Giorgi: il clima in Italia si riscalda il doppio

di ALESSANDRO FARRUGGIA
—ROMA—
«BASTA STERILI polemiche tra negazionisti e catastrofisti. Stiamo ai dati. E i dati sono inequivocabili.
Negli ultimi 50 anni il nostro paese si è riscaldato grosso modo il doppio
rispetto alle medie mondiali. Quanto al contributo dell’uomo al
riscaldamento climatico, noto che in Italia chi lo nega non è un addetto
ai lavori…». Il professor Filippo Giorgi lavora al Centro di fisica teorica
di Trieste ed è l’unico ricercatore italiano che, dopo esserne stato
negli ultimi due rapporti autore principale, fa parte del comitato esecutivo
dell’Ipcc, creato dall’Onu con 2500 scienziati per investigare sul cambiamento climatico.
All’indomani dell’ennesimo attacco, fra gli altri, dei fratelli Prodi (Franco e Vittorio)
al ministro dell’Ambiente e alla Conferenza nazionale sul clima, attacchi
nei quali si mette in dubbio l’entità del riscaldamento e il contributo
dell’uomo (tutti punti dati per scontati nell’intervento di Romano
Prodi, ortodosso al comune sentire della comunità scientifica), e del durissimo
documento di 10 scienziati, Giorgi accetta di fare il punto.
Professor Giorgi di quanto si
è riscaldato il nostro Paese negli
ultimi 50 anni?

«Secondo una ricerca pubblicata
sul Journal of climatology e realizzata
dall’Isac-Cnr, l’istituto guidato
da Franco Prodi, si è riscaldato
di 0,28 gradi per decennio, cioè
1.4 gradi in 50 anni».
Quanto è cresciuta la temperatura
a livello mondiale nello
stesso arco di tempo?

«Secondo l’Ipcc la media globale
mondiale è cresciuta di 0,128 gradi
per decade, pari 0,64 gradi negli ultimi
50 anni. La crescita in Italia è stata
quindi poco più che doppia. Negli
ultimi cento anni a livello mondiale
è invece salita di 0,74 gradi».
Perché in Italia c’è stato un riscaldamento
maggiore?
«Per due fenomeni. Il primo è lo
spostamento verso Nord delle perturbazioni
che segue quello della
cella che convoglia aria calda dalle
latitudini equatoriali: prima si fermava
alll’altezza del Nordafrica,
ora sempre più spesso raggiunge le
nostre latitudini. Questo nel Mediterraneo
causa una diminuzione delle
precipitazioni, accompagnata da
un aumento di temperatura dovuto
a un complesso di fattori tra il quale
il fatto che la diminuzione della piovosità
è frutto di una ridotta nuvolosità,
il che si traduce in un maggiore
irradiamento solare, che provoca
una riduzione dell’evaporazione,
che a sua volta riduce la nuvolosità
e quindi le precipitazioni…».
Il cane che si morde la coda.
«Scientificamente si chiama feedback.
Ma volendo semplificare…».
Un fenomeno transitorio?
«Un fenomeno che ho illustrato nel
mio studio pubblicato nel Journal
of geophisical research, è un fenomeno
destinato a continuare almeno
per tutto il secolo, con un riscaldamento
pronunciato soprattutto
in estate con un fattore attorno
a 1,5/1,7: se il riscaldamento sarà
di due gradi altrove, sarà di tre
gradi o poco più nel Mediterraneo».
I negazionisti, se accettano a
denti stretti l’esistenza del
cambiamento climatico, mettono
però in discussione il
contributo dell’uomo…

«L’ultimo rapporto dell’Ipcc è chiaro.
L’unico modo per spiegare l’aumento
di temperatura degli ultimi
50 anni è il contributo delle attività
umane. La confidenza è al 90-95%.
Putroppo in Italia il problema è che
certe critiche vengono non da climatologi,
come negli Stati Uniti accade
con Lindzen, ma, se va bene, da
scienziati che non hanno mai lavorato
nella materia».
Alcuni fisici hanno inviato
una lettera di fuoco contro la
Conferenza…
«Probabilmente si poteva dedicare
più spazio alla ricerca di base, ma
l’equivoco è che la Conferenza era
focalizzata sull’adattamento ai cambiamenti
climatici, e su questo
aspetto gli scienziati qualificati
c’erano. Comuque, noto che i firmatari
della lettera contestano l’esistenza
di ‘cambiamenti climatici irreversibili’.
Premesso che nessuno ha
mai parlato di cambiamenti irreversibili,
vuol dire che anche loro riconoscono
che il cambiamento climatico
in atto è inequivocabile…».

Collegamenti sponsorizzati


2 Commenti a “Giorgi: il clima in Italia si riscalda il doppio”

  1. a.cecchi scrive:

    L’impressione e’ che gli scienziatiitaliani che contestano i cambiamenti climatici lo facciano per voglia di protagonismo e anche perche sono marginali rispetto al mondo della ricerca climatica. E’ come nella favola della volpe e l’uva di Fedro…chi non riesce ad avere quel che vorrebbe avere, o ad essere parte di qualcosa del quale vorrebbe esser parte, lo scredita…

  2. Andrea scrive:

    Credo sia questione di onesta’. Un sistema cosi’ complesso come l’atmosfera non consente di affermare realta’ assolute. L’onesta’ e’ di chi dice che ci potremmo sbagliare, che quello che pensiamo di fare a rimedio non potrebbe servire. E’ piu’ opportunista chi sale sul carro dei politici che richiedono pareri e soluzioni in tempi brevi. E’ opportunista chi sfrutta i giornali per mostrare che i propri dati sono migliori di quelli altrui.

    Detto questo rimbocchiamoci le maniche e pensiamo quale metodo sia migliore per preservare le materie prime, preservare il pianeta, non recedere ai metodi di produzione del passato (l’agricoltura regge 6 miliardi di persone perche’ e’ industrializzata…). C’e’ da lavorare, senza pregiudizi ideologici!

Scrivi un commento