La prostituzione online ripulisce le strade
Ho letto sul ‘’New York Times’’ (abito a New York) che negli Stati Uniti sta esplodendo il fenomeno della prostituzione online. Le donnine non si offrono più nell’oscurità dei viali, esposte a cento pericoli e cento ricatti, ma nelle proprie camere da letto davanti a un computer. Inseriscono i propri annunci su un trafficatissimo website, Craiglist, e lì pescano i loro clienti.
Ho letto anche che la polizia studia contromisure. Ha effettuato 70 arresti a New York e 60 a Chicago.
Ma perchè? La polizia americana e quelle degli altri Paese dovrebbero essere contente di un fenomeno del genere. Le strade si vuotano e si ripuliscono. I boss del racket rimangono all’asciutto, perchè le loro ‘’protette’’ non hanno più bisogno di protettori. L’ordine pubblico ne guadagna. Intere zone cittadine ridiventano percorribili.
Non è così?
Fabrizio Mencacci, New York
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Le sue argomentazioni sono dettate da buon senso. La prostituzione online rimane sempre prostituzione. Ma almeno ci risparmia lo squallido spettacolo notturno del sesso a pagamento.
Non so se, stando negli States, le sia capitato di leggere il commento di un sociologo della George Washington University, Ronald Weitzer: ‘’Internet ha dato a tante persone la possibilità di cercare nuove compagnie molto più facilmente rispetto al passato. L’unica cosa certa è che dieci anni fa questo non sarebbe accaduto’’.
Già, proprio così. Nuove compagnie non automaticamente significano prostituzione. E dunque la polizia farà più fatica a distinguerla da un semplice e legittimissimo annuncio erotico. Ma, data la ricaduta positiva nel campo dell’ordine pubblico, tutto sommato è meglio così. La tecnologia digitale sta risolvendo un problema nei secoli intrattabile.