Coppa Davis
così proprio non va

 
10 Dicembre 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Fascino tanto, validità tecnica zero. Perché altri sport hanno “nazionali” di 22 elementi e il tennis non può averle? Le obiezioni dei conservatori. Una programmazione ridicola e un evento finale che interessa solo i due Paesi che lo disputano. Ecco la chiave (l’unica possibile) per rilanciare il doppio. Perché l’Atp dorme?

Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista Matchpoint nella nuova rubrica Ubi Tennis World; nell’ultimo numero compaiono anche articoli di altri “ragazzi” di Ubitennis, Piero Pardini da Parigi e Giorgio Spalluto da Doha (come, in precedenza, di Angelica  da Mosca)

La Coppa Davis ha centootto anni e li dimostra. Quella che fu una manifestazione straordinaria, la più antica coppa a squadre dopo l’America’s Cup a vela, e che servì a creare i primi contatti internazionali fra Stati Uniti e Inghilterra, allargandosi poi a Australasia, Francia e via via tutte le altre fino alla attuali 127 nazioni, oggi non lo è più.
Continua ad essere sufficiente un giocatore e mezzo, tutt’al più due, per poterla vincere _ così come basta un solo grande giocatore assente per fargliela perdere _ e questo oggi, con le dimensioni che in 108 anni ha assunto internazionalmente il tennis è assolutamente anacronistico e, a mio avviso, pure inaccettabile.
La Coppa Davis ha un suo fascino che nessuno vuole mettere in discussione, però la sua validità tecnica è meno di zero, nel senso che non rappresenta minimamente i valori in campo. Tutto è fuorchè un campionato del mondo a squadre. 100 anni fa poteva avere la pretesa di esserlo, oggi tale pretesa sarebbe assolutamente ridicola.

Un Paese tecnicamente evoluto, con 10 tennisti fra i primi 100, e 30 fra i primi 200 può tranquillamente perdere da uno che ha un solo giocatore fra i primi 10 e magari un altro fra i primi 50 (o anche soltanto un buon doppista come fu Ove Bengtson che, fuori dai top100, nel ’75 con Borg vinse la prima Coppa Davis per la Svezia) e nessun altro fra i primi 200.
E’ evidente che a questo punto la manifestazione rappresenta più un simbolo di tradizione che altro. Per carità, va rispettata anche quella, però una dirigenza ITF che non badasse soltanto alla conservazione dello status quo, dovrebbe dare almeno segni di ripensamento. Che assolutamente non si avvertono.
Sono convinto, quindi della necessità di ristudiare formula degli incontri, calendario e fase finale del World Group (agli altri gruppi si può consentire di adeguarsi con più calma).

Le 16 nazioni del World Group, in elite del tennis mondiale, dovrebbero possedere certi requisiti anche in termini di partecipazione numerica. Se una nazionale di calcio per mettere in campo 11 titolari (più tre sostituzioni) basa la sua forza su 22 convocati, e quella di basket per schierarne 5 nel quintetto basa ne porta sette in panchina, e quelle di altri sport molto più poveri del tennis, dal rugby alla pallavolo, dall’hockey alla pallamano e alla pallanuoto, portano in maglia azzurra fra titolari e panchina anche 20 giocatori, perché mai il tennis, che pure si vanta di essere lo sport più diffuso al mondo, deve continuare a farsi rappresentare da formazioni di quattro atleti per farne spesso giocare soltanto due?
Se un Paese dei sedici di elite non fosse in grado di formare una squadra di una decina di tennisti, beh è una balla che il tennis è uno sport tanto popolare oppure è una bufala il fatto che quel Paese meriti di stare nell’elite mondiale.
Perché dieci tennisti? Perché, se per esempio venisse accolta la proposta cara a Rino Tommasi, sei singolari e tre doppi al meglio dei tre set, ogni giorno si giocano due singolari e un doppio e in tre giorni l’incontro è finito, beh basterebbero in teoria sei giocatori a squadra, ma non è detto che i più forti singolaristi siano anche i più forti doppisti, e poi ci vogliono anche le riserve per chi è stanco, chi si è fatto male etcetera, proprio come in tutti gli sport.
I capoccioni Atp parlano da anni di voler rilanciare il doppio e sembrano non essersi resi conto che il doppio in realtà resiste solo perché c’è la Davis. Con tre punti attribuiti dai doppi i doppisti sì che diventerebbero importanti. Così come diventerebbero più importanti anche tanti giocatori che oggi non lo sono, neppure all’interno del proprio Paese.
L’obiezione che fanno i “conservatori” è, solitamente: “Ma così vincono sempre gli stessi”. Obiezione peregrina.
Se i più forti sono i più forti è giusto che vincano loro, rispondo io. Forse che nel calcio non sono quasi sempre le stesse nazioni a vincere,Brasile, Italia, Argentina, Germania? E nel basket non sono gli Stati Uniti i più forti, con i loro dream-team. E nel baseball USA, Cuba etc?
Si dovrebbe preoccuparsi, semmai, del contrario. E cioè di quando a vincere non siano i più forti, ma squadre fatte da uno o due giocatori, o quando la finale di Coppa Davis sia giocata, come tre anni fa, da Croazia e Slovacchia, due nazioni che faticano a mettere in campo (soprattutto la seconda) quattro giocatori decenti.

Un altro aspetto fondamentale da rivedere della Coppa Davis è anche sia il suo calendario sia la sua formula. Un calendario che fa disputare una finale a dicembre, con i giocatori sempre sfibrati da una stagione lunga e pesante, e magari la squadra che ha vinto la Davis dopo due mesi è già schizzata fuori al primo turno della stagione successiva è pura follia, frutto di un marketing suicida.
Non ci sarà bisogno di restare campioni mondiali per 4 anni, come la nazionale di Lippi…Però due mesi, quattro mesi vissuto da…”campioni in carica” significa zero. Svaluta la conquista appena fatta.
Così come l’evento conclusivo, la finale, non ha nulla a che vedere con le fasi finali dei campionati mondiali di calcio, rugby, pallavolo. Oggi la finale di Davis purtroppo interessa davvero _ almeno sotto un profilo mediatico, giornali, tv e di riflesso spettatori _ soltanto i due Paesi che la disputano. Per la finale appena conclusa tra Argentina-Spagna magari è già andata bene, perché il Sud America negli sport che non sono calcio è un continente piuttosto unito e solidale: si è tifato per Vilas anche fuori dai confini argentini, così come per Gomez e Kuerten anche fuori dai loro confini nazionali.

Tuttavia a Mar del Plata _ anche non c’era un inviato tedesco, italiano (salvo l’appassionato Riccardo Bisti che va a spese sue), europeo (salvo il francese dell’Equipe). Per Russia-Argentina non si vide un inviato americano, tantomeno australiano. Idem per Slovacchia-Croazia. L’appeal della Davis è modestissimo.

Insomma è un peccato. E allora o ci si decide a giocare la fase finale _ al limite anche ogni due anni _ in una sede unica per almeno otto squadre occupando in tutto dieci giorni e due weekend (perché non a fine settembre) con la formula Tommasi o anche una appena più ristretta (5 singolari e due doppi?) o la Davis rischia di diventare sempre più una manifestazione tecnicamente insignificante. Si giocassero i quarti di finale con i 9 incontri al meglio dei tre set dal venerdì alla domenica, le semifinali dal lunedì al mercoledì (tenete presente che un singolarista giocherebbe un singolare solo nei primi tre giorni, quindi non ci sarà necessità di un giorno di intervallo fra la conclusione dei quarti alla domenica e l’inizio delle semifinali al lunedì, non è nemmeno detto che chi gioca la domenica giochi al lunedì; saranno semmai questioni tattiche degli allenatori…), un giorno di stop solo per dar modo ai media di creare un po’ di attesa sulla finale da giocarsi da venerdì a domenica della seconda settimana, Ecco fatto: dieci giorni e otto squadre di dieci giocatori ciascuna, ottanta giocatori coinvolti, otto Paesi, ecco che i media manderebbero i loro inviati per dieci giorni lì dove si gioca (in una sede che avrebbe mesi e mesi per preparare l’evento come si conviene, facendolo “montare”) e parlerebbero a buon diritto di “campionato del mondo”. Tanti giocatori in più verrebbero apprezzati, anche il n.7 e il n.8 di un Paese riceverebbero attenzione, dalle tv, dai media, dagli sponsor, dagli spettatori. Fossi io il nuovo chairman dell’Atp mi butterei a corpo morto su questo progetto, proprio nell’interesse dei suoi “assistiti” i giocatori. Ma lo capirà?

L’indifferenza generale dell’establishment ITF (ma anche ATP) al declino della Davis mi pare così poco lungimirante, così superficialmente conservatore, che la trovo a dir poco raccapricciante.

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42 Commenti a “Coppa Davis
così proprio non va”

  1. chloe de lissier scrive:

    il tennis dovrebbe essere elemento essenziale dell’educazione. il tennis insegna a camminare, a muoversi, a non urtare la credenza con le pile di vasellame sopra né a pestare i duroni della signora attempata che ci sta vicino. il tennis ci mette in comunicazione con il moto dell’universo e con il nostro proprio movimento interno. il tennis insegna a vivere, nel senso più profondo e metafisico della parola: perché ci spiega che nella vita siamo soprattutto soli, destinati a un continuo e combattutto confronto con i nostri simili e con il resto. il tennis resterà sempre un’attività bellissima e moderna, perché coglie appunto gli aspetti essenziali dell’esistenza umana in ogni epoca.
    per una persona ragionevole, i giochi di squadra appartengono ormai al passato. nel tennis anche il doppio è anacronistico. figuriamoci la coppa davis.
    ma la preistoria è ancora attuale.

  2. Giovanni da Roussillon scrive:

    Se l’indifferenza dei responsabili fosse dovuta ad uno sforzo innovativo teso al miglioramento autentico delle condizioni in cui avvengono gli incontri nel mondo tennis, direi che la Davis Cup potrebbe essere del tutto eliminata dalla mappa delle competizioni.
    Perché.
    La premessa è di definire una disciplina con rigore. Se si continua a considerare il tennis come una disciplina affatto individuale, perché ostinarsi al tempo a comporre una cosa ibrida di singoli e doppi? Si è mai visto una staffetta 4×100 metri di atletica o nuoto (forse le uniche in cui valga la pena nominare rappresentanti di una “nazione”) alternare uno individualmente, e altri a due a due? Ecco dunque già la mossa dubbia di rendere ibrido un evento con due tipi di confronto/disciplina ben dististinti. Inoltre gli stati potevano avere 108 anni orsono certe ragioni di essere nello sport. Oggi non credo, in sfera ridotta, persino nel tennis: il Golubev di Bra è molto più giustificato del Volandri, sempre in Piemonte.
    Scisse le due discipline, guardiamo a quella che più ci sta a cuore (il doppio godrebbe delle stesse considerazioni, per analogia). Siccome la “formula” del campionato del mondo o World Tour Finals (vecchia masters cup) non soddisfa quasi nessuno con i suoi incontri all’italiana dove tuttavia non tutti incontrano tutti, si potrebbe, dopo Bercy, utilizzare il lasso degli ultimi due mesi per realizzare il vero tour finale. Eliminando Davis e falsi World Tours finali.
    Come. Indicendo ad esempio un unico grande girone round robin, meraviglioso, dei primi 16 della race, 3/5. Ogni top 16 incontrerà tutti gli altri 15, senza ulterori turni finali. Punto. In due mesi ognuno giocherebbe all’incirca l’equivalente delle partite disputate dal vincitore di due slams consecutivi svolti in nove settimane, senza intralci di cosine minori.
    Gli spazi vuoti occupati fin qui dai turni preliminare di Davis sono riservati al riposo di tutti, ritenuto che chi fosse riposato potrebbe misurarsi con chi e dove desidera.

  3. Nevenez scrive:

    Io propongo invece di abolirla la Coppa Davis.
    Competizione più inutile non ci poteva essere e in ogni modo il tennis deve essere solo uno sport individuale.

  4. Avec Double Cordage scrive:

    certo che è strano che non lo capiscano i capi…

  5. Avec Double Cordage scrive:

    spero di non combinare un casino, perché ho provato ad inserire il seguente commento ma non funzinoava

  6. Avec Double Cordage scrive:

    io il mio punto di vista sulla cosa l’ho scritto un anno fa qui

    http://blogs.myspace.com/index.cfm?fuseaction=blog.view&friendID=259685981&blogID=322567917

    è chiaro che la coppa davis va aggiornata, e nel formato giusto tornerebbe ai fasti di una volta quando era importante almeno quanto gli slam

  7. Avec Double Cordage scrive:

    ad ogni modo si molte cose vere, dette e ridette, ma c’è una cosa che non quadra la coppa davis non è il campionato del mondo a squadre, quello lo fa l’ATP a Duesseldorf con la world team cup e non se lo fila proprio nessuno, la coppa davis è la coppa davis, e assieme ai 4 tornei dello slam la una vittoria in finale di coppa davis è ancora l’unica cosa che conta davvero, magari mettiamoci pure il numero uno ATP e il titolo olimpico ma già il masters ha un valore inferiore

    l’altra cosa che è anche più importante è che il tennis è uno sposrt individuale, e viene visto cosi dagli appassionati, quello che conta sono le prestazioni di vertice, quindi le partite giocate al meglio die 5 set come negli slam e nella coppa davis, delle partite tra carneadi a tre set non importa nessuno e sarebbe controproducente introdurrle nella coppa davis, il best of 3 sets va lasciato alle ragazze e ai peones ma non al tennis che conta, se mai si possono accorciare i sets giocando il tie break a 4 game pari giocando big points fin dal via senza i game interlocutori

    quello che bisogna fare è allargare il campo partecipanti a tutte le nazioni con giocatori di vertice, equello che rende i tornei del grande slam cosi speciale, che rende possiile la vittoria di Ivanisevic 2001 e Beccker 1985, per la davis giocatori di vertice significa che siano giocatori che in una tre giorni possono farsi valere, non necessariamente dei finalisti di torneo dello slam

    poi bisogna dare punti per queste partite, e questo è stato lanciato e ci sarà a partire dall’anno prossimo

    la cosa di dover per forza fregiarsi del titolo per un anno intero o più, la trovo inutile, perché già due settimane dopo Wimbledon conta solo quello che combinerai agli US Open, uguale è per le altre competizioni anche a squadra, i titoli sono per la storia e la carriera una volta che ti sei ritirato, ma mentre giochi conta solo quello che stai facendo non quello che hai fatto l’anno prima, o due anni prima

    la cosa importante invece è coinvolgere più paesi per la fase finale, che deve essere a sede unica, ma annuale, e giocata al meglio dei 5 set

    importante è poter portare almeno una riserva per ogni giocatore, quindi un tetto di 10 giocatori per squadra lo trovo molto sensato, ma io farei giocare solo la finalissima tra le due squadre con 6 singolari e un doppio e comunque tutto rigorosamente al meglio dei 5 set

    per valorizzare le partite giocate al meglio dei 3 set a risultato acquisito basta dare punti pesanti anche per quelle, tipo i punti che si prendono per un quarto di finale in un torneo ATP medio, da aggiungere senza il limite dei migliori 18 risultati, praticamente come bonus, e le riserve si scannerebbero per poterle giocare e vincere queste partite

    ma ovviamente questa possibilità deve essere concessa a tutti i paesi con almeno un giocatore decente che traina il movimento, quindi world group a 32 squadre e punti anche nelle sfide di play off per i posti in world group

  8. Avec Double Cordage scrive:

    la verità è comunque che il problema sono i tornei master series, che andrebbero sostituiti da 3 grandi tornei major più la coppa davis con punti ATP pesanti

    questo sfoltirebbe il calendario per i top players permettendo loro di arrivare a fine anno in miglori condizioni e darebbe ai giocatori medi più occasioni di mettersi in luce

    una specie di formula uno del tennis, con in aggiunta ai 4 tornei del grande slam altri 3 tornei di due settimane, uno in Asia, uno in Sud America e uno in Europa ad esempio a Madrid, che poi è quello che vuole fare Tiriac

    questo permetterebbe anche di diminuire i cambi di superficie, certo il valore di tornei come Indian Wells, Roma e Amburgo crollerebbe ma le sedi potrebbero essere utlizzate oltre che per il torneo ATP dei peones per le sfide di coppa davis anche più volte l’anno

    il calendario ideale, quello che interessa veramente gli appassionati offrirebbe quindi un gioiello al mese

    Janauary - AUSTRALIAN OPEN

    February - DAVIS CUP first round matches

    March - ASIAN or SOUTH AMERICAN - major 2 weeks long combined tournament

    April - DAVIS CUP second round matches

    May - MADRID - major 2 weeks long combined tournament

    June - Roland Garros

    July - Wimbledon

    August - US Open

    September - Davis Cup third round matches and play offs

    October - INDOOR - major 2 weeks long combined tournament

    November - MASTERS CUP - a 1 week long tournament starting from the round of 16

    December - DAVIS CUP final week with 4 teams

    certo una finale di Coppa Davis a 8 squadre sarebbe anche meglio ma per partire e non stravolgere subito tutto andrebbe bene anche inziare con 4 squadre, poi si può sempre migliorare, beh certo se aspettiamo le lumache ITF… pazienza

  9. gipi scrive:

    Considerazioni ineccepibili.Ma io domando:perchè quando si vuole parlare di gironi all’italiana(lasciamo stare lo sciagurato esperimento di Mickey Mouse)in cui tutti potrebbero confrontarsi con tutti,senza la possibilità di usufruire di un tabellone compiacente(come capita,specialmente col sistema di assegnare le teste di serie secondo il ranking assoluto e non relativo alla superficie specifica del torneo),si blocca tutto dicendo:”Il tennis è così!Esso è differente da tutti gli altri sports.Eliminazione diretta e basta!” e poi per la Davis si fa riferimento a questi altri sports,che hanno tanti giocatori,ecc.ecc.
    Siamo tradizionalisti fino in fondo!Non avrà ragione chi sostiene che la Davis non è il campionato del mondo per nazioni,ma è la Coppa Davis e basta?

  10. Avec Double Cordage scrive:

    una competizione come quella proposta da Tommasi, con parite al meglio dei 3 set magari anche con le ragazze va bene per le olimpiadi ogni 4 anni, come competizione a squadre, come viene già fatto nel ping pong, e la si può beissimo affiancare ad un torneo di singolare e di doppio, basta ridurre il tabellone di singolare e doppio eliminando i vari carnedi di Togo e Puertorico

    facendo giocare prima i 16 migliori nel torneo di singolare nella prima settimana delle olimpiadi al meglio dei 3 set, poi la settimana dopo 32 team di doppio (anche con giocatori di nazioni diverse come era consentito al inizio delle olimpiadi), e nell’ultima settimana delle olipiadi la competzione a squadre con 3 singolari maschili, 3 singolari femminili e un doppio maschile tutto giocato “2 set su 3″ si potrebbero veramente premiare il valore dei movimenti tennistici delle varie nazioni

    e con le medaglie in palio anche i vari “carneadi medioman” non stonerebbero

    in questo modo il doppio gudagna maggiore attenzione perché non schiacciato dal singolare, e i tennisti hanno tempo di godersi le olimpiadi andando a vedere anche il basket e il nuoto, poi se uno preferisce giocare l’ATP di New Haven o Poertschach invece del torneo olimpico a squadre saranno fatti suoi…

  11. Angelica scrive:

    Ecco di nuovo le “vedove” alla carica. A vedere come erano felici i giocatori spagnoli e come erano sotto un treno quelli argentini, direi che a livello di emozioni la Coppa Davis funziona ancora piu’ che bene.

  12. Avec Double Cordage scrive:

    richiedo che all’eretico Giovanni da Roussillon venga tolta la parola!!! ;) sei fortunato che i roghi sono stati aboliti…

    comunque che c’azzeccano l’atletica e il nuoto con la coppa davis che quelli quando noi già si facevano sfide intercontinentali stavano ancora a nuotare stile cagnolino… tztztz

  13. Giovanni da Roussillon scrive:

    Angelica ha perfettamente ragione.
    Ma quanti, tra Argentini e Spagnoli felici e giulivi e avvolti nella loro bandiera colorata non preferirebbero conquistarsi la finale di uno slam, magari contro l’avversario di casa?
    Cordialità da un divorziato e concubino (che si accontenta, pur ricercando il meglio quando è data la possibilità)

  14. chloe de lissier scrive:

    esce il pezzo, passa una mezza oretta e vedi che ci sono ben 11 commenti. pensi: “sorbole, quanti sono gli interessati…”. e poi leggi 6 commenti consecutivi di avec. che dire?
    soltanto per capire, poi: chi sarebbero le “vedove” e di chi lo sarebbero?

  15. Avec Double Cordage scrive:

    sono 7 i miei commenti e con questo fanno 8, ho scritto che ho dovuto spezzettare il mattone perché non funzinava, proababilmente era un pezzo di codice HTML nella parte finale che non passava, ad ogni modo ha perfettamente ragione Angelica, e gli sport di squadra non sono ne preistorici ne anacronistici, questi sono due aggettivi che vanno bene per i funzionari dilettanti

    ah, e secondo me le “vedove alla carica” in questo caso sono, chloe de lissier, Giovanni da Roussillon, Nevenez e tutti quelli che verranno e la pensano diversamente da me ;) tanto per rimanere democratici

  16. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Avec. Cerca, se puoi, di vedere bene in quale contesto paradossale ho situato nuoto e atletica.
    Cerca inoltre di convincerti, sempre se puoi, che l’impiego della prima plurale è spesso un mezzo meschino per lusingare gli ignari, o per preparare al “meglio” gli ignari a recarsi sul fronte di guerra, oppure ancora per lasciar credere, sempre ed ancora agli stessi ignari, che la luna è una formaggella.

  17. anto scrive:

    Ubaldo la tua idea non è affatto male. Peccato che tu stia predicando nella valle dei sordi……

  18. Safinator scrive:

    A me la davis piace…ma è palese che il formato sia anacronistico.
    Questo fatto della scelta della superficie su cui giocare non mi piace…cosi come non mi piace che basta avere un singolarista forte per assicurasi 2 punti…

    Fosse per me,dividerei la coppa davis in 2 fasi…
    Una fase di “qualificazione”…con tabellone a 32 nazioni..la prima del rank contro la 32esima e cosi via.Un campo con superficie scelta da una nazione,un campo con superficie scelta dall altra.5 singolari 2 doppi cosi distribuiti:

    Giornata 1 Superficie A

    2 singolari 2 su 3
    1 doppio

    Giornata 2 Superficie B
    2 singolari 2 su 3
    1 doppio

    Giornata 3

    Eventuale singolare decisivo 3 su 5 su superficie sorteggiata.

    Dopo 3 turni (dopo australian open /Tra RG e Wimbledon/Dopo Us Open)..si arriva alla fase finale…da disputarsi dopo la masters cup:
    Superficie e localita scelta annualmente come per la finale di champions league o come per il mondiale di ciclisimo.
    Evento da distribuire su 10 giorni…
    Semifinale 1
    Semifinale 2
    2 giorni di pausa
    Finale.

  19. angelica scrive:

    Le ‘vedove’ (era un riferimento al pezzo di Enzo Cherici) sono i lamentosi. Quelli a cui non sta mai bene nulla.
    E sempre e comunque, si lamentano sopratutto del Master e della Davis.
    In cima alla lista delle “vedove” ci sono i giornalisti poi a seguire tutti i ’so tutto io come far funzionare le cose’
    Oh mai che ci fosse una, dico una cosa, che andasse bene.

    E gli Slam mah, se sul centrale manca il tetto e se piove come a NY o Wimbleodn il torneo e’ falsato
    (’Beato chi ci crede…no no non ci crediamo’ Cantavano Raimondo Vianello e Sandra Mondani)
    Come a dire tutte le edizioni degli Slam dove c’e’ stata pioggia oppure troppo caldo oppure troppo vento oppure troppo rumore oppure troppo qualsia cosa non sono edizioni degne di prestigio(poi se vincono Federer oppure Nadal le vedove sono contente ed e’ tutto regolare)
    E il Master no, perche’ c’e’ il round robin e si puo’ falsare il torneo. (che se poi vince Federer o Nadal va tutto bene)
    E il calendario ATP no, perche’ si gioca troppo e i giocatori sono cotti a fino anno (poi pero’ sono freschi come rose, quando giocano esibizioni in giro per mezzo mondo, intascando assegni che fanno felici i loro conti in banca) Oppure si gioca troppo poco su certe superfici e così si falsano le classifiche perchè si favorisce quel giocatore invece di un altro etc. etc.

    E la Davis no, perchè basta un giocatore e mezzo per vincere. Ma vivvaiddio dico io!
    A me il Davide contro Golia e’ sempre piaciuto.

    Sapere che c’e’ sempre la possibilità che “Il Ruggito del Coniglio” spaventa uno Squadrone da un gusto particolare ad un avvenimento sportivo.
    Sapere che non sempre vince chi è il favorito è il sale dello sport.
    Ma che ci sarà di divertente nel sapere che la Russia vince 4 anni su 5 la Fed Cup perchè ha 11 (!!) giocatrici nelle prime 50. E allora diamole il titolo il 2 gennaio che si fa prima.

    Sapere che un Gubis più mezzo giocatore potrebbe arrivare in finale di Davis e anche vincerla, sì lo ammetto mi da gusto.
    Sapere che la Spagna senza Nadal riesce lo stesso a vincere da ’sfavorita’ mi diverte e molto.

    Sapere che allo squadrone belga di Fed Cup non bastano Henin e Cljisters perchè Kim si infortuna e la Henin da sola non ce la fa a vincere anche il doppio (e siccome e’ rosicona e non le piaceva perdere, si ritira anche da
    quel match dopo la finale degli Australian Open) e l’Italia porta a casa la FedCup, bè a me piace.

    Anacronistico? Ma per favore! Come se quello che viene definito moderno, nuovo, deve essere per definizione migliore.

    Si Ubaldo è vero, c’è uno sport in cui ci sono in campo 22 giocatori, ma si chiama calcio non tennis.
    E poi chi l’ha detto che la Coppa Davis e’ il campionato del mondo a squadre? Questa definizione e’ giornalistica e piace tanto alle Federazioni, ma sorpresa sorpresa la Coppa Davis non è il campionato del mondo. E’ una torneo di tennis a squadre. Che da emozioni.

  20. Nikolik scrive:

    Penso che sarebbe sufficiente lasciare la formula della Coppa Davis così com’è adesso, imponendo semplicemente che i quattro singolari siano giocati da quattro giocatori diversi.
    Così, con poche modifiche, vincerebbe sempre la squadra più forte ed espressione del movimento tennistico migliore.

  21. Giovanni da Roussillon scrive:

    L’ultimo scritto di Angelica fa riflettere. A lei la coppa Davis sta bene come è: la contempla come una saggia osserva quel che accade intorno, se la gode anche con forse una dose umana in più di entusiasmo. Piace anche senza troppe modifiche a Safinator, Nikolik e Gipi. Di Avec non so riassumere il parere, giacché le sue epistole non sembrano tenere in conto che la vita è breve e non viviamo di sola lettura.
    Ubaldo Scanagatta esprime la sua pacatamente, da titolare del sito e giornalista; indica una via per migliorarla, rappresentando anche le idee del suo collega rispettabile Rino Tommasi. Vorrebbe adeguare l’insalatiera ai nostri tempi, farla assurgere ad un porta(post)hamburger, ed in fondo non ha torto. Pressoché in sintonia con lui è Anto, a cui disturbano tuttavia i duri d’orecchio.
    Chloe eliminerebbe i doppi dalla competizione, credo mossa dall’acutezza con cui raggiunge sempre l’essenziale (doppio significa pure uno di troppo).
    Nevenez, lapidario, la abolirebbe, ma la sua è pur sempre una proposta.
    Infine il mio progetto: può sembrare strano, ma sacrifico la festa di 128 partite prospettata lungo due mesi freddi in nome dell’unità d(’…)egli appassionati di codesto sito, ai quali sono ormai legato emotivamente. Avvengano tutte le mutazioni auspicate, o sia mantenuto lo stato attuale (mi riesce tanto difficile inghiottire pillole conservanti), purché si continui a giocare il tennis e questi amici, seppur invisibili, gli convivano intorno [chi mi ha catapultato nell’atmosfera natalizia?]

    ____________
    Avec caro, stai vincendo le leggi fisiche acquisite. Nessun buco nero potrebbe catturare la totalità delle tue emissioni.

  22. Avec Double Cordage scrive:

    buon dio, caro Giovanni da Roussillon, guarda che ho scritto dieci frasi mica la divina commedia, sono una manciata di concetti che ormai vado ripetendo dalla notte dei tempi, non dirmi che è la prima volta che leggi sta roba…

    allora te la faccio semplice, sulla coppa davis sono praticamente in tutto e per tutto d’accordo con Angelica (e mi sa che è anche l’unica cosa sulla quale siamo d’accordo) mi va bene come è, perché quella è la coppa davis, e che se lo mettano bene in testa, non ogni competizione di squadre deve andare a fare la fine del campionato del mondo di calciocarciofi, come non ogni nero d’avola deve per forza diventare un tavernello

    detto questo è innegabile che non siamo più nel 1898 quando il format venne ideato e già nel 1920 lo hanno capito e hanno allargato a Francia, Belgio, Germania, Austria etc. poi negli anni 70 lo hanno capito di nuovo e hanno tolto il challenge round, va bene ora sarebbe ora di capire che anche Gulbis se becca una buona copia di Juska in qualche paesino lettone può arrivare almeno in semifinale (e io e Angelica e e mezzo mondo ci godono perché Gulbis e un signor giocatore, ecco e invece il Portogallo on ci può arrivare a quei traguardi perché un giocatore del genere non lo ha), è la cosa più normale del mondo, altrimenti wimbledon faccioamolo giocare ai primi 8 in classifica e gli altri mettiamoli a giocare Newport e Halle l’anno prima poi chi vince, magari gli diamo una wild card per l’anno dopo, vi pare una cosa sensata? beh nella coppa davis ora come ora è cosi… questo sistema 40 anni fa poteva andare bene perché il tennis non era ancora cosi globalizzato, ma adesso la world group deve essere allargata a 32 squadre, altrimenti c’è una competizione solo limitata, ed è chiaro che la coppa davis ne soffre, per forza! …se paesi come Gran Bretagna e Italia che in una tre giorni posso sfidare quasi ogni paese sono relegate a battersi contro la serie C da un decennio, solo un branco di vecchi burocrati dilettanti non può capire che non va bene

    l’altra cosa che una volta andava bene, è non ammettere riserve, andava bene una volta perché tanto a giocare erano in 3 e il quarto era la riserva, il rischio di infortuni era molto più basso di adesso, poi molte squadre non li avevano nemmeno 3 giocatori di un certo livello, adesso il problema dei viaggi in transatlantico che durano mesi non c’è più, i giocatori ci sono, il rischio di infortunio è costante, e allora buon dio in ogni competizione a squadre è permesso portare delle riserve, quindi facendo che in una squadra ci sono al massimo due singolaristi e due doppisti, totale 4 giocatori, che si portino altri 4 giocatori come riserva, e io ci aggiungo pure due juniores se uno vuole cosi gli fa fare esperienza nei match a risultato acquisito se capitano, mica deve portarli per forza 10 giocatori, quello è il tetto massimo, se una federazione vuole può presentarsi anche solo con due giocatori ed è comunque tutto regolare

    il terzo ed ultimo punto, che è poi quello che ogni creatura dovrebbe capire, è che ci vuole una fase finale che interessi più di soli due paesi, il minimo è quattro paesi, certo 8 è ancora meglio ma significa creare una fase finale che dura due settimane, se vogliamo rimanere seri e rimanere col best of five. Più semplice è quindi partire con un final four, che si può giocare in una settimana senza modificare nulla, poi se il giocattolo inizia a funzionare lo si potrà sempre aggiornare e ampliare la fase finale ad 8 squadre che è ovvio che sarebbe una goduria, e magari anche fare giocare la finalissima con 6 singolari e un doppio, ma qulla è la ciliegina sulla torta e comunque può servire per lo spettacolo solo per la finalissima e non per gli altri turni, a partire dalla semifinale fin giù ai play off è molto più sensato e spettacolare il metodo originale datato 1898

    Ubaldo ha ragione quando dice che è incredibile che quelli dell’ATP non si buttano sulla Coppa Davis a corpo morto, gestita come si deve è una fabbrica di soldi, altro che master series, Estoril, New Haven and company

    poi per il resto Angelica lo sa, che rispetto la sua passione per il tennis femminile ma a me non mi appassiona, a me piaceva come giocavano Mandlikova e Navratilova, e già allora mi annoiavo a vedere il 99% di copie di Evert a sfidarsi a pallonetti e contropallonetti, figurasi adesso con queste sparapalle, se le forzassero a giocare con le racchette di legno secondo me il tennis femminile moderno sarebbe spettacolare come il tennis maschile con le racchette tecnologiche, la differenza è che i maschi sanno utilizzare le racchette moderne, le ragazze solo in una piccola percentuale, diciamo che sanno tirare uno o due tipi di rovesio e un tipo di dritto, poi è finita più o meno li, te credo che puoi arrivare nelle prime 10 WTA, a 15 anni cosi

    altra critica per Angelica, il mondo cambia, per fortuna, e quindi anche le cose devono cambiare, non tutto quello che è cosi come è ora è detto che sia cosi per un ragione buona, il masters ne è un esempio, il calendario farcito di 100 tornei che non gliene frega una benemerita ciabbatta a nessuno è un altro esempio, quello che alla gente e agli atleti interessa sono i majors, quindi facciamone altri 3 cosi tiriac ha il suo e quelli di Shanghai e Abu Dhabi che vogliono scippare l’Australian Open hanno il loro e siamo tutti felici e contenti con 4 slam a sede fissa + 3 majors itinireanti se necessario, a indian wells e cincinnati continuano a fare il loro torneo del pippolo che finalmente è veramente un torneo del pippolo e si rifanno i soldi organizzando la coppa davis, tanto è solo dei soldi che a loro frega

    e sinceramente la cosa è talmente logica che sono sicuro che nel giro di una decina di anni andrà a finire cosi, se alla guida dell’ATP non continuano ad avvicendarsi Micky Mouse and company

    @Nikolik
    se fai giocare quattro singolari e ad ogni giocatore fai giocare solo un match crei un casino strategico dove i capitani cercano di fregarsi a vicenda tentando di mettere sempre il loro più forte contro il più debole degli altri, con i singolari incrociati questo problema è elimintao, e poi solo perché a Tommasi li piace vedere Cipolla contro Granollers in forma 2su3 set mo bisogna che tutti non vediamo l’ora di vedere questo epico match, basta andare a qualche challenger do pippovic e te lo gusti in prima fila solo soletto quel match

  23. chloe de lissier scrive:

    avec, penso che una lettura del cosiddetto “rasoio” di ockham” sarebbe utile all’esposizione delle tue teorie. rendere complessi i procedimenti di ricerca conduce inevitabilmente all’errore.
    angelica, mi pare che il piacere o meno di veder giocare federer e nadal non c’entri nulla con un discorso sulla formula della coppa davis. è inoppugnabile che tanto il doppio (che è di fatto un gioco a squadre) quanto il risultato di incontri fra tennisti per nazioni siano lontani dall’essenza del tennis: che è, e resta, un confronto fra singoli individui. la questione delle emozioni che derivano dagli eventi è oltremodo impropria e parcellare per valutare la positività o meno di un evento: introdurla è solo un artificio dialettico.

  24. stefan scrive:

    son 4 tradizionali settimane all’anno di Davis,va bene cosi ha ragione Angelica

    mi piacerebbe avere tutto il tempo (tanto) del quale dispone Avec x i suoi ponderosi tomi

    ma in fondo la Grafomania è definita bisogno morboso,meglio evitare patologie

  25. Roberto Commentucci scrive:

    In parte sono vicino alle posizioni di Angelica. Il fascino della Davis è unico, c’è poco da fare. Drammi sportivi come quello che abbiamo vissuto in occasione del singolare decisivo fra Verdasco ed Acasuso costituscono un unicum per questo sport. Nella circostanza, grazie alla diretta tv integrale su RaiSportSat (finalmente), mi sono sentito molto coinvolto anch’io, che non sono né spagnolo né argentino. E quindi grande spot per il tennis, tra l’altro confortato da una audience molto buona, come ha raccontato Giampiero Galeazzi ai microfoni di Supertennis qualche giorno dopo l’evento.
    Tuttavia, concordo anche con quanti, fra cui Ubaldo, lamentano che effettivamente il poter vincere con un giocatore e mezzo è francamente eccessivo e che la competizione dovrebbe, senza snaturarsi, riflettere maggiormente i reali rapporti di forza fra i movimenti tennistici.
    Quanto ai proposti stravolgimenti della formula, con l’organizzazione di una fase finale a 8 squadre da tenere ogni due anni, mi pare francamente una cosa da libro dei sogni.
    Il calendario è quello che è, densissimo, non lascia respiro. E’ stato già molto difficile inserire un torneo olimpico della durata di una settimana da disputare ogni 4 anni, figuriamoci gli sconquassi che creerebbe il prevedere una competizione di 10 giorni da tenere a cadenza biennale. Impossibile.
    In conclusione, credo che la proposta più sensata sia quella di Nikolik. Mantenere la formula attuale, ma imponendo alle squadre di schierare 4 giocatori diversi nei singolari, con gli accoppiamenti decisi in base all’ultimo ranking Atp. Le squadre sarebbero composte da un massimo di 6 tennisti.
    Si potrebbe far giocare nella prima giornata i match fra i numeri 2 e i numeri 3, poi al sabato il doppio, e nella giornata conclusiva prima il match fra i numeri 1 e poi, sull’eventuale 2 pari, sarebbero proprio i due numeri 4 a decidere la contesa: in questo modo, da un lato si avrebbe la possibilità che a prevalere sia proprio la nazione con il movimento più ampio (in un incontro equilibrato, vince chi ha il miglior n. 4), dall’altro lato tennisti meno conosciuti continuerebbero ad avere un palcoscenico e una attenzione mediatica che nei tornei Atp sarebbe impossibile da ottenere.

  26. pedrinho&luvanor scrive:

    Fantastica una Davis con tanti giocatori.
    Si avvererebbe il mio sogno.
    Vedere in diretta Tv Cipolla schierato in singolare.

  27. Supermad scrive:

    Io la penso come Angelica. E come Nikolik. E come Commentucci.

    Il vero problema della Davis è la scarsa popolarità, come dice Ubaldo la finale interessa solo a pochi (a livello mediatico). Ma non penso che una rivoluzione della Davis così corposa sia la soluzione. Credo sia improponibile.

    Semplicemente bisognerebbe obbligare le squadre a far disputare i singolari a quattro tennisti diversi, con la formula proposta da Commentucci. Inoltre bisognerebbe imporre ai tennisti di giocare SEMPRE la Davis. Purtroppo capita spesso di vedere giocatori che la saltano per non rovinarsi il calendario…in quest’ottica l’idea di dare punti ATP anche per le gare di Davis è giustissima: almeno i tennisti evitano di inventarsi scuse o infortuni per saltare la Davis…

  28. marcos scrive:

    ogni proposta tesa a migliorare lo stato delle cose merita di essere presa in considerazione: lo spirito riformista guida il progresso della società. chi si ferma a conservare lo stato acquisito è spinto da ragioni miopi ed egoistiche.

    esistono segni nel mondo, però, che, pur evidentemente in contrasto col disegno dei tempi, resistono immutati, se non per altro, perchè simboli imperituri d’identità collettiva, punto di riferimento per i più e gran conforto per l’umanità. le tradizioni, le credenze, i monumenti, i totem aiutano il mondo a sentirsi coeso, insegnando all’uomo il sentimento di appartenenza, senza il quale vagherebbe incompreso ed incomprensibile, incapace di dialogare con gli altri.

    c’è chi sfrutta l’identità collettiva per battaglie retrograde, campanilistiche e di chiusura verso l’altro: è lo stesso uso che lo scienziato pazzo fa dell’atomo, progettando la bomba atomica. io non cambio idea, quando la stessa è utilizzata in maniera strumentale, per l’ottenimento di fini opposti ai miei.

    la formula dell’unica degna competizione a squadre del tennis merita una qualche ristrutturazione, ma, se non si trovano idee condivise e maestranze illuminate, può rimanere così com’è. la coppa davis, così com’è, è una tradizione che non divide e che non offre spunti reazionari.

    vincerla non significa stabilire primazie culturali o sportive di un paese: significa iscrivere il nome della propria nazione su un’insalatiera d’argento, nobile totem, da più di un secolo transitoriamente a disposizione di tutti.

  29. Avec Double Cordage scrive:

    OK “miss know it all” ; ) allora dimmi dove sta l’errore e dove la complessità? La mia è una semplificazione, ripeto “è una semplificazione”… ridurre il calendario a 4 slam a sede fissa + 3 majors itineranti + Coppa Davis valorizzata a 32 squadre + Masters fine anno a 16 con eliminazione diretta, è una semplificazione, per il resto rimane tutto come è ora, solo che viene valorizzato ciò che è di interesse degli appassionati e dei giocatori, che sono major e coppa davis

    i piccoli torneucci mascherati da grandi eventi sono interessanti solo per organizzatori “acchiappa citrulli”, mica devono sparire, possono rimanere ma appariranno per quello che sono, infatti in Italia dopo qualche anno sono spariti tutti per selezione naturale

    la Coppa Davis non è per niente lontana dall’essenza del tennis, anzi per più della metà della storia del tennis è stata proprio la coppa davis l’essenza del tennis, è solo che è tuttora in mano a dilettanti che per ogni aggiornamento ci mettono mezzo secolo, prova a ricordarti con che passione Edberg, Becker, Forget, McEnroe etc giocavano la Coppa Davis

    il modo di relazionarsi ad essa è cambiato solo con l’arrivo di Sampras e Agassi, Sampras non sapeva stare in squadra e Agassi aveva troppi alti e bassi anche durante la stagione, Lendl non la giocava perché voleva diventare Americano, Connors perché li le poeva prendere anche lui, ma alla fin fine è principalmente perché mancano i soldi, e questo è perché é gestita da dei dilettanti che non ci sanno fare

    ad ogni modo la Coppa Davis è la finale Francia-USA a Lione, Germania -Svezia con Edberg Wilander e Becker Stich, Francia-Russia, Austria-USA 1990 etc. non dirmi che non è tennis quello e che è meglio il torneo di Zagabria… insomma la Coppa Davis è quello elencato sopra e non quello che stiamo vedendo noi a casa nostra da 10 anni a questa parte con l’Italia che affronta i vari Zimbawe e Georgia in un circolo di provincia, e tutto per non retrocedere in serie C, la Coppa Davis va giocata nelle grandi città, non nei circoli, e le sfide devono valere per arrivare in finale non per non retrocedere

    magari dirai non è fattibile introdurre ulteriori 3 majors, beh Tiriac lo sta già facendo, e lo si è fatto in passato con Key Biscayne, non è certo quello il problema, il problema è trovare chi lo vuole fare, e al momento non ostante la situazione economica queste figure ci sono, a Shanghai, nei paesi Arabi che stanno costruendo isole a forma di plme per attirare turismo e Tiriac (che certo non si farebbe scrupoli a spostarsi da Madrid a Roma se noi in futuro dovessimo avere un boom con un top 10).

    Ci si può chiedere, ma i master sieries che fine fanno? Beh ci sarebbe un graduale passaggio del testimone, il major Asiatico lo si può chiamare PACIFIC MAJOR e per i primi 3 o 4 anni lo si fa in California ad Indian Wells o altrove, poi un volta completati i lavori a Shanghai, questo torneo (è chiaro, quelli di Shanghai dovranno acquistarlo il torneo) passa in Cina per 5 o 10 anni o fino a che da un altra parte della zona pacifica ci sarà un nuovo boom, con un organizzazione capace di acquistare i diritti del torneo da Shanghai (è quello che al momneto sta accadendo al Australian Open di Melbourne, ma cosi la AUS Open potrebbe stare abbastanza tranquillo), potrebbe poi passare in Giappone, tornare in California, passare in Cile, Canada o Messico… stessa cosa per il MAJOR ATLANTICO si parte da Miami - Key Biscayne e quindi questo torneo con la sua lista di vincitori passati darà una storicità al Major che poi può spostarsi dagli USA in Sud America, Africa, Europa… per il MAJOR INDOOR la stessa cosa ma cambiando zona comprendendo India, Asia Minore, Paesi Arabi e Mediterranei anche Francia, Spagna, Grecia e Italia senza troppe regole precise dove c’è un vero boom che possa durare una decina di anni con una richiesta e stabilità politico economica li si va…

    è una cosa che un commisioner potrebbe lanciare nel suo primo anno, non vedo ostacoli insormontabili, vedo solo ottusità conservazionistica, se tutto il mondo pensasse in modo cosi conservazionista come i funzionari federali staremo ancora con sistemi economici schiavistici e monarchia, girando con le carrozze nel pantano… beh alla fine in gran parte del mondo questo è tuttora lo standard

    @stefan
    il tempo lo hai pure tu, basta prenderlo

  30. chloe de lissier scrive:

    in sede teorica, le affermazioni di marcos espresse nei primi tre capoversi sono senz’altro condivisibili. ma soltanto in teoria, appunto: perché dimenticano che l’umanità è un legno storto, come sosteneva kant. lo stesso marx ha dovuto fare i conti con l’egoismo e la difesa cieca dei propri piccoli interessi dei suoi amati proletari: storture che hanno vanificato completamente il suo insegnamento teorico. usiamo oggetti molto più sofisticati di una clava, ma sul piano emotivo siamo rimasti parenti assai stretti degli ominidi.
    ad ogni buon conto, cosa hanno a che fare queste considerazioni con il fatto che la coppa davis sia apprezzata da taluni o sia una delle tante incongruenze umane per altri, sia modificabile per qualcuno o debba restare tale e quale per qualche altro?

  31. chloe de lissier scrive:

    avec, mi pare sia tu quello che sa tutto. anche se lo spieghi assai male.

  32. lallo scrive:

    ottima l’idea di condensare le final (io direi four) in una località precedentemente scelta.
    Naturalmente su scala biennale e giocando 5 singolari e due doppi. (3 set su 5 assolutamente se no il mito davis si ammoscia),
    occuperebbe una sola settimana e ridurrebbe ulteriormente i turni precedenti del tabellone globale (128 squadre senza più world group) ad un massimo di 3 turni per anno (coi primi turni della prima stagione bypassabili dai top player in virtù della probabile inferiorità degli avversari).
    APPROVATO!! :-)

  33. Avec Double Cordage scrive:

    @chloe de lissier
    OK allora dimmi cosa è che non hai capito, o spiegalo meglio tu, o ti riferisci al fatto che io non sono uno scrittore?

    Dal mio punto di vista è la sostanza della quale stiamo discutendo su questo blog che lo rende interessante, se poi vogliamo metterci a discutere pure sulla forma mi può anche andare bene, e ti do ragione che i miei scritti a getto stilisticamente sono disgraziati, ma non ho nessuna ambizione stilistica… invece di estimi letterari preferirei ricevere delle contrapposizioni concrete sulle tematiche trattate, ma obiezioni argomentate e non gusti personali

  34. angelica scrive:

    la FedCup ha avuto sia la formula del torneo in sede unica di una settimana, sia la Final Four.
    Hanno poi deciso, dopo un po’ di cambiare nuovamente formula per seguire la tradizionale e anacronistica Coppa Davis.
    Ci sarà un motivo?

    E far disputare a tennisti diversi i match, con algoritmi predefiniti, toglie il gusto del colpo a sorpresa del capitano che decide di schierare chi non ti aspetti. Tipo Tarpishev che schiera Safin sul 2 pari e Marat porta a casa il punto decisivo.

    Per tornare al discorso “la Davis interessa solo le due nazioni che giocano la finale”, equivale a dire che la finale di qualsiasi sport interessa solo chi la gioca.
    Percio’ la finale dei mondiali, la guardo solo se l’Italia gioca.
    La finale dei 100 metri alle Olimpiadi la guardo solo se c’e’ un italiano in finale (praticamente mai!) e chissene se Bolt tritura il record del mondo. Perchè mi dovrei emozionare, non è italiano, no?

    Inoltre, ma perchè, se vi piace tanto il mondiale a squadre di tennis , non proponete all’ITF di organizzarne uno con tutte le combiazioni preferite e lasciate stare la Coppa Davis.
    Si vuole un torneo con il prestigio della Davis e con il nome della Davis ma con regole tutte diverse.
    Questo mi ricorda qualcuno che alcuni anni fa propose di superare la crisi della Fiat semplicemente chiamando la Panda Ferrari-young.

  35. Fabio scrive:

    Il mio personale applausometro si è rotto dopo lo strepitoso intervento di Angelica.

  36. Avec Double Cordage scrive:

    @Angelica
    fenomenale, sottoscrivo in pieno!
    Complimenti per la citazione della ferrari-young … anche “Ferrari - Furbo” sarebbe stato un nome che da parte di mister B. non mi avrebbe sorpreso

    Però la fed cup non è la coppa davis, ha solo un briciolo della sua tradizione, per questo prima hanno fatto una cosa semplice in sede unica per lanciare la cosa, poi si sono man mano adeguati allo standard della coppa davis, come per “rubare un po’ di tradizione”

    nelle finale dei 100 metri non sono solo in due a correre, figurati alle olimpiadi fanno partecipare persino sprinters italiani, con le stesse chances di arrivare in finale di tutti gli altri, è quello il punto la partecipazione allargata che crea l’aumento di attenzione

    e torniamo sempre all’inizio sono solo due cose che bisogna aggiornare, world group a 32 squadre e final four

    non è questo gran stravolgimento, e i quattro incontri del terzo turno giocati dopo gli US Open quelli che determinano le quattro squadre per la final four, in questo modo assumono l’aspetto mediatico di 4 finali del sistema attuale.

    Questo perché giocate secondo lo schema tradizionale della partita fuori casa o in casa con tutto quello che ne consegue, solo che invece di una finale in questo modo se ne hanno 4 con attenzione mediatica quindi quadruplicata, e in più in quella settimana ci sarebbero anche 16 incontri di play off per la world group …insomma la Coppa Davis non passerebbe certo inosservata visto che coinvolgerebbe 20 paesi, e questo per risultati importanti come la permanenza in world group e l’accesso alla final four, non certo per evitare la retrocessione in serie C

  37. stefano grazia scrive:

    La Davis Cup puo’ andare bene cosi’
    ….SE POI PERO’ NON SQUALIFICANO A VITA CHI NON LA VUOLE GIOCARE!!!!

    E comunque io dico (e ho scritto tante volte) che una Formula tipo World Cup di Calcio e di Rugby ogni 2 o 4 anni da svolgersi in sede unica avrebbe un maggior effetto propaganda proprio anche in quelle nazioni come le nostre.

    Proposta: continuare con la Davis Cup e chi la vuol giocare la giochgi, chi non la vuol giocare non la giochi. E ogni 4 anni alle Olimpiadi invece del Tennis Trasdizionale, fare il Tennis a Squadre con formula Rino-Ubaldo Cup.

  38. Avec Double Cordage scrive:

    @stefano grazia
    ah finalmente ti sei convinto che le olimpiadi sono la giusta sede per la tua Formula tipo World Cup di Calcio e di Rugby - Rino-Ubaldo Cup, toh almeno uno l’ho illuminato ;)

  39. daniela scrive:

    Ad ogni turno di Davis devo ripetere le stesse cose.:)
    “L’appeal della Davis è modestissimo”, scrive Scanagatta. E chi lo decide, questo appeal? il numero dei giornalisti presenti?Dei post nei forum e nei blog? A quanto pare sì, per lui, e forse per la maggior parte di voi.
    Ma c’è anche il pubblico, ci sono anche gli appassionati di tutto il tennis, di cui forse i giornalisti si dimenticano troppo spesso. Ci sono palazzetti, o Roland Garros, o Flinders Park ecc. gremiti quando c’è anche solo un primo turno di coppa Davis. C’è stato invece un desolante deserto nel deserto di Doha per quasi tutta la settimana del masters femminile. Forse ci saranno stati più inviati, perchè non ho letto la proposta di eliminarlo. E non è per Doha, perchè quando era a Los Angeles era lo stesso pianto, tranne per un po’ più di gente dalle semifinali in poi.Spesso i primi turni dei masters series americani si giocano in un grande vuoto di pubblico..Idem come sopra. Mai letto che bisogna eliminarli
    So solo io le telefonate che ho fatto, i mesi che ho passato su ebay per comprare un biglietto per la finale di davis nel 2002 a Parigi…e non c’era un bagarino davanti a Bercy il primo giorno, ma solo persone che chiedevano di comprarci i biglietti.
    Ogni turno di Davis è un grande spettacolo di pubblico, di gioia, di sport di emozioni. Mai verrebbe da chiederci se il tennis sia in crisi assistendo in streaming o nelle tv straniere a quei match. Ma a parte Wimbledon di quest’anno, diciamocela francamente, vi sembrano state così belle, emozionanti e intense le finali degli slam degli ultimi anni? ma quanti giornalisti ci saranno stati, invece, e allora?
    La coppa Davis é una competizione a parte, con una sua storia, non bisogna confrontarla con un campionato del mondo a squadre come per il calcio o per il rugby, ma come una gara per nazioni, sì, che esalta però il fatto che il tennis sia uno sport individuale, e quindi è giusto che un giocatore da solo, e con un compagno per il doppio, si cimenti, se vuole, nella lunga corsa all’insalatiera.
    E’ una prova, la Davis, di tennis estremo, e il pubblico in sala o in tv lo capisce: sa che solo qui si giocano 3 set su cinque per tre giorni di seguito se un campione deve disputare anche il doppio. Sa che ogni punto, ogni palla, ha un peso diverso, anche un tempo diverso da quello di un qualsiasi torneo, perchè ci sono i compagni a fondo campo, il pubblico, amico o nemico, che respirano con lui; c’è un capitano non giocatore che lo cerca con gli occhi in un secondo di pausa, che lo carica, che lo calma, che lo consiglia o che lo confonde.
    E noi siamo presi da tutto ciò, non stiamo neppure a guardare quanto sia bello quel colpo, che talento ecc, i soliti commenti che si fanno per il resto del circuito. Se c’è anche la bellezza tecnica, tanto meglio, ma quello che vediamo riempie il nostro spirito agonistico, e ci fa pensare, sì, ci fa riflettere.
    Ci domandiamo quanto tre giorni così intensi possano farci capire di tutto quello che c’è dentro un giocatore che magari abbiamo sempre definito “tiepido”di carattere in un altro contesto; o all’opposto quanto un “grintoso” non regga lo spirito e la fatica di questa competizione.
    Mi domando, lo ripeto spesso, quanti in uno slam o anche in un semplice torneo, sarebbero andati a vedere un Boetsch- Kulti finale 1996, o Mathieu-Youzhny.
    Se i giornalisti non sentono la davis, si chiedano perchè, ma non diano la colpa alla davis: non hanno voglia di puntare su un match di primo turno di cartello e spostarsi in pieno inverno per un week end a Mosca, o in qualche cittadina degli Usa, o semplcemente della Francia che non sia Parigi? si attrezzino con un’antenna parabolica motorizzata, comprino un pacchetto di abbonamenti esteri, insomma, si decidano a vedere quello che vedo io ad ogni turno di davis, a vedere quanto impegno, quanta grinta, quanta sofferenza, quanta passionel, quante lacrime, esultanze, vengono fuori da quegli stadi e da quei palazzetti. E non importa ci siano in campo i top ten.
    E allora forse si leggerà qualcosa di diverso che la solita solfa di modificare ciò che è quasi perfetto: si leggeranno ritratti di tennisti più completi se si vedrà le loro reazioni in Davis, per esempio.
    Dicevo quasi perfetto, perchè l’unica modifica che porterei io alla competizione è sul modello della fed cup: giocherei il primo turno in febbraio, i quarti in aprile, le semifinali a luglio e la finale in settembre, così avrebbero tutti lo stesso riposo.

  40. chloe de lissier scrive:

    mi piacciono le persone appassionate. non sono un’estimatrice della coppa davis per le ragioni che ho esposto, ma questo commento di daniela mi ha convinta: seguirò la coppa davis più di quanto abbia fatto fino ad oggi.

  41. Avec Double Cordage scrive:

    premio pulitzer per daniela!

    interessanti le tue proposte di modifica, rimango comunque della mia opinione: worldgroup a 32 squadre e final four, immagina avere 4 finali di davis nella stessa settimana (le 4 partite per accedere alla final four), e immagina avere nella finalissima uno stadio con un terzo di tifosi spagnoli, un terzo di pubblico neutrale magari serbo o russo, e un terzo di tifosi francesi …sarebbe una festa dal primo all’ultimo 15 …senza nemmeno più tanto tifo contro o silenzi tombali, perché una delle due parti avrebbe sempre da gioire

  42. ZIOERNESTO scrive:

    Condivido la posizione di DANIELA per quanto riguarda lo stato emotivo del pubblico e dei giocatori impegnati in un incontro di Coppa Davis che non si trova in nessun altro torneo, anche importante.
    Io sono solo un appassonato di tennis, non un esperto, lascio ad altri lo studio di formule migliori di quella attuale per la coppa Davis; ricordiamo però che più sono rivoluzionari i cambiamenti, meno possibilità hanno di essere attuati.
    Vorrei fare una proposta semplice semplice che non porterebbe nessuna rivoluzione, ma aumenterebbe il “fattore squadra”.
    Per fare in modo che sia veramente una squadra a vincere e non un giocatore e mezzo, secondo me, è sufficiente far giocare in ognuno dei cinque incontri atleti diversi; un gruppo di sei persone (quattro per i singolari e due per il doppio) rappresenterebbero sicuramente il valore tennistico di una nazione.

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