I comunisti di potere e Saddam

Caro De Carlo,
mi consenta due parole sull’uccisione (pardon esecuzione) di Saddam Hussein. Leggo che Bertinotti dalla sua clinica privata per vip, dove e’ stata operato alla prostata (ma perche’ non si e’ fatto ricoverare presso una struttura pubblica lui che e’ il paladino delle classi povere?), l’ha definita un orrore e un atto barbaro. Ma Saddam era un mostro sanguinario.
E poi che coraggio! Un comunista, anche se salito agli onori istituzionali, dovrebbe solo tacere. Che ne pensa?
Giorgio B.

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Penso che lei abbia ragione. All’indomani del crollo del muro di Berlino, della disintegrazione dell’Unione Sovietica e della liberazione dell’est europeo, Ronchey scrisse: da ora in poi un comunista dovra’ tacere, se verra’ interpellato dovra’ alzarsi, chiedere scusa e rimettersi a sedere.
Ebbene Bertinotti - ma non solo lui - dovrebbe essere uno di costoro. Per pudore dovrebbe stare zitto. Come rimase zitto per mezzo secolo mentre la patria del suo comunismo eliminava milioni di presunti dissidenti con fucilazioni di massa, lager siberiani, prigioni e torture. Il tutto in nome dell’edificazione della societa’ socialista perfetta.
E quando l’Urss scomparve e il comunismo fini’ nella pattumiera della storia, non mi risulta che abbia fatto alcuna autocritica. E’ rimasto come prima un comunista. Il che se da un lato e’ un omaggio alla sua coerenza ideologica (almeno non e’ un travestito), dall’altro significa che dalla storia non ha imparato nulla.
Saddam e’ stato giustiziato perche’ cosi’ vogliono la legge islamica e la legge irachena. Che noi siamo d’accordo o no, importa poco a quelle genti.

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