Pestaggio al Cpt di Bologna, poliziotti sul banco degli imputati

(ANSA) - BOLOGNA, 17 MAG- Pestato con i manganelli dai poliziotti,insieme ad altri ospiti del Cpt di Bologna,quindi dopo essere rimasto sul pavimento bagnato dal sangue, messo contro un muro e di nuovo pestato a calci e manganellate: ‘’poi arrivarono altri due e uno mi dette un colpo con lo scudo in testa e lo scudo si ruppe.Quando ero con il volto sanguinante sono arrivati altri poliziotti che mi hanno fotografato col telefonino per mandare la mia immagine ai loro amici'’.
E’ la testimonianza di Said Imich, marocchino, al processo davanti al giudice monocratico di Bologna Manuela Melloni a quattro poliziotti accusati di lesioni aggravate per il presunto pestaggio di nove immigrati, dopo una
rivolta nel Cpt di Bologna il 2 marzo 2003. ‘’Quando tutto comincio’ pensai, l’Italia e’ un paese civile e in un paese
civile i manganelli non si usano piu’. Ma mi sbagliai, subito dopo capii che si usavano ancora'’, ha detto Said, che
- tra l’altro - nel giugno scorso era stato poi arrestato per inosservanza delle norme sull’immigrazione. Successivamente il suo arresto non era stato convalidato dal giudice e la Questura aveva emesso un nuovo
provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale. Ma la Pm Silvia Marzocchi - che sostiene l’accusa al
processo - aveva bloccato qualsiasi provvedimento di espulsione a carico dell’immigrato che e’ uno dei principali
testi d’accusa, ascoltati oggi. Tra gli altri testi odierni l’on.Katia Zanotti, che insieme alla collega Titti De Simone (Prc) visito’ il centro di permanenza temporanea per stranieri di via Mattei a Bologna, 48 ore dopo il pestaggio della notte del 2 marzo, e trovo’ ancora le tracce di sangue sui pavimenti e gli immigrati feriti. Furono loro a denunciare quanto accaduto. Oggi ha riferito ancora quello che vide. Rispondendo ad un difensore, comunque, ha detto che durante la visita non parlo’ con i poliziotti. Secondo il racconto di Said tutto comincio’ dopo che due immigrati ospiti del Cpt scavalcarono il cancello (che poi e’ circondato da un muro) nel tentativo di fuggire. Vennero ripresi - secondo la testimonianza - e manganellati e poi portati nelle stanze della polizia da dove gli altri ospiti sentirono provenire della urla: ‘’Allora alcuni di noi sono saliti sulla tettoia del centro, e da li’ svitavano le lampadine dell’illuminazione e le lanciavano. Io ero con un altro gruppo dietro e a noi c’era un gruppo di romeni che comincio’ a lanciare pezzi di grondaia. Dal nostro gruppo venivano lanciati immondizia, frutta e bottigliette d’acqua'’. Poi - sempre in base al racconto - la situazione sembro’ tornare alla calma.
Circa mezz’ora dopo Said ando’ verso la stanzetta del caffe’ e vide arrivare i poliziotti in assetto antisommossa.
Si chiuse dentro la stanzetta dove c’erano altri sei-sette immigrati: ‘Ad un certo punto uno di noi da dentro disse
‘ispettore, non c’e’ bisogno che sfondi la porta. La apriamo e ne parliamo’. E lui rispose, ‘lasciatale chiusa. Io la
sfondo e poi sfondo voi’. ‘’Entrarono e comincio’ il pestaggio. In breve c’era sangue ovunque. Poi, quando sono usciti, hanno lanciato anche un lacrimogeno'’. ‘’Un agente passeggiava nel corridoio dove eravamo stati messi dopo il pestaggio con il telefonino in mano e diceva ‘Chi e’ il piu’ bello?’. Si e’ fermato davanti a me e mi ha fatto una fotografia. Ero pieno di sangue per le ferite, ho ancora una cicatrice in testa e una dietro l’orecchio. Mi venne rotto anche un dito della mano. Ma solo all’indomani mi portarono in ospedale'’.

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1 Commento a “Pestaggio al Cpt di Bologna, poliziotti sul banco degli imputati”

  1. Sempre fidelis scrive:

    Si certo, non devono essere carceri, ma che ne sapete voi di quello che succede in quei posti?? voi dormite sonni sereni al contrario di chi lavora in questi centri. Sono stati pestasti è vero! ma il motivo ci sta! Vorrei vedere voi sotto il lancio di lampadine e pezzi di grondaia, ma certo per noi è normale…. Quello che sta succedendo a bari al CPT è uno scandalo, tutti si sentono autorizzati a scappare, perchè non ci sono ritorsioni contro di loro, e intanto molti ragazzi e padri di famiglia rischiano la vita ogni giorno per evitare una fuga arbitraria. Gli stranieri distruggono la struttura e noi ci limitiamo a contenerli, con il risultato che loro menano di brutto e noi non possiamo rispondere per paura di essere processati dalle stesse persone che abbiamo giurato di difendere!
    Siete dei Pezzi di merda!! Aspettiamo il morto, aspettiamo un altro Filippo Raciti, dopo le cose cambieranno, chissà magari il prossimo sarò io….
    P.S. queste persone costano alla Stato 55 euro al giorno che per 30 giorni sono 1650. Vengono passate le sigarette ( che al paese mio sono un lusso ) e le schede telefoniche, io quei soldi non li guadagno in un mese….

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