La polemica sui gironi all’italiana:
ridicolo contare i set e i games vinti e persi

 
17 Novembre 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

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Etienne de Villiers (presidente ATP), Ubaldo Scanagatta e Miguel Seabra (copyright Gianni Ciaccia)

17 novembre 2006

SHANGHAI. Chi vincerà stasera fra Nadal e Davydenko sarà il quarto semifinalista del Masters e domani incontrerà Federer. Un match ad eliminazione diretta, meno male. Già, chi gliel’ha fatto fare a Federer di vincere i tre incontri del gruppo rosso se David Nalbandian ha raggiunto il suo stesso traguardo perdendone due su tre? E se Blake è già solo in semifinale, ma anche n.1 del girone oro, comunque finisca l’inutile duello odierno con Robredo, già eliminato?

Un cinico, anche senza essere svizzero, replicherebbe che così Fed-Express si è messo in tasca un bel gruzzoletto in più _ c’era un bonus ad ogni match vinto _ ma che differenza faranno mai quegli spiccioli a Roger appena diventato il primo tennista oltre il muro dei 7 milioni di dollari guadagnati di soli premi, senza i sei sponsor maggiori (Nike 4,5 milioni, Jura 1,5, Wilson 3,5, Rolex 1,5, Swiss Air 1,5, Emmi 1,5) che gliene procurano altri 14?

Ma chi cinico non è non potrà non ironizzare sulla formula dei gironi all’italiana _ creata ad uso delle tv come garanzia di tre giorni di show per ciascun campione _ che si presta al papocchio di consentire al campione uscente Nalbandian di ritrovarsi in semifinale contro l’americano Blake (n.8). E con la possibilità di rivincere il Masters nonostante due sconfitte con Federer e Ljubicic, grazie alla sola vittoria di ieri su un Roddick apparso ancora sotto choc per il doppio matchpoint sfumato l’altra sera contro Federer.

“E’ strano, ho battuto Nalbandian e lui va avanti mentre io torno a casa. Mai stato favorevole ai round-robin io!” ha detto paro paro Ljubicic, battuto da Federer nonostante il 2-0 iniziale e un paio di palle-break sul 4 pari.

Senza peli sulla lingua il croato allenato da Riccardo Piatti. Il Blatter del tennis, il sudafricano Etienne De Villiers, executive director dell’Atp con un passato da manager di Disneyworld (e scarsa conoscenza di tennis) non gradirà. Non contento di aver abolito le finali 3 su 5 nei tornei Atp (esclusi quindi i quattro Slam) _ “Le nuove generazioni non sopportano gli spettacoli lunghi, perfino al cinema spippolano messaggini telefonici; e la tv francese non ha trasmesso la bella finale di Montecarlo Nadal-Federer temendone la lunghezza” _ l’ineffabile Mr. De Villiers lancerà, sia pure a titolo sperimentale, il round-robin a tre (per i primi turni) in una quindicina di tornei del 2007.
“Così il pubblico avrà la certezza di vedere il giocatore locale almeno due volte”. Già, ma dovrà sorbirsi due volte anche Kubot, Pinco Pallino, Pizza e Fichi. Con il rischio poi _ come è successo a Nalbandian nei confronti di Ljubicic e Roddick _ che ciascuno dei tre tennisti si ritrovi con una vittoria e una sconfitta.
E a contare i set e i games vinti e persi. Totalmente ridicolo.

Nalbandian b.Roddick 6-2,7-6, Federer b.Ljubicic 7-6,6-4.

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10 Commenti a “La polemica sui gironi all’italiana:
ridicolo contare i set e i games vinti e persi”

  1. fade scrive:

    Buondì,
    ma come era in passato la formula dei masters? Ricordo quando la giocavano a NY, sul campo in sintetico stile materassino da palestra, senza il disegno dei corridoi (nostalgia) saluti e complimenti per il blog da Firenze

  2. biagio scrive:

    Caro Ubaldo,

    finalmente un blog di tennis in Italiano che un drogato di peter bodo come me (la scoperta viene da li’…) apprezza se possibile ancora di piu’. Grandissima idea e in bocca al lupo, se poi riesci a coinvelgere anche gli altri due Titani a collaborare ogni tanto te ne saremo tutti grati.

    In generale sono assolutamente d’accordo sulla mostruosita’ della formula a gironi, anche se in un master non ci sono molte altre soluzioni (un torneo a sedici sarebbe troppo corto?), assurdo riproporla in altri tornei (poi qui a Londra al Queens mi sembra un sacrilegio). Eliminare il tre su cinque nelle finali puo’ servire, immagino, ad evitare che un Nadal o Fed si rititino dal torneo successivo, ma il problema calendario e’ comunque di una complessita’ assoluta, e temo che ci vorrano anni (se mai) per razionalizzarlo. Complimenti per lo scoop sulla guerra madrilena!

    Per quel che riguarda i risultati, Ljubo aveva gia’ perso prima di entrare in campo - secondo me ha giocato bene e la sua carenza sui punti importanti non e’ una novita’, specie contro Fed. In generale il suo diritto tende a cedere sullo slice estremo dello svizzero, e anche se serve bene (vedi Indian Wells) non riesce sempre a tenere il palleggio. Poi dopo la malattia mi e’ sembrato un po’ piu’ lento (normale) negli spostamenti laterali.

    Nalbandian v Roddick mi ha sorpreso. Roddick, che negli ultimi tempi mi era sembrato cresciuto, ha sbagliato molte piu’ volee’ che con Fed (d’accordo, non un buon colpo di solito, ma ultimamente piu’ efficace). Ma perche’ continuava ad attaccare sul rovescio dell’argentino, che e’ in grado di trovare molte piu’ traiettorie che con il diritto? Particolarmente bravo comunque Nalbi a farlo colpire spesso di demi-volee’, con qui copli federereschi che muoino sui piedi dill’attacante (vedi break del terzo set della finale dello US open.)
    Vediamo se ogggi Davydenko ce la fa contro Nadal, che secondo me i bookmakers sopravvalutano.

    a presto e complimenti di nuovo

  3. andrea brignone scrive:

    Sono totalmente d’accordo. Aver dato in mano il tennis miondiale ad un manager abituato a gestire Topolino e Paperino non farà bene a nessuno. Già si digerisce con difficoltà la formula della Masters Cup; accettare il round robin nei tornei sarà dura per noi appassionati e, penso, sarà dura anche per i giocatori. Errare è umano, perseverare è diabolico. Per ora siamo all’”errare”; spero non si arrivi al “perseverare”…

  4. Ubaldo Scanagatta scrive:

    A Fade: Il masters ha cambiato tante di quelle volte formula che tutte non me le ricordo nemmeno più. Il concetto di un circuito con un Masters finale lo inventò il grande Jack Kramer, forse il più forte tennista di sempre a sentire Rosewall e Hoad(”Quando Jack giocava al meglio non ce n’era per nessuno…” ma Kramer dopo aver dominato il teniis per un biennio primadegli Anni Cinquanta passò profesionista per formare poi lui stesso la “Kramer’s troupe”) e nel ‘70 si disputò la prima edizione del Masters a Tokyo con un girone all’italiana a sei…e senza neppure una finale. Stan Smith vinse quattro partite su cinque e fu il primo Master. La colossale sciocchezza non venne rimediata l’anno dopo a Parigi, dove però fecero di peggio: i sei giocatori divennero sette per fare posto a una wild card, naturalmente indigena, Pierre Barthes (uno degli 8 belli, ma anche uno dei più scarsi). A Barcellona nel ‘72 nacquero i due round robin a 4, progenitori degli attuali. Io cominciai a scrivere sulla Nazione proprio allora, dopo aver esordito con una rubrica sui seconda categoria (”Finestra sulla seconda” sulla rivista Tennis Club di cui era editore il compianto Carlo Della Vida e direttore Rino Tommasi (che ogni tanto mi minacciava: “Se non….ti chiudo la finestra!” In uno dei primi articoli che scrissi criticai la superficie sintetica di un torneo, senza rendermi conto che era uno degli sponsor della rivista…per miracolo quell’azienda non sospese i contratti pubblicitari). Torno al Masters ma la faccio breve: nei primi anni il problema era evitare gli incontri senza significato fra giocatori già eliminati o già qualificati per le semifinali. Ma l’esigenza di annunciare gli incontri con largo anticipo si scontrava con la possibilità di evitarli. Poi ci furono i casi di sospette combines, di sospette rese…mai provate e mai provabili. Come quando Lendl nell’80 al Madison Square Garden nell’ultima giornata dei round robin mollò di schianto un match con Connors (7-6,6-1) perchè arrivando secondo nel proprio girone avrebbe evitato di affrontare in semifiinale Borg, giunto secondo anche lui alle spalle di Gene Mayer. Connors, cui toccò allora sfidare Borg (che difatti vinse il torneo battendo prima Jimbo e poi Ivan) si infuriò come non vi dico. Dette a Lendl, in conferenza stampa (non dietro le spalle) del coniglio (chicken! in realtà non va tradotto in pollo ma semmai in “vigliacco”)…e potrei raccontare aneddoti per ore.
    Ma vi basti quanto è successo nel Masters in corso: giovedì, prima della penultima giornata dei round robin, quando il solo Blake era qualificato e Nalbandian con due sconfitte nei primi due incontri sembrava quasi spacciato, c’erano ben sedici diverse ipotesi che potevano verificarsi per qualificare due giocatori fra Federer, Nalbandian e Ljubicic (a seconda di chi avesse vinto e in quanti set… PIU’ CHE UNA FORMULA AVULSA, UNA FORMULA INSULSA.
    p.S. A Biagio fan dell’amico e grande giornalista Peter Bodo e Andrea rispondo appena posso, perdonatemi

  5. angelica scrive:

    Ciao Ubaldo,
    Ci voleva un blog italiano di Tennis! :)

    Anche io come biagio ho saputo del tuo blog attraverso quello di Peter Bodo ;)

    A leggere di tutte le novita’ del tennis : Round Robin, interviste prima dei match ridicole, coach on court etc. etc. spesso mi chiedo, ma ’sti dirigenti del ATP e della WTA come li hanno scelti? Sono stati vinti con i punti della Miralanza?!?!

    ancora complimenti e in bocca al lupo per il blog

  6. Ubaldo Scanagatta scrive:

    ce lo domandiamo tutti, Angelica. E vedrai che cosa stanno preparando con il calendario…Si beccheranno un sacco di cause….e se io fossi loro farei pagare le parcelle agli avvocati di Tiriac, altrimenti non darei a Madrid lo spazio che gli vogliono dare con un combined event nel mese di…(no, ora non te lo dico, ci devo scrivere un blog, con le novità che riguardano anche Roma, Montecarlo, Amburgo (che ha fatto una proposta oscena per salvare la pelle…). De Villiers dovrebbe chiedere al suo predecessore Mark Miles che cosa è successo all’ATP per aver spostato di una settimana il torneo di Washington! E allora i tornei non erano protetti da franchising come adesso.
    Ora ti saluto, Federer ha appena battuto 6-4 7-5 Nadal in un’ora e 53 m, e avrebbe dovuto vincere molto più facile se solo avesse attaccato di più. A rete ha fatto 17 punti su 21 in totale e 8 su 8 nel secondo set. Non si capisce perchè non ci andasse più spesso, quando Nadal finiva 3 metri dietro la riga di fondo, o non provasse almeno una palla corta. Anche se ha vinto e si è qualificato per la quarta volta consecutiva per la finale del Masters …lui Nadal lo soffre. Non c’è dubbio.
    Era avanti 5-3 nel primo e ha perso il game di battuta a zero.
    Poi ha avuto due matchpointssul 5-4 nel secondo, servizio Nadal, e ha sbagliato due rovesci. Poteva ripetersi quello che gli era successo a Roma, quando sciupati due matchpoints ha poi perso la finale. Ma la differenza fra Federer e Nadal su questa superficie sarebbe molto più netta di quanto dica il risultato, se Federer non giocasse talvolta con poca intelligenza tattica. Ma Tony Roche non glielo dice di attaccare di più? Boh…
    Mi fa piacere per Peter che in tanti lo leggano, glielo farò sapere.

  7. marcos scrive:

    il nuovo presidente de villiers ha un solo obbiettivo: cancellare l’unica regola che fa del tennis uno sport unico, fondato sull’emozionante formula dell’eliminazione diretta, al fine di riuscire a vendere meglio il prodotto alle televisioni ed agli sponsores.
    l’eliminazione diretta non consente, in linea di massima, accordi tra tennisti prima dei matches, al contrario di ciò che accadrà con le nuove regole.
    quando si dà l’opportunità al tennista di poter scegliere anche la sconfitta (nel caso di ultimi turni delle quali, quando si sa, prima di affrontare l’ultimo incontro, di essere già stati ripescati nel main draw, oppure nei round robin del master), spesso capita di assistere a matches falsi, noiosi e scontati.
    capiterà, ahimè, di assistere a matches in cui il campione deciderà se lasciare un game in più o in meno al proprio avversario, a seconda delle simpatie; capiterà di sentire, nei giorni di girone, qualche tennista lamentarsi della serietà del campione; capiterà di voler assistere solo al match tra kubot e koubek, perchè sarà l’unico ad esser giocato veramente; capiterà che non se ne potrà più di veder federer, nadal, ljubo, blake, roddick e gli altri…perchè saranno sempre loro a raggiungere i quarti: non ci sarà più la possibilità per un tennista emergente di sperare in una giornata negativa del campione…comunque, al termine del girone, dovrà tornarsene a casa.
    sarà in parte un tennis di accordi sotto banco, in parte un tennis d’esibizione, in parte un tennis senza sorprese: probabilmente saranno più emozionanti i challengers ed i futures.
    a de villiers tutto questo non importa: per lui il tennis è solo un prodotto da vendere. eppure, è sufficiente guardare i gironi di champions league di calcio, per rendersi conto che, spesso, le ultime due partite non hanno alcuna ragione d’esser giocate e, di conseguenza, viste/acquistate.
    de villiers, i managers dei tornei ed i tennisti che appoggiano questa idea si renderanno conto, spero presto, che un prodotto falso si riesce a vendere per qualche mese, poi si è smascherati.
    la botta finale a queste nuove regole sarà inferta dalle potentissime lobbies che gestiscono le scommesse: immagino, infatti, che ci sarà un calo netto di entrate; quando lo scommettitore avvertirà chiaramente che il risultato di certi incontri non dipenderà più dai valori tecnici, ma dal calcolo delle convenienze e da accordi truffaldini, allora abbandonerà il tennis per darsi all’ippica!
    sarebbe interessante sapere quali tennisti si schierano con l’idea di de villiers e quali non ne sono convinti.
    credo che i primi venti, a parte qualche illuminato, concordino col nuovo direttore; ma gli altri mille saranno preoccupatissimi.

    cordialmente,
    marcos

  8. max pachora scrive:

    Caro Ubaldo,
    ho visto in questi giorni gli ultimi incontri del girone eliminatorio di Champions’ League: che barba! match già decisi, giocati da formazioni demotivate, senza un pizzico di emozione. Temo proprio che il round robin nel tennis provocherà gli stessi esempi. Ma il nuovo amichetto assunto da quella capa fresca di ET de Villiers, che viene dal manchester, non gli ha suggerito di guardare il calcio in tv, con tutti quegli stadi vuoti? O ET pensa di fare i soldi con il merchandising, vendendo le magliette e gli orsacchiotti di peluche con la faccia di Nadal e Federer?

  9. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Sfondi per certi versi una porta aperta. Prima non mi perdevo una partita di Champion’s, ora non le guardo quasi più. Sono inflazionate. Chissà, magari se ci fosse la mia Fiorentina in ballo sarebbe diverso _ a proposito oggi il valente collega Sandro Picchi, uno dei pochi giornalisti che scrivono di calcio sapendo di che cosa trattano, ha presentato il suo libro “Fiorentina, 80 anni di storia”, gli appassionati dovrebbero comprarlo _ ma è certo vero che il sapore, la suspence dell’eliminazione diretta, è ben altra cosa. Gli stadi vuoti…E’ inevitabile, quanti tifosi possono permettersi di pagare tre biglietti alla settimana? Costa meno l’abbonamento Sky. Gli orsacchiotti di pelouche firmati Federer secondo me sono una pagliacciata. Però è anche vero che il merchandising del tennis è inesistente _ vedi l’accenno che faccio nel mio ultimo blog “Insalata Russa” a proposito delle antiche istanze sollevate da Richard Evans _ ed è l’unico sport internazionale del mondo a versare in questo stato. Quindi, pur condividendo tutte le critiche del mondo, nei confronti di E.T., vediamo se gli viene anche qualche idea buona. Ad esempio quella della moviola, the Hawk-Eye, che in qualche modo E.T. ha avallato fin da Miami, non si è rivelata poi così malvagia all’atto pratico, sia in termini di fair-play sia come momento di maggior attenzione da parte degli spettatori, tele e non. Purchè non se ne abusi (come stava per accadere a Mosca dove non c’era limite ai challenges). Io sono per non più di due challenge per set, più una nell’eventuale tiebreak.

  10. Nicola scrive:

    L’ idea di vedere i migliori 8 almeno 3 volte in una settimana di certo non dispiace a nessun appassionato, o sbaglio? Non x questo la formula è esatta, anzi!..Si potrebbero giocare 3 match (QF, SF, F) al meglio dei 5 set e combinare il torneo mascile con quello femminile (ideato nello stesso modo). Con 16 singolaristi e 16 coppie che concorrono in doppio lo spettacolo ci sarebbe!..In più si potrebbe aggiungere una tappa del Tour of Champions per assicurare molteplici motivi di interesse!..Una lamentela potrebbe scaturire se si pensa che il campione finale avrebbe vinto un torneo così prestigioso dopo soli 3 match!..Anche se, nel caso in cui “la Nalba” vinceva quest’ anno, le sue vittorie sarebbero state 3, ma con un record W/L di 3/2!..Mah… Ps: De Villiers è un killer!.. Ps2: Ubaldo questo blog ci voleva proprio!..

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