Il Congresso e il Presidente

Buonasera,
non riesco a comprendere bene il funzionamento della democrazia americana.

Al congresso vi è ora una maggioranza democratica da almeno un anno ma le cose in politica estera non cambiano per nulla.

Si può pensare due cose:
1) che i democratici approvino la presenza di truppe in Iraq e che l’opposizione a Bush sia solo di facciata

2) che i democratici vogliano il ritiro delle truppe ma poichè l’ultima parola spetta al Presidente non possano far nulla contro i desideri di Bush.
In questo caso più che una democrazia sembra una dittatura.

Mi aiuti a capire

Cordiali saluti

Stefano Ferrari
aabb04@virgilio.it

*** *** ***
Mi ci provero’ nella misura piu’ concisa possibile.
Il Congresso a maggioranza democratica ha gia’ varato diverse risoluzioni sul ritiro delle truppe, che pero’ hanno un valore solo simbolico per due motivi. Il primo: non disporranno mai dei due terzi dei voti necessari per superare un eventuale, scontato veto del presidente. Il secondo: non comportano il taglio dei finanziamenti (come accadde a sua tempo per il Vietnam), unica maniera per riportare a casa i soldati quando il potere esecutivo e’ di diverso avviso.

La mancanza di ogni riferimento ai finanziamenti dipende dal clima preelettorale. La guerra e’ certamente impopolare, ma quello americano e’ un popolo patriottico e non approvera’ mai l’abbandono dei propri militari sul campo.
Per capire questo ambivalente atteggiamento bisogna richiamare il Vietnam. Trenta e passa anni fa nel sud-est asiatico era in gioco la liberta’ dell’Indocina, lontana regione per la quale gli americani non volevano piu’ morire.
Oggi in Iraq e’ in gioco la sicurezza degli Stati Uniti e dell’intero occidente. Per cui giusta o sbagliata che sia stata la decisione di Bush di invaderlo, giusta o sbagliata (a mio parere piu’ sbagliata) che sia stata la conduzione della guerra, un ritiro precipitoso equivarrebbe a una resa al terrorismo di Al Qaeda. Di qui la propensione bipartisan a ‘’finish the job’’.
Stia tranquillo, anche con un presidente democratico (dal gennaio 2009) le truppe americane in Iraq non saranno interamente ritirate. Saranno ridotte, riposizionate nel deserto, assegnate a compiti specifici di antiterrorismo. Ma un ritiro totale e’ altamente improbabile.

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