Kosovo, Serbia, Usa e UE

Gentilissimo Signor De carlo, se da una parte è vero che noi serbi dobbiamo prendercela con noi stessi per non esserci saputi difendere dall’invasione albanese, dall’altro lato mi pare che un’altra volta stia capitando quello che è successo durante la guerra: l’EurAmerica non sa farsi i fatti propri!!! Imporre una soluzione - tra l’altro assurda - alla Serbia mi sembra oltre che ingiusto anche molto pericoloso per gli equilibri di tutto il mondo.
Lilly1708@yahoo.it
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Gent.mo sig. F.G.-Ancona,
quel sempliciotto del texano avrebbe anche detto che aiuterà il Kossovo a entrare nella UE. Qualcuno può dirgli che la UE non fa parte degli USA? Condivido la risposta datatele dal sig. De Carlo: la storia non è staticità, ma un divenire quotidiano e se oggi la situazione è quella che è occorre prenderne atto. Occorre caso mai porsi altre domande, ad es. sull’espansione (o espansionismo) dell’Islam, ad es. sul perchè la Serbia ha “agevolato” i massacri nella ex-Yugoslavia, etc etc
Saluti
Andrea
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Lei, Sig. De Carlo è il peggior esempio di giornalista. Paragonare la situazione del Kosovo con quella ipotetica di una Lombardia del futuro è un pessimo sforzo di immaginazione.
Prima di tutto, quando si parla di storia bisogna sempre citare delle fonti autorevoli ed il lettore di Ancona non mi sembra una fonte autorevole. Kosovo è stata una regione dove una moltitudine di etnie hanno sempre convissuto, nel bene o nel male. Cito Noel Malcolm, autore della forse più autorevole storia del Kosovo quando dice che i serbi, al contrario degli albanesi, non sono mai stati maggioranza nel Kosovo. Che il mito della culla della nazione serba è un mito ricostruito ad arte dal nazionalismo serbo abbastanza recente (primi del 900) e rispolverato da quello che si merito appieno il sopranome del Macellaio dei Balcani, Slobodan Milosevic. Che non c’è mai stata una emigrazione di albanesi dal sud al nord. ecc.
Poi non capisco il termine “serbi bianchi”? Forse gli albanesi sono neri? Infine volevo solo ricordarle che la Serbia occupò militarmente il Kosovo durante la 1° Guerra Balcanica, il Kosovo è stato incluso nella Jugoslavia contro ogni sua volontà (anzi la sua volontà contraria è stata repressa col sangue). Il Kosovo ha subito espulsioni di massa continue tra le due guerre mondiali e anche subito dopo la seconda per non parlare dell’ultimo pulizia etnica subita, tristemente nota, ma anche per questo fermata, grazie alle televisioni.
Mi piacerebbe che gli immigrati in Italia scioperassero tutti, ma proprio tutti, una settimana. Vorrei vedere lei cosa scriverebbe su questo blog.

Eniel Ninka
Università Politecnica delle Marche

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No. Non ne faccio una questione di scioperi e nemmeno di forza lavoro per le nostre imprese affamate di occupazione. Sono in gioco piuttosto la lealta’, i valori, le leggi, le tradizioni, la lingua del Paese che ospita i nuovi arrivati. Voglio dire che noi italiani dovremmo fare una diversa politica dell’immigrazione, simile - tanto per fare un esempio - a quella che intende perseguire in Francia il neoeletto presidente Sarkozy. Coloro che aspirano all’immigrazione dovranno non solo parlare la lingua ma anche dare assicurazioni sul rispetto delle regole che sovrintendono alla nostra convivenza civile.
L’ipotesi di una Lombardia musulmana sara’ come dice lei uno sforzo d’immaginazione, ma la storia dei popoli e’ piena di sforzi di immaginazione diventati - chi l’avrebbe mai detto! - realta’.
Riprendiamo l’esempio del Kosovo. Le sue etnie si sono intrecciate nei secoli. Il suo territorio e’ stato preso, ripreso, dominato da diversi imperi, teatro di guerre e di conquiste contrapposte. Ma la sua connotazione serba risale - stando all’unanime storicistica -al 630 dopo Cristo. Fu marcata dall’immigrazione dei serbi ‘’bianchi'’ (che non hanno alcuna connotazione razzistica ma solo storica).
Erano i serbi convertiti al cristianesimo. Nessuna sorpresa se ora considerino quella regione come parte integrante dell’identita’ nazionale e se alla sua base significativamente pongano non una vittoria ma una sconfitta. Quella del 1839 quando il principe Lazar fu annientato dai turchi. Ai suoi ordini, va notato, combatterono anche bosniaci e albanesi.

In ogni caso, arrivando ai giorni nostri, ripeto di essere stato fortemente contrario all’intervento della Nato in Kosovo: si tratto’ di una guerra di aggressione in una materia di politica interna di uno Stato sovrano. E che dall’altra parte ci fosse il comunista Milosevic non fa alcuna differenza. Nemmeno per me, che da sempre faccio dell’anticomunismo una bandiera di liberta’.

Altre due annotazioni. La prima: nella sua recente visita nei Balcani Bush non ha inteso imporre nulla a nessuno. Ha preso atto della realta’. E nemmeno ha voluto fare un discorso storico, lontano del resto dalla sua cultura. La seconda: nelle sue pulizie etniche Milosevic non ha fatto altro che applicare la lezione sovietica. L’Urss era in buona parte il risultato di genocidi e sradicamenti demografici. Che cos’altro ci si poteva aspettare dall’ultimo dittatore comunista d’Europa?

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