Paszek e Radwanska, coraggio da veterane.
Quando la testa è più importante dei colpi.
Niente distrazioni, una vita dedicata al tennis.

 
2 Settembre 2007 Articolo di Giovanni Di Natale
Author mug

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di Luca Corradini

Le partite di tennis femminile, spesso, presentano implicazioni psicologiche che assumono un aspetto preminente, o comunque di pari importanza, rispetto alle capacità tecniche individuali.

Gli inglesi usano il termine “choking” per indicare la paura di vincere, sbagliando colpi banali, spesso quando si affrontano tenniste di livello più elevato. E’ normale che questo capiti alle ragazze giovani: magari giocano un buon tennis contro una top 10 o top 20, possono anche andare avanti di un break o addirittura due, ma vengono infine raggiunte, spesso con parziali imbarazzanti. In parte c’è una spiegazione tecnica, ovvero la minore efficacia del servizio che non consente “scappatoie” di facile soluzione, ma dall’altra è indubbio che la tensione la faccia da padrone, più che nel tennis maschile. Dunque, quando questo non avviene, e la giovane tennista riesce invece a dominare le proprie paure e a giocare coraggiosamente, si capisce che ci si trova di fronte, se non ad una campionessa vincitrice di futuri slam, almeno a tennista di ottimo valore.

Credo che le vittorie ottenute ieri da Agnieszka Radwanska e Tamira Paszek (ma sono altrettanto importanti quelle conseguite dalle giovanissime Azarenka e Szavay, sempre ai danni di due teste di serie, Hingis e Petrova, e sempre nella parte bassa del tabellone) siano un’ottima dimostrazione di quanto sostengo.

Radwanska e Paszek (diciottenne la prima, non ancora diciassettenne la seconda ma entrambe già con un titolo all’attivo nel circuito maggiore) hanno vinto mostrando un tennis solido, maturo per la loro età ma, soprattutto, mantenendo nervi saldi quando il match è entrato nelle fasi decisive. Spesso leggiamo dichiarazioni dove la giocatrice sfavorita dichiara che non ha nulla da perdere e quindi crede di poter giocare con maggiore scioltezza, certo è che trovarsi in vantaggio di un break nel terzo set, contro la campionessa uscente dello U.S. Open, all’interno del gigantesco catino dell’Arthur Ashe, per certi versi non deve essere una situazione così comoda da affrontare. Eppure, lo sguardo della giovane polacca rimaneva distaccato, anzi, manteneva una smorfia quasi sofferente. Infine, tra un rovescio lungolinea vincente, una palla corta giocata come sempre in maniera precisa e volèe non difficilissime ma eseguite con estrema disinvoltura, la Radwanska ha portato a casa la vittoria più importante della sua altrettanto giovane carriera.

Dall’altra parte, oberata da sponsor sempre più pressanti, da swaroski luminescenti, da un grande nervosismo e da una totale assenza di “piano B” a livello di gioco, Maria è sembrata un pesce fuor d’acqua nei momenti in cui la sua grinta avrebbe dovuto fare la differenza. Differenza che invece è stata fatta a suon di “spallate” di dritto mandate puntualmente fuori dalla siberiana.

Più tardi, sul Grandstand, si è giocata una partita di ottima qualità tra Paszek e Schnyder, sempre sul filo dell’equilibrio, terminata al tie-break del terzo set. Anche in questo caso, però, è stato impressionante constatare la maschera di assoluta freddezza, almeno esteriore, mostrata dall’austriaca. Una freddezza che si percepiva altresì attraverso il gioco: è riuscita a fare match pari con l’elvetica a livello tattico, di angoli, beneficiando di un fantastico rovescio con il quale apriva il campo con estrema naturalezza. In particolare, la Paszek mi ha colpito al cambio campo nel tie-break, sul 5-1 in suo favore: impassibile, si è avviata verso l’altra parte, sguardo fermo davanti a sè, conscia delle proprie possibilità, sicura del suo tennis. La Schnyder, pure molto esperta, è stata la prima a cedere. Per alcuni potrà non sembrare una novità, ma l’elvetica era reduce da un’ottima estate.

Potrà infine apparire come un aspetto minore, ma in un tennis dove “grantoli” oltre il muro del suono e esultanze spesso sguaiate o eccessive la fanno da padrone, osservare la sobrietà con la quale le due giovani ragazze hanno accolto il proprio successo è stata la classica ventata di aria fresca. Lento avvicinamento alla rete per salutare l’avversaria, saluti e baci al pubblico con un bel sorriso, magari un abbraccio a parenti e amici, e via andare. Insomma, chapeau, sperando che i successi che indubbiamente otterranno in futuro non alterino più di tanto questi atteggiamenti.

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10 Commenti a “Paszek e Radwanska, coraggio da veterane.
Quando la testa è più importante dei colpi.
Niente distrazioni, una vita dedicata al tennis.”

  1. Enzo Cherici scrive:

    Mi ha colpito molto questa osservazione di Luca circa la totale assenza di un piano B per la Sharapova. Credo abbia colto nel segno. Ieri notte, mentre guardavo il match tra Peer e Vaidisova ero giunto più o meno alle stesse conclusioni mentre ammiravo il coraggio della Vaidisova nell’annullare match point in maniera incredibile. Poi, però, alla fine ho pensato: non è coraggio, non sa fare altro. Lei, come tante altre giocatrici, sanno affrontare la partita in un solo modo, come una sorta di frnetico videogame, dove bisogna colpire la palla il più forte possibile. Un rovesco tagliato? Una palla alta, lenta, per riprendere il cetro del campo e spezzare il ritmo dell’avversaria? Niente. Non è previsto. E allora giù mazzate a più non posso, dentro o fuori non importa: quello so fare e quello faccio. Così, contro un’avversaria che ti rimanda ostinatamente la palla dalla tua parte, vai in crisi anche se ti chiami Sharapova. Ho anche visto uno spezzone di match tra la Azarenka e la Hingis. Per carità, bravissima la bielorussa, ma lo schema era sempre e ancora quello: mazzate da fondo campo, sempre più forti, nonstante tutto. La povera Martina sembrava un esemplare in via di estinzione. Credo che alla fine la sua espressione valesse più di mille dichiarazioni: questo non è più il mio tennis. Forse non è neanche più tennis.

  2. Colin scrive:

    Leggendo questo Articolo,la prima cosa che mi è venuta in mente è questa:L’Austria ha la Paszek che non ha nemmeno 17 anni,è già fa questi risultati….E Noi “Italici” invece chi abbiamo…Abbiamo Solo Speranze…E la cosa più triste e che non si riesce a capire cos’hanno Svizzera,Austria,Cipro ecc.ecc più di noi dal punto di vista Tennistico!Io mi sono risposto così:Non hanno niente di più,quello che a noi manca è la Voglia,la Determinazione,il Coraggio,il Saper\Voler Rischiare.

  3. giorgio scrive:

    Svizzera,Austria, Cipro,……..Belgio, Serbia, Ungheria, Polonia, Rep.Ceca,Slovacchia, Israele, Ucraina, Croazia, Cile

    Scusa Colin, se mi sono permesso di continuare l’elenco

  4. Luca Corradini scrive:

    Sono d’accordo, Enzo.

    Riguardo al “piano B” è naturale che esso debba essere inteso in relazione a quello che la tennista sa fare normalmente: non è che mi aspettassi una Maria in versione Rafter, per intenderci. Poteva però provare a giocare più in centro, togliere un po’ di velocità ai suoi colpi. Voglio dire, non è una sedicenne al primo anno sul circuito, queste cose dovrebbe averle già capite. Invece, in un momento in cui avrebbe dovuto far conquistare ogni punto alla sua avversaria (la quale ci ha messo un bel po’ del suo, in ogni caso), ha continuato ad elargire regali con tante palle in corridoio.

    Vaidisova-Peer è stato un match fantastico sul piano delle emozioni: Nicole non è sicuramente una “cima” ma credo faccia ancora in tempo ad apportare variazioni al suo gioco. Certo a rete è qualcosa di inguardabile.

    Infine, parlando della Azarenka, sì, non c’è dubbio che per adesso sappia solo tirare delle gran bordate, ma credo che il discorso sia un po’ diverso per il match che ha giocato ieri con Martina. L’elvetica, purtroppo, se entra in una “buca” non sa più come uscirne, viene puntualmente travolta.

    In altre parole, non credo più nel solito discorso delle altre tenniste spilungone, brutte (beh, insomma) e cattive (questo sicuramente) che la sovrastano in potenza e non le permettono di giocare il suo tennis. Sì, è una componente che esiste, ma la sensazione che mi dà al momento la Hingis è di abbattersi troppo sul piano emotivo una volta che è sotto nel punteggio, non importa chi sia l’avversaria.

  5. Stefano Grazia scrive:

    Va bene tutto, anche che come ipotizzò Sampras le Williams non sanno spesso dove la mandano, però sta storia del piano B e della Strategis che una volta si etc etc non vorrei che fosse come la favola della volpe e l’uva…se quelle che sanno fare la strategia ormai perdono sempre contro quelle che sparano a tutta (senza sapere dove la mandano), perchè mai dovrebbero perdere tempo a impararla? Si diceva anzi che per es Scott draper aveva così tante opzioni che quello appunto era il suo problema… non è che, come nel golf, essere stupidi non è indispensabile però aiuta? Nel senso che non devi pensare troppo ma just execute… Riconoscere la palla e colpire…Stavo guardando,per esempio, Tsonga giocare da dio…e perdere…

  6. Luca Corradini scrive:

    Certo Stefano, infatti “il piano B”, come dicevo, non credo voglia dire totale sconvolgimento del proprio gioco….Però aiuta, così come forse aiuta la stupidità che citavi.

    La differenza può essere sottile ma allo stesso tempo determinante, specie se sei una tennista che gioca unicamente da fondo e in progressione. Differenza, tra spararla di là alla “spera in dio” e metterla sui teloni sul 40-0 come sullo 0-40, e invece far giocare un colpo in più all’avversaria (”io intanto la metto di là poi vediamo che succede”), lasciando che sia lei a sbagliare o a giocarti un vincente imprendibile.

  7. Colin scrive:

    Figurati Giorgio…Il Problema secondo me del Tennis Italiano,ma di tanti altri aspetti della nostra società Italiana,è che non abbiamo più “FAME”!Voglio dire,mantenendomi sempre nell’ambito Sportivo(altrimenti il Discorso sarebbe infinito),si sono appena conclusi i Mondiali di Atletica,è nel Medagliere noi siamo arrivati 23°,ed a quanto pare siamo andati anche bene(da quello che dicono i tecnici)!Quello che voglio dire è questo:Escluso qualche grande Campione (Magnini nel Nuoto,Valentino Rossi nel MotoCiclismo),noi Italiani nello Sport,per un motivo o per un’altro non riusciamo ad essere competitivi!E secondo me,la mancanza di competitività nostra dipende dalla Nostra Cultura,dal nostro modo di vivere!Voglio dire un ragazzino di 13 anni Italiano,che nella vita ha già tutto,perchè si deve sbattere per cercare di fare qualcosa di più?Quando magari guarda la Tv e vede,gente che va in galera è ora guadagna un sacco di soldi,illustrissimi Signor “Nessuno” che senza avere ne arte e ne parte,da un giorno all’altro diventano “SuperIdoli”…Tornando al nostro tredicenne:Perchè si dovrebbe ammazzare di lavoro,allenamenti ecc.ecc…Magari aspetta qualche anno,fa un Provino per il Grande Fratello,è il gioco è fatto..In questi giorni si sta parlando molto di Davydenko…Il Russo per fare qualche punticino e qualche dollaro,andava in giro per l’Europa in treno e mangiava panini…E non per una settimana e nemmeno due…Per anni…
    Da noi l’unico sport che va bene è il calcio…Ma va bene perchè non è uno sport,ma è Lo Sport…Tutto vive in funzione di esso!Io Dico che se non ci fosse stato il Calcio,che garantisce guadagni praticamente illimitati per chiunque ci giri attorno,noi abbonati di Sky nemmeno Wimbledon vedevamo..Sky ci toglieva pure quello!

  8. Colin scrive:

    Scusate se vado OT!Mi è venuta questa strana,ma potenzialmente,grande idea(magari qualcuno ne avrà parlato già sul Blog)!Che ne direste di una Streaming TV che trattasse esclusivamente di Tennis,magari con Rubriche,e che ne so con qualche torneo minore,o anche Challenge!Ovviamente è solo un’idea,andrebbe analizzata per benino…Io Credo che per appassionati come siamo noi,sarebbe un paradiso!

  9. Giovanni Di Natale scrive:

    Colin è un’idea malsana che è già balenata nella testa di tutti noi. In parte ne abbiamo già discusso un po’, ma in concreto servirebbe un ricco finanziatore… se tu trovi i soldi stai sicuro che in questo blog ci sono almeno cinque persone (giornalisti) disposti a provare.

  10. Colin scrive:

    Ciao Giovanni!Per quanto riguarda il Finanziatore,io credo che lo si possa anche trovare…La Questione Fondamentale sarebbe sapere quanto possano costare i Diritti in Streaming di eventi piccoli…Ad Esempio Umago(che poi tanto piccolo non è),quanto chiederebbe per dare in esclusiva i Propri Diritti di Streaming?Sapendo questo dato si potrebbe già parlarne un pò più in concreto!Da almeno un’anno,su qualche sito di Scommesse,si vedono dei tornei interi trasmessi in Streaming!Io Credo sia la strada giusta,ne trarrebbero tutti Benefici…Il Tennis,Gli Appassionati,Gli addetti al lavoro!Io in mente avrei già un sacco di idee…E qualche giorno che ci penso,e più ci penso,e più mi pare una buona idea!Ovviamente come dici tu Giovanni,ci vuole un Finanziatore…Ma io penso che qualche Finanziatore\Appassionato,messo di fronte ad un valido progetto..Chissà!Bloggers fatemi sapere che ne pensate!Sopratutto UBALDO,fammi sapere che ne pensi,sicuramente tu hai accesso a delle Informazioni che io ,un appassionato comune,non posso avere!

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