Famiglia naturale e messa in latino

Caro De Carlo,
…come mai mai (scusi la ripetizione) lei si occupa dei rapporti fra Stato e Chiesa? Mi sorge il sospetto che anche lei sia un ruiniano (da Ruini che se non sbaglio è modenese come lei).
…in ogni caso la voglio mettere alla prova: desidero sentire il suo parere sulla recente pronuncia di Benedetto XVI sulla famiglia naturale e sulla messa in latino. Non le sembra che il Papa stia esagerando? Non le sembra che dovrebbe smettere di occuparsi dei fatti degli altri?
Spetta al singolo, cioè al cittadino, decidere come e con chi vivere e anche avere una liturgia comprensibile, cioè nella lingua parlata e non nell’incomprensibile latino?
Spero che mi risponda.
B. Franchi, Roma
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E perché dovrei non risponderle? Punto primo: sì, sono un ruiniano e non perché il cardinale da poco pensionato sia di Modena, ma perché dice cose che condivido, da credente e non da baciapantofole. Punto secondo: il Papa ha tutto il diritto di difendere la famiglia cattolica che è quella basata sul matrimonio e non sulla semplice convivenza o sullo stesso sesso. Punto terzo: allo stesso modo lei, da cittadino, ha tutto il diritto di vivere come meglio crede e con chi crede, ma se il suo stile di vita urta i precetti della Chiesa non può pretenderne la tolleranza. Punto quarto: il Papa non ha chiesto l’abolizione del volgare e il ritorno al latino nelle funzioni religiose, ma si è augurato che il latino – all’occorrenza – non venga dimenticato.
E’ troppo? Non mi pare.

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