Se il Po finisce a Ferrara

Riduzione della portata del fiume dovuta ai cambiamenti climatici, prelievi largamente eccessivi rispetto alle disponibilità. E allora il rischio è che il Po, il più grande fiume italiano si salinizzi molto lontano dalla foce: da 100 a 200 chilometri.
L’allarme è stato lanciato oggi nel workshop organizzato a Parma dall’Apat in vista della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si terrà in settembre a Roma. Apat spiega che “la portata del piu’ grande fiume italiano e’ scesa del 20-25% nello scorso trentennio: su ogni 10 litri di acqua che arrivavano in precedenza alla foce del Po, ne mancano oggi all’appello piu’ di due”. Un trend destinato a peggiorare: “Le piogge sono diminuite negli ultimi 30 anni del 15-20% nel bacino del Po- dice- mentre i cambiamenti climatici stanno portando a una contrazione media del 10% delle precipitazioni sull’intera penisola”. La colpa è anche dei diritti di prelievo (e quindi dei prelievi) eccessivi, che ammontano a qualcosa come 1800 metri cubi al secondo: una enormità dato che a Pontelagoscuro la disponibilità idrica ammonta a 1500 mcubi al secondo (media storica). Nei fatti, sono i dati forniti dall’Apat, si prelevano dal Po due miliardi e mezzo di metri cubi di acqua all’anno, di cui oltre il 73% destinati all’agricoltura. E dal workshop emerge che questo non è piu sostenibile: servono tecniche di irrigazione diverse, che consumino meno acqua e serve anche probabilmente l’abbandono delle coltivazioni che consumano troppa acqua come riso, mais e kiwi a favore di altre più “parche”.
“Se non agiamo immediatamente utilizzando tecnologie innovative in agricoltura e nell’industria _ osserva il coordinatore nazionale della conferenza, Vincenzo Ferrara _ tecnologie già oggi ampiamente disponibili e che ci consentirebbero di ridurre drasticamente il consumo di acqua, corriamo il rischio che il nostro maggior fiume possa salinizzarsi a 100-200 chilometri dalla foce, con conseguente irreversibile compromissione della qualità delle nostre risorse idriche”. Sia per uso potabile che irriguo.
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6 Commenti a “Se il Po finisce a Ferrara”

  1. mario siccardi scrive:

    solite cretinate di giornalisti che non hanno niente da dire in estate

  2. alessandro scrive:

    da FARRUGGIA
    Grazie della stima, gentile lettore. Peccato che le “cretinate” non sian farina dei giornalisti ma una puntuale trasposizione di quanto affermato oggi dall’agenzia nazionale protezione dell’ambiente (Apat) e dal coordinatore nazionale della conferenza sul clima, il fisico Vincenzo Ferrara. E quindi non siano cretinate affatto. Ma naturalmente se ha dei dati diversi e altrettanto qualificati, siamo qui per valutarli….
    Cordialmente.

  3. Nello Patalani scrive:

    Vede Sig.Ferrugia,questa è l’attenzione che riserviamo verso l’ambiente.Magari chi le ha risposto è,forse, un agricoltore che esegue quelle culture che lei citava.Mi sembra di sentire alcuni miei vicini che si dicono preoccupati per l’emergenza acqua,e poi ,la sera,annaffiano la strada di fronte casa propria con l’acqua potabile.Mi sembra che ancora non si riesca a capire che l’acqua è un bene necessario per tutti e di primaria importanza e che non è eterna.

  4. Sara scrive:

    Sono davvero colpita da questa notizia. Sapevo che i dati relativi alle precipitazioni erano allarmanti, ma non credevo che il Po potesse essere danneggiato anche dalla tipicità di certe culture.
    Per quanto io non possa farci nulla, grazie per l’informazione.

  5. gilberto scrive:

    Se il Po finisce a Ferrara, probabilmente dovremmo restringere i confini della Padania. Una cretinata, senz’altro, ma e’ anni che il sistema di potere politico che dovrebbe occupare gli interessi dei suoi cittadini lascia perdere quasi tutto, di conseguenza anche io non mi preoccupo e ci scherzo. Ho visitato per motivi di lavoro, la spagna, il portogallo, la francia, la germania, la svizzera, dove il sistema politico si sta realmente preoccupando di risanare le emissioni che sono la causa del degrado del pianeta. In quelle nazioni vedo migliaia di pale eoliche, terreni coperti da pannelli fotovoltaici, nuove costruzioni con inserito il progetto di recupero delle acque piovane per usi non domestici, e con sui tetti i pannelli solari per l’acqua calda. Io al mio rientro in italia dall’ultimo giro in spagna ho subito acquistato una nuova caldaia a condensazione ed ho messo i pannelli solari sul tetto, ma purtroppo il mio comune per l’installazione dei pannelli solari richiedeva la d.i.a. allora li ho tolti ho fatto il progetto ed ho chiesto cortesemente se mi davano il permesso. L’ufficio tecnico del mio comune mi ha riasposto “ci vogliono 30 giorni, poi li puo’ montare” i trenta giorni scadono fra 3 giorni poi li potro montare e potro iniziare ad inquinare di meno ed allungare di 2 o 3 cm il corso del po’. Mi scuso per l’ironia e la ringrazio della possibilita’ che ci da di scrivere i nostri commenti, ma l’unico sistema per svegliare quei pelandroni che complicano la nostra vita e’ quello di non andare piu’ a votare,vedra’ che saranno obbligati a cambiare ed il nostro fiume chissa che non si allunghi fino a reggio calabria. saluti cordiali
    Gilberto

  6. Andrea Parmeggiani scrive:

    Fino a che gli italiani tutti, non impareranno a guardare anche l’orticello altrui, l’Italia andrà sempre peggio. Noi italiani viviamo in un territorio che tutti ci invidiano, possediamo un patrimonio climatico, territoriale, ambientale, culturale e artistico, che da solo, sarebbe sufficiente a candidare l’Italia intera ad essere dichiarata patrimonio dell’umanità. Abbiamo perso le aziende pubbliche che erano l’eccellenza mondiale, e stiamo rapidamente perdendo il controllo di quello che è rimasto l’unico patrimonio, l’ambiente.
    Quello che era il grande fiume, utilizzato in passato come via di collegamento della val padana, è stato depredato, inquinato e devastato non solo da politici, che sono li perchè li mandiamo noi, ma da italiani senza scrupoli, che per denaro ucciderebbero anche la loro madre. L’Italia è la casa di tutti i cittadini italiani, con che diritto viene ogni giorno importunata? Perchè questi delinquenti non pagano?
    I cambi climatici sono fisiologici, avvengono in periodi però più lunghi e permettono alle varie specie di adeguarsi, il “benessere” del quale noi usufruiamo a volontà nel disprezzo di qualsiasi forma di rispetto di chi o cosa, ha fatto si che questi cambiamenti accellerassero senza dare il tempo alla natura di adeguarsi. La situazione del Po, è una situazione raccapricciante perchè, chi come me ha visto dove nasce, e lo vede come arriva a Torino, si domanda quanto l’essere umano è imbecille. Figuriamoci quando il Po arriva a ferrara. Sono molto legato a questo fiume, ho visto dove nasce, abito nella prima città che lo ospita, e ho passato i tre mesi di pausa scolastica dove muore per ben 14 anni. Mi ha accompagnato nella crescita e nella mia evoluzione. Sono addolorato, di quello che sta succedendo, ma al Pian del re (dove nasce), i ghiacciai sono quasi completamente scomparsi. Gli anni futuri sarann anni duri sotto molti punti di vista, ho paura che sia ormai troppo tardi per agire, forse potremmo rallentare in parte il fenomeno, ma non c’è ancora abbastanza massa critica per spingere le autorità preposte ad agire. Ognuno di noi però può fare la sua parte iniziando a risparmiare energia, e facendo pochi rifiuti.

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