Uno studio dimezza le vittime della guerra civile in Jugoslavia. I morti furono 97.207

(ANSA) - BELGRADO, 21 GIU - Una ricerca pubblicata in questi giorni a Sarajevo, e presentata come il primo studio scientifico sulla guerra di Bosnia (1992-95), e’ giunto a dimezzare, da 200.000 a poco meno di 100.000, la stima abituale delle vittime del piu’ sanguinoso e feroce tra i conflitti di dissoluzione della ex Jugoslavia. Lo riporta la stampa locale, ripresa anche dall’agenzia serba Fonet.
L’obiettivo dell’indagine non e’ minimizzare la portata degli orrori di quella guerra - scatenatasi sull’onda dei
disegni di potere dell’allora regime serbo-jugoslavo di Slobodan Milosevic -, ma di ‘’ridurre gli spazi di
manipolazione delle cifre sui crimini commessi'’, ha spiegato il responsabile del lavoro, Mirsad Tokaca, studioso
di estrazione bosniaca-musulmana. Secondo Tokaca, che dirige il Centro di studi e ricerche di Sarajevo (Idc), un istituto indipendente finanziato tra gli altri dal gverno norvegese, questo calcolo sul totale dei morti e’ ‘’il primo realizzato con criteri scientifici'’. E include in totale 97.207 persone: circa la meta’ della cifra riferita regolarmente dai media occidentali (attestata sull’indicazione di ‘’oltre 200.000 morti'’) e molto lontana sia dalle stima minima (25.000 morti, spacciata da ambienti nazionalisti serbo-bosniaci), sia da quelle massime (che sono arrivate a toccare quota 329.000, secondo le affermazioni di settori politici di matrice bosniaco-musulmana o bosniaco-croata). Lo studio redatto dall’Idc, convalidato da alcuni esperti internazionali e dell’Onu, cerca di far giustizia di tale groviglio di cifre contraddittorie, che resta tuttora alla base dell’incapacita’ delle diverse comunita’
etnico-confessionali della Bosnia-Erzegovina (composta oggi da un 45% circa di musulmani, un 35% scarso di
serbi e un 18% di croati) di mettersi d’accordo almeno sulla somma delle vittime.
Vittime che la ricerca firmata da Tokaca ritiene invece di poter contare abbastanza esattamente, indicando un
totale di poco piu’ di 40.000 morti tra i civili (per l’83% musulmani, il 10% serbi e il 5,45% croati); e di oltre
50.000 fra i combattenti (53,8% musulmani, 36% serbi, 10% croati). Incertezza sui dati dei conflitti del decennio passato permangono per altri scenari dell’ex Jugoslavia, dove pure vi furono violenze efferate sebbene in misura inferiore alla Bosnia. In particolare sull’entita’ della repressione compiuta nell’epoca Milosevic nella provincia serba a maggioranza albanese del Kosovo.

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