Abbiamo perso il treno del nucleare

Caro De Carlo,
mi sembra che la sua analisi del problema nucleare in Italia sia un pò semplicistica.

Qualsiasi valutazione sulla convenienza o meno del naturale non può infatti prescindere dal fatto che, con le attuali tecnologie, si tratta comunque di un energia NON rinnovabile, le cui scorte di “combustibile” hanno una consistenza stimata tutt’altro che rassicurante, tanto da fare sostenere a qualche esperto che potrebbero esaurirsi prima del petrolio.

Il discorso è molto diverso se si parla della vera energia nucleare, cioè la fusione nucleare nelle sue varie forme, che potrebbe veramente rappresentare la soluzione ai problemi energetici del nostro mondo.

Nessun referendum ha mai imposto a nessuno di bloccare la ricerca sul nucleare, la mancanza di fondi è dovuta più semplicemente alla dabbenaggine dei vari governi che si sono succeduti in questi 20 anni, sia di destra, che di sinistra, che hanno pensato bene anche nella questione energetica di non affrontare il problema in chiave strutturale, ma di navigare semplicemente a vista senza investire nulla in ricerca.

Mi piacerebbe quindi riportare la discussione su quello che secondo me è il vero problema: invece che battersi per costruire qualche centrale nucleare a fissione, battiamoci ferocemente perchè finalmente vengano passati fondi adeguati alla ricerca di fonti di energia sostenibili.
Nel frattempo la soluzione tampone non è costruire altre centrali, con qualunque tecnologia, ma è invece fare una seria politica di risparmio energetico! Quante centrali in meno ci servirebbero se riuscissimo a diminuire i nostri consumi di un 10%?

Cordiali saluti,
cesare.navarotto@tiscali.it

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Caro DE CARLO,
tutto vero quanto ha scritto, però bisogna anche comprendere nella responsabilità di quella sciagurata scelta anche l’allora pentapartito guidato da Goria, anche se ha l’attenuante che era di nuova nomina. Può anche esse però, che Craxi da poco dimissionario, si sia voluto prendere una rivincita, continuando la linea del PSI che aveva imposto la deleteria nazionalizzaziopne dell’energia elettrica, ma il partito di maggioranza relativa, ha nascosto la testa sotto la sabbia.
Lasciando le colpe ha chi allora le ha avute (non hanno saputo vedere al dil la del loro presente), colpevolizziamo maggiormente chi dopo aver visto i deleteri effetti di quella decisione, continua pervicacemente a difenderla.

Non basta loro che abbiamo le tariffe dell’energia tra le più alte al mondo, che dopo Cernobyl, non ci sia più stato un incidente in una centrale nucleare che abbia creato pericolo alle aree circostanti (neanche in quelle russe decisamente obsolete), non basta che in questi vent’anni abbiamo bruciato idrocarburi e carbone, immettendo nell’atmosfera una quantità eneorme di polveri sottili, di anidride carbonica, di residui inquinanti di vario tipo, non basta neanche che per tacitare ENEL, ditte fornitrici e per curare la gestione delle centrali dismesse, a tutt’oggi l’utente del’energia abbia pagato un conto enorme di 6.500 milioni di euro (£12.000 miliardi circa), conto che continuiamo e non finiremo mai di pagare; per non parlare del “ricatto” sia politico ed economico da parte di produce gas e petrolio; non basta neanche che le tecnologie, di quelle centrali siano notevolmente cambiate in meglio: Niente, ci si aggrappa ferocemente al referendum del novembre dell’ottantasette, dimenticanto tranquillamente tutti quei referendum che a tutt’oggi a distanza di decenni, sono rimasti sulla carta, nonostante l’esito positivo.
Però, per contro, sono i strenui difensori dell’accordo di Kioto e il loro vangelo è l’ecologia (sempre che non la si ottenga col nucleare).

Al peggio non c’è mai fine.
romrub@libero.it

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“abbiamo perso il treno e che la crisi strutturale e la crisi di competività che attanagliano l’economia italiana”
pensando il sondaggio di “carovita, chi è colpevole”, ho votato “per causa di euro”, ma credo ho sbagliato!
noi abbiamo spesso troppi soldi per avere energia “non made in italy”, se avessimo rispamiato e aver investito i soldi su qualcos’altro, l’Italia non sarebbe in questo modo!
credo, siamo in ciclo negativo!
carovita— no soldi per investire—-benzina cara—-aumentro carovita—-menosoldi—-etc.
ma il tempo non può tornare indietro!
Catherina
aranciadisicilia@gmail.com

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Sì, è proprio vero. Come dice Catherina ‘’aranciadisicilia’’, abbiamo perso il treno.

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