Torna l’Antipolitica. Purtroppo

“Sempre che resti in piedi…”. Nell’ascensore che porta al secondo piano di Palazzo Pitti, fa caldo. Tutti, politici e intellettuali, ridono. La battuta, però, scandita a bassa voce dal sottosegretario Andrea Marcucci e riferita alla tenuta del governo Prodi, fa un certo effetto. Anche perché detta in un contesto tutt’altro che politico: l’inaugurazione della bellissima mostra su Garibaldi curata da Cosimo Ceccuti e Maurizio degl’Innocenti, vale a dire dalla Fondazione Spadolini e dalla Fondazione Turati. Due nomi che la dicono lunga. E che suscitano un qualche rimpianto rispetto a quella che è l’Italia di oggi. L’Italia politica, intendiamo, quella che scopre nefandezze estreme del Palazzo, che scopre come la sia lontana dai partiti, che scopre come la stessa metta all’ultimo posto i partiti nella scala della fiducia. Il paradosso dell’Italia politica che si fa garante di un’ondata di qualunquismo populista dagli esiti sempre incerti (Tangentopoli docet: non era forse Craxi il Colpevole dei Colpevoli? Non era il Psi un’accolita di ladroni? Ah, no? Vi eravate sbagliati? In fondo la Prima Repubblica non era così male?). Ma ve li immaginate voi Spadolini e, prima di lui, Turati, che demoliscono a mezzo stampa il sistema dei partiti? Impossibile. E’ che quella lì, seppure in periodi ben differenti, era gente di altra tempra, di altro stile, di altre letture. Tralasciamo comunque le tristezze e rammentiamo un gustoso episodio. E’ il 1982. Sta per essere emesso un francobollo che ricorda il centenario della morte di Garibaldi. Il bozzetto è pronto. Il ministro competente è Remo Gaspari, dc. Spadolini vede il bozzetto ed esclama: . Altri tempi, altra razza… Che sapeva sorridere. Comunque, per tirarvi su il morale in tempi così grami andate a Firenze a vedere la mostra su Garibaldi in Palazzo Pitti. Anche lui non amava gli apparati. Ma riteneva la politica lo strumento principe per cambiare le cose.

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2 Commenti a “Torna l’Antipolitica. Purtroppo”

  1. leon scrive:

    E se l’antipolitica fossero i politici di oggi?
    Così lontani dai leader d’altri tempi; così miopi nel progetto e così oculati nei propri interessi. Così solerti a procurasi una lauta pensione quando ai “sudditi” andrà tagliata. Così puntuali a censurare la stampa quando rischia di rivelare patti scellerati e accordi sottobanco (sottogoverno si chiamava un tempo). Così pronti a farsi “casta”, così ciechi e sordi rispetto ai cittadini. Così proni alle leggi “naturali” del mercato, alla retorica dell’efficienza del “privato”. Così allineati al pensiero unico neoliberista, così impotenti davanti a veri potentati dei colossi multinazionali. Così populisti, incompetenti e infingardi da trattarci tutti come “popolino ignorante”. Buono per una tv demente da Grande Fratello. Se il prossimo lo girassero alla Camera (con la C maiuscola) l’emiciclo non avrebbe seggi vuoti. Ma la qualità dei dialoghi non sarebbe migliore.

  2. vasco scrive:

    Eppure Spadolini e l’antipolitica di oggi hanno in comune il Corriere

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