in carriera, molte partite che avrebbe dovuto vincere a mani basse, le ha perse.
    Con questo, dovremo continuare ad appoggiarlo e a ringraziarlo per aver trainato la carretta negli anni più magri.

    Quanto a Bolelli, la differenza di caratura con gli altri azzurri è piuttosto evidente. E migliora di giorno in giorno. Ma su di lui si è detto già tutto. E il bello, è che non finiremo molto presto di parlarne.

    Allora forza Simone.

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