Liberalizzare le droghe leggere?

…Amato proprio qui a Firenze ha detto cose molto giuste. I giovani vanno educati, persuasi, guidati a dire di no alla droga. Ricordiamo la campagna promossa a suo tempo da Nancy Reagan negli Usa. Il suo sloga era: just say no. Ebbene anche i giovani italiani debbono dire di no alla droga.
F.P., Firenze

…Finalmente un ministro che ha capito: altro che permissivismo, la droga va combattuta con tutti i mezzi a disposizione dello Stato e con una istruzione pilotata nelle scuole… Mi meraviglia che un ministro che dice queste cose faccia parte dello sgangherato governo che ci ritroviamo.
Annibale Gregari, Milano
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Sì, ricordo la campagna di Nancy Reagan. Accadde circa vent’anni fa. Ma i giovani americani smisero presto di dire di no.
Il commercio della droga continua alla grande. L’interdizione alle frontiere, la lotta della Dea dentro e fuori gli Usa, la repressione dello spaccio nelle strade, nelle scuole, nei luoghi di lavoro non sono sufficienti. Bisogna prenderne atto e ricordarsi anche che, per quanto riguarda gli Stati Uniti, due terzi dei condannati nelle prigioni sono per reati di droga.
E allora perché non rifarsi alla lezione del proibizionismo?
So bene che la droga è molto più devastante dell’alcool. Ma se interdizione e dissuasione non bastano, bisognerà pensare a una qualche forma di legalizzazione almeno delle droghe leggere. Legalizzazione non vuol dire liberalizzazione delle droghe. Ne consentirebbe però il controllo e soprattutto porterebbe con sé un crollo della minicriminalità legata allo spaccio.
Molti non sono d’accordo. Lo so bene. Ma perché non parlarne?

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