Come si fa a riabilitare Togliatti?

Egr. Dottore,
Il Comunismo, pur essendosi rivelato per quello che è stato, continua ad ammorbare l’atmosfera politica italiana con le sue opere di trasformismo, quasi un Fregoli politico, cercando di presentarsi ad ogni agone politico in nuove sembianze.
Eccolo presentarsi all’opinione pubblica annacquato con i residui democristiani patrocinato dai nuovi vati Fassino-Rutelli in cerca di padri nobili da cui fare discendenza.
Togliatti e Moro staranno brindando al coronamento del loro sogno: forse gli italiani non tanto.
Ecco uno spaccato di questo avvenimento.
Firenze: 22-7-2007 Dott. Ing. Sergio Mannucci

4.51 - IL PANTHEON DEL NUOVO PD
Intervenendo alla tramissione «Retroscena» su La 7, Bersani ha affermato: «Nel Pantheon del partito democratico né Enrico Berlinguer né Craxi. Bisogna guardare avanti, punto e basta».
Ha infatti così commentato la dichiarazione di Piero Fassino che ha iscritto Craxi tra i padri fondatori del nuovo Partito democratico: «Non faccio questa riflessione, né su Craxi ma neanche, e guardi cosa arrivo a dire e mi costa molto, su Berlinguer. Io guarderei avanti, punto e basta. Perché quello che noi abbiamo fatto tutti, la storia del Novecento è già molto saputa e molto conosciuta. Oltrepassarla è il problema, non rinverdirla o riconsiderarla: questi sono esercizi che vanno lasciati agli storici».
Bravo Bersani! Scrolliamoci di dosso tutta la polvere comunista e rinvigoriamo sempre quella anticomunista!
Dunque nel Pantheon non c’è spazio ne per Craxi ne per Berlinguer, ma molto per Togliatti che fa parte del passato comunista e che rivive continuamente nelle strade, viali e piazze d’Italia; si tratta di un signore dalla doppia personalità secondo la localizzazione in cui è vissuto: conosciuto in Italia come Ercoli durante il paradiso sovietico e come Togliatti nell’inferno italiano in cui tornò per trasferirci un po’ di quel paradiso.
Come Togliatti lo conosciamo bene e non possiamo lamentarci; come Ercoli la cosa è più difficile e bisogna rifarsi alla testimonianza di chi lo ha conosciuto anche sotto quel nome: Paolo Robotti suo cognato che ha vissuto la stessa avventura moscovita che nel 1965 scrisse un libro di memorie su quel periodo.

Enrico Petacco su La Nazione del 12-4-2007 ha scritto un saggio su i suoi rapporti con Robotti:

……. Era lui che segnalava alla Nkvd,la polizia politica i nomi di coloro che dovevano essere avviati ai “campi di rieducazione”, ossia nei Gulag.
……..Queste schede però non le selezionava Robotti, ma Giuliano Pajetta, ed il futuro sindaco di Bologna, Dozza.
…….Poi, giusta nemesi, nel Gulag ci finì anche lui, ma riuscì anche a riuscirne (“senza che mio cognato movesse un dito” come dirà in seguito) dopo diciotto mesi con alcune vertebre spezzate.
……”Volevo – mi confidò – che anche i compagni morti nel Gulag fossero riabilitati. In un certo senso mi sentivo responsabile”. E con questo intendimento si recò da Togliatti e gli presentò la lista completa. Lui la prese, la scorse, scosse la testa e la gettò nel cestino dopo averla accartocciata. “Non è ancora il momento” disse. E Robotti si adeguò.
E conclude:
Trovavo Robotti sempre assorto nella lettura della Prava, che lui riceve per posta, ritenendola indispensabile, lui mi diceva, per “mantenere la linea in questi tempi confusi”. Io lo frequentavo per ascoltare le sue storie, ma soprattutto ero interessato a conoscere i nomi degli antifascisti italiani scomparsi nei Gulag e che lui intendeva far riabilitare dopo averceli mandati. Un giorno, finalmente, mi mostrò questo elenco (che poi fu uno scoop) e io dopo avere letto tutti quei nomi (erano 125) commentai un po’ sorpreso: “ pensavo fossero di più…”.
“Certo che erano di più, molti di più” assentì lui con calma. “ ma gli altri erano tutti anarchici, socialisti,o peggio…”. E fece un gesto di fastidio con la mano come per dire: quelli mica devono essere riabilitati….
Come rappresentante del P.C.I. al Comintern, tutti dipendevano da Togliatti; per questo Robotti si rivolgeva a lui che aveva il potere di condannare o riabilitare.

Ma la figura di Togliatti ha avuto una importanza fondamentale nell’orientamento politico italiano:
alla morte di Stalin, Togliatti lo commemorò alla Camera dei Deputati (6 marzo 1953) affermando che: “Giuseppe Stalin è un gigante del pensiero, è un gigante dell’azione. Col suo nome verrà chiamato un secolo intero, il più drammatico forse, certo il più denso di eventi decisivi della storia faticosa e gloriosa del genere umano…” ed in una sua biografia sembra che abbia affermato: “Ho avuto la fortuna di essere stato partecipe, di essermi trovato al centro di un lavoro di eccezionale importanza sotto la guida diretta di Stalin…”
Saranno i fatti a costringerlo a smentirsi dichiarando (L’Unità del 15 marzo 1956): “Stalin divulgò tesi esagerate e false, fu vittima di una prospettiva quasi disperata di persecuzione senza fine, di una diffidenza generale e continua, del sospetto in tutte le direzioni”.
Ed il popolo comunista con vari contorcimenti ideologici si adeguava alla doccia fredda: “la pratica era sbagliata ma la teoria era giusta”.

Eccolo alla fine della guerra mondiale a snobbare l’Italia mandolinista: «È per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte più del migliore italiano» (da qui il Migliore?). Dichiarazione di Togliatti al XVI congresso pel P.C.U.S del 1930.

Ma il balletto ideologico di Togliatti non finisce qui:
7/11/1946 a Belgrado: “ Desideravo da tempo recarmi dal Maresciallo Tito per esprimergli la nostra schietta e profonda ammirazione…”
Dopo la condanna di Tito da parte del Cominfirom si legge questa affermazione su l’Unità del 29 giugno 1948 : “La direzione del Partito Comunista Italiano, udito il rapporto dei compagni Togliatti e Secchia, esprime all’unanimità la propria approvazione completa e senza riserve delle decisioni del Cominform… ”
Però nel 1956 Khruščёv si reca a Belgrado e riabilita Tito seguito immediatamente da Togliatti che afferma: “…Scopo della mia visita a Belgrado è di riannodare relazioni regolari con i comunisti jugoslavi dopo la grave frattura provocata dall’erronea decisione del Cominform…”
Da errore in errore, da riabilitazione in riabilitazione siamo giunti ai giorni nostri ancora alla ricerca di una sponda a cui approdare; bene Bersani, questa è la storia del Novecento; per il momento è meglio accantonarla dato che è già molto saputa e molto conosciuta (ma forse dimenticata); questi sono esercizi che vanno lasciati agli storici (quando non serviranno più a nulla).

Io la penso come Bersani: Craxi e Berlinguer non sono degni di una simile compagnia.
Firenze: 14-4-2007 Sermann

P.S.
E’ ARRIVATO IL PERIODO DELLE RIABILITAZIONI?

Veniamo a Craxi: Fassino lo pone nel Pantheon tra i padri fondatori del nuovo partito Pd: un Craxi che i magistrati milanesi hanno condannato in base alle testimonianze di un certo Maurizio Raggio: dunque Raggio è la bocca della verità; Craxi, simbolo della corruzione ambedue laureati dai magistrati milanesi.
Qualcosa non deve essere andato giusto, se il 5 dicembre 2002 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha emesso una sentenza che condanna la giustizia italiana per la violazione dell’articolo 6 paragrafo 1 e paragrafo 3 lettera d (diritto di interrogare o fare interrogare i testimoni) della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo in ragione dell’impossibilità di «contestare le dichiarazioni che hanno costituito la base legale della condanna», condanna formulata «esclusivamente sulla base delle dichiarazioni pronunciate prima del processo da coimputati (Cusani, Molino e Ligresti) che si sono astenuti dal testimoniare e di una persona poi morta (Cagliari)». Per la violazione riscontrata la corte non ha comminato nessuna pena, in quanto ha stabilito che «la sola constatazione della violazione comporta di per sé un’equa soddisfazione sufficiente, sia per il danno morale che materiale».
La Corte ha emesso una seconda sentenza 17 luglio 2003, questa volta riguardante la violazione dell’articolo 8 della Convenzione (diritto al rispetto della vita privata). La Corte ha rilevato infatti che «lo Stato italiano non ha assicurato la custodia dei verbali delle conversazioni telefoniche né condotto in seguito una indagine effettiva sulla maniera in cui queste comunicazioni private sono state rese pubbliche sulla stampa» e che «le autorità italiane non hanno rispettato le procedure legali prima della lettura dei verbali delle conversazioni telefoniche intercettate». Come equa soddisfazione per il danno morale, la Corte ha elargito un risarcimento di 2000 € per ogni erede di Bettino Craxi.
Dunque la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo condanna i giudici milanesi per non avere rispettato i diritti dell’uomo nel condurre il processo il che fa decadere tutta la montagna di accuse:
«la sola constatazione della violazione comporta di per sé un’equa soddisfazione sufficiente, sia per il danno morale che materiale», per la prima sentenza.
“Come equa soddisfazione per il danno morale, la Corte ha elargito un risarcimento di 2000 € per ogni erede di Bettino Craxi”, per la seconda sentenza.
Il sistema di togliere di mezzo personaggi scomodi a mezzo della magistratura è stato uno dei metodi staliniani che trovò nel giudice Viscinskij il grande accusatore che mandava a morte o in Siberia (il che era lo stesso) personaggi che quando poi facevano comodo venivano riabilitati (come testimoniato da Paolo Robotti, cognato di Togliatti, nel 1965).
Dunque la Corte europea ha condannato l’operato dei giudici milanesi, ma al grosso pubblico non ne è arrivata notizia (forse a Fassino) e si seguita a citare quelle sentenze ormai svuotate di significato. Dispiace sempre far sapere al grosso pubblico le malefatte della nostra magistratura, come si cerca sempre di nascondere i pericoli che possano mettere in crisi il futuro, proibendo di diffondere la relazione integrale del rapporto IPCC. 20-4-2007 Sermann
Da La Nazione – 30-6-2007
FASSINO; <>
Ieri Fassino ha reso omaggio alle vittime italiane del Gulag. E ha parlato di “colpevole connivenza di quei dirigenti del partito comunista, pur autorevoli come Togliatti, che non ebbero il coraggio di sfidare la macchina oppressiva della dittatura” (e che preferirono mandare a morte migliaia d’innocenti per salvare la propria).
…..“Nell’oppressione le disuguaglianze crescono, le ingiustizie si aggravano, la dignità umana viene umiliata” , ha detto Fassino ricordando le oltre mille vittime italiane.
Grazie Fassino di giustificare la nostra opposizione al regime sovietico ed a coloro che ce lo volevano imporre: ma è possibile che i poveri comunisti siano costretti a rimangiarsi cinquant’anni di lotta e di sacrifici per importarci quel regime in Italia affascinati dagli inni del credere, obbedire, combattere per il centralismo democratico che ha condizionato la vita politica italiana negli ultimi cinquant’anni?
Non si vergognano ancora di chiedere fiducia agli Italiani?
Firenze: 30-6-2007 Sermann

La Nazione: martedì 10-luglio-2007
Togliatti? Era anticomunista. Di Piero Melograni.
“Inizio questa rubrica di storie segrete con un argomento così riassumibile:“ Togliatti, segretario del Partito comunista italiano dal 1927 al 1964, era anticomunista”. Lo dissi ad un noto sindaco e storico comunista emiliano e lui mi corresse: “Era soltanto antisovietico”.
In questo articolo si citano diverse testimonianze: dal Diario di Georgi Dimitrov (Einaudi) si ha la testimonianza che il Segretario del Partito comunista spagnolo esprime i suoi sospetti in base al suo comportamento in Spagna; anche Dolores Ibarruri esprime la sua sfiducia in Ercoli.
Altri episodi vengono riportati a suffragare questa rivelazione di un Togliatti anticomunista.
Se tutto questo è vero, altro che riabilitazione! E’ l abilitazione a ritenerlo un pusillamine se è pure vero quello che suo cognato Robotti ha raccontato nel suo libro di memorie circa l’attività di Ercoli, il quale facendo il leccapiedi di Stalin mandava a morire ammazzati quei connazionali che si erano rivolti a lui con la speranza di dimenticare le angherie fasciste subite in Italia.
E questi in quell’ambiente era il Migliore!
Firenze: 11-7-2007 Sermann
*** *** ***
Pubblico integrale il suo saggio perche’ meritevole di ogni considerazione dopo l’ondata riabilitativa in favore di Togliatti.

Collegamenti sponsorizzati


Scrivi un commento