Expo, turchi uniti mentre noi litighiamo

DUELLO FRA GENI. Milano, la città di Leonardo da Vinci contro la turca Smirne (o Izmir), presunta città natale di Omero. Dicono che il sindaco Moratti sia un po’ sola nel sostenere la candidatura di Milano all’Expo 2015. I suoi avversari e anche qualche suo amico sperano in una bocciatura. «Tanto ci guadagnerebbero sempre i soliti quattro». Chi siano non lo dice. Per sostenere la causa di Smirne, come sede della grande esposizione internazionale, nella tradizione di quella che eresse la Torre Eiffel —, il premier turco Erdogan si è trasferito con una mezza dozzina di ministri, tutti del partito islamico di destra, in casa del sindaco di Izmir, che è laico e di sinistra. Là tutti per uno. Qua tutti contro tutti. Cose da turchi.

LEGGENDE METROPOLITANE. Sono arrivati i sette ispettori del Bureau International des Exposition, che dovranno dare il voto a Milano, prima del verdetto definitivo dei delegati degli Stati del mondo, previsto per marzo 2008. In città sembra facciano le pulizie di Pasqua. Puliscono le strade, i muri, nei cestini per rifiuti ci si potrebbe mangiare tanto sono lindi. Dicono siano state costituite pattuglie volanti di ghisa, che fermeranno il traffico d’intralcio lungo le strade dove passeranno le auto degli ispettori, in modo che abbiano l’impressione che anche la circolazione stradale funziona a Milano. Poi domani sera potremo assistere alla visione virtuale dei grattacieli che saranno costruiti, se Milano vincerà la gara per l’Expo. Viene in mente quando Pietro il Grande viaggiava per la Russia e i ras locali costruivano villaggi finti, come quelli di Cinecittà, perché lo zar pensasse che il suo regno era disseminato di paesi belli, nuovi e ridenti. Ma i grattacieli fatti col laser non sono inganni. Solo proiezioni di una speranza.

È TRADIZIONE. Tutti i partiti importanti, quasi tutti, sono stati battezzati a Milano. La Dc rinata in casa Falck, non parliamo dei socialisti, Mussolini vi fece le prime marcette. La Costituente del nuovo partito democratico non poteva che riunirsi nel capoluogo della Lombardia, come programmato per fine mese. L’unico partito che ha origini terroncielle, nonostante si pensi sia nato ad Arcore, è Forza Italia, che in realtà è originario di Benevento, dove fu un movimento neofascista del dopoguerra. La spia Norman Lewis scrisse in un rapporto: «E’ guidato da un tipo che si crede Garibaldi e non è un partito pericoloso». Ma non dicevano che si crede Napoleone?

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