Chi ha paura di Live Earth

Il giorno dopo “Live Earth”, il megaconcerto organizzato da Al Gore in 8 città del mondo (http://www.liveearth.org/)
per mobilitare l’opinione pubblica si temi del cambiamento climatico, si moltiplicano le prese di posizione critiche. In particolare, si osserva con malcelata soddisfazione, l’iniziativa sarebbe ipocrita perchè ha contribuito ad aumentare le emissioni globali. Secondo “Carbon footprint” per qualcosa come 31.500 tonnellate di Co2, che diventano 75 mila considerando l’accensione di due milioni di televisori e di milioni di ore di traffico internet.
E invece ipocrita è chi la critica. “Live Earth” ha infatti chiarito da subuito che tutta l’elettricità necessaria agli otto concerti sarebbe stata acquistata sul mercato elettrico da fonitori che ne garantivano la provenienza di fonti rinnovabili, che gli spostamento del personale di “Live earth” e degli artisti (150 tra solisti e band) sarà compensato attraverso l’acquisto di crediti di carbonio, che ai concerti sarebbero stati utilizzato il più possibile materiali ecocompatibili (ad esempio, plastiche a base di mais per i bicchieri e gli imballaggi dei cibi) e sarebbe stato effettuato un rigoroso riciclaggio. Così è stato, e le 31.500 tonnellate di carbonio (le 75 mila considerando la tv accesa sono una boutade dato che la stragrande maggioranza di coloro che ha guardato lo show in tv o su internet avebbe guardato qualche altro programma o navoigato comunque e quindi la tv o il computer sarevebbero comunque state accese) sono quindi alquanto virtuali e servono solo per gettare un pò di sabbia negli occhi per distogliere lo sguardo da quei due miliardi di spettatori _ in larga oparte giovani, ma non solo _ che turbano il sonno dei partigiani del petrolio e del carbone, campioni della politica dello struzzo. Che da ieri hanno un pò più paura che la consapevolezza cresca e che la gente scelga consapevolmente.

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5 Commenti a “Chi ha paura di Live Earth”

  1. cristina scrive:

    Mia figlia oggi ha 15 anni, nel 2050 sarà donna più che matura, forse nonna di meravigliosi nipotini…oggi è una sfegatata appassionata di musica rock, come lo eravamo quasi tutti alla sua stessa età. Se il progetto di riduzione delle emissioni di Co2 che si è posto il LIve Earth sarà stato veramente realizzato lo potrà vedere solo lei…..
    E proprio insieme a lei sabato scorso ho avuto la fortuna di seguire il concerto con passione e trasporto ed è a lei che penso ogni volta che devo valutare la bontà o meno di certe riflessioni. Come si dice comunemente ‘alla nostra epoca’ avevamo altri pensieri, forse altri incubi collettivi, la guerra fredda, il nucleare, le rivolte di piazza….ma forse il mondo non ci aveva caricati di quel soffocante senso di colpa e di altrettanta impotenza che le sfide globali, quali quelle legate al clima, ad esempio, inevitabilmente comportano.
    E alla luce di quello che ho provato in questi giorni direi che la musica del LIve Earth ha avuto (almeno su di me) la capacità di produrre un vitale effetto ‘dissetante’ e comprendere che esistono soluzioni possibili, percorribili , anche per un problema di tale portata. I messaggi , gli spot, gli impegni richiamati più volte possono generare infinite ripetizioni e ‘cloni’ comportamentali virtuosi, ribaltare il misero dilemma della nostra generazione cresciuta all’insegna del consumismo, della certezza dell’inesauribilità delle risorse. Mi ha ricordato che ciò che veramente è inesauribile è il senso di speranza e sogno che ci avevano regalato i ‘grandi’ della passata generazione rock: lo stesso che si è avuto il coraggio di riproporre sabato scorso in tutto il mondo, per la nostra generazione e quella di mia figlia….a poposito, ieri sera, per la prima volta, andando al letto lei ha spento la luce della camera dei fratelli………

  2. Sara scrive:

    Forse questo concerto non sarà risolutivo ai fini della salvaguardia del clima, ma se solo una persona, dopo averlo visto si ricorda di chiudere il rubinetto dell’acqua quando si lava i denti, di spegnere il motore della macchina quando è ferma al passaggio a livello, di spegnere le luci quando esce da una stanza, allora qualcosa, questo concerto, l’avrà fatta.
    Ed è stato un concerto bellissimo, che ha suscitato le stesse emozioni del primo Live Aid.
    Grazie ad Al Gore per averlo reso possibile.

  3. ALBERTO scrive:

    NON SARA’ LA FINE DEL MONDO O LA SOLUZIONE DI TUTTI I PROBLEMI, MA UN EVENTO COME LIVE EARTH AIUTA.
    INNANZITUTTO PERCHè ELEVA LA CONSAPEVOLEZZA DELLA GENTE SU DI UN TEMA COME I CAMBIAMENTI CLIMATICI E POI, SE ANCHE FOSSE CHE DIETRO C’è LA VOGLIA DI AL GORE DI TENTARE DI NUOVO LA CONQUISTA DELLA CASA BIANCA, CHE MALE C’è? UN PRESIDENTE SENSIBILE ALL’AMBIENTE DOPO UN PRESIDENTE COME GEORGE BUSH SAREBBE PIU CHE UTILE.

  4. antonio scrive:

    anche in Italia servirebbero iniziative di questo tipo per sensibilizzare. concerti, dirette tv. invece per la conferenza nazionale sul clima non si organizzerà nulla del genere, con il risultato che la gente continuerà ad essere poco informatae quindi a dare poco sostegno. un errore grave.

  5. Maria Alberta Ricci scrive:

    Mi spiace, non credo che un concerto possa salvare il mondo: è solo un business che arricchisce le industrie discografiche e gli artitisi. Quanto al Gore anche lui ha i suoi interessi. povero ambiente, tutti lo usano come un tram..

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