Occhio di Falco…bugiardo!
J’accuse di due professoroni

 
15 Giugno 2008 Articolo di redazione
Author mug

Due docenti della Cardiff University contro l’Hawk-Eye. Ecco di quanto si sbaglia. A quest’articolo di Alessandro Mastroluca segue un commento di Ubaldo

“You cannot be serious!”. Il professor Harry Collins e il dottor Robert Evans, con una buona dose di humour, hanno scelto di citare la più celebre protesta mai rivolta ad un arbitro di tennis per intitolare il loro atto d’accusa accademico contro l’Hawk-Eye. I due studiosi della Cardiff University, senza timore di passare per neo-luddisti nostalgici del bel tempo che fu, hanno “rimandato a settembre” l’Occhio di Falco.
La tecnologia non è perfetta, e gli stessi realizzatori hanno spiegato che esiste un intervallo medio di errore di 3,6 mm. Millimetri che però basterebbero a giudicare buona una palla finita out, o viceversa. Per questo, scrive il professor Collins, “benchè alle tecnologie come l’Hawk-Eye si chiedesse di relegare al passato le chiamate dubbie, la nostra analisi ha dimostrato che questa tecnologia non è infallibile e il suo responso non dovrebbe essere preso come una decisione definitiva”.
Inoltre, prosegue lo studio, l’Hawk-Eye può creare problemi nel prendere la decisione giusta nei casi in cui il verdetto tecnologico contraddice la percezione sensoriale del giocatore e degli spettatori. Secondo i due autori, gli strumenti automatizzati come l’Hawk-Eye non dovrebbero correggere, ma assecondare gli errori sistematici dell’uomo, quelli per cui si chiama fuori una palla che sembra fuori a tutti, anche se l’elettronica suggerisce che potrebbe anche essere sulla riga. Sono, cioè, quegli errori figli del meccanismo universale di elaborazione cognitiva delle percezioni sensoriali. Ma non negano alla tecnologia un ruolo significativo: ritengono però che tale ruolo vada esercitato per correggere gli errori casuali, occasionali, quelli determinati da un calo di concentrazione, da un’azione particolarmente veloce o da altri eventi imprevedibili e non sistematici.
Come in ogni ricerca scientifica, proseguono gli autori, bisognerebbe indicare per ogni verdetto dell’Hawk-Eye una sorta di intervallo di confidenza (un po’ come le forchette che tutti abbiamo imparato a conoscere quando vengono fornite le varie proiezioni sui dati elettorali). In questo modo si abituerebbe il pubblico a comprendere meglio l’effettivo ruolo e la non onnipotenza della tecnologia nel processo di decision-making.
Dal canto suo, il dottor Paul Hawkins, managing director dell’Hawk-Eye Innovations, la società che realizza l’occhio di falco, introdotto per la prima volta nel mondo del tennis a Wimbledon due anni fa, obietta: “Wimbledon è un evento trasmesso in tutto il mondo, e l’organismo che lo gestisce non avrebbe mai approvato una tecnologia non perfettamente testata. L’Hawk-Eye è stato sottoposto a migliaia di test, superandoli tutti. L’ITF ha stabilito che 5 mm costituiscono un margine di errore accettabile, e il nostro livello di sicurezza è ben al di sotto di questo limite”.
Ma la battaglia tra l’uomo e la tecnologia continua. Finiremo schiavi dei sensori, travolti da un insolito destino di arbitri replicanti e robotizzati, o vivremo in un perfetto futuro rousseauiano di progresso come ritorno indietro?
Al di là degli estremismi, diventa necessario trovare un punto di equilibrio tra futuro e moderno, tra gli occhi elettronici e gli occhi umani. Un equilibrio improrogabile tra il progresso e la rivoluzione, tra il gioco e il business. Tra l’esigenza di lasciarsi alle spalle il passato e la prospettiva di un futuro da costruire. Ma costruire vuol dire anche sapere rinunciare alla perfezione.

Al

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13 Commenti a “Occhio di Falco…bugiardo!
J’accuse di due professoroni”

  1. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Già negli anni Venti Bill Tilden sosteneva che un errore arbitrale poteva decidere l’esito di un match come la performance di un giocatore. E da allora a oggi i professionisti del tennis tirano molto più vicino alle righe, quindi i casi di possibili incertezze ed eventuali contestazioni sono certo aumentate, anche se negli Anni Venti i giudici di linea erano probabilmente meno “preparati” professionalmente di quelli contemporanei.. Le dieci telecamere ad alta risoluzione dell’Occhio di Falco tracciano la la traiettoria della palla e il punto dove dovrebbe rimbalzare la palla con un’approssimazione di tre millimetri. I replay possono ritrasmettere ogni angolo nell’arco di due secondi.
    I professoroni hanno certo ragione nel sostenere la non infallibilità del mezzo tecnologico, ma vogliamo parlare allora della fallibilità umana?
    La vista umana ha limiti ben conosciuti, sia pur nelle diverse soggettività. Ho letto di recente che ci sono tredici fattori che rendono difficile, e a volte virtualmente impossibile per un giocatore, sapere con esattezza dove sia caduta la palla: 1) il fattore del cosiddetto parallasse (per spiegarlo pensate a quando siete seduti in macchina e le cose che vi stanno vicino sembrano passare rapidamente mentre quelle lontane sembrano invece quasi statiche: un problema di prospettiva quindi), 2) l’angolo: mentre il giudice di linea è posizionato sulla linea il giocatore non lo è (anche qui provate a mettere in fila nel mirino di una fucile obiettivi allineati vicini e lontani e vi renderete conto), 3) La distanza (non ha bisogno di spiegazioni: più lontano è il punto dove cade la palla e più difficiile sarà scorgerlo per l’occhio umano), 4) Un ostacolo che ti copre la vista in toto o parzialmente….5) La velocità della palla: chiaro che più veloce va (250 km l’ora?) e più è difficile scorgere la palla in volo e in quel centesimo di secondo in cui atterra) 6) L’altezza degli occhi di chi deve vedere, tennista, giudice di linea o arbitro, 7) Il senso della profondità (che varia sensibilmente a seconda degli individui), 8) Il fattore luce (all’imbrunire si vede meno…e anche nei giorni con il cielo grigio, oppure nei giorni di sole accecante), 9) Il passaggio di luce e ombra, con la palla che esce da una zona e entra in un’altra, 10) Il fattore climatico, umidità, pioggerella, altre forme di precipitazione 11) I contrasti di colore tra la superficie (erba, campi rossi, tappeti sintetici) la palla (gialla, bianca) 12) il fattore concentrazione: mentre il giudice di linea deve soprattutto guardare, il tenista deve prima pensare a giocare bene e poi a preoccuparsi di dove è caduta la palla giocata dal suo avversario o da lui stesso…13) Il fattore dell’interattività fra tutti questi fattori….
    Beh, tutta questa lunga tiritera per sottolineare come l’occhio umano sia assai fallibile. A prescindere da tutte quelle volte in cui si vede un po’ quel che si vuole vedere. Ricordo che a Miami, quando fu introdotto l’Occhio di Falco la prima volta venen fuori che i giocatori che chiedevano il challenge avevano avuto ragione di chiederlo il 30 per cento delle volte e il 70 si erano sbagliati e anche che poi i tennisti erano più…obiettivi che le tenniste…Non ne faccio una questione misogina, nè discriminatoria, ma è un fatto che le donne si sbagliano di più. Probabilmente sono più emotive e influenzabili dalle situazioni.
    Vic Braden aveva fatto uno studio per l’USTA scattando 10.000 scatti per secondo e concludendo: “La palla sta sul campo per tre millisecondi e l’occhio umano non può avere certezza sull’esatto atterraggio…”
    Allora i giocatori, che si vergognavano un po’ quando chiedevano il challenge e scoprivano di essersi sbagliati, cominciarono a pensare che forse il loro coach poteva trovarsi spesso in posizioni migliori della loro per vedere e consigliarli….Ma forse, in realtà, l’aspetto che più di ogni altro giustifica l’introduzione dell’Occhio di Falco sta nell’accettazione del suo verdetto da parte del giocatore che non si innervosisce con the Hawk Eye (fatta eccezione forse per Federer che non lo sopporta…) come con una chiamata non condivisa di un giudice di un linea o, peggio, di un arbitro che fa l’overrule. Quanti match ho visto buttare a giocatori inferociti per una chiamata arbitrale? Decine, forse più, e non si chiamavano tutti Nastase o McEnroe.
    Arlen Kantarian, forse il miglior manager del tennis contemporaneo _ dovrebbero farlo commissioner _sostiene molto pragmaticamente che tutto quel che piace in tv, che fa spettacolo, contribuisce a far crescere l’audience e la popolarità del tennis e l’Occhio di Falco è una di queste cose”.
    Mary Carrillo, ex compagna di misto di McEnroe (vinsero il Roland Garros nel 1977) e apprezzata telecronista ESPN, invece ha sostenuto: “Se si crede che sia necessario chiamare…elettronicamente le righe, beh allora perchè limitarne l’uso a poche volte in un set? ” E Chris Clarey, riprendendo un argomento caro al nostro Cino Marchese e a Rino Tommasi, dice: “O su tutti i campi o niente…e poi la gente si deve eccitare per i grandi punti, i bei colpi, non le chiamate di un giudice umano o elettronico che sia…questo almneo se crediamo alla necessità di una maggiore credibilità del nostro sport”.
    Si discute poi sull’importanza del fattore umano…Le discussioni, le proteste, fanno parte anch’esse del gioco, in tutti gli sport. Ovviamente poi l’arbitro ha il diritto di prendere provvedimenti se un giocatore esagera, se offende, se fa perdere tempo …qualcuno che tirerà via una palla, che spaccherà una racchetta, ci sarà sempre e non è detto che sia poi così drammaticamente disdicevole avere reazioni un tantino incontrollate…siamo uomini, non macchine. Già il tennis è lo sport che ha sul campo un numero esagerato di “arbitri” _ anche 13 con i giudici di linea _ rispetto al numero dei protaginisti con racchetta in mano, due…ed è meglio che tutti si occupino di guardare i giocatori che non di dare eccessiva importanza alle decisioni. I migliori arbitri sono queli che non si notano, si soleva dire. Ma oggi l’Occhio di Falco si nota fin troppo, no?”
    Al tempo stesso ricordo che Lendl disse una volta: “Perdere un match per un errore arbitrale è tremendo. Immagina che arrivi sul 5 pari nel tiebreak decisivo d’una finale all’US open…Meglio l’Occhio di Falco che un arbitro che ha più probabilità di essere stanco e sbagliare…”.
    Insomma Lendl sarebbe per la moviola istantanea, con l’arbitro che ha un pulsante e un video sul suo seggio arbitrale e quando è incerto clicca lì sopra, si riguarda il punto e l’attribuisce senza tema di sbagliare…Certo che se poi i due professori citati da Alessandro Mastropasqua avessero ragione…magari l’errore potrebbe arrivare lo stesso. Insomma, ci sono pro e contro. Voi che ne pensate?

  2. Voortrekker Boer scrive:

    D’accordo con Ubaldo. L’Occhio di Falco non fa nè caldo nè freddo, però ha avuto un pregio non da poco, ridurre sensibilmente le recriminazioni dei giocatori nei confronti dei giudici di sedia e di linea nei campi principali. Si potrebbe anche toglierlo, ma allora tornerebbero i giocatori piagnoni…

  3. sara scrive:

    fallibile o infallibile questo è il problema?

    i docenti della cardliff university non hanno capito o hanno fatto finta di non capire x’ lautamente pagati che non
    è l’infallibilita il motivo per cui Hawk-Eye ha riscosso un indiscutibile
    successo presso organizzatori, tv e pubblico.

    i motivi vanno ricercati nel fascino che la tecnologia esercita nel nostro immaginario rispetto all’ antiquato affidamento all’uomo e nella convinzione nient’affatto illusoria che cmq la macchina non fa il tifo ed
    è proprio questo che piace tanto ai giocatori e al pubblico.

    Hawk-Eye non pensa anche solo inconsciamente o come si diceva a proposito delgi arbitri di moggiopoli “per sudditanza psicologica”
    che è meglio giudicare una palla a favore di questo o quel giocatore
    per il bene del torneo ma esegue il suo compito senza subire il fascino del giocatore più bello o più bravo.

    Davanti ad Hawk-Eye
    “tutti i giocatori sono uguali senza distinzione di classifica”,
    è questo che permette a tutti i tennisti di vivere con serenità
    anche il verdetto negativo, il 15 perso, perchè li fa vivere nella convinzione che sarà solo il campo a pronunciare il suo inappellabile verdetto!!!

    per dirla tutta mi piacerebbe addirittura che
    Hawk-Eye avesse efficacia retroattiva per
    ristabilire Giustizia ma non credo che la graf ripensando a rg 99 e in particolare a us open 96(sfido chiunque a far riferimento a una finale piu’”rubata”) sarebbe d’accordo con me….

    buona notte

  4. tilden scrive:

    Ragazzi, ma o il mio computer segna un’ora sbagliata o voi la notte invece di fare attività più piacevoli o semplicemente dormire scrivete sul blog?
    Vorrei comunque ricordare al torneo di DOha o Dubai il set point di Yohuzny contro Nadal palesemente fuori e dichiarato buono dall’occhio di falco, e Ljubicic che avendo capito la taratura sbagliata chiamava ad ogni servizio fuori il challenge (Angelica ne sa più di me)

  5. lallo scrive:

    Sarà il progresso…
    ma io continuo a rimpiangere le sceneggiate di Supermac coi giudici di linea, gli arbitri , i supervisor, l’occhione elettronico del servizio, il sensore sul net, gli spettatori indisciplinati e pure quelli non indisciplinati….
    Perchè come lessi una volta:
    la tecnologia una macchina imprevedibile come John Mcenroe non riuscirà mai a produrla…

  6. angelica scrive:

    Si parla di Hawk-Eye come faccio a resistere e non dire la mia? Impossibile. Non resisto!

    La frase che mi è piaciuta di più e’ quella dell’inventore dell’occhio di falco (fra l’altro un sistema inventato per il Cricket e non utilizzato, a quanto mi disse un australiano, perchè non era preciso. Non dimentichiamo che in Australia il cricket e’ più popolare del calcio in Italia)
    Hawkins dice :
    “L’ITF ha stabilito che 5 mm costituiscono un margine di errore accettabile, e il nostro livello di sicurezza è ben al di sotto di questo limite”.

    Non entro nel suo ‘il nostro livello di sicurezza è ben al di sotto di questo limite’ anche perchè che dovrebbe dire? Con tutto il business che porta dietro questo sistema, ovviamente mica si da la mazzata sui piedi
    Fra l’altro in una sua prima intervista disse 5 mm;gli fecero notare che non era una affermazione ‘economicamente produttiva’ e allora da lì il margine di errore scese fra i 3 e 4 mm di errore. Ma tendenzialmente adesso afferma circa 3mm (un po’ come quando ci vengono segnalati i prezzi tipo 999,99 euro)

    Bene, allora se il margine di errore accettabile è di 5 mm, perchè questo deve valere per la macchina e non per l’uomo?

    Perche’ su un campo in terra battuta dove rimane il segno, se la chiamata sbagliata del giudice di linea è con un errore di 5 mm non deve rimanere la sua chiamata e ci deve essere l’overrule dell’arbitro dopo che è sceso a controllare il segno?
    Probabilmente perchè, giustamente, il giocatore direbbe : Ma mi state prendendo per i fondelli? (sicuramente direbbe cose peggiori :P )

    Che sia proprio un caso che questo sistema computerizzato della proiezione di un probabile impatto con della palla con il terreno, non è utilizzato dai tornei sulla terra battuta?

    La prossima volta che hawk-eye dice fuori, oppure dentro di 1 mm (e proviamo anche a contare quante volte la palla e’ segnalata come 1 mm in/out) siamo proprio sicuri che sia dentro/fuori?

    Io penso semplicemente che sia stato principalmente voluto per lo spettacolo dalle TV (ed in quello è fantastico). Se poi i giocatori sui campi principali sono contenti, bene, perfetto, ottimo. Continuiamo così. Accettiamo che ci sia qualcuno ‘esterno’ che decide se la palla è buona o no. Indipendentemente se sbaglia o no.
    E’ il giudice esterno che ha l’ultima parola.
    A me questo piace e sta bene.

    Non mi trovo d’accordo se sento dire che l’uomo sbaglia mentre la macchina è infallibile e che gli arbitri, in particolar modo i giudici di linea fanno favoritismi(forse li vorrebbero fare i direttori dei tornei ).
    Quelli stanno su una linea e devono dire se la palla è buona o no e spesso non sanno neanche chi ha tirato il colpo.

    (Ubaldo in un campo di tennis, se non sbaglio, ci sono 1 arbitro di sedia e al massimo 9 giudici di linea. Per me fa 10, non 13 persone che giudicano i colpi di 2 giocatori)

  7. karl scrive:

    Chi ha detto che il sistema deve essere preciso al millimetro? Poichè anche l’occhio del tennista non discrimina tali misure minime è chiaramente una convenzione affidarsi alla macchina dandole credibilità. Non si cerca la precisone assoluta ma una precisione convenzionale e vicinissima alla realtà, non influenzata dai giudizi umani che possono inficiare una decisione. I tennisti non devono fare gli scienziati con il dubbio metodico e lamentarsi perchè la macchina sbaglia di un millimetro. Convenzionalmente accettano il responso come si accetta il responso dell’autovelox che magari non è precisissimo ma che è ragionevolmente preciso. La fine della riga è segnalata dalla macchina non dall’occhio e poichè l’occhio non è in grado di obiettare nulla per errori infinitesimi è un responso obiettivo che si impone e da accettare con serenità da tutti.

  8. fabrizio scrive:

    Quoto Tilden e Angelica. Inoltre più che occhio di falco servirebbe occhio di mano…e Tliden sa di cosa parlo. Un saluto a tutti gli appassionati.

  9. marcos scrive:

    proprio oggi a colazione, ho avuto modo di chiacchierare con due arbitri nazionali, recentemente impegnati all’avvenire ed al challenger di milano. naturalmente, non essendo internazionali, non hanno avuto l’occasione di sperimentare personalmente l’hawkeye: mi hanno, però, raccontato divertenti retroscena dei tornei minori e le incredibili giornate, passate ai circoli, sotto il sole leone o tra un acquazzone e l’altro, per il campionato affiliati. spesso, questi arbitri, vengono chiamati a fare i giudici di linea, negli atp o nei challenger: in questi casi, riescono a guadagnare qualche soldino…ma il più delle volte, raccontano, vanno a pari, o quasi, con le spese. naturalmente, hanno anche un’altra attività.

    entrambi, più o meno, hanno chiuso così, prima del caffè: “il miglior arbitro è quello che non si fa notare, quello che giudica con sicurezza una palla contestata e che non si rende protagonista, per esempio, giudicando dal seggiolone una serie di falli di piede, a meno che non siano clamorosi. è molto più facile, ai nostri livelli, arbitrare un match sul duro: a prescindere dalla bontà di una chiamata, la nostra parola non può essere messa in discussione”.

    ora c’è l’occhio di falco, che, a mio parere, non mette in discussione l’operato del giudice di sedia, bensì aiuta (essendo tutti daccordo ad utilizzarlo) i giudici di linea in un compito particolarmente difficile: questi tirano le prime a 220, ormai!!

    poco importa se può sbagliare di 3 o 4 mm: l’importante è che corregga eventuali e rarissimi errori da 3 o 4 cm.

  10. PeppeontheNet scrive:

    Basterebbe dotate l’Hawk-Eye di un misuratore che evidenzi la distanza della palla dalla riga: se Hawk-Eye dice che la palla è a meno di 4 mm. dalla riga, semplicemente non si tiene conto del giudizio della macchina, ma rimane valida la chiamata del giudice di linea. Troppo semplice ?!

  11. sara scrive:

    complimenti karl inappuntabile il tuo post,
    lo condivido e lo plaudo!!!

    non male anche l’idea-provocazione di peppeonthenet anche
    se non so quanto risponda agli interessi delle molte parti
    coinvolte un giudizio /integrato giudici/hawh eye.

    Vorrei chiarire che quando mi sono riferita alla possibile sudditanza psicologica di alcuni giudici di linea e di sedia non mi riferivo
    al torneo dell’avvenire o al torneo sociale del circolo due ponti
    ma a grandi tornei come Roland garros o Wimbledon dove uomini
    che nel tempo libero fanno i giudici di linea (e non viceversa)o arbitri
    professionisti nel 99,9% dei casi in buona fede soffrono la personalità
    del grande campione.

    In altre parole, la palla del numero 1 è semprepiù buona della palla del numero 99.

    Troverei a dir poco fantasiosa l’idea che un giudice di linea che ha il privilegio per es. di veder giocare Federer sul centrale di Wimbledon non sappia che un suo out riguarda la palla del più forte giocatore del mondo…..
    ma proverò a pensare,come ci è stato suggerito,
    che gli arbitri “spesso non sanno neanche chi ha tirato il colpo”:)

  12. Angelica scrive:

    Sara, la sudditanza psicologica del giudice di linea non credo proprio esista.
    Almeno non nei “tempi moderni”.
    (Quando parlo di arbitri e giudici di linea mi riferisco solo a quelli che lavorano nei tornei come Slam, Master Series ATP e i vari Tier della WTA)

    Basta chiedere e parlare con gli arbitri di alto livello (in genere sono sempre cortesi con tutti e se chiedi ti spiegano molte cose) ma anche con i giudici di linea.

    La palla del n.1 è uguale alla palla del n. 999
    Chi guarda la linea pensa a guardare la linea.

    Vuoi far una prova? Per esempio al Foro Italico, appena esce da un campo un gruppo di giudici di linea, prova a chiedere il punteggio e chi gioca.
    Vedrai che prima di risponderti ci pensano su, perchè nemmeno se lo ricordano e si che sono appena usciti dal campo.

    Pero’ attenzioen che Occhio di Falco soffre l’ombra, il net ed alcune altre cosette che possono farlo sballare.

    Come diceva Tilden, a Montrel dello scorso anno, nei primi due turni, la media delle chiamate giudici di linea - Occhio di Falco era incredibilemnte scarsa per i giudici di linea. In realtà era un settaggio non preciso, poi ovviamente correto, che alto i famosi 3,9 mm o 5mm !
    I giocatori se ne erano accorti, lo chiedevano anche quando vedevano il segno dentro (perche’ anche sul duro il segno rimane)
    Sistemato il settaggio, i giudici di linea sono tornati ad non essere piu’ cecati come i primi 2 giorni.

    Comunque se volete continuare a pensare in modalità calcistica, che arbitri e giudici di linea soffrano di sudditanza psicologiche nel tennis, liberi di farlo.

  13. sara scrive:

    Angelica,
    ti assicuro che non ragiono in termini calcistici anche se le vicende del nostro calcio hanno dimostrato che a “pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” ma , mi ripeto,
    semplicemente penso che sia umano subire il fascino del grande campione quando un giudice di linea si trovi a giudicare una palla importante che puo’ cambiar il volto di una partita.

    Se mi fossi trovata a giocare il match della vita, per es,
    con la Pierce A Rg2000 avrei voluto che una palla dubbia fosse
    giudicata da hawk-eye e non dai giudici di linea francese.

    Mi fa piacere che tu difenda ad oltranza la categoria arbitrale
    cosi quando si passerà dallo scandalo scommesse allo scandalo
    arbitrale ti potrò dire “angelica, te l’avevo detto”:)

    p.s proverò a testare la memoria dei giudici di linea di us open e
    provvedero’ a farti sapere se sono più “svegli” di quelli del foro:)

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