Archivio di Giugno 2007

Qualcuno ragiona…

Giovedì 14 Giugno 2007

Non vorremmo passare per polemici a tutti i costi. Restiamo dell’idea che il Pd sia un errore strategico e storico che servirà a farci riportare la destra al governo per trent’anni, però qualcuno che dice cose sensate c’è. Come Goffredo Bettini, una vita nella Fgci, nel Pci, nel Pds e nei Ds poi, romano doc, che tutti definiscono ‘veltroniano’ (ma che a noi appare uno che pensa con la sua testa). Ecco il suo ragionamento:

“Il Partito democratico non può coincidere con le sorti del governo”. Il senatore dei Ds Goffredo Bettini nel suo intervento al comitato politico del partito invita a “non impiccare sulla vita del governo la svolta storica rappresentata dalla nascita del Partito democratico”.
Secondo il diessino inoltre non potrà essere Romano Prodi a guidare il nuovo soggetto: “C’è un candidato premier che ha fatto una campagna elettorale - spiega il senatore della Quercia - una campagna in cui abbiamo perso due milioni di voti, poi abbiamo conseguito una vittoria che era quasi un pareggio, e ora chi governa deve essere anche il capo del Pd? Bisogna rompere questo tipo di involucro asfissiante. Il nuovo soggetto non può essere la
dependance di un governo in difficoltà. Bisogna rompere questo legame asfissiante ed eleggere un segretario politico”. Bettini ha quindi affrontato il tema delle regole da stabilire nella costituzione del nuovo soggetto. “Bisogna evitare l’errore di fare liste nazionali tra noi e la Margherita”. Meglio, secondo il senatore diessino, “costruire un solido gruppo dirigente che si apra ad una visione federalista, che nasca in una dimensione regionale”. Bettini boccia anche l’idea delle
preferenze che permetterebbero l’elezione solo “di capi bastione di un ceto politico”. Un no quindi ai “leader nazionali del partito” per evitare “una corrida dei leader del passato”.

Ecco, questi sono già elementi per ragionare. E per non scrivere i soliti volantini. Vero Fassino?

Donne e uomini

Mercoledì 13 Giugno 2007

«Per un partito Democratico di donne e di uomini». È questo il titolo
e l’ispirazione del Manifesto delle Donne Ds, con cui le donne della Quercia intendono aprire un percorso comune e aperto per assicurare la partecipazione femminile e la presenza dei valori delle donne nella Costituente del Partito Democratico. Il Manifesto verrà presentato
in una conferenza stampa a Roma, domani, giovedì 14 giugno, alle ore 11.30, presso la Sala Europa dell’Hotel Artemide, in via Nazionale 22, alla presenza del segretario dei Ds Piero Fassino (ANSA).

Un Partito di ‘donne e di uomini’ non è male (pensate se avessero detto di ‘marziani e venusiani’). Ma, nel Manifesto (espressione pomposa) mancano gli aggettivi. Ecco la versione corretta: Un Partito di poche donne e pochi uomini. Con poche idee e per di più confuse…

Trovato l’inghippo

Martedì 12 Giugno 2007

“La legge elettorale è un aspetto centrale del funzionamento del Paese: è dall’attuale legge che discende non solo gran parte della crisi dei partiti, ma soprattutto la situazione precaria nella quale si trova ad operare il Senato, l’intero Parlamento e, di conseguenza, lo stesso governo”. Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino
Chiti (ANSA).

Ah, ecco: e noi che pensavamo che l’attuale crisi dei partiti fosse derivata da un’oligarchia incapace di guardare alla società, alle sue speranze e alle sue paure. A quelli che, una volta, si chimavano “i bisogni”. Mala tempora currunt…

Ma perché? Perché?

Martedì 12 Giugno 2007

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‘’La realizzazione di questi obiettivi richiede ancor di più un forte slancio della costruzione del Partito Democratico, a cui è necessario dare in ogni territorio quel respiro aperto e partecipativo che coinvolga una vasta platea di cittadini'’. E’ la convinzione espressa dalla Quercia, al termine di una lunga riunione della presidenza del
Partito, nella quale si evidenzia la necessita’ di uno scatto in avanti della maggioranza sulla strada delle riforme (ANSA).

Vane parole, a voler usare un eufemismo. Ma si rendono conto, al Botteghino, che stanno ottenendo l’effetto contrario?Vogliono ’semplificare’ il sistema politico. E la gente fonda altri partiti. Vogliono semplificare e la militanza si frantuma in mille rivoli. Vogliono semplificare e alle amministrative è una catastrofe (non che gli altri vadano meglio, ma è un altro paio di maniche). Vogliono semplificare e i cittadini restano a casa e non vanno a votare. Perché questa tenacia nel perseverare nell’errore? Perché volete desertificare il centrosinistra? Che cosa vi spinge a quest’ansia di autodistruzione? Eppure mica siete degli sprovveduti…

Ma che cosa volete fare?

Venerdì 8 Giugno 2007

Ecco un altro ragionamento che vale la pena di leggere:

Basta perdere tempo, servono “più coraggio, decisione e generosità” per sciogliere subito il nodo su chi assumerà la leadership del nuovo Partito democratico. Scelta che va fatta democraticamente, non per decisione di “un’enclave o di un cricolo ristretto”. Roberto Giachetti lancia un appello alla sua coalizione per risolvere la delicata questione.

Capito? Stanno mettendo nel caos il sistema politico (altro che semplificazione, cari Fassino e Rutelli!), stanno ammazzando l’idea di sinistra riformista e non hanno ancora chiaro né il leader che dovrà guidare questo Piddì, né quando farlo, né se premier e guida del Partito dovranno coincidere. Però, lanciano appelli. Che fanno cascare le braccia per la superficialità. Una buona volta: vorreste spiegarci perché fate questo Pd? Ci dite un paio di punti del programma? O è pretendere troppo? Attendiamo. Sfiduciati.