Mi dimetto da italiano

Dottor De Carlo,
mi dimetto da italiano. Amo la pace e ho il massimo rispetto della vita umana, ma mi vergogno della calata di braghe del nostro governo. Era già accaduto con Berlusconi. Ma non in questa maniera.
Forse lei non è d’accordo perché Daniele Mastrogiacomo è un suo collega. Ma la conclusione della vicenda che lo riguarda è un’offesa alla decenza.
Mastrogiacomo era un privato, non un funzionario pubblico. Non capisco perché il governo sia intervenuto. Per il riscatto sono stati spesi soldi presumibilmente pubblici e la trattativa è stata condotta da un privato. Sono stati liberati una mezza dozzina di capi talebani che appena fuori dalla prigione hanno fatto sapere: riprenderemo a combattere cioè a mettere bombe nei mercati, nelle strade, nelle scuole e negli ospedali costruiti dai cosiddetti ‘’occupanti’’. Uno di costoro non voleva assolutamente uscire di prigione. I talebani lo considerano un traditore e hanno giurato di farlo fuori.
Ovvio che sia scomparso, ma se verrà rintracciato e ucciso, la sua morte starà sulla coscienza di colui che ha condotto la trattativa, il medico Strada. Il quale ha mediato la liberazione del giornalista ma ha abbandonato al suo destino il povero autista, ostaggio inutile. La giovane vedova quando ha saputo che gli avevano tagliato la testa ha abortito per il dolore.
Poi leggo che D’Alema corre a Washington quasi per chiedere scusa. I soliti italiani…Che figura. Mah.
P.S. Ravenna

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D’Alema, il più intelligente di questo sgangherato governo, si rende forse conto dell’ulteriore mortificazione che dalla vicenda ricade sulla nostra credibilità internazionale. Cerca di mascherarla rilanciando l’assurda proposta di una conferenza di pace con i talebani, cioè con coloro che hanno tagliato la testa all’autista e che vogliono riportare l’Afganistan al Medioevo. Questa la ragione del suo viaggio lampo a Washington.
La reazione della Condoleeza Rice – stando alle sue stesse parole – è stata però ‘’interlocutoria’’. Un aggettivo, che nel gergo diplomatico in realtà vuol dire distanza, contrarietà. E del resto come sarebbe potuta essere diversa nel clima di freddezza delle relazioni italo-americane.
Altro che ‘’comprensione’’ – sono sempre parole di D’Alema – per il caso Mastrogiacomo! Gli americani sono imbufaliti per il caso Calipari, per il caso Abu Omar, per Vicenza, per l’Iraq, per l’Afganistan. Tanto per citarne alcuni.

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