Incendi e chiacchere

A novembre saranno sette anni che è entrata in vigore la legge quadro sugli incedi boschivi, la 353 del 2000, e oltre due comuni su tre (un dato esatto non c’è, e la stima è assai ottimistica) non sono stati capaci di allestire il catasto aree bruciate, strumento essenziale per evitare speculazioni sulle aree percorse sul fuoco.
Adesso il responsabile della Protezione civile dice che il catasto dovrà essere affidato ai prefetti. Proposta probabilmente saggia visto che la maggior parte dei comuni hanno fallito. Se non si vuole seguire il suggerimento del ministro dell’Ambiente (affidare a commissari “ad acta” la realizzazione dei catasti in ogni comune che risulti inadempiente entro un paio di mesi) perchè troppo impopolare nei confronti degli enti locali, allora si tolga la patata bollete ai comuni e si realizzi il catasto sotto la diretta responsabilità delle autorità locali del governo. Ma si faccia qualcosa, perchè sennò finiremo nel solito vizio italico delle chiacchere. Denuce, proclami, solenni promesse, talvolta anche leggi nuove di zecca che però poi si arenano del deserto, inapplicate e prigioniere della loro maledizione: bastarsi, parlarsi addosso, autocmpiacersi, non produrre effetti.
Il catasto serve operativo entro la prossima estate e continuare a comprare elicotteri e Canadair (o a cercare di comprarli senza riuscirci, come accade alla Forestale) non è una soluzione, è una pezza. Oltre ad essere molto più costoso. Canadair e altri mezzi aerei saranno sempre necessari perche ci saranno sempre incendi sui quali intervenire ma affidarsi quasi esclusivamente a soluzioni ex post è un tragico errore. Prevenire è meglio che curare….

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3 Commenti a “Incendi e chiacchere”

  1. Sara scrive:

    Negli Stati Uniti l’incendio doloso è classificato “violent crimes”, insieme agli omici e agli strupri.
    Dovrebbe essere così anche in Italia… anche se in Italia gli assassini e gli strupratori stanno in carcere due giorni e poi li mettono fuori.
    In effetti cambierebbe poco. Viviamo nella repubblica delle banane, è questo il problema.
    Saluti.
    Sara

  2. Andrea Parmeggiani scrive:

    Il problema è alla base. Chi ha deciso di affidare il compito di redarre il catasto a i comuni stessi? Si sa che soprattutto nei comuni piccoli, si conoscono tutti, magari il sindaco o l’assessore sono gli stessi che edificano. E’ un inevitabile conflitto di interessi. La proposta del ministro per l’ambiente sarà impopolare, ma necessaria. Se gli enti locali facessero il proprio dovere, sarebbe necessaria una proposta del genere? Se non si rispettano le regole, e in Italia la stragrande minoranza le rispetta, ci si rende complici di chi accende il fuoco. Di fronte ad una evidente incapacità politica, non sarebbe meglio correre ai ripari, magari attraverso strumenti che permettano ai cittadini di controllare l’agire politico? Forse ci sarebbe più efficienza. Ma in un paese dove tutto e permesso come si fa, se i controllori sono amici dei controllati, oppure sono gli stessi controllati che si autocontrollano? scusate il gioco di parole, ma è ormai evidentissimo, ed è proprio questo che i cittadini non possono più tollerare.

  3. alessandro scrive:

    da FARRUGGIA
    gentile Parmeggiani, molti sindaci ed ammiistratori onesti se ne adombreranno, ma in tanti comuni _ al Sud in primis _ putroppo non è possibile fidarsi della correttezza degli amministratori su certi temi, riprova ne sia il dilagare dell’abusivismo edilizio e la mancanza nei due terzi dei comuni del catasto delle aree percrse dal fuoco. E quindi, credo proprio che lei abbia ragione. E infatti il governo ha affidato l’incarico di compilare il catasto delle aree bruciate, qualora le amministrazioni comunali non provvedano rapidamente, ai Prefetti.

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