Birmania: domani incontro tra Aung San Suu Kyi e la giunta

ONU. La giunta militare al potere in Birmania si incontrerà domani con il leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi. L’annuncio è arrivato qualche ora dopo che l’inviato dell’Onu Ibrahim Gambari aveva concluso la sua vista per convincere il regime alle trattative.

La via – ha detto Gambari - è aperta per un sostanziale dialogo”. Aung San Suu Kyi avrà anche un faccia a faccia con il ministro del Lavoro Aung Kyi, cui la giunta ha affidato l’incarico di stabilire rapporti con l’opposizione dopo le proteste di piazza guidate dai monaci buddisti e soffocate nel sangue dai militari.
Aung San Suu Kyi ha fatto sapere di essere pronta a cooperare con la giunta militare. “Nell’interesse della nazione sono pronta a cooperare con il governo ,affinché questo processo di dialogo abbia successo - scrive il premio Nobel per la pace - e do il benvenuto al necessario ruolo di buoni uffici delle Nazioni Unite per aiutare a facilitare i nostri sforzi a questo riguardo”. Si tratterà del secondo incontro fra Aung San Suu Kyi e il rappresentante del regime. Su richiesta di Aung San Suu Kyi, è stato disposto per domani anche un incontro con il comitato esecutivo centrale della Lnd, la Lega nazionale per la democrazia, che governa il Paese.

La leader dell’opposizione negli ultimi tre anni non si è mai incontrata con gli alti ufficiali della Lnd, e l’annuncio fatto potrebbe essere interpretato come un successo diplomatico di Gambari, al termine di una missione durata sei giorni. “Abbiamo avviato un processo che potrebbe guidare a un dialogo tra il governo e Aung San Suu Kyi in grado di promuovere la riconciliazione nazionale. Prima comincerà, meglio sarà per tutta la Birmania”, ha detto l’inviato dell’Onu.

Il successo di Gambari arriva dopo una settimana sofferta, in cui i generali avevano cancellato all’ultimo un incontro a tre, moderato dall’Onu e che aveva spinto il Segeratrio Generale Ban Ki Moon ad esprimere la sua preoccupazione per la mancanza di progressi. L’inviato dell’Onu aveva spinto affinché il regime alleggerisse le restrizioni imposte a Aung San Suu Kyi e a tutti i prigionieri politici, ma la giunta era rimasta ferma sulle sue posizioni e, irritata, aveva annullato l’incontro.

di Luca Bolognini

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