Censuriamo anche il David perchè Michelangelo era un artista omosessuale?

VISTO CHE il criterio segue l’induzione dei cattivi pensieri che un’opera può suscitare soprattutto se l’autore pratica l’amore uranista, che facciamo, censuriamo anche il David in considerazione dell’attrattiva che gli ignudi esercitavano su Michelangelo, così preso dalla sua omosessualità da essere scrittore e poeta ispirato dai suoi amati? Statua tanto più scandalosa, perché ispiratrice della bellezza ariana, scolpita nei marmi di Arno Backer, il prediletto di Hitler.
Appurato che Vittorio Sgarbi è davvero il più capace discepolo di Guy Debord che nelle barricate sessantottine intuitì la società dello spettacolo, basata su «ciò che appare è buono e ciò che è buono appare». E ottenuto il riprovevole risultato, c’è da augurarsi che la giunta di Letizia Moratti, che venerdì prossimo riesaminerà il caso della mostra censurata su “Arte e omosessualià”, ci ripensi e consenta a questa mostra senza storia, che ha già avuto dalla cronaca più di quanto potesse mai aspettarsi, possa essere aperta, alle condizioni inizialmente previste, ovvero con l’accesso consentito ai soli visitatori di maggiore età.
Salvo rare eccezioni come Luigi Serafini che nobilitano il catalogo, le altre opere presenti offrono ben poco alle attese dei visitatori, che speriamo possano vedere questa brutta mostra che si presenta con una ridicola classificazione delle tendenze sessuali. Evidente strumentalizzazione per dare visibilità a quadri che sono per la maggior parte pura provocazione come il titolo.
Altrimenti chi se la sarebbe filata una mostra così scadente? La questione è di principio, per non apparire come i persecutori medievali di Barbablù, che lo condannarono perché leggeva degli eccessi dei Cesari sui libri di Svetonio, ed evitando l’imbarazzo di dover censurare, per logica indotta, anche Botticelli, Raffaello, Leonardo da Vinci e Caravaggio, che erano omosessuali.

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