Archivio di Gennaio 2007

Come sottrarci al ricatto petrolifero

Giovedì 25 Gennaio 2007

Egr. dott. De Carlo,

in relazione al suo articolo pubblicato su La Nazione del 22 gennaio u.s. intitolato: “la guerra del petrolio”, che ho molto apprezzato, vorrei aggiungere alcune considerazioni.

La riduzione del prezzo del petrolio, lei dice, porterà indubbi benefici alle economie dei paesi occidentali e magari anche ad una diminuzione del terrorismo, essendo quest’ultimo alimentato proprio dai petroldollari. Vero, senza dubbio; ma non facciamoci troppe illusioni:

1) il prezzo del petrolio è destinato ad aumentare, almeno sul lungo termine, perché sarà sempre più difficile estrarlo (giacimenti in via di esaurimento, ecc. ecc.)
2) neppure il terrorismo diminuirà, purtroppo, perché tantissimi sono i paesi che segretamente lo finanziano. Non crede che Cina e Russia, da sempre nemici “fisiologici” dell’Occidente, finanzino segretamente il terrorismo? E che dire di Venezuela, Arabia Saudita, Corea del Nord? E chissà quanti altri?

E, ciò premesso, resta un altro motivo per cui non è ragionevole abbandonarsi all’ottimismo: la volontà (più o meno mascherata) di Bush di attaccare l’Iran. Lei sa certo meglio di me che se ciò avvenisse, il prezzo del petrolio schizzerebbe oltre i 100 dollari al barile, mettendo in ginocchio la nostra già fragile economia. Ma cosa ancora peggiore scatenerebbe una reazione terroristica rabbiosa e incontrollabile, a cui sarebbe difficile sfuggire.

Personalmente ritengo che se il prezzo del petrolio, da 6 mesi a questa parte, è diminuito, è solo per un motivo: molti si sono convinti che Bush non muoverà guerra all’Iran. Ottimisti! Io invece non sopravvaluto l’intelligenza di Bush, per cui sono molto preoccupato.

Cordiali saluti

Voltaire 2001

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Caro ‘’Voltaire’’, Bush non è un’aquila. Questo lo hanno capito in molti. Ma non è nemmeno quel fesso che gli antiamericani pretendono che sia. Anche lui si rende conto che una cosa è fare la guerra all’Iraq (dove comunque è impantanato) e un’altra all’Iran, che è un Paese di 70 milioni di persone, bene armato, capace di scatenare un’ondata terroristica ben più devastante di quella di Al Qaeda.
Ecco perché Bush per ora usa l’arma del petrolio, forzando una contrazione delle importazioni.
Con meno petrodollari Ahmadinejad ci metterà più tempo a costruirsi l’atomica e soprattutto vedrà aumentare l’opposizione interna sempre piu’ vigorosa.
Questa è la strada da battere quando si ha a che fare con regimi totalitari: farli implodere.
Reagan fece così con l’Unione Sovietica. Non dimentichiamo che Gorbaciov se ne andò non perché si fosse convertito alla liberal-democrazia, ma perché non aveva più un rublo per far andare avanti il comunismo riveduto e corretto da glasnost e perestroika. Il suo petrolio sul mercato internazionale non valeva più di qualche dollaro al barile.

Lei ha ragione a ritenere transitori gli attuali ribassi. Ma questa è un’occasione d’oro, se gli Usa e l’Europa la sapranno sfruttare. Potremmo utilizzare la pausa di respiro per rilanciare il nucleare e le energie rinnovabili, per consumare meno carburante, per riscaldare un po’ meno le nostre case (anche con la collaborazione de ‘’el nino’’).

Ma ora gliela porgo io una domanda retorica: lei crede che con la sua sgangherata maggioranza il governo Prodi possa fare un’intelligente politica dell’energia?

Due cognomi sono troppi?

Giovedì 25 Gennaio 2007

Gent.mo signor DE CARLO dott. Cesare.
Il cognome dei figli, ha sicuramente una valenza che va oltre al semplice dato anagrafico, infatti determina la continuità di una famiglia, dà un’appartenenza alla famiglia stessa ed una marcata contiguità parentale. Però si è cugini e quindi parenti anche con cognomi diversi.

Non ho idea da quanti secoli esista il cognome, però ritengo che fare una modifica così epocale non dovrebbe essere un fatto di pochi “intimi”, anche se ne hanno il pieno potere.
Proprio perché non trattasi di fatto ideologico, si dovrebbe affrontare la problematica, con conferenze, dibattiti pubblici, tavole rotonde e quant’altro possa servire a chiarire il perché del possibile cambiamento ai cittadini, il tutto con la massima esposizione mediatica, per averne in ritorno il massimo delle risposte nel merito.
Una nuova normativa, anche la più equilibrata, complicherà, comunque il lavoro degli uffici Anagrafe comunali, e certe successioni.
Io sinceramente, pur non essendo pregiudizialmente contrario, sono preoccupato dalla superficialità con la quale sembra (stando a quanto riportato dai mass media) i Parlamentari stanno affrontando l’argomento, per non parlare del Governo che ha proposto un emendamento a quanto in discussione (poi ritirato), valido forse sul piano dei principi, ma, se rispondeva a quanto riferito dall’on. Salvi, demenziale sul piano della risultanza matematica.
Sembra che la proposta dei ministri Bindi e Pollastrini, stabilisse che obbligatoriamente ai nascituri, si dovesse dare il cognome dei due genitori.
Molto bello e semplice sul piano della parità dei diritti uomo/donna, però una tale applicazione moltiplica, nel tempo, in maniera indefinita il numero dei cognomi personali, esemplifico: Alla terza generazione (dall’applicazione della legge) un bimbo porterebbe già otto cognomi, quelli della decima generazione (circa fra due/trecento anni), ogni nascituro dovrebbe portare il peso 1024 (milleventiquattro) cognomi. Penso che non ci siano commenti da fare.
Tornando a quella approvata, in commissione, al Senato (sia di tanto meglio) perché contempla, tra le possibili scelte, una tale identica eventualità, con le identiche perverse (sul piano numerico) conseguenze; infatti il caso del cognome di entrambi i genitori è comunque previsto, e non vedo perché chi ha questo nuovo diritto, o chi lo aveva avuto da sempre, debba rinunciare ad usufruirne.
Altro punto negativo contenuto nel progetto approvato è quello che si lascia il tutto alla decisione dei coniugi al momento della nascita. Penso che più di qualche nascituro venendo alla luce si troverà con un solo genitore. Scelte del genere vanno fatte, in libera scelta, all’atto del matrimonio, al limite ci potrà essere qualche matrimonio in meno, ma sicuramente qualche bambino con tutti e due genitori in più
Mi auguro che i miei calcoli siano non applicabili, perché quanto sarà approvato in forma definitiva riesca a contemperare i diritti d’entrambi i genitori, senza scardinare le famiglie, le anagrafi quant’altro è normalmente correlato ai cognomi.
Ringraziando per la cortese attenzione, distintamente La saluto.
Romolo Rubini
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Due cognomi? Passino. Tre sono troppi. Figuriamoci quattro o più. Conosco una famiglia che ne ha cinque: quello del compagno e quello della compagna (non sono sposati) e quelli dei tre ragazzi in corso di adozione.
La nostra burocrazia non ha bisogno di supplementari complicazioni. L’ideale sul piano della praticita’ sarebbe un solo cognome. Ma…Le faccio un esempio personale: mia figlia aspetta un maschietto, mi piacerebbe che al cognome del marito affiancasse anche il mio. Vanità? Forse. Ma la vita e’ fatta anche di queste cose.

Perche’ bombardare la Somalia?

Martedì 9 Gennaio 2007

Caro De Carlo,
ha visto che gli americani hanno bombardato anche la Somalia? Che c’entrano gli americani con la Somalia? Non le sembra che dovrebbero pensare piu’ ai fatti propri che a quelli degli altri?
Attendo una sua risposta, anche perche’ pur non concordando sempre con lei, sono un suo fedele lettore.
Cordialita’,
Domenico Rivolti

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Caro Rivolti,
nel breve e circoscritto intervento in Somalia gli americani pensavano esattamente ai fatti loro. Ricorda gli attentati alle loro ambasciate in Kenia e Tanzania, avvenuti nel 1998 e la strage di Rangers a Mogadiscio nel 1994?
Ebbene i responsabili di quegli atti di terrorismo si trovavano nel luogo che gli aerei americani hanno bombardato. Molti di loro sono stati uccisi. Almeno cosi pare.
In attesa di conferme, ritengo opportuno notare che l’intervento era stato autorizzato dal governo somalo, per il quale il governo americano aveva tutto il diritto di farlo. Il nemico e’ infatti comune. Il governo somalo, l’unico riconosciuto dall’Onu, era stato rovesciato dal radicalismo delle Corte islamiche. Le quali erano dirette da elementi di Al Qaeda venuti in Somalia per approfittare del caos e imporre un regime di tipo talebano. Scopo dichiarato: esportare la guerra santa nella vicina e cristiana Etiopia. Logico che questa si sia mossa preventivamente e con l’appoggio dei regolari somali abbia cacciato le Corti islamiche da Mogadiscio e dal resto del Paese.
Le ricordo anche che all’indomani degli attentati in Kenia e Tanzania il presidente Bill Clinton aveva promesso: daremo la caccia ai terroristi, non importa quanto ci metteremo, li troveremo e li puniremo. E’ esattamente quello che ha fatto, nove anni dopo, il suo successore alla Casa Bianca, George Bush.