Quando un caso diventa un’emergenza nazionale

Egregio Sig. De Carlo,
…ecco alcune riflessioni sul brutto episodio del ragazzo ammazzato da un colpo di pistola in un autogrill ad Arezzo.
1) In un autogrill sull’autostrada scoppia un tafferugio fra tifosi, i soliti cretini. Dall’altra parte una pattuglia della Polstrada, che sta facendo controlli, nota la bagarre ed un agente spara due colpi in aria per far capire che lì attorno ci sono le Forze dell’Ordine-
2) L’agente è in servizio da dieci anni, esperto e riconosce di aver sparato senza aver mirato (TG). Il colpo potrebbe essere partito mentre alzava il braccio per sparare in aria, frazioni di secondo: possibile, ma spaventosa fatalità che il proiettile faccia quello che è successo,
3) Non so che tipo di arma avesse in mano, non il calibro, né la portata, ma è certo che il proiettile deve aver superato la distanza fra sé ed il guard-rail se l’agente era dentro l’autogrill (il TG non l’ha detto), ma certamente le due carreggiate con corsia d’emergenza (TG), l’intervallo fra loro, lo spazio fra il guard-rail e la vettura, avrebbe colpito il lunotto posteriore obliquamente, lo avrebbe forato, e colpito il ragazzo che era dal lato opposto del sedile (TG). Non vi è rimbalzato, se mai solo deviato..
4) Il questore di Arezzo ha dato in 24 ore tre versioni diverse del fatto di cui al mio messaggio precedente. Il che vuol dire che ha parlato a caso.

5) Hanno trovato il proiettile, e al TG1 il ministro Amato ha detto che il Viminale non ha celato nulla e che hanno detto quello che potevano. In “Pinocchio” di Collodi si legge: “Il medico che non sa che cosa dire, è bene che stia zitto!”

6) E siamo già al poliziotto che ha sparato ad altezza uomo, a braccia tese, il che vuol dire per uccidere: fra poco saremo all’omicidio volontario per futili motivi, come dire allo schifo: senza certezze sarebbe meglio tacere per evitare danni al prossimo e figurette da baraccone.
Distintamente,
Renzo Lucchesi

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Capita solo in Italia che un episodio doloroso ma dalla portata limitata determini un’emergenza nazionale. Bene avrebbe fatto il governo a tenersene fuori. Bene avrebbe fatto la Lega a non sospendere il Campionato di calcio. Bene avrebbe fatto il questore a tacere prima di conoscere i fatti.

Il poliziotto andava semplicemente sospeso con provvedimento disciplinare, in attesa che la magistratura nel massimo riserbo per non incendiare gli animi conducesse l’inchiesta. E invece è stato tutto un fuoco d’artificio di dichiarazioni, smentite e controsmentite. La polizia è stata messa subito sul banco degli imputati in un momento in cui andrebbe invece sostenuta e non mortificata, perchè la vera emergenza non è quella calcistica ma quella della pubblica sicurezza. Come dimostrano le statistiche della criminalità spesso impunita.

E pensare che l’Italia in rapporto alla popolazione ha il maggior numero di tutori dell’ordine, fra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Guardie Forestali, per non parlare dei vigilantes privati.

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